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Eragon

Rating FantasyItalia


Paese di origine: Stati Uniti (2006)
Genere: Fantasy Classico
Regia: Stefen Fangmeier
Attori: Durata: 128 minuti

La trama

La vita del giovane scorre tranquilla e monotona, finchè un giorno scopre una strana pietra, che si rivela essere un uovo dell’ultimo drago: Saphira.
Eragon decide di crescere di nascosto la dragonessa comunicando tramite il pensiero; nel primo istante in cui Eragon tocca Saphira, una cicatrice si forma sulla sua mano. Questo ed il fatto che l’uovo si sia schiuso in sua presenza lo identificano come uno dei membri eletti dell’esercito dei Cavalieri dei Draghi che, prima dell’avvento del malvagio imperatore Bulbatorix, proteggevano il mondo dalle oscure presenze che lo minacciavano.
Armato di una spada magica e aiutato dai saggi consigli di Brom il cantastorie, il ragazzo è pronto ad affrontare la sua missione come ultimo Cavaliere dei Draghi: unirsi ai ribelli, i Varden, e abbattere il tiranno…

Cosa porta Eragon nel mondo fantasy?

Paolini non è Tolkien, ma la sua opera non merita comunque una tale figuraccia cinematografica. Un film scialbo, con un enorme dispendio di soldi ed effetti speciale, che non riescono a compensare una storia a cui sono state letteralmente troncate le gambe; le aggiunte e i ritagli alla trama originale, quella del libro, creano una storia fantastica sì, ma statica e che non coinvolge per niente.

Eragon ci riporta al fantasy anni ’80 che, tranne il Conan di Milius e pochi altri esempi, era un tripudio kitsch di costumi ridicoli, dialoghi pomposi sull’onore e fantasticherie improbabili. Comincia male la sua carriera Ed Speleers, che nel ruolo di Eragon, non sembra riuscire a trovare una sua dimensione, Irons Malkovich poi sembrano aver accettato dopo aver letto l’assegno e non la sceneggiatura. Stefen Fangmeier, (la tempesta perfetta, Small Soldiers) anche lui all’esordio nella regia come il suo protagonista, non riesce a far fruttare i 100 e rotti milioni di dollari di budget.

Ricreando un mondo che sembra il Signore degli Anelli di Jackson, ma in brutto, la ILM (Industrial Light and Magic) agenzia di effetti speciali di Lucas, registra una caduta di stile incredibile con Saphira (ispirato ai draghi dipinti dai pittori fiamminghi, ha le piume) che con l’aggiunta della voce di Ilaria d’Amico nella versione italiana diventa un pugno nell’occhio.

Una pezza prova a mettercela Patrick Doyle (di Mary Shelly; Donnie Brasco) con la sua colonna sonora, uno dei pochi lati positivi del film e che ogni tanto risveglia l’attenzione degli spettatori.
Morale: il fantasy stava riconquistando pian piano il suo posto nel grande schermo, ma Eragon fa precipitare in basso quanto guadagnato recentemente da questo genere; speriamo solo che non facciano Eldest.

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