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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Mer Lug 04, 2007 4:13 pm Rispondi citandoTorna in cima

Sytha - PF:21 - PP: 5

Rotola fulminea di scattosu di un lato nonappena il ragazzo biondo la sfiora. Troppa gente, troppi fiati. Insomma, un secondo prima era sola in quel posto deserto, e ora sembrava d'esser al mercato.
*Bella spranga, ma non vorrei me la conficcasse nel cranio* pensa, osservando il giovane che parla una lingua troppo piena di K e di H.
Ansante è il respiro, all'erta ogni senso.
"Amici un corno, tu che hai in mano la spranga t'azzardi pure a dire una cosa del genere? E voi altri, chi diavolo siete?" sbraita, arretrando istintivamente. Sembra una leonessa in gabbia, spaventata.
Niente la tranquillizza , nemmeno che gli altri tre ragazzi accanto a lei abbiano la stessa espressione spaesata. Sytha flette le gambe in posizione di difesa, le mani pure come avesse paura potessero aggredirla da un momento all’altro.
Le iridi di colori completamente diversi si focalizzano sugli abiti dei tre, uguali ai suoi.
*Che importanza ha? Non vuol dire nulla!*
Espira ed inspira furiosamente dalle narici, impercettibili movenze nel di lei corpo mentre sposta lo sguardo sul ragazzo dai capelli d’un rosso carminio acceso, sull’altro che le voleva prestar soccorso *Tsk…stupido!* .. e infine sull’ultimo, che balbetta in modo fastidioso.
L’espressione sul viso della ragazza cambia soltanto quando un urlo agghiacciante le paralizza le membra, propagandosi nell’aria.
“Che diavolo è stato?” sobbalza, corrucciando le sopracciglia sottilissime lambite da ciuffi color magenta shok.

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"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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Akhayla
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MessaggioInviato: Mer Lug 04, 2007 6:10 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:18 - PP:5]

Quel sangue… la pozza si allarga lentamente, chiazzando il pavimento devastato. Sangue che macchia l’immacolata tuta bianca, sangue che pare far scemare la vita pian piano da quel corpo riverso a terra.
Quella ragazza… così simile a lei. Così uguale a lei. La giovane la guarda, sgranando gli occhi, senza riuscire a distoglierli da ciò che ha davanti. Ha trattenuto il respiro da così tanto tempo che quando lo sfoga in un unico, possente grido carico d’orrore i muscoli del petto le fanno male. Le sfugge dalle labbra, incontrollato, solo per un secondo, ancora prima che possa rendersene conto.
Dopodichè il silenzio. Ansima violentemente, inorridita da quanto visto.
*E’ viva.*
*E’ morta.*
*E’ viva.*
Pensieri contrastanti che la paralizzano. Infine si sporge appena; ha quasi l’impulso di saltare giù nonostante la distanza che la separi dal pavimento sottostante sia considerevole. Vuole raggiungerla. Dentro di sé s’è animata una strana ansia, come se non volesse credere alla morte di quella ragazza se non l’avesse toccata, se non le avesse sentito il polso, se non fosse certa che il cuore abbia smesso di battere…
#EHI!# grida all’improvviso, e attende. La ragazza non si muove. Nessun segno di vita, che sia un suono o un movimento. Nella sua mente il timore che sia ormai spacciata continua a martellarle le tempie, ma è come se non volesse accettarlo… anche se sa che quelle ferite potrebbero non lasciarle scampo. Ferite di cui non riesce a capire la natura, ma che a giudicare dal sangue sono profonde… ferite provocate… da cosa?
Angoscia, timore, e rabbia. Rabbia di non capire, rabbia di non sapere.
*Ma che sta succedendo? CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?*
Il pavimento scricchiola, e quel suono sembra risvegliarla, facendole capire che non si trova in una posizione molto felice per stare a rimuginare. Indietreggia rapidamente sorpassando la soglia, e si guarda freneticamente intorno, come se si aspettasse che spuntasse fuori qualcosa da un momento all’altro. In quel momento le salta in testa un pensiero: non ha neanche un’arma. Un pensiero sorto dal nulla ma che si fa insistente, l’istinto di procurarsi qualcosa per potersi difendere oltre alla propria forza fisica. Ma non ha niente. Nemmeno dai mobili che ha visto prima, ormai in sfacelo, che sembrano sul punto di sgretolarsi da un momento all’altro, riuscirebbe a ricavare anche solo qualcosa di utile…
E la ragazza… L'immagine di lei riversa al suolo. Non se la toglie da davanti agli occhi. E nemmeno dalla testa.
*E se fosse ancora viva...?*
Il suo sguardo corre alle scale. E si fa ferreo. Prima ancora che il pensiero che le attraversa la mente possa condensarsi in un’idea vera e propria, si mette a correre in quella direzione, con le candide scarpe che si lordano pian piano a causa dell’estrema polvere e della sporcizia di cui è cosparso il pavimento. Giunge alla balaustra e appoggiandosi al corrimano si sporge e guarda giù. Scendono per parecchio, probabilmente almeno dieci piani. Quella parte le sembra la più solida di tutta la struttura. Prova a scuotere il corrimano, ma vibra meno di quanto si aspetti. Quelle scale avrebbero retto?
*C’è solo un modo per scoprirlo* pensa digrignando i denti per poi cominciare a scendere i gradini quanto più rapidamente possibile…
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mer Lug 04, 2007 10:46 pm Rispondi citandoTorna in cima

Era crollato a terra non appena la ragazza si era ripresa. Per quel che lo riguarda gli sembra anche troppo in salute. Si alza in piedi con l'osso sacro dolorante e solo in quel momento si accorge di altri due uomini vestiti esattamente come loro. Uno di questi imbracciava una spranga che non aveva molto di rassicurante. L'altro, anch'egli apparentemente più grande di lui, indossava un paio di occhiali. Entrambi sbracciavano verso di lui mentre si avvicinavano in mezzo alle macerie e, una volta arrivati, tentarono di presentarsi, o almeno così gli sembra. La ragazza con quei buffi capelli invece sembrava intenzionata a prenderli a pugni tutti e tre fino a farli crollare al suolo "Ascolta, personalmente, che tu ci creda o no, non so chi diavolo sono, ma non ho alcuna intenzione di..." si bloccò quando tutti avvertirono un tonfo sordo provenire dal palazzo lì vicino seguito da un grido *Una donna?* si chiede perlesso. Vede il ragazzo con la spranga e i capelli rossi scattare come un fulmine verso l'edificio. Per un attimo vorrebbe mettersi a correre anche lui, ma non se la sente di lasciar da sola la ragazza, per quanto possa essere pericolosa "Stagli dietro!" dice concitato all'altro mentre si avvicina alla giovane, temendo di lasciarci le penne dalla vita in giù ' Te la senti di muoverti? ' sussurra inginocchiandosi davanti a lei.
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Honoo
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MessaggioInviato: Ven Lug 06, 2007 12:28 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - Ottavo piano di Palazzo Artusi]
Corri a perdifiato per le scale, gettando solo delle fugaci occhiate dietro gli angoli, ad assicurarti che non ci siano pericoli evidenti. Mentre corri ci giungono nelle orecchie gli echi di voci lontane, dall'esterno del palazzo '...gli di...o'. Non cogli le parole, ma al momento non ti importa, l'unica cosa che conta è raggiungere quella ragazza. Hai percorso i due piani che ti separavano da lei e sei davanti alla porta, unica sottile barriera che ancora ti separa dal tuo obiettivo. Una tua spallata la abbatte senza difficoltà, anzi, la tua foga è tale che ruzzoli a terra insieme alla porta. Per rialzarti appoggi la mano a terra, ma la ritrai appena senti del liquido: il tuo sguardo passa dalla ragazza alla tua mano sporca del suo sangue, arrancando ti avvicini a lei, ma le sue ferite non lasciano spazio a dubbi. La testa è rotta e il sangue scorre via dallo zigomo sinistro e dalla bocca. Le costole sono spezzate in più punti e il suo addome è solcato da diversi morsi. Purtroppo è già morta. A scuoterti è il rumore di passi che viene dalle scale: qualcuno le sta salendo molto di fretta.

[Karl - Atrio di Palazzo Artusi]
Spinto dall'urlo che hai udito entri nel palazzo: delle sue porte a vetri non c'è più alcuna traccia, nemmeno dei frammenti e tutto è ricoperto da questa polvere, questa sabbia onnipresente. Ti guardi intorno in cerca di un segnale, di qualcosa che ti indichi in che direzione andare. Un'incisione nel muro attira la tua attenzione, delle scale stilizzate, con una freccia che corre orizzontale sotto il simbolo. Chi ha urlato era ad uno dei piani superiori... anche se non sai quale. Con la stessa fretta che ti ha portato li, cominci a salire le scale.

[Gli altri - Esterno di Palazzo Artusi]
Nether dà un ordine quasi perentorio, ma il biondo Tristan non sa cosa fare, resta fermo a guardare la schiena di Karl prima, l'espressione aggressiva di Sytha poi e infine il palazzo che torreggia davanti a lui. indeciso sul da farsi. Sytha dal canto suo tiene costantemente d'occhio i due che ha di fronte: nonostante la loro corporatura piuttosto atletica e i muscoli ben delineati sente di poterli battere. Sempre che abbiano intenzioni ostili... Anche lei è rimasta interdetta dall'urlo sentito, ma ha preferito restare ferma sulla sua posizione, piuttosto che seguire il pazzoide con la spranga dentro l'edificio. Ed ora è lì, che aspetta che qualcuno dei tre faccia una mossa, per cercare di capire se può fidarsi di questi nuovi arrivati, che tanto le somigliano.
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MessaggioInviato: Ven Lug 06, 2007 5:25 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:18 - PP:5]

Guardare la propria mano lorda di sangue non le fa certo diminuire lo sconforto per la situazione della ragazza. Più che scioccata, è come furiosa. La guarda in viso, cercando di capire chi sia, ma i suoi tratti non le dicono nulla. Nemmeno uno straccio di dettaglio che possa far squillare qualche campanello nella sua mente. La conosce? Non lo sa. Non riesce nemmeno a ricordarsi come si chiama, figurarsi gli altri… Eppure la sua morte le infonde una sensazione strana. Forse è perché vede se stessa in lei, con la sua stessa pelle brunita, con quella strana tuta addosso… una tuta che sta iniziando ad odiare. Le incrementa la sensazione di caldo soffocante, aderendole addosso come una morsa.
Il contrasto tra il candore dell’abito della ragazza morta e il vermiglio del sangue è una pugnalata alla vista. Gli occhi della giovane corrono lungo tutto il cadavere, esaminandone le ferite. A giudicare da quanto vede, è deceduta da poco, dato che il sangue scorre ancora. Il cranio spaccato, il sangue dalla testa... poteva essere precipitata per il crollo, oppure aggredita. Più che altro, l'incessante interrogativo che martella nella sua testa è la natura di quei morsi. Ricorda lo strano rumore, come di artigli, quando aveva sbirciato dal decimo piano. Qualche animale. Ma cosa?
Come risvegliata da quel pensiero, si alza in piedi, guardandosi freneticamente attorno e acuendo ogni senso, o almeno, così le pare. La devastazione della stanza non le è nuova: è quasi come se fossero state progettate tutte così, nella stessa maniera. Non ode alcun rumore, né scorge alcun movimento. Tuttavia sa che ciò non le può infondere la completa certezza che quanto sia capitato alla ragazza che giace morta ai suoi piedi non possa cercare di ripetersi anche con lei…
All’improvviso un rumore caratteristico la fa trasalire. Affina l’udito, trattenendo il respiro per non disturbare la fonte del suono. Movimento. La ragazza sgrana gli occhi verdi quando riconosce il rumore. Passi frenetici, che provengono direttamente dalla tromba delle scale ed echeggiano da una parete all’altra. Sono pesanti, rapidi. Ode anche un respiro ansante. Qualcuno sta salendo i gradini, e a quanto riesce a capire, va anche di corsa. Sembra che stia arrivando proprio da lei. E la cosa peggiore, non sa se la cosa le infonda più inquietudine che sollievo.
Tuttavia, l’istinto le dice di non farsi cogliere impreparata. E lei obbedisce, ciecamente.
Si guarda freneticamente attorno cercando qualsiasi cosa che possa usare come arma. Nulla di utile, a parte solo le macerie residue del crollo del piano di sopra. Le fissa assottigliando gli occhi, come se stesse ragionando. Le macerie… fa passare velocemente lo sguardo sui frammenti finché non ne individua uno ottimale. Quel frammento è poco più grande della sua mano ed è a forma triangolare, con la punta di una piastrella scheggiata che spunta dall’estremità più aguzza. La stringe nel pugno nella parte più larga, come se fosse un pugnale, e dando le spalle al cadavere si accovaccia quasi a terra, in una posa che quasi le viene naturale; su un ginocchio, il braccio “armato” flesso in avanti pronto a colpire, l’altro vicino al corpo, in guardia. Sembra quasi che si sia messa a difesa della ragazza morta.
Ascolta. Il cuore le martella nelle orecchie, ma non per paura: è la tensione dell’attesa. Ascolta i passi che si avvicinano, e ad ogni secondo che passa la sua mano si stringe maggiormente attorno alla scheggia. Qualunque cosa sia, sta arrivando, è vicina. Lo sguardo diviene gelido, e aspetta.
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MessaggioInviato: Ven Lug 06, 2007 7:35 pm Rispondi citandoTorna in cima

Sytha - Pf:21 - PP:5

* Vogliono fregarmi * pensa, d'istinto.
E' però lo sguardo del giovane più atletico, che pare calmo,
a infoderle una strana sicurezza.
Sospira, e lentamente smette di permanere in quella posizione di difesa che, a dirla tutta, ora trova un pò ridicola; ma non abbassa la guardia per nessun motivo al mondo, specie ora che quell'urlo agghiacciante le aveva gelato il sangue nelle vene.
"Te la senti di camminare?" le chiede con una gentilezza cui non era mai stata abituata.
Fessurizza le iridi sempre sospettosa.
E senza rispondere alla domanda, volta il capo in direzione dell'edificio diroccato verso il quale s'era diretto il tipo coi capelli rosso carminio.
"Quell'urlo non mi piaceva. Andiamo a vedere cosa succede, potrebbe esserci qualcuno ferito" verbia, e senza aspettar risposta fa per incamminarsi in quel desolato posto dimenticato dagli Dei.

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MessaggioInviato: Lun Lug 09, 2007 2:10 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether – PF 15 – PP 5]

Storce il naso. Cominciava a farsi un idea del carattere della ragazza. Si alza in piedi incamminandosi velocemente in mezzo alle macerie. Scorge solo per un attimo la figura del ragazzo dai capelli rossi prima che sparisse chissà dove all'interno dell'edificio. Spera solo non si tratti di nulla di grave,ma qualcosa gli dice che deve aspettarsi il peggio *Non che fino ad ora abbia fatto qualcosa di diverso...* pensa sorridendo...
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MessaggioInviato: Lun Lug 09, 2007 2:45 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Tristan - PF: 15 - PP: 5 -

Dopo l'urlo Tristan non ha il tempo di voltarsi verso il gruppo che la ragazza, dette alcune parole, si avvia dietro il Rosso a passo svelto, passando in mezzo a lui e all'altro giovane.
Tristan guarda in faccia l'altro per un attimo, sembra assorto tra i suoi pensieri. Non vuole rimanere solo li sotto il sole.
*Meglio andarmi a ficcare in qualche problema che rimanere qui a cuocere...*
Compie una breve corsetta per riguadagnare i metri percorsi dalla ragazza, raggiuntala si adatta al suo passo e, sistemandosi le lenti che continuano a scivolargli sul naso per via dei sobbalzi, dice.
"Stiamo tutti insieme aspetta... può essere periocoloso..."

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Karl
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MessaggioInviato: Lun Lug 09, 2007 4:49 pm Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:15 - PP:5 - scale di un certo palazzo

Senza alcuna ragione apparente Karl frena istintivamente davanti alle occhiaie vuote che segnano l'ingresso nel palazzo. Solleva le spalle, e ansimando procede con due passi lenti guardandosi intorno.
L'ombra e' fresca, piacevole come un abbraccio pieno di vitale energia. Sorride inspirando a pieni polmoni.
Un colpo di tosse. Uno sputo. Polvere, polvere ovunque. Per terra, nelle narici, nei polmoni. Polvere!

La vista desolata della costruzione lo lascia a suo dire sorpreso, o confuso, nonostante sia l'unica memoria che abbia. Palazzi cadenti e coperti di polvere: che altro? Eppure da qualche parte, la sua testa dolorante gli dice che deve stupirsi e fare attenzione.
Ridacchia tra se', osservandosi intorno: fare attenzione... a cosa?
Un disegno stilizzato attira la sua curiosita': linee che potrebbero essere scale, ed una freccia di sotto. La segue con gli occhi per un istante lungo le pareti buie a malapena carezzate dai riflessi che provengono da fuori. Poi lo sguardo si leva seguendo il passamani contorto e quegli scalini. Polvere, polvere ovunque.

- Große garuova! - bisbiglia a denti stretti pensando alla malsana idea di salire di corsa quelle scale. Quanti piani fino a trovare chi ha gridato? E poi? Ovviamente gli tocchera' scendere... che gran pdolc!
E' per inerzia mentale che con un grosso sospiro si avvia, tirando un debole colpo al muro con la spranga, come per punirlo del fatto di essere li', ammasso di mattoni e cemento, ad osservare il suo correre ansimante.

Piede destro, piede sinistro, destro sinistro destro e sinistro ancora.
Correre pare quasi divenire piacevole come la stanchezza sale ed il respiro accelera al limite dell'affanno.
Un piano.
Si ferma guardando verso l'alto, la mano appoggiata alla balaustra e l'altra, ondeggiando, produce candide melodie urtando la barra contro il metallo del parapetto.
Perche' mai salire... si chiede con gran sagacia ...wann der pdolci suino urlante puo' tranquillamente scendere?

Inspira profondamente sputando le sue imprecazioni nell'aria sopra di se'.
- BRECZNIII!! Ohoo! C'e' nessuno? ... - impreca nuovamente in tutte le lingue note - ...wo pirjest kaluczi makise? Hier!
Tende le orecchie in attesa ma nulla pare muoversi.
Impreca salendo ancora qualche decina di gradini. Rallenta, afferra la balaustra e si sporge di nuovo urlando. - Hier! Wir sind amici... A mi ci... Freund! Cesz vanner! Ohooo? -

Tende l'orecchio ancora una volta, provando uno strano brivido lungo la schiena. L'immagine improvvisa di volti senza forma coperti di sangue e di grida che si perdono nell'aria per l'ultima volta lo fa arretrare dalla balaustra. Spalle al muro stringe la spranga e deglutisce a forza.
Scuote la testa salendo nuovamente i gradini, lentamente, senza piu' fretta.
Silenzio... pessimo compagno. rimugina tra se'.
Dopotutto puo' sempre esserci qualcuno... o qualcosa.
Meglio fare attenzione.

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MessaggioInviato: Mar Lug 10, 2007 11:47 am Rispondi citandoTorna in cima

[Nether - Esterno di Palazzo Artusi]

Uno dopo l'altro i tuoi compagni di sventura si sono avviati, più o meno convinti, verso il grande palazzo che avete di fronte, ad indagare sull'urlo che vi ha così inquietato. Lasciandoti solo, con i tuoi pensieri: dalla tua assolata posizione riesci a sentirli camminare nella polvere e le urla del giovane dei capelli rossi sono inconfondibili #BRECZNIII!! Ohoo! C'e' nessuno? ...# Il primo urlo è seguito da un breve silenzio e poi da un secondo urlo #Hier! Wir sind amici... A mi ci... Freund! Cesz vanner! Ohooo?#. Certo hai dei dubbi sulla sua abilità di diplomatico, ma almeno si sta impegnando...

[Sytha e Tristan - Atrio di palazzo Artusi]
L'interno del palazzo è desolante quanto l'esterno: arido e privo di vita, come ogni cosa su cui abbiate posato gli occhi da quando vi siete svegliati. Una breve esplorazione dell'atrio vi porta a scoprire le scale e le urla di Karl vi rassicurano sul suo stato di salute. Rapidamente salite le scale fino a d incontrarlo al secondo piano.

[Karl - Secondo piano di Palazzo Artusi]
Il correre su per le scale ti ha stancato meno di quanto immaginassi, ma è la polvere, la sabbia che sempre ricoprire ogni cosa che ti rende difficile respirare. Non ci sei abituato. Le tue urla fanno eco per qualche secondo nella tromba delle scale, ma non ricevi alcuna risposta. Per contro alle tue spalle un rumore di passi ti avverte dell'avvicinarsi di due persone: ti appiattisci contro il muro cercando di vederli prima che loro vedano te. Appena riconosci Periskop e la ragazza dai capelli viola, incontrata pochi minuti prima, esci dal tuo improvvisato nascondiglio.

[Audra - Ottavo piano di Palazzo Artusi]
Passano i secondi e non vedi nessuno arrivare, eppure i passi continuano: stanno salendo le scale. Senza particolare preavviso un urlo squarcia il silenzio #BRECZNIII!! Ohoo! C'e' nessuno? ...# Non hai capito ogni parola, ma il significato è chiaro, ti stanno cercando, devono averti sentito urlare prima. Certo il fatto che abbiano urlato così è segno che non sono ostili... O che ti vogliono attirare in una trappola. Il secondo urlo ti getta ancor più nella confusione e nel dubbio: #Hier! Wir sind amici... A mi ci... Freund! Cesz vanner! Ohooo?#. Amici... Ci puoi davvero credere? L'unica cosa che sai per certo è che il secondo urlo è partito da più vicino del primo. E che accanto alle urla hai sentito il rumore di qualcosa di metallico che batte contro il muro prima e contro il corrimano poi...
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MessaggioInviato: Mar Lug 10, 2007 12:41 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Tristan - Pf 15 - Pp 5 -


Mentre sale le scale inisieme alla ragazza dai capelli viola, Tristan vede spuntare da un angolo, come se si fosse nascosto, il Rosso.
"ah eccoti... novità?"
Chiede all'amico e intanto, attendendo risposta, tende le orecchie per percepire qualcosa, qualche rumore, suono... Quella desolazione è spaventosa. Guarda attraversola la tromba delle scale.
#C'è Nessunooooo???# Chiede con voce chiara e gentile
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MessaggioInviato: Mer Lug 11, 2007 9:58 am Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:18 - PP:5]

Voci.
Rumori.
Si ammassano uno sull’altro, come se facessero a gara a riempire quel silenzio che tanto sa di morte e desolazione. La ragazza rimane immobile, mentre una goccia di sudore scorre lentamente dalle tempie, perdendosi poi in una ciocca dei nerissimi capelli che le incorniciano il volto.
#BRECZNIII!! Ohoo! C'e' nessuno? ...#
Gli occhi verdi si stringono a fessura. Un uomo.
#Hier! Wir sind amici... A mi ci... Freund! Cesz vanner! Ohooo?#
*Ma che razza di lingua è?*
I suoi pensieri vengono interrotti da un clangore secco. Si ripete più volte, cambiando impercettibilmente natura, come se qualcuno stesse sbattendo qualcosa di metallico contro diverse cose. Metallo contro pietra, poi metallo contro metallo. Un rumore squillante, quasi ritmico, che echeggia fino a lei. Non riesce comunque a riconoscerne la natura.
La mano che stringe la scheggia serra la presa. Si concentra sui rumori che giungono alle sue orecchie. Sembrano moltiplicarsi, aumentare di intensità e numero.
Passi. Rapidi, frenetici.
D’un tratto capisce. Chiunque stia salendo da lei, non è solo, e ne ha la conferma quando ode un’altra voce, stavolta in una lingua che riesce a comprendere, salire fino a raggiungerla. Dall’inflessione pare quasi timida a farsi udire.
#C'è Nessunooooo???#
Digrigna i denti. La sua mente è ad un bivio. Altri uomini, altre presenze umane. Altri come lei? Forse. O forse una trappola. Non crede di esagerare, ha un cadavere alle spalle a testimoniare che molte cose non stanno andando per il verso giusto. A dire il vero tutto è fuori posto… compresa lei.
Quasi di riflesso, si alza in piedi, senza mollare la presa sulla scheggia, e sorpassa l’ingresso della sala fermandosi all’inizio della tromba delle scale. Sbircia di sotto, attraverso lo spazio tra una rampa e l’altra, e scorge il movimento, scorge le lievi ombre muoversi distorcendosi sui gradini. Non riesce a vedere chi sia, ma ode perfettamente i passi, e intuisce che devono essere due o tre. Chiunque siano, stanno davvero salendo, forse richiamati dal suo urlo, o da chissà cos’altro.
Amici.
Trappola.
Una o l’altra. E di certo non risolverebbe nulla nascondendosi. Tanto vale risolvere la questione e i dubbi in un colpo solo. E se il colpo dev’essere fisico, così sia…
#EHI!# grida con voce ferma e vibrante che echeggia sonora nella tromba delle scale.
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Karl
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MessaggioInviato: Mer Lug 11, 2007 11:26 am Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:15 - PP:5 - scale di un certo palazzo

Ja, klart ... pensa senza giungere ad alcuna conclusione. Si tratta solo di convincersi a salire ancora, inutilmente senza dubbio, ma perlomeno tentare.
Ja ja... jetzteschwendimendingentlisch ... e sorridendo divertito dalla lunga parola affioratagli alla mente, quasi un'onomatopea stessa del temporeggiare ondeggiando, inspira profondamente e rassegnato s'appresta a montare ancora un piano. ...e lo tiro giu a calci im das backe quel grusig schwein urlante... oh si! Skriek zu himmel... fino al cielo lo faccio gridare!

Passi!
Qualcuno sale le scale, di corsa.

D'un tratto l'impressione di aver trascurato qualcosa s'avvinghia alla spina di Karl, ed un brivido sale lento ed inarrestabile. Magari era meglio non chiamarlo grusig pdolci schwein...
Stringe la barra nella destra, sentendo il calore fluire dalla sua mano sul metallo, e ringrazia in cuor suo quello strano istinto di tener qualcosa in mano. Qualcosa di solido cui affidarsi, s'intende. Ancor immemore dei suoi capelli rossi fiammanti, arretra di un passo, meglio due, spalle al muro e schiena diritta, piatta contro la fredda parete.
I passi salgono, e la mano gia' soppesa la barra, curioso di vedere in viso quel grasso grosso pezzo di.... Periskop!!

- Haha! - scoppia in un'allegra risata, dovuta piu' alla tensione che alla situazione altrimenti inquietante. Scuote la testa indicando le scale davanti a se' - Ora dimmi... varum... ehm, perche' questo grosso schwein non puo' scendere con i piedi suoi?-

# C'e' nessuno?#.
Karl indirizza una mezza occhiata divertita alla rossa cercando qualcun altro che trovi il tentativo di Periskop alquanto buffo, per non dire sprecato. S'avvicina all'amico occhialuto poggiandogli una mano consolatoria sulla spalla e guarda in alto verso l'immenso vuoto delle scale.

#EHI!# Risponde d'un tratto una voce, una visione fuggente d'un viso lontano.

Karl spalanca gli occhi, stringe la spalla di Periskop e sporgendosi in avanti, aggrappato all'amico, agita la spranga nel vuoto gridando due sole parole: - PDOLC!! - e immediatamente a ruota - SCENDI!! -

Si volta verso Periskop con un largo sorriso sornione, come di chi non si aspetti altro che una risposta positiva da questo fantomatico individuo che sono andati cercando e mani ai fianchi osserva le scale, aspettandosi l'apparizione d'un altra ridicolissima tutina in quel mare di polvere.

Ora restava solo da scoprire quale delle due lingue lo sconosciuto aveva compreso.

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MessaggioInviato: Ven Lug 13, 2007 10:32 am Rispondi citandoTorna in cima

Sytha - Pf.21 PP:5
*Ho capito, saranno di quelli che non prendono mai iniziative. Se ne stanno lì a fissarti come se volessi mangiarti e dopo magari avranno anche da critic...*

#EHI!#

Un' esclamazione interrompe quel fiume di pensieri non propriamente logistici, mentre avanza nell'atrio del palazzo assieme a Tristran.
E subito dopo K, H e strane parole che sembrano masticate da chissà quale straniero piombato dal cielo. Probabilmente era il ragazzo dai capelli rossi.
Le voci diverse provenivano però dallo stesso luogo.
Non le andava di rivolgere ancora la parola a quel tipo, dopotutto non aveva idea se fidarsi o meno: fece un cenno del capo, indicando le scalinate che si snodavano poc'innanzi a loro, invitandolo a seguirla e dunque a salirle.
Andò a vanti lei. Faceva piuttosto caldo in quel posto, il palazzo sembrava una specie di serra e loro ...beh, delle cavie. Con quei bei vestitini sdruciti bianchi, in attesa di essere spappolati dal vivisezionatore di turno.
Ma queli furono pensieri che la giovane Sytha tenne per sè.
Salirono le scale fino a intravedere la sagoma del giovane dai rossi capelli.

Un mezzo sorriso le apparse in volto, senza un vero motivo.
"C'è qualcuno oltre te , lì sopra?" gli domandò la ragazza. In attesa di una risposta affermativa.

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"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Ven Lug 13, 2007 2:07 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 15 PP 5 - Esterno di Palazzo Artusi]


Socchiude gli occhi guardando il ragazzo con i capelli rossi dopo che aveva urlato una serie di parole non troppo comprensibili *Al posto della ragazza penserei di essere finito in mano a dei pazzi...* pensò scuotendo la testa. Sempre che fosse una ragazza,ma dal tono di voce non gli sembra possa essere altro. E cominciava a dubitare che fosse solo una coincidenza che fossero tutti dei ragazzi con una ventina d'anni sulle spalle.
Impiega un pò a notare la ragazza dai capelli rosa che sale le scale. Si volta per un attimo facendo cenno al ragazzo con quella strana parlata di abbassare la spranga di ferro e le si accoda dietro.
"C'è qualcuno oltre te , lì sopra?"
Corruga la fronte socchiudendo gli occhi. Adesso riesce a vederla, anche se poco "Non vogliamo farti del male...anzi, temo ci troviamo tutti sulla stessa barca..." dice mettendo le mani bene in vista, cercando di essere rassicurante "Sei ferita? Perchè prima hai gridato?".
Inspirò profondamente. Non gli piace. Quel posto poteva crollare da un momento all'altro e non ha intenzione di restare lì troppo a lungo per sincerarsi della cosa.
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