
Paese di origine: Stati Uniti (2025)
Genere: Fantastico
Regia: Marc Webb
Attori: Durata: 109 minuti
Facciamo prima un tuffo nel passato
Biancaneve non è nuova a riscritture e aggiornamenti: la celebre fiaba dei fratelli Grimm, pubblicata nel XIX secolo, è da sempre un crocevia di simboli e immagini forti che, rilette oggi, risuonano come decisamente controverse. E se ci sono state forti polemiche su questa nuova versione di Biancaneve riscritta dalla Disney e resa in “carne e ossa”, ricordiamo che, nell’originale, Biancaneve è una bambina di appena sette anni che viene perseguitata dalla matrigna, gelosa della sua bellezza. La storia abbondava di elementi oggi difficilmente proponibili al pubblico più giovane: i nani che accolgono la protagonista in cambio di faccende domestiche; un principe che bacia la ragazza in stato apparente di trapasso; e una Regina Cattiva costretta a danzare fino alla morte con scarpe di ferro rovente.
Nel 1937 Disney decise di ammorbidire questi toni, portando sullo schermo il primo grande classico dell’animazione: Biancaneve e i sette nani. Il film alleggerì l’impatto cupo e violento della fiaba originale, pur mantenendo alcuni elementi fondamentali, come l’iconico gruppo di nani minatori e il finale con la strega che precipita in un burrone mentre tenta di fuggire. Questa versione, ancora oggi considerata un capolavoro senza tempo, fissò nell’immaginario collettivo la figura di una principessa dolce e indifesa, salvata da un principe azzurro.
Ma oggi, nel 2025, arriva la nuova trasposizione in live-action diretta da Marc Webb, accompagnata sin dalle sue prime fasi di sviluppo da una lunga scia di polemiche e controversie. Disney ha tentato di modernizzare nuovamente la storia, ma questa volta con l’intento di rielaborare il ruolo della protagonista e il messaggio sociale di fondo, cercando di adattarlo ai valori contemporanei e alla sensibilità odierna.




Non è tutto andato male e il film è godibile
La trama del nuovo Biancaneve del 2025 si distacca dalle versioni precedenti: la protagonista, interpretata da Rachel Zegler, non è più semplicemente una principessa dolce e in cerca d’amore, bensì una giovane donna determinata, pronta a sfidare l’oppressione della Regina Cattiva, interpretata da Gal Gadot, per riportare la giustizia nel regno. Scompare la figura del Principe Azzurro, sostituita da Jonathan, un ladro gentile e capo di un gruppo di ribelli che lotta contro la tirannia. I Sette Nani sono ancora presenti, ma non vengono più chiamati così e appaiono come creature digitali dall’aspetto grottesco e poco convincente.
Il film si propone di ribaltare i ruoli tradizionali di genere, trasformando Biancaneve in un simbolo di leadership e resilienza, capace di cavarsela senza l’aiuto maschile. Tuttavia, questo tentativo di modernizzazione risulta spesso goffo e superficiale: la protagonista appare come un personaggio forzatamente emancipato, mentre il ruolo maschile di Jonathan rimane debole e poco sviluppato. Il messaggio, che vorrebbe essere progressista, finisce per smarrirsi tra dialoghi retorici e una narrazione poco incisiva.
A compromettere ulteriormente l’impatto del film è l’ambientazione: la scelta di un’estetica in CGI non riesce a ricreare l’atmosfera magica delle precedenti versioni. Le scenografie risultano piatte e artificiali, prive di quel fascino fiabesco che ha sempre contraddistinto le produzioni Disney. Gli stessi nani – o meglio, le creature che ne prendono il posto – appaiono ridicoli e fuori luogo, più simili a modelli da videogioco che a personaggi credibili e carismatici.

Eppure, nonostante questi difetti evidenti, le performance dei protagonisti riescono a sollevare le sorti del film. Rachel Zegler offre un’interpretazione solida e carismatica, bilanciando ingenuità e determinazione. Gal Gadot, pur con una scrittura debole alle spalle, riesce comunque a donare alla Regina Cattiva una certa eleganza e presenza scenica. I momenti musicali, sebbene non memorabili come quelli del classico del 1937, regalano comunque qualche spunto piacevole.
Il fattore sentimentale, che dalle dichiarazioni precedenti all’uscita della pellicola sembrava essere assente, in realtà fa da continuità al film di animazione del 1937. Biancaneve rimane quindi una donna determinata ma non priva di sentimenti amorosi. Nessun principe azzurro è presente nel film e, detto sinceramente, è stata una scelta giusta che avrebbe altrimenti suscitato ancora maggiori polemiche. Biancaneve sa chi amare e da chi farsi circondare. Mi è piaciuto molto anche il finale che, senza spoiler, è inedito e in linea con le trame fantastiche dei tempi moderni.
In definitiva, la Biancaneve del 2025 non mi è dispiaciuto. La trama è coerente con i nostri giorni e i nuovi stereotipi sono evidenti. E’ un peccato però che si perda il tono di incanto e di fiaba che ha reso celebre il film d’animazione.
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