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Magistra Ro - Il bosco incantato

Concorso letterario: IL BOSCO INCANTATO

Gli avventurieri si erano persi nella foresta. Cominciavano ad essere stanchi e demotivati.
“Siamo sicuri di essere sulla buona strada?” chiese l’uomo alto che rispondeva al nome di Garl.
“Ti dico di sì. Sto seguendo i segni” rispose lo gnomo Rolf
“Eppure, mi sembra di stare girando in cerchio. Ho già visto quel nido di gazza una mezz’ora fa”
“Come fai a dire che è lo stesso nido di gazza? Come puoi esserne sicuro? La guida sono io!”
Gli altri sbuffarono. Sembrava che fossero lì da giorni, mentre erano entrati nella foresta al sorgere del sole, che al momento era alto nel cielo. La compagnia era formata da Garl, Rolf, due donne dai nomi strani, Stella d’Argento e Freccia Incoccata, il gigante Rok e il mezz’uomo Skat.
Stella cominciò a sbuffare, e rivolgendosi alla sua amica disse “Ecco, siamo incappate in una compagnia di sciocchi incapaci. Anziché arrivare velocemente alla nostra meta, parrebbe che questi tipi ci rallentino notevolmente”
“Carina” rispose Rolf “io sono solo una guida, la maga qui sei tu, quindi se vuoi sbrigarti, scegli la strada coi tuoi poteri, e vediamo cosa succede”
i due stavano per accapigliarsi quando il gigante, che in realtà pareva a tutti un po’ tonto, non disse: “Guardate là!”
Davanti a loro, sotto la luce dorata del sole, stava leggermente sollevata da terra, una fata. “Buongiorno a voi, viaggiatori!” disse. Un attimo prima non c’era, ne erano sicuri.
Il mezz’uomo annusò l’aria, con espressione stranita. “Da dove è saltata fuori?” mormorò a bassa voce.
La fata rise con voce argentina. “Io abito i boschi, ed è mia la facoltà di mostrarmi a voi se lo desidero. Credo siate stanchi e affamati, seguitemi!”
Il gigante e l’uomo si avviarono dietro di lei, mentre le due donne, lo gnomo e il mezz’uomo restarono un po’ indietro, poco convinti dell’apparizione.
La fata li condusse ad un grande albero, disse qualche parola nel suo linguaggio fatato e con uno sfavillio dorato, una porta si aprì nell’antico tronco. “entrate,” disse “benvenuti nella mia casa!”
Scesero una scala a chiocciola e arrivarono in una stanza sotterranea perfettamente illuminata da una soffusa luce dorata.
Le pareti erano ricoperte di decorazioni fatte con bellissime perle di dimensioni differenti, raffiguranti fiori, farfalle, animali…
La fata fece accomodare i sei, e cominciò a preparare un banchetto per loro, canticchiando tra sé. Preparò sei grandi foglie d’albero, riempiendole di frutti ed erbe, cospargendoli poi di un succo di miele e fiori. Depose i piatti così preparati di fronte ad ogni componente del gruppo, e li invitò a mangiare.
Garl e Rok si avventarono sul cibo, Freccia ne assaggiò un poco. Lo gnomo Rolf annusò, come Skat il mezz’uomo. La maga Stella non degnò neppure di uno sguardo il cibo che le era stato portato, ma osservava affascinata le decorazioni alle pareti.
“Credi che potrei osservare più da vicino le tue belle perle, fata?” chiese gentilmente.
La fata, un po’ indispettita le rispose a malapena “Se proprio vuoi…”
In quel momento, Garl crollò addormentato, seguito dopo qualche momento da Rok. Freccia si lamentò “mi gira la testa…” la fata era sparita per un istante, ricomparendo accanto all’uomo e al gigante con qualcosa di lucente in mano.
Stella fu abbastanza veloce nell’urlare “Attenti!” Rok il gigante si svegliò e si alzò in piedi, ma non fece in tempo a sollevare Garl che la fata aveva già messo le mani in bocca all’uomo. “E’ la fata dei denti!” gridò Stella “Vuole addormentarci e strapparci tutti i denti per poter terminare le sue decorazioni! Fuggiamo!”
Rolf e Skat si precipitarono verso la fata, e riuscirono a scostarla da Garl. Lei era già riuscita a strappargli due denti, finché Rok non raggiunse gli altri, diede un pugno alla fata facendola cadere svenuta e si caricò in spalla l’uomo.
Correndo e salendo le scale, con Freccia e Rok un po’ intontiti, e Garl che sanguinava, riuscirono ad uscire dall’albero cavo.
“E bravo il nostro gigante! Ci hai proprio fatto finire in un bel guaio! Adesso ti toccherà portare Garl finché non si sarà svegliato, e perderemo altro tempo…”
“Zitti” disse il mezz’uomo “ho sentito qualcosa”
Infatti, si sentivano lontano dei passi pesanti e un canto cupo e ripetitivo. Si nascosero nel folto e aspettarono. I rumori si avvicinavano. Nani armati! Cosa ci facevano dei nani armati, lì? Non si erano sentiti discorsi di guerra nelle vicinanze, quindi… I nani si fermarono all’improvviso, ascoltando e guardandosi intorno.
Skat, il più vicino alla compagnia di nani, cercava di rimanere immobile e silenzioso. I nani si guardarono, e ripresero il cammino. Quello più vicino a Skat, nel voltarsi, colpì il mezz’uomo alla testa con qualcosa che avrebbe potuto essere un badile. Il mezz’uomo crollò a terra svenuto.
Stella sbuffò. Aspettarono che i terribili nani se ne andassero e corsero verso il compagno ferito.
Tra la peluria maculata sulla sua testa era comparso un bitorzolo ripugnante. “Maledetti nani!” commentò Rolf. Ma si sa che tra nani e gnomi non corre buon sangue.
Stella prese dalla sua sacca un po’ di polverina e cosparse il bernoccolo di Skat.
“Bene, un altro ferito” commentò la maga. “Riusciremo mai ad arrivare alla nostra destinazione?”
Freccia era un po’ incerta di ciò, e lo disse all’amica. “Ho paura che se ci arriveremo, non saremo comunque sani e salvi”
Aspettarono che Skat e Garl si riprendessero, e nel frattempo mangiarono un po’ delle loro razioni da viaggio. L’uomo finalmente si svegliò.
“Come stai?” chiese il gigante
“Non thoppo behe” rispose l’uomo “mi fa mahe huhha la bohha” nel parlare sbavò un po’ sul giustacuore, e fu subito ripreso dai compagni.
“Fai schifo” gli disse Stella. Il che smorzò immediatamente le idee che l’uomo aveva concepito sulla compagna di viaggio.
Si rimisero in marcia, e Rolf riprese la testa del gruppo. Continuava a seguire i segni, ma agli altri sembrava che stessero girando intorno.
Arrivarono ad una casa. Parve loro strano di trovare una casa proprio in mezzo al bosco, ma bussarono ed entrarono, non avendo sentito nessuno rispondere.
La casa era ordinata e pulita. Ma anche vuota. Gli avventurieri si guardarono perplessi, fiché non sentirono aprire la porta. Una vecchina ed una bambina entrarono.
“Uffa, ma che traffico, oggi!” disse la nonnina. “Gente anche a cena! Fortuna che mi hai portato le focacce, cara, altrimenti non sapremmo come fare!”
“Nonna, guarda, un altro lupo!” la piccoletta prese un randello e corse contro Skat. Fortunatamente la bambina era troppo piccola per colpirlo alla testa, e cominciò a randellargli i piedi.
“Basta!” urlò Freccia “ce ne andiamo. Pensavamo solo che questa potesse essere la nostra meta”
“Fermati, piccina” disse la nonna “quale sarebbe la vostra meta, fanciulla?”
“Dobbiamo trovare un castello” rispose la donna.
“E quale castello? Ce ne sono tanti qui… C’è quello circondato dai rovi, quello dello specchio parlante, quello delle scarpe di cristallo… insomma, sii più chiara, cara. Intanto vi faccio quattro Salti in padella, sedetevi!”
A questa dichiarazione, Skat si coprì la testa, temendo di venire colpito ancora, e Garl indietreggiò per paura di essere intontito ancora. “A te, caro, preparo un semolino” disse la nonna “ti capisco, sai, è un caos senza denti…”
Così i sei cenarono con la nonna e cappuccetto, che però si rifiutò di lavare i piatti, che toccarono allo gnomo. Tutto coperto di schiuma, Rolf chiese alla nonna: “ma allora, come si fa ad arrivare al castello?”
“Ti ho detto, piccoletto, che non c’è un solo castello. Se vuoi andare dalla regina dello specchio, vai sempre dritto verso la stella del mattino. Per il castello delle scarpette, torna indietro fino al torrente e segui il suo corso fino al lago. Se devi andare al castello ricoperto di rovi, gira a destra alla fine del sentiero, e poi sempre diritto. Ma attento a non incappare in una casetta che assomiglia a questa… potrebbe costarvi caro”
Gli avventurieri erano sempre più incerti. Cosa fare? Qual era il loro castello? E se non fosse stato nessuno di quelli???
Dopo aver finito di riporre le stoviglie, la nonna chiese alla compagnia di fermarsi per una partita a scala 40, ma dato che nessuno di loro sapeva giocare, i compagni si misero in marcia.
Indecisi sul da farsi, visto che la loro meta si era improvvisamente triplicata (TRE castelli???) si misero a giocare alla morra per decidere se dividersi in tre gruppi di due, o cercare i tre castelli tutti insieme. La terza possibilità, tornare a casa prima che fosse troppo tardi, venne scelta come Piano B.
L’oracolo della morra decise che sarebbero andati tutti insieme in ogni castello. Dunque si misero in viaggio verso il castello dello specchio. Esso sorgeva in cima ad un colle, e la proprietaria era una regina vanitosa che spendeva tutti i suoi soldi in vestiti e gioielli.
“Niente da fare, non è il nostro posto” disse Freccia. Gli altri annuirono, e si rimisero in marcia.
Arrivati al lago, videro il castello delle scarpette. Presero informazioni, e gli abitanti del borgo dissero loro che il principe e la principessa dissipavano tutti i loro averi in feste balli e pranzi.
“Ancora nulla, disse Rok” i compagni scossero il capo sconsolati, e si rimisero in marcia.
Fecero un po’ fatica a trovare il sentiero per il castello ricoperto dai rovi, ma alla fine arrivarono. “Potrebbe essere il nostro posto” disse Rolf. Gli altri annuirono. Tutto era silenzioso e ricoperto come da una coltre di immobilità.
Si sentì arrivare un cavallo, ed i sei si nascosero. Come d’incanto, i rovi si aprirono e lasciarono passare il cavaliere solitario. I sei lo seguirono di soppiatto, ed arrivavano al castello. Questo era pieno di ricchezze di ogni tipo, ma non si vedeva alcun segno di attività, e gente era caduta addormentata un po’ dappertutto.
Garl estrasse un rotolo di pergamena dalle sue borse e cominciò a leggerlo “si si, il posto è questo” disse.
Al che, i compagni cominciarono a raccogliere candelabri di qui, gioielli di la, scrigni pieni di gioielli, monete, ed altri valori.
Garl contò tutto per bene “Ecco, ci siamo. Possiamo tornare a casa. Missione compiuta:”
Divisero il bottino in vari sacchi che si caricarono in spalla e tornarono sui loro passi. Mentre si allontanavano dal castello, sentirono grande trambusto, e rumori di risa e canti.
“Boh” fu tutto quello che disse Rok.
Quando furono un po’ più lontani, scorsero una casetta. Consci del racconto della nonna, si allontanarono di soppiatto per evitare problemi. Lo gnomo Rolf, curioso per natura, abbandonò per un attimo il suo sacco e guardò dalla finestra dentro alla casa.
Una bambina spazzava per terra e c’era un bambino in una gabbia, mentre una vecchia impastava il pane. “Bah” mormorò Rolf.
Si rimisero in marcia e sentirono in lontananza un rumore già noto. Freccia si arrampicò su un albero e comunicò agli altri che i nani armati stavano tornando.
La compagnia si dispose per accoglierli vendicando il bitorzolo di Skat, che non era ancora guarito. I nani caddero nel tranello a piedi pari. Stella lanciò un incantesimo d’immobilità e gli altri disarmarono i pericolosi guerrieri.
Si accorsero che le armi erano in realtà badili (come quello che aveva colpito Skat) vanghe e picconi. I nani erano sporchi e stanchi e impauriti, e cercavano di nascondere alla bell’e meglio dei piccoli sacchi che erano caduti ai loro piedi, ma l’incantesimo di Stella impediva loro di fare bene.
Rolf controllò i sacchi “Ah-ha! Gemme! Non tutti i mali vengono per nuocere!”
I compagni si gettarono sui sacchi e guardarono le pietre colorate, felici.
“E’ una bella fine di giornata, per noi poveri esattori dell’azienda municipalizzata dopo aver recuperato tasse vecchie di cent’anni, ecco scoperti anche degli evasori totali!”
Mandarono i nani a casa a calci e ripresero la loro strada canticchiando.
I nani tornarono a casa sporchi e laceri e senza nulla, e Biancaneve li picchiò per poi mandarli a letto senza cena.
I nostri sei avventurieri ripassarono da casa della nonna di cappuccetto, che però aveva sprangato la porta e affisso un cartello che diceva “chiuso per turno”, così dovettero tornarsene in ufficio senza aver pranzato né cenato.
E’ dura la vita dell’esattore dell’azienda municipali




Titolo: Magistra Ro - Il bosco incantato
Categoria: Racconti FantasyItalia
Autore: Staff
Aggiunto: May 12th 2006
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