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Dune: Prophecy – Stagione 1

Rating FantasyItalia


Paese di origine: Stati Uniti (2024)
Genere: Fantascienza
Stagione: 1
Regia: Anna Foerster
Attori: Episodi: 6

Un bel carico sulle spalle

Dopo il successo di Dune (2021) e Dune: Parte Due (2024) diretti da Denis Villeneuve, la serie Dune: Prophecy ha il difficile compito di ricostruire l’universo creato da Frank Herbert e di ambientarlo ben 10.000 anni prima degli eventi narrati nei due film. Le aspettative sono alte. La trama è ambiziosa e avrà il compito di narrare la nascita delle Bene Gesserit, l’ordine segreto che manipola la politica dell’Impero. Il materiale di partenza è basato sul libro Sisterhood of Dune, romanzo scritto nel 2012 dal figlio di Frank Herbert, tale Brian Herbet, e da Kevin J. Anderson.

Dune: Prophecy
Dune: Prophecy

Il paragone con Game of Thrones è inevitabile

Ricordi riaffiorano nelle giornate passate davanti al buon vecchio PC nel 1992 con lo strategy game Dune II: The Battle for Arrakis. Il videogioco da effetto amarcord ritraeva bene e più che evidente le ostilità tra le case, nella fattispecie quelle degli Harkonnen e degli Atreides, originali nella storia dei romanzi, e di casa Ordos, in realtà “inventata” nel videogioco. L’obiettivo è quello di conquistare i territori di Arrakis, unico pianeta dell’universo dove è possibile estrarre la preziosa spezia o melange.  I due film diretti da Denis Villeneuve non sono da meno e la guerra tra i popoli si fa sentire.

La serie TV Dune: Prophecy rimescola le carte e si riparte da una premessa con ambientazioni di guerra alla Terminator. L’essere umano è in combutta contro le Macchine Senzienti, ha la meglio e dopo la guerra nota come il Jihad Butlerianobandisce ogni forma di intelligenza artificiale. Il contrasto con l’avvio della serie è però netto e il passaggio tra la guerra vista nella premessa e il mondo pacifico, desertico e a tratti medioevale, che si presenta nel pianeta Wallach IX lasciano un po’ spaesato lo spettatore. 

Il paragone con Game of Thrones è inevitabile. Nella serie fantasy ambientata a Westeros, targata anch’essa HBO, l’introduzione dei personaggi e delle casate avviene in maniera graduale. I pezzi si compongono senza appesantire la storia e nonostante il numero dei personaggi sia ben più alto di Prophecy, la trama scorre fluida giustificando l’oggetto del contendere: il Trono di SpadeLa serie fantascientifica Prophecy parte invece con troppi presupposti che un neofita può sicuramente avere difficoltà a comprendere. Lo spettatore viene catapultato in mezzo ad interessi politici, poteri ed elementi al limite del magico, che non trovano molte spiegazioni.

L’ambientazione fa un salto all’indietro di ben 10.000 anni, davvero troppi per continuare a parlare delle stesse case, stesso contendere, amori e odi che ritroviamo nei due film. Il tutto è giustificato dalla vita più longeva e dal diverso scorrere del tempo nei vari pianeti. 

La trama

La trama si apre con le due sorelle Valya e Tula, interpretate rispettivamente da Emily Watson e Olivia Williamsche cercano di ristabilire l’onore della loro casata degli Harkonnen dopo il devastante Jihad Butleriano. Si uniscono a un ordine monastico femminile, che in seguito diventerà noto come le Bene Gesserit, con l’obiettivo di trasformarlo in una forza politica influente tra le galassie.

L’Impero è governato dall’Imperatore Javicco Corrino, interpretato da Mark Strong, un sovrano che proviene da una linea di imperatori forgiati da guerre e conflitti. Accanto a lui c’è l’Imperatrice Natalya, interpretata da Jodhi May, una leader formidabile che ha unito migliaia di mondi attraverso il suo matrimonio con Javicco. La loro figlia, la Principessa Ynez, interpretata da Sarah-Sofie Boussnina, è l’erede al Trono del Leone d’Oro e si trova ad affrontare le pressioni delle responsabilità imperiali. Le sorelle Harkonnen, nel tentativo di salire al potere e di ingraziarsi l’imperatore, si trovano a fronteggiare l’ascesa di Desmond Hart, un soldato enigmatico e carismatico interpretato da Travis Fimmel. Il suo passato oscuro e la sua abilità strategica lo rendono una figura imprevedibile, capace di influenzare l’equilibrio di potere tra l’Imperatore e la sorellanza

Il cast e il commento finale

Partendo dal personaggio di Desmond Hart, l’interpretazione di Travis Fimmel è quella più lodevole e di maggiore spessore. Efficace anche la recitazione delle sorelle Harkonnen, dove in Valya si esprime la determinazione e l’orgoglio di una donna in cerca di riscatto, mentre in Tula la lealtà nei confronti delle proprie origini. L’Imperatore Javicco è credibile ma si spegne dopo i primi episodi, mentre quello della principessa appare monoto e prevedibile. Il resto del cast non convince. Le figure di contorno sembrano aristocratici teenager che giocano a fare i modelli.

Nell’insieme le vicende si svolgono in mondo al limite della fantascienza. Fioretti e scudi tra astronavi e viaggi intergalattici, poteri mentali e magici tra tecnologie avanzate e macchine. Anche le atmosfere passano da paesaggi alla Blade Runner a vedute degne dei migliori film sul medioevo.

Per riassumere, la serie Dune: Prophecy merita di essere vista. Ma sebbene si tratti di un prequel dei due film diretti da Denis Villeneuve non aspettatevi qualcosa da cui partire da zero. E se paragonate il prodotto a successi come Game of Thrones si rischia di rimanere delusi.

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