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Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri

Rating FantasyItalia


Paese di origine: Stati Uniti (2023)
Genere: Fantasy Classico
Regia: Jonathan Goldstein
Attori: Durata: 134

A dispetto delle basse aspettative, forse indotte dai precedenti disastrosi tentativi, Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, è un film di tutto rispetto che è in grado di farsi piacere da quelli che non conoscono appieno il mondo di D&D e di deliziare chi invece ci gioca.

Il film è scanzonato, leggero, e riesce a divertire e intrattenere il pubblico con una classica sceneggiatura che ricorda il fantasy anni ’80: un gruppo di personaggi che si misura in numerose prove e combattimenti per ristabilire l’onore del protagonista della storia, Edgin Darvis (Chris Pane), di fronte alla propria figlia, disillusa e raggirata dal cattivone di turno, uno splendido Huge Grant alla sua prima esperienza di fantasy puro.
Il film scivola via tra dungeons, draghi, labirinti, combattimenti, che ricalcano appieno quella che può essere vista come una vera e propria campagna di D&D. Si, perchè al di là dell’ambientazione dei Forgotten Realms o di Baldur’s Gate, le trovate che mano a mano ci si ritrova a vedere non sono messe lì a caso solo per destare stupore o divertire il pubblico, ma sembrano essere partorite esattamente da una sessione di gioco, in cui non mancano le trovate spiazzanti di Master  anticonvenzionali (il drago è fantastico) o di Master più magnanimi (il ritrovamento di utili artefatti quando meno te lo aspetti) oppure sull’utilizzo poco ortodosso di artefatti magici che solo i più fantasiosi giocatori potrebbero pensare. Senza contare una serie colpi di scena che sembrano gridare ad un inaspettato lancio di dado 1d20 o un liberatorio 20d20 calato al momento giusto.

Ma veniamo ai personaggi: la regia ha avuta la brillante idea di discostarsi dal canonico gruppo di guerrieri, maghi ed elfi, e ha dato vita a personaggi sicuramente più di nicchia e meno conosciuta a chi non conosce appieno il manuale D&D: parliamo del già citato Edgin, un umano bardo/ladro, inevitabilmente il narratore della storia e il cui ruolo principale è quello di risollevare il morale con il suo “irrilevante” liuto e tenere unito il gruppo (e il finale ne è la degna dimostrazione). Holga, interpretata da Michelle Rodriguez, un barbaro umana, di cui si possono apprezzare le sue doti combattive quando entra in ira. Doric, un tiefling (vi prego non è un halfling!) druido poco incline alla razza umana. Simon, un giovane stregone alle prime armi, che non a caso non ha mai aperto un libro di magia e che imparerà nel corso degli eventi a tirar fuori il proprio carisma per poter affinare la propria magia. Xenk, paladino, estremamente letale con i caotici e il cui senso di giustizia la rende inevitabilmente antipatico a Edgin
E poi i villain: Sofina, la Maga Rossa, che delizierà i giocatori che interpretano tale classe con i suoi incantesimi Dardi incantati, Fermare il tempo, Invisibilità (e altri ancora che vi invito a scoprire), senza contare il ladro Forge, maestro della truffa.

Insomma, il film ci è sembrato veramente ben fatto, una critica forse non troppo lusinghiera è sul finale che ricalca il classico copione favolistico e in cui sopratutto ci saremmo aspettati da Forge qualche asso nella manica in più, e una nota di demerito sulle musiche, di certo non memorabili.

Ma non si può nascondere il pregio di questo film: di aver saputo cogliere la linfa vitale di D&D e di averla rivelata e fatta apprezzare anche ai neofiti, in una pellicola che è capace di intrattenere e divertire.

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