FRASI DI LIBRI

Scudiero Registrato: 02/08/09 07:33 Messaggi: 66

" E' destino dell'uomo sopportare ferite e malatie e dolori e morte prima di sprofondare nel nulla. Ma agire con onore ed essere clemente ogni volta che e' possibile e' nella sua facolta' e nella sua scelta. Questa e' l'unica dignita' che gli e' concessa da quando e' messo al mondo, l'unica luce prima delle tenebre di una notte senza fine..."

Alexandros. Il figlio del sogno. (Valerio Massimo Manfredi)

Cittadino Registrato: 20/01/10 18:44 Messaggi: 5

"Icarium disse che non ci sarebbe stata fine che il filo spezzato era un illusione,nelle sue parole,in quel momento,ho sentito la voce di suo padre"
Mael,dio antico dei mari

Cittadino Registrato: 20/01/10 18:44 Messaggi: 5

"Mio marito cavalcherà dalla Fine del Mondo fino alla Breccia di Tarwyn verso Tarmon Gai'don.Cavalcherà da solo?"
Nynaeve al'Maera moglie di a'Lan Mandragoran,Re senza corona del Malkier

Inviato: Gio Apr 14, 2011 6:10 pm

Solo nel silenzio la parola,
solo nella tenebra la luce,
solo nella morte è vita;
fulgido è il volo del falco
nel cielo deserto.

La creazione di Éa

Da Le Leggende di Earthsea di Ursula K. Le Guin

Inviato: Gio Apr 14, 2011 6:31 pm

« Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti.
Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano.
Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno:
ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa,
che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. »
- Il richiamo di Cthulhu, H. P. Lovecraft.

Inviato: Mar Mag 10, 2011 5:16 pm

"Vuoi che ti segua?" gli domandò Shadow."Oppure Timmy è caduto in un altro pozzo?" L'uccello gracchiò di nuovo, questa volta con impazienza. Shadow si alzò e si avviò nella sua direzione. L'animale aspettò che gli fosse vicino, poi con un pesante battito d'ali raggiunse un altro albero; si sarebbe detto che volesse guidarlo a sinistra del percorso che aveva seguito prima.
"Ehi, Hugin o Munin o chiunque tu sia!"
Il corvo si voltò, piegò la testa sospettosamente e lo fissò con i suoi occhi lucidi.
"Dì: Mai più"
"V.affanculo" rispose l'uccello. Poi, mentre attraversavano insieme il bosco, non disse più niente.

American Gods - Neil Gaiman

Inviato: Gio Mag 19, 2011 9:21 pm

C'è un'estasi che segna il culmine della vita e oltre la quale la vita non può innalzarsi. E, questo è il paradosso del vivere, tale estasi giunge quando più si è vivi e giunge come l'assoluto oblio della vita stessa. Quest'estasi, questo oblio della vita, prende l'artista, sospeso fuori di se come in una vampata di fuoco; prende il soldato che sul campo di battaglia, in preda alla follia del combattimento, rifiuta il riparo; e prese Buck che guidava il branco facendo risuonare l'antico grido dei lupi, all'inseguimento della preda viva che fuggiva rapida davanti a lui nel chiarore della luna. Egli dava voce alla sua natura più profonda e, risalendo all'indietro nel grembo del tempo, a quelle parti della sua natura che erano più antiche di lui. Era dominato dal puro slancio della vita, dalla marea crescente dell'essere, dalla gioia perfetta di ogni singolo muscolo, giuntura, tendine, poichè nel movimento si esprimeva tutto ciò che non era morte, tutto ciò che di ardente e incontrollabile partecipava a quel volo trionfante sotto le stelle, sulla superficie della materia morta e inerte.

Jack London - Il Richiamo Della Foresta

Inviato: Sab Set 10, 2011 9:53 pm

Oh, perdonami, tu insanguinata zolla di terra, se io sono umile e benigno con questi carnefici! Tu sei la rovina del più nobile uomo che mai visse nella vicenda dei tempi. Guai alle mani che versarono questo prezioso sangue! Sulle tue ferite ora io profetizzo - ferite che quali mute bocche dischiudono le loro rosse labbra ad implorare la voce e l'accento della mia lingua che una maledizione ricadrà sulle membra degli uomini; il furore intestino e la feroce lotta civile strazieranno ogni parte d'Italia; il sangue e la rovina saranno così comuni e gli spaventosi spettacoli così familiari che le madri non sapran che sorridere nel mirare i loro bimbi squartati dagli artigli della guerra; ogni pietà sarà soffocata dall'abito delle truci gesta; e lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "STERMINIO!", e scioglierà i mastini della guerra, così che questa infame impresa ammorberà la terra col puzzo delle carogne umane gementi per la sepoltura.

Giulio Cesare - William Shakespeare

Inviato: Sab Nov 05, 2011 12:36 pm

Attivammo la nostra strategia di richiamo del nemico. Ogni esercito aveva la sua ormai. I britannici usavano le cornamuse, i cinesi le trombe, i sudafricani sbattevano gli assegai e urlavano a squarciagola quei canti di guerra Zulu. La nostra strategia erano gli Iron Maiden. Ora, io non sono mai stato un fan del metallo, sono per il rock classico. Ma devo ammettere che lì, fermo nel vento del deserto con The Trooper che mi risuonava nel petto, funzionava. In realtà la strategia di richiamo non era per Zom. Serviva a tirarci su il morale, a portar via la maledizione di Zom, a tirar fuori la m.erda, come dicono gli inglesi. Quando Dickinson cominciò a strillare "As you plunge into a certain death" ero già gasato, fucile carico e pronto, occhi fissi su quell'orda sempre più numerosa, sempre più vicina."Avanti zombi, facciamola finita e v.affanculo!"

World War Z - Max Brooks

Inviato: Mar Nov 08, 2011 10:22 pm

Lao Tsung ha scritto:

"Vuoi che ti segua?" gli domandò Shadow."Oppure Timmy è caduto in un altro pozzo?" L'uccello gracchiò di nuovo, questa volta con impazienza. Shadow si alzò e si avviò nella sua direzione. L'animale aspettò che gli fosse vicino, poi con un pesante battito d'ali raggiunse un altro albero; si sarebbe detto che volesse guidarlo a sinistra del percorso che aveva seguito prima.
"Ehi, Hugin o Munin o chiunque tu sia!"
Il corvo si voltò, piegò la testa sospettosamente e lo fissò con i suoi occhi lucidi.
"Dì: Mai più"
"V.affanculo" rispose l'uccello. Poi, mentre attraversavano insieme il bosco, non disse più niente.

American Gods - Neil Gaiman

S-T-U-P-E-N-D-O quel libro. Gaiman è bravissimo.

Inviato: Mar Nov 08, 2011 10:38 pm

Nihal_Elf ha scritto:

S-T-U-P-E-N-D-O quel libro. Gaiman è bravissimo.

Concordo con te. E questo pezzo è eccezionale.

Inviato: Ven Nov 18, 2011 6:32 pm

"Adesso voglio che ti passi delicatamente i polpastrelli della mano sinistra sul palmo della destra, osservando come la pelle sia in grado di registrare anche il contatto più lieve. Chissà, se fosse qualcun'altro a farlo, magari la cosa ti ecciterebbe. Bene, adesso sbatti quella mano così sensibile e reattiva sulla piastra rovente.
E tienila lì, mi raccomando. Tienila ferma lì mentre i nove gironi danteschi la marchiano, permettendoti di accogliere attraverso una mano l'Inferno, per sempre. Lascia che il calore incida pelle, muscoli, tendini; lascia che li consumi fino all'osso. Aspetta che l'ustione si incastoni dentro di te al punto da non sapere se sarai più in grado di staccarti da quella piastra. Non ci vorrà che un attimo prima che la puzza di carne bruciata ti sfiori i peli del naso, per poi insinuarsi in te e farti sentire l'odore del tuo corpo che arde.
Voglio che tu tenga quella mano premuta sulla piastra mentre conti piano fino a sessanta. E senza barare. [...]
Liberati adesso."

Andrew Davidson, Gargoyle

Cittadino Registrato: 21/01/12 20:01 Messaggi: 10

da: "Un nuovo regno" di Licia Troisi

«C'è un problema.» La sua stessa VOCE le APPARVE roca, irriconoscibile.

La voce, stridula e preoccupata, fu seguita quasi subito dall'apparizione di un volto nel suo campo visivo

Dubhe osservò le insegne, e non dovette neppure consultare la sua disastrata memoria. Erano le truppe di Dohor.

Provò a muovere le braccia alla ricerca del pugnale, ma si accorse che così legata non le era possibile. Si tastò i muscoli. Ancora non aveva recuperato appieno le forze, ma poteva bastare l'agilità.

Inviato: Lun Mar 26, 2012 8:02 pm

Mi fa impazzire il fatto che ti aggrappi di nuovo alla logica, che è senz'altro utile nella vita: ma noi non siamo nella vita, Myriam! E' il segreto che ti sussurro all'orecchio già da un mese: noi due non siamo vivi! Voglio dire, non in un luogo in cui vivono le leggi ordinarie che regolano i rapporti tra le persone, tantomeno i rapporti tra uomo e donna. Dove siamo, allora? Non m'interessa sapere dove, perchè dargli un nome? Sarebbero comunque nomi "loro", nomi tradotti, e con te voglio una costituzione diversa di cui saremo noi a fissare le leggi. Parleremo una nostra lingua e racconteremo le nostre storie, e ci crederemo con tutte le nostre forze, perchè in mancanza di un luogo privato come questo - dove quello in cui crediamo si realizzerà, anche solo per iscritto - la nostra vita non sarà tale; o peggio ancora: la nostra vita sarà solo una vita... Sei d'accordo?

David Grossman, Che tu sia per me il coltello

Spero di non offenderti: un viso da bambina perbene, un viso bello e responsabile da capoclasse. Ma all'improvviso l'occhio cade su qualcosa di imprevisto, un neo scuro sotto le labbra, o la bocca stessa, larga, vibrante e inquieta. Hai una bocca affamata, Myriam - dimmi se qualcuno te l'ha già detto e troverò subito un'altra parola. Non sono disposto a infangarmi delle parole degli altri.

David Grossman, Che tu sia per me il coltello

Ma con te non mi comporto in modo logico: solo in modo follemente logico. E non voglio nemmeno aspettare, perchè il tempo con te è diverso. E' circolare, e ogni momento si trova esattamente alla stessa distanza dal centro. Non mi scuso neppure se ti ho messo in imbarazzo. La nostra non è una conversazione da salotto. Con te, ritrarsi è un delitto.

David Grossman, Che tu sia per me il coltello

Arciere Registrato: 21/11/07 00:58 Messaggi: 870

Sono regina, Signora, e devo regnare su di me.
Spesso il nostro grado, geloso della nostra gloria,
in simili scelte ci vieta di dare ascolto a noi stesse,
impone un giogo imperioso ai nostri desideri
e disdegna il parere del cuore e degli occhi.
(Don Sanche, Corneille)

Se si vanta, io lo sminuisco, se si sminuisce, lo vanto, e continuo a contraddirlo finché non capisce di essere un mostro incomprensibile.
(Pensées, Pascal)

"...'nzallanuto, inselenuto cioè, rapinato del cervello da Selene."
(Prima esecuzione, Domenico Starnone)