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Autore Messaggio
saphira
Arciere
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Registrato: 16/09/05 13:51
Messaggi: 1107

MessaggioInviato: Mer Apr 30, 2008 6:52 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome: Andais
Età: apparentemente un giorno in più rispetto a ieri, ma siccome tutto è relativo poniamo un fantomatico 24 e passiamo alla successiva violazione della privacy.
Occhi: 2 mi assicura lo specchio, verdi con il bordino grigio
Capelli: Castano scuro
Altezza:162/3 cm, insomma, un metro e un cracker....
Peso: sui 55/6 dipende dal dolce del giorno (e dalla merenda, dalla seconda merenda, l'happy hour, lo spuntino...)
Aspetto: lineamenti regolari, pallida ,ma non eccessivamente, ho un aspetto freddo e una propensione alla riservatezza...almeno finchè qualcuno non mi fa arrabbiare, allora il malcapitato si ritrova di fronte un drago.

Il seguente brano è tratto dalla biografia non autorizzata di Andais, scritta in un momento di liiiieeve ubriacatura dal biografo non ufficiale della suddetta, ora ricercato per estorsione, falso in bilancio e regicidio.

Assillata fin dalla prima fanciullezza da strani frammenti d' incubo ed evanescenti sogni simili a memorie destinati ad essere dimenticati con l' alba, Andais ha sviluppato oltre all' insonnia un (in)sano scetticismo nei confronti delle razze, della vita e del mondo in generale che l' hanno portata a fare propria un' amabile forma di menefreghismo zen assai rara, e per fortuna non contagiosa.
Solitaria per vocazione, silenziosa per insofferenza e Claw per scelta, la nostra eroina mira a scoprire le proprie radici e l' origine dei suoi sogni bizzarri.
Sposata con Jerle (si vocifera per le sue doti culinarie...) attualmente vaga per le gelide lande di Polareia insieme al suo gatto delle paludi ,tirando palle di neve alle finestre del palazzo reale e alla regina che ogni tanto si affaccia.
è possibile che un giorno non troppo lontano Andais scopra le infinite meraviglie di una segreta ghiacciata; per ora si tiene in forma tendendo agguati a scoiattoli ninja e rincorrendo il proprio destriero...
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Elfo Leo
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Messaggi: 603

MessaggioInviato: Lun Mag 05, 2008 11:16 am Rispondi citandoTorna in cima

Ho aggiornato ancora in questo topic la biografia del mio PG. Eh beh c'è sempre qualcosa da aggiungere. Razz
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Nihal_Elf
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Registrato: 02/05/05 17:38
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MessaggioInviato: Mar Giu 24, 2008 12:11 am Rispondi citandoTorna in cima

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theaterdreamer
Scudiero
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Registrato: 06/07/08 21:45
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Località: Bergamo

MessaggioInviato: Mar Lug 08, 2008 7:07 pm Rispondi citandoTorna in cima

Di theaterdreamer nessuno conosce il suo vero nome e la sua età.
Appartenente alla razza degli Elfi, ha una statura elevata e la sua freddezza e il suo sguardo misterioso inducono inquietudine a chiunque lo incontra.
E' un Elfo solitario e riservato, così riservato a tal punto che nessuno ha mai udito la sua voce, e tutto ciò ha portato la nascita di leggende da parte di molti contadini che lo vedono aggirarsi nei boschi. Il motivo per cui non vive insieme a compagni della sua razza è anch'esso mistero, anche se molti racconti simili tra loro narrano che fu scacciato dai compagni dopo averne ucciso uno durante un movimentato litigio.

I suoi obiettivi? solo il tempo e i fatti li dimostreranno

_________________
Strong wind - magic mist
To Asgard the Valkries fly
High overhead - they carry the dead
Where blood of my enemies lies.
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Elfo Leo
Fante
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Registrato: 20/01/08 21:44
Messaggi: 603

MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 12:15 am Rispondi citandoTorna in cima

Lord Leo è un membro del Clan degli elfi
Razza: Elfo
Sesso: Maschile
Cavalcatura: Stallone
Reputazione: Buona
Bio:
Rispettoso, coraggioso, leale, determinato, sognatore.

Occhi: color del ghiaccio
Capelli: bianchi e lunghi

°`°¤ø,¸¸,ø¤°`° BIOGRAFIA °`°¤ø,¸¸,ø¤°`°

Quando la maestosa Glorfindal viveva una delle tante età dell’oro, era un piacere camminare a passo lento per le strade, sentire l’odore delle verdi varietà vegetali dei Giardini, sicuri che nessun pericolo sarebbe pervenuto. Leo nacque in quel tempo in una semplice dimora nella foresta da un padre guerriero e da una madre druida, entrambi di razza elfica, e crebbe con il suo fratello minore Spike. Già da un pò, però, girava voce di una banda di banditi intenti a distruggere tutto ciò che avrebbero incontrato, diretti in foresta. Prima o poi sarebbero giunti alla loro dimora; i genitori misero i loro figli in una cesta, lasciandoli in balia delle acque, speranzosi in un futuro migliore. Le onde portarono i due piccoli nell’Isola di Wen. Intanto, come previsto, la banda di barbari, in sella ai loro cavalli inferociti, calpestò i loro genitori senza pietà, uccidendoli e distruggedo la loro dimora. Leo, elfo tranquillo e dedito all’apprendimento, era l’opposto di suo fratello Spike, testardo, d’animo vivace e incapace di cavarsela da solo. Il primo dovette dunque badare sull’isola a suo fratello, ma la continua tendenza di Spike a trasgredire le regole lo portò a scappare e a fronteggiare l’oceano ancora impreparato. Leo si abituò alla vita nella foresta, quel posto a lui così oscuro diventò invece il luogo adatto per allenarsi. Affinò le tecniche di combattimento e combattè con valorosi guerrieri, per poi, una volta pronto, costruire una zattera e ripartire per la propria terra d’origine...
Il mare lo portò a Glorfindal, la sua città natale, dove svenne subito dopo essere giunto a destinazione. Si risvegliò nella dimora di un’anziana signora umana, di nome Diana, che gli raccontò di essere stata amica dei suoi genitori, e gli rivelò la loro triste fine. Diana gli donò un bianco cavallo, che l’elfo chiamò Ron. I due crebbero insieme e divennero buoni amici.
Le lune passarono, e la cara Diana morì per vecchiaia, lasciando all’elfo la sua Dimora a Glorfindal. Col passare del tempo Leo reincontrò suo fratello spike rinato sotto forma di nano. L°elfo intanto decise di entrare a far parte del più prestigioso Clan della zona: il Clan degli Elfi. Negli anni però numerose disgrazie colpirono il clan, molti se ne andarono, ed esso perse la fama che deteneva. Deluso per la situazione creatasi, e per la perdita di cari amici, Leo lasciò il clan degli elfi. Passò molto tempo da solo, con l°idea che l°amicizia fosse solo un°illusione. Un giorno fece richiesta al clan dei Dreamchaser, che lo accolse a braccia aperte. Fu qui che invece Leo dovette ricredersi. Fu qui che conobbe Parva, colei che sarebbe diventata la sua futura moglie.
Col passare degli anni, il prestigioso Clan degli Elfi riprese il suo splendore. Numerosi elfi si unirono all°obiettivo che il clan si era prefissato: la difesa di Glorfindal. L°idea di Leo inizialmente era quella di rimanere nei Dreamchaser, ma poi la situazione di Glorfindal peggiorò. La città, e con essa numerosi elfi, era preda di minacce da parte di gente malvagia. Proprio in questa occasione gli elfi devevano unirsi, collaborando e unendo le loro forze. Leo decise, dunque, di lasciare a malincuore il clan dei Dreamchaser, e insieme ad esso tanti cari amici, per far richiesta successivamente nel Clan degli Elfi. La sua scelta fu compresa da molti suoi amici Dream, di cui Leo porterà a cuore sempre il ricordo, sperando di reincontrarli tutti un giorno. In onore dei Dreamchaser porta ancora sul polso destro il loro tatuaggio, simbolo del Clan più antico di queste terre.
Ultimamente l°elfo Leo, insieme a coraggiosi alleati, ha combattuto contro l°Orda di Ghoul guidata da Belial il Necromante, che ha minacciato la città degli Eldar. La battaglia si è conclusa positivamente, il necromante è stato imprigionato, e gli eroi lodati.
Parva, scomparsa nel nulla improvvisamente, ha lasciato una ferita nel cuore di Leo, che si ritrovò, una mattina, senza la sua donna accanto nel suo letto. Ogni speranza dell°elfo di rivederla è svanita ormai, e sta cercando di cancellare il suo ricordo... creandosi un°altra vita.


Credo: Fra le Divinità Maggiori loda Varda, la Madre di tutti gli esseri viventi. Leo decise di servirla da quando perse i suoi genitori; da allora, ne riceve le benedizioni. Fra le Divinità Minori prova ammirazione per Efelion, cultore della bellezza estetica e delle arti.

°`°¤ø,¸¸,ø¤°`° Equipaggiamento °`°¤ø,¸¸,ø¤°`°

L°elfo Leo porta un Orecchino, con Elemento Acqua al suo interno, sul lobo dell°orecchio sinistro; un Amuleto protettivo donatogli dalla Grande Fata della Quercia, in un angolo remoto della foresta di Glorfindal.

Si presenta di statura abbastanza alta, porta spesso i capelli sciolti, indossa di solito pantaloni bianchi aderenti con ornamenti elfici, stivali neri, una maglietta grigia lavorata dai migliori sarti umani molto resistente alle armi da taglio, e una tunica bianca.

Si aggira spesso per le città con la sua arma preferita: una Spada bastarda che maneggia con notevole abilità. In un fodero fissato al polpaccio con una cinghia in cuoio, ha un Pugnale che usa come riserva in molti casi. Durante le ronde notturne invece,utilizza due leggere Spade per uccidere.

Grazie alla vittoria ottenuta nel Torneo Cavalleresco del Palazzo di Ghiaccio, Leo utilizza frequentemente la Spada di Fuoco donatagli da Ingrid XVI la Cristallina, Regina di Polareia.
Immagini

Leo: http://i26.tinypic.com/121py8p.jpg
http://i44.tinypic.com/jb1tli.jpg
http://i40.tinypic.com/2afipgm.jpg
e con la sua Spada Di Fuoco http://i43.tinypic.com/2z8stc9.jpg



121py8p.jpg
 Descrizione:
Leo
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121py8p.jpg




Ultima modifica di Elfo Leo il Lun Mag 04, 2009 12:20 pm, modificato 6 volte in totale
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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 12:34 am Rispondi citandoTorna in cima

Cool che bella l'immagine, chi ti ha fatto tutte quelle modifiche? ( anello, orecchino, ciondolo... ) Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Cool

_________________
"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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Elfo Leo
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MessaggioInviato: Gio Ago 07, 2008 1:21 am Rispondi citandoTorna in cima

E va bene... Ringrazio ufficialmente in questo topic Nihal per aver fatto qualche ritocchino all'immagine del tanto amato da tutte le ragazze delle terre del drago, nonchè il più bel fustacchione playboy di LotGD, Elfo Leo. Big Laugh Scherzo! Guardarsi intorno
PS: Per gli autografi sono disponibile a tutte le ore Cool
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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Ven Set 05, 2008 1:50 pm Rispondi citandoTorna in cima

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Ultima modifica di Nihal_Elf il Mar Giu 05, 2012 2:52 pm, modificato 11 volte in totale
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Perrin
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MessaggioInviato: Gio Set 25, 2008 12:39 am Rispondi citandoTorna in cima

BIO:
Nato in un minuscolo villaggio sui monti che sorgono dietro Romar,non ho mai conosciuto i miei genitori(scomparsi in circostanze misteriose quando ancora ero in fasce) e sono stato quindi cresciuto dal fratello di mia madre,il fabbro del villaggio che mi ha trasmesso la propria arte.
Giunto a 25 inverni mi sono sentito pronto per intraprendere il viaggio alla ricerca di notizie sui miei genitori e sul mio retaggio (avrei voluto partire prima ma fino a che mio zio è stato in vita non me la sono sentita di abbandonarlo).
ASPETTO FISICO:
Alto 180 cm peso 98 Kg spalle larghe, torace ampio e braccia forti e muscolose(grazie al costante lavoro in fucina), le gambe sono lunghe e massicce(nel tempo libero facevo parecchie escursioni sulle vette dei miei monti,anche per procacciare un pò di carne per il nostro sostentamento).i lineamenti del viso sono regolari, gli occhi verdi e i capelli sono castani mossi e lunghi fino alle spalle(quando lavoro li porto legati in una coda) ho una barba folta ma ben curata(sia nella barba che nei capelli si possono intravedere dei riflessi rossi)
Vesto sempre la divisa ufficiale dei Figli di Romar:
La divisa da ufficiale consiste in:

Cotta di maglia brunita, forgiata da me stesso, le cui maniche arrivano poco sopra il gomito.

Corpetto di cuoio, con al centro raffigurata `la Sacra Fiamma`, simbolo dei Figli di Romar e decorato in argento.

Bracciali in acciaio nero decorati in argento che ricoprono per intero gli avambracci.

Pantaloni di pelle nera.a protezione della parte inferiore delle gambe indosso degli schinieri in acciaio brunito e decorati in argento

Stivali in cuoio ricoperti da scaglie di Drago Verde.

Cintura in squame di Drago Verde con una fibbia in argento con raffigurato lo stemma dei Figli di Romar in oro rosso. Sul lato destro della cintura e` presente un gancio a cui appendere l'ascia, mentre a sinistra c`e` un attacco per il fodero della spada.

Guanti in pelle nera, con borchie in mithril sulle nocche come rinforzo.

Mantello lungo con cappuccio in tessuto verde bordato di nero, unito al corpetto con dei bottoni in mithril posizionati sulle spalle e raffiguranti due teste d'orso. all'altezza del cuore è presente un ricamo in argento e oro rosso raffigurante la "Sacra Fiamma" racchiusa da un cerchio.

Elmo nero col paranaso che ricopre anche gli zigomi;formando una sorta di maschera, il tutto decorato in argento a raffigurare una testa d'orso


ARMI:
Ascia semplice con manico in quercia ben stagionata racchiuso da fasce in acciaio per aumentarne la resistenza,l'intera arma è nera ricoperta da rune in argento.
Spada ad una mano e mezza(o bastarda) la lama è nera,vicino all'elsa ha inciso un orso da cui parte,per tutta la lunghezza della lama, un intreccio di rune in argento(l'incisione è presente su entrambi i lati),l'elsa è a croce semplice e in argento,al centro c'è un inserimento in oro rosso che raffigura la "Sacra Fiamma",l'impugnatura è in legno di quercia e ricoperta da pelle nera per finire il pomolo è in argento scolpito a raffigurare una testa d'orso.
Scudo a goccia bordato in argento,è diviso in due lungo la diagonale,la parte superiore è dipinta in verde con raffigurata la "Sacra Fiamma" in rosso e oro,la parte bassa è dipinta in nero con un orso in argento.
CARATTERE:
introverso e schivo per lo più(soprattutto molto timido) difficilmente attacco bottone per primo.quando però lego con qualcuno so essere un amico sincero e leale pronto a tutto per difendere le persone a cui tengo.so essere però anche molto allegro e gioviale,difficilmente mi arrabbio,ma quando capita divento una specie di orso imbestialito.


spero sia un Bg abbastanza decente chiedo scusa per eventuali cavolate ma è per me la primissima esperienza in giochi del genere,per precisare mi sono ispirato grosso modo a me stesso(a parte qualche "piccolezza").sono aperto a critiche e correzzioni da voi tutti che sicuramente siete più esperti di me:D
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Donal Rockraven
Esploratore
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MessaggioInviato: Lun Ott 06, 2008 2:42 pm Rispondi citandoTorna in cima

ho riscritto meglio il background, non soddisfacendomi più quello vecchio



infanzia e gioventù: nacque in una famiglia nobile, signora di un feudo di piccole dimensioni sorvegliato dalla rocca del Corvo, Ravenrock: secondogenito, come uso della famiglia e della nobiltà in generale del luogo sarebbe stato destinato alla guerra o alla preghiera, a meno che non vi fosse necessità di sostituire il primogenito.
Il padre, Elric Rockraven, decise di avviarlo alla via delle armi, trovandolo fisicamente adatto: all'età di 8 anni, iniziò il suo apprendistato presso un cavaliere vassallo della famiglia, che lo tenne come scudiero e l'addestrò al combattimento, oltre che alla tattica, la disciplina militare e il codice d'onore, cui teneva molto.

L'età adulta:I tempi peggiorarono, anni di cattivi raccolti portarono quasi alla fame la popolazione locale e circostante: la terra dei Rockraven fu una di quelle che subirono meno i danni del clima, e questa fu la loro sfortuna.
I signori circostanti infatti, avendo i granai quasi vuoti, non riuscirono a importare da altre lande non colpite dalle carestie abbastanza viveri, e si risolsero a togliere a uno di loro i possedimenti: quelli dei Rockraven erano sufficientemente grandi da poter essere spartiti ed essere abbastanza.
Un esercito comune venne quindi armato e portato alle frontiere del feudo: i soldati marciarono direttamente verso Ravenrock, saccheggiando poco i terreni che sarebbero diventati loro.
Elric chiamò alle armi le sue genti, per difendere la loro terra, e i due eserciti si fronteggiarono a un miglio dalla fortezza: fra i soldati, vi erano anche i cavalieri del feudo, e Donal in qualità di scudiero e combattente, al termine del suo apprendistato.
L'esercito della coalizione superava quello locale di cinque uomini per uno, e il risultato della battaglia fu una disfatta per i Rockraven: i loro uomini furono massacrati, e Donal, mentre difendeva disperatamente il campo dopo la sconfitta dell'esercito, venne colpito malamente di piatto al capo da una lama di un cavaliere.
Quando rinvenne, si trovò solo fra morti e moribondi, mentre l'esercito nemico saccheggiava la rocca. La guerra era persa, e riconoscendo che nulla poteva più essere fatto si allontanò, vagando per giorni e allontanandosi da quelle terre.
Non potendo sopravvivere tra i boschi per troppo tempo, e non intendendo darsi a una vita di brigantaggio, decise di intraprendere il mestiere delle armi a pagamento, andando a combattere in guerre di altri, di cui non sapeva nulla e sinceramente poco importava.
Gli anni in cui visse come mercenario furono lunghi, e fu impegnato in una guerra dopo l'altra, venendo ferito più volte, apprendendo nuovi mestieri comuni fra i mercenari (tra cui la metallurgia) e diventando sempre più duro e refrattario agli stimoli esterni.
Le guerre furono sempre più sanguinose e crudeli, e per sopravvivere ad esse chiuse definitivamente la sua personalità, diventando insensibile alla maggior parte delle cose, provando poche emozioni e unicamente quelle a cui era costretto, come il dolore e l'ansia.
Così, visse per un paio di anni, meno umano come uomo, finchè non si unì ad una compagnia di mercenari dopo la fine dell'ennesima guerra, ritenendola una maniera più sicura e vantaggiosa di sopravvivere: tali mercenari erano riusciti a superare le battaglie cui avevano preso parte senza perdere la loro umanità, e grazie a loro ritornò ad essere una persona, a provare come una volta o quasi. Le guerre avevano lasciato i loro segni.
Alla fine, la compagnia si smembrò, dopo che una battaglia si risolse in una disfatta e i capi della compagnia stessa perirono: perdendo i contatti con i rimanenti sopravvissuti, tornò a vagare, fino a giungere in una terra apparentemente flagellata da draghi verdi...
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Nihal_Elf
Guardiano
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MessaggioInviato: Lun Ott 20, 2008 6:20 pm Rispondi citandoTorna in cima

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Pallida la carnagione, innaturale candore cadaverico che rende ancor più duri i tratti spigolosi del volto; bella inconsapevole dal fascino insofferente, ad occhi distratti potrebbe perfino apparire leggera e superficiale, vuota quanto futile - quasi fatua. Le orecchie: forate da monili in argento.Gli avambracci: incisi da una corta lama. Il volto: sfregiato da una cicatrice che ne solca la metà sinistra. Ambo le spalle forate da un violento scontro con una dei Grifoni. Molte dicerie sostengono che gli ibridi prendano il meglio dei due mondi che li generano… Ma non a tutte è saggio dare ascolto. Diffidente e aggressiva, sembra la manifestazione estrema di ogni sentimento umano che esiste; non al denaro, nè all`amore nè al cielo: il sangue ne ha segnato l`esistenza ed è al sangue che lei si è votata! La contraddizione la pervade tutta: disprezza la vita e i suoi futili teatrini ma anela ad una serenità che al tempo stesso rifugge.

"A volte la chiamano sofista, altre assassina ; ma - ormai sempre – Nautannen Negrad: Figlia del Dolore. I capelli turchini ( e gli occhi cerulei, incastonati come gemme in un taglio altezzoso ) evidenziano le origini elfiche allo sguardo altrui. E` odiata, screditata, insultata dai vigliacchi che non accettano la grandezza della sincerità ma che altro non possono fare che cadere ai suoi piedi dopo un incontro, in un modo o nell’altro. Eppure raccontano di lei nelle osterie, di quella creatura che aveva perso la voglia di vivere [...] e che dopo tanto lottare si era arresa: non credeva più negli dèi che le avevano voltato le spalle, non contava più sul braccio dei vecchi alleati. Ricordo ancora che la volevano morta, volevano il suo corpo - più precisamente - la sua testa. Nelle Terre dell’Alleanza non era la benvenuta, in quel di Moravia un`eretica! Forse si illudeva di crearsi una vita nuova da qualche parte: spesso la si poteva incontrare in qualche viottolo, sperduta - con lo sguardo assente - nei meandri della sua testa, le braccia sanguinanti e gli occhi infiammati di rancore. Iniziò a viaggiare da quel che si dice, sparì per molto tempo dalle terre che così tanto amava e odiava allo stesso tempo. Ho sentito da voci non raccomandabili che si stabilì ai margini dei boschi, ho saputo che camminava sotto l’acqua ghiacciata della pioggia tremando, che la accolsero in molti villaggi ma che lei rifiutò sempre l`ospitalità [...]

L`assoluta immobilità che si trasforma in irruenza e l`apatia catatonica che sfocia in impeto irato sono solo due delle mille contraddittorie sensazioni che si palesano; non possiede i vezzi ed i vizi tipici del gentil sesso, né gli atteggiamenti comuni alle dame del Dersalan. Si direbbe ella stessa vittima dei suoi istinti e dei propri vizi - un corpo stuprato da una mente distorta e depravata. Da distanziare soprattutto in ambito affettivo, ove la sua maniacalità rende i massimi livelli di morbosità: il suo attaccamento risulta viscerale! Dimostra una stoica ed incredibile resistenza al dolore fisico nonchè psicologico. Ibrida dall`animo irruento di cui non pare mai vergognarsi; epredica male, ma razzola peggio. Sguaiata, infida e conturbante. Patisce una sensibilità d`animo talmente elevata che i traumi della sua esistenza l`hanno costretta a mutarsi in una creatura algida ed austera. Una valente guerriera che per redimersi dai propri peccati immolò la propria vita al servizio del sangue, partecipando a tante di quelle Guerre che la lunghezza d`un bastone non sarebbe sufficiente a custodire le tacche per numerarle. Un essere bastardo che percorre solitario la via del silenzio, svincolato da ogni catena ma preda di un improbabile carcere: il delirio dei sensi.


Ultima modifica di Nihal_Elf il Lun Apr 13, 2015 2:26 pm, modificato 17 volte in totale
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Rodhry
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MessaggioInviato: Sab Nov 01, 2008 10:29 pm Rispondi citandoTorna in cima

be sono nuovo ma ci provo ecco a voi:

RODhRY

razza:elfo
eta:200
altezza:175 cm
peso:65 kg (sembra più magro ma è molto robusto)

(per conoscere la sua storia ascoltate ora il suo racconto)

o viandanye volete quindi sapere la mia storia? bene allora ascoltate bene:
io ero il primogenito della nobile casate elfica dei Sildarian destinato a diventare il capofamiglia, ma fin dalla fanciullezza ero più portato al canto che al comando, attenti però a credermi uno sciocco ero molto intelligente ed anche un forte guerriero purtroppo come accade spesso nessuno conosce il suo destino, il suo wird e anchio feci l'errore di fidarmi delle persono sbagliate.
Io incontrai Alaandra, di essa mi innamorai, ricambiato ne son certo in egual misura,che c'è di male direste voi? ero nobile potevo permettermelo purtroppo provenivamo da due mondi diversi io nobile erede di una grande famiglia, lei sguattere in cucina ma non potevo farci niente mi ero innamorato di quei suoi occhi color del mare, con lei vissi i più bei momenti della mia vita, in segreto certo ma fummo felici, io ero deciso a sposarla ma lei aveva paura che potessi perdere il mio prestigio, io invece ero accecato dell'amore, dalla passione che provavo per lei, se avessi saputo ciò che sarebbe successo sarei scappato insieme a lei in segreto ma feci un errore.
Decisi di confidare i miei sentimenti all'unica persona di cui potevo fidarmi mio fratello al quale avrei affidato la mia vita l'unico al mondo che ritenevo potesse capirmi mi tradì.
Certo all'inizio mi aiutò a preparare la fuga ma la notte prestabilita mentre stavo per uscire dalla città venimmo circondati dalle guardie di mio padre alla loro testa stava lui, lo guardai con stupore ma prima che potessi reagire mi furono addosso io però non mi feci catturare senza reagire ne uccisi almeno quattro purtroppo però non riuscì a finirli e prima che potessi fare qualcosa, lei venne colpita urlai scalciai ma non ci fu nulla da fare mi morì fra le braccia, l'ultima parola il mio nome, alzai lo sguardo sul suo assasino e per poco non morì di crepacuore era mio fratello, era troppo svenni.
mi risvegliai a palazzo fui subito convocato e mio padre mestamente mi indicò un pugnale ai suoi piedi sapevo ciò che era la daga d'argento il simbolo di disonore della nostra famiglia chi l'aveva era costretto a vivere in perpetuo vagare per il mondo, senza casa senza famiglia non dissi nulla, semre senza parlare mi spogliarono di tutti gli oggetti che rappresentavano il mio rango e infine dovetti camminare in mezzo al popolo in modo che vedessero la mia onta e il mio disonore, di solito a chi succedeva piangeva o implorava ma io no continuai a camminare fino a quando non fui più in vista della città.
(be per ora mi fermo qui commentate per favore poi continuero Wink a me piace)

_________________
solo due cose sono infinite : l'universo e l'idiozia umana, però sulla prima ho seri dubbi-
Albert Einstein
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Vroengald L'Oscuro
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MessaggioInviato: Sab Nov 22, 2008 1:25 am Rispondi citandoTorna in cima

Nonostante il suo cambiamento, Vroengald ricorda ancora. Guerre, battaglie, sangue e morte. Non passavano giorni in cui davanti ai suoi occhi non apparisse l'immagine della sua amata terra, travolta dalla distruzione dei demoni. La guerra era stata persa e Lumoniv (così si chiamava la terra natia di Vroengald) era caduta nell'oblio. Ricordava i giorni passati precedenti alla guerra, quando passava le giornate chino sui libri, divorando incantesimi e stregonerie, affamato di sapere, e suo padre, lo Stregone Unico Enogald che lo seguiva passo dopo passo. Vroengald amava profondamente suo padre, come genitore e come maestro. Fu lui a farlo crescere dopo la morte della madre, avvenuta in circostanze misteriose, e a indirizzarlo alle arti magiche, materia che il giovane elfo adorava. Poi tutto cambiò in un giorno: la terra rigurgitò demoni immondi guidati da Nickel il Diavolo, e durante la Grande Invasione avvenuta una settimana dopo, Enogald perse la vita tentando di proteggere la sua gente. Quello fu un duro colpo per Vroengald, che quasi si strappò il cuore dal dolore, ma fece un giuramento: sarebbe andato via da quella terra perduta come orfano di uno stregone unico, e sarebbe tornato come Stregone Unico Vroengald figlio di Enogald. Il resto della storia si perde nelle aule dei pensieri dell'elfo. Attualmente Vroengald studia e assimila a fondo le arti oscure, un passo avanti per raggiungere i suoi scopi....ma tale branca della magia lo renderà diverso dagli altri.... Per questo verrà chamato Vroengald L'Oscuro....

Ciò che è morte ora è vita, ciò che era storia ora è leggenda....
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Alymia
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Località: Il Giardino Segreto

MessaggioInviato: Ven Gen 02, 2009 8:08 pm Rispondi citandoTorna in cima

Premetto che quando ho iniziato a giocare di primo acchitto ho preso le sembianze di un'elfa così come sono abituata da tempo, ma poi ho deciso di cambiare personaggio ed ho iniziato a lavorare su una cosa completamente diversa, solo che ora sono costretta ad aspettare il Dk per cambiare razza (a meno che non ci sia un modo che non conosco Razz ).
Qui posto la storia di Alymia donna (e non elfa), levatrice, guaritrice e consulente nelle faccende dell'amore.
Non è ancora completa ... ma ci sto lavorando con passione. Smile


Alymia Ondalynn

Le Origini
Nasce a Swansea, un villaggio nella regione del Cymru terra di druidi e sacerdoti celti, in una delle rare giornate estive un po’ soleggiate.
La madre, fydwraig (levatrice) dall’età di 14 anni, accovacciata sopra una coperta bianca e pulita è assistita dalle donne del villaggio, che da lei hanno appreso i rudimenti della sua arte, e dà alla luce un raggio di sole: una dolce bimba dalla pelle candida, liscia ed immacolata se non per una piccola voglia a forma di stella che spicca violacea sulla minuscola caviglia.
Il padre, helfarch (cacciatore) e guerriero, di ritorno da una estenuante battuta di caccia grossa, attende conferma della nascita del suo primogenito e digrigna i denti in un improbabile sorriso quando la mammana gli mostra il fagotto con una piccola bambina profumata.
Primogenita e maggiore di altri due fratelli maschi, cresce felice tra le pozioni ed i medicamenti che la madre prepara sempre in sua presenza e gli allenamenti con la spada a cui volontariamente si sottopone insieme ai fratelli minori.
Della madre conserva ogni ricordo celato nel cuore, ogni gesto ed ogni parola che dolce e musicale fluiva dalla bocca d’ella mentre le insegnava a preparare decotti, pozioni e rimedi per i più diffusi malanni.
Nulla di tali conoscenze era affidato alla parola scritta: tutto andava appreso a memoria e tutto doveva essere interpretato e dedotto con la propria mente perché nessun libro era in grado di rispondere alle obiezioni, nessun libro si evolveva, anzi, la sua caratteristica, suo pregio e suo difetto, era proprio quella d’essere immutabile nel tempo.
Del padre le rimane una lunga spada lateniana: un’arma a una mano a doppio taglio, lunga una sessantina di centimetri, da affondo e da fendente, con ammanicatura a codolo, che i fratelli hanno consegnato a lei dopo una cruenta battaglia in cui solo loro tre han avuto salva la vita, grazie al coraggio della maggiore, e che porta legata alla schiena insieme ad uno scudo ligneo rotondo e riccamente decorato e borchiato dal nonno paterno.
Del suo equipaggiamento fa in fine parte un altro oggetto, dono di un nobile elfo di Rafflingate per il quale avrebbe senza indugio dato la vita, da cui non si separa mai: un coltellino molto appuntito, che è solita usare per ripulire dalla terra le radici delle erbe che raccoglie nel bosco, il manico rivestito di scaglie di drago riluce di una luminosità viola quasi irreale, mentre la lama lucida e affilata riflette il bagliore violaceo del manico.
Una piccola arma, che ella grandemente predilige in molte occasioni, poiché nelle sue mani esperte può diventare dispensatrice di una morte rapida ed indolore, e che conserva in una scarsella di cuoio appesa alla cintura dell’abito insieme ad alcune monete d’oro, e gemme e una piccola selezione di pozioni guaritrici.

L’Aspetto
Magra e di statura considerevole per essere una donna è sempre riccamente abbigliata, possiede diversi lunghi abiti colorati e dalle maniche aperte, un mantello con un largo cappuccio, la cui unicità è la tinta ottenuta da coloranti naturali, viola come i fiori della lavanda, un paio di sandali di cuoio per la bella stagione ed un paio di scarpe, sempre in cuoio, tutte chiuse per quando fa freddo.
Una leggera cotta di mithril, dono anch'essa dell'amato elfo, è la sua unica protezione in battaglia oltre allo scudo ed alla sua nota agilità.
I monili che porta sono tutti d’oro, ricordi di famiglia che porta sempre con sé: al collo un torquis, regalo della nonna materna, il tipico collare cymraeg costituito da un anello con la parte terminale sagomata a tamponi, con motivi sferoidali rizomorfi; alle orecchie, che terminano in una quasi impercettibile punta elfica retaggio di un lontano bisnonno, pendenti intrecciati di mirabile fattura reggono due stelle smaltate; bracciali ai polsi, agli avambracci ed alle caviglie; una splendida fibula, che chiude il mantello, decorata con pietre preziose.
Intorno agli occhi blu, come il ghiaccio più spesso, centinaia di piccole stelle tatuate le riportan alla memoria, quando si specchia lungo il corso di un fiume o sulle rive di un lago, coloro che han costellato il suo cuore d’amore ed ora non ci son più.
Nei capelli, un tempo gialli come il raggio di sole che ha illuminato il suo capo appena uscito dal corpo della madre, ed ormai bianchi più della neve sebbene la giovanissima età della donna (non ha invero più di 22 anni), spesso colorati di rosa, è solita intrecciare fiori ed erbe di campo in mezzo alle complicate acconciature.
Semplice e naturale il trucco per render la pelle ancora più candida, simbolo di nobiltà, e le labbra rosse e succose come un frutto maturo.

Il Laboratorio
Un ricordo emerge sempre vivido dall’infanzia di Alymia, la capanna che la madre usava come magazzino e farmacia , posta in un angolo riparato dell’ampio cortile sul retro della loro vecchia casa, nascosta scrupolosamente dai lunghi rami di un frondoso salice piangente e costituita da un'unica bassa cupola di rami intrecciati e fango, per mantenerla fresca e in ombra.
Qui l’unica intimità e separazione dei vari ambienti era offerta da tende che parevano stracci o stracci che parevano tende, ma solo perché costituite da una varietà di pezze di stoffa multicolori cucite insieme dalle mani esperte e pazienti della sua bisnonna.
Le stesse ch’ella avea scrupolosamente ripiegato e posto nel baule il giorno della partenza dal suo villaggio natio.
Da bambina, volgendo il guardo d’intorno, le piaceva passare il suo tempo a rimirare ciò che vi era conservato, su ampi ripiani scorgeva, meticolosamente riordinati ed etichettati, gli improvvisati recipienti di fortuna ove venivano conservati gli ingredienti usati dalla madre per le sue pozioni, curative la gente aveva l’ardire di raccontare, puzzolenti e per lo più amare nel gusto pensava fra sé la piccola Alymia.
Pezzi di animali di ogni tipo, code di rospo, ali di pipistrello, zampe di lepre erano appesi al soffitto con ordine, legati con corde ricavate dagli intestini dei medesimi animali; ciotole lignee ricolme di erbe medicinali quali stramonio, napello, belladonna, cicuta, pervinca, rosa, mandragola, digitale, edera finanche amamelide, giacevano sugli scaffali vicino ad ampolle sigillate con panni colorati e contenenti occhi, visceri, unghie, fegati immersi in liquidi non sempre limpidi.
Così era stata la sua farmacia negli anni a venire e così sarebbe stata anche in questo nuovo mondo in cui stava cercando di ambientarsi.
Un lungo bancone intagliato in un unico blocco di legno di castagno, da un falegname tutt’altro che inesperto, sul quale soleva conservare i propri pochi oggetti personali allineati attorno ad un bellissimo mortaio in marmo grigio di forma semisferica con superficie liscia, lucida e due incisioni anulari sulla parte centrale: un grande pestello del medesimo materiale era poggiato al centro, giaceva, insieme ad un altro baule carico di boccette, erbe e preparati, nel magazzino di un ricco mercante in attesa di esser trasportato ad Atkatla.


Ultima modifica di Alymia il Mar Set 08, 2009 9:33 pm, modificato 3 volte in totale
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Lorevicius94
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MessaggioInviato: Lun Mar 09, 2009 12:59 am Rispondi citandoTorna in cima

Nome: Olean Falbard
Razza: Nano
Età: 70 anni secondo il calendario degli umani, corrispondenti a circa 25 anni nanici
Peso: 97 kg
Altezza: 124 cm
Colore occhi: Castani
Colore capelli: Castani con qualche sprazzo grigio
Colore barba: Castano più chiaro rispetto alla barba, con chiazze grigiastre

Background:

Le origini
Olean Falbard è il principale discendente di Lorevicius Falbard, un Nano un tempo spietato assassino e servitore del dio dell'Oltretomba, Ramius.
E' figlio di un banchiere e di una guerriera esperta nelle arti druidiche. Appassionato di antiche leggende, appena è venuto a sapere dell'esistenza del suo antenato e della sua storia, ha voluto indagare sulla sua scomparsa. Infatti, narrano le genti che, subito dopo aver ucciso il Drago Verde, Lorevicius scomparve nel nulla, e nessuno seppe più nulla di lui.

L'infanzia
Il Nano fu cresciuto nelle grotte naniche d'un lontano paese. Sua madre, Brielle Golorân, era una donna premurosa, ed ebbe sempre una grande cura nei suoi confronti. Essendo, anticamente, una guerriera promossa poi a sacerdotessa di arti druidiche, ella le tramandò i suoi segreti magici che gli permisero di sviluppare una notevole abilità nell'uso di magiche formule e poteri sovrannaturali.
Suo padre, Badùc Falbard, essendo un importante banchiere, era sempre coinvolto in viaggi in lontane lande, al di là delle alte catene montuose nelle quali il giovane Nano era stato abituato a vivere. Olean era molto affezionato a suo padre, poiché le rade volte che riusciva a passare del tempo con lui lo faceva ascoltando i suoi incredibili racconti di lontani paesi.

Primo Viaggio in Dersalan
Raggiunta l’età di 58 anni - secondo il calendario umano - decise di seguire suo padre in uno dei suoi viaggi d’affari. Brielle, molto attaccata a suo marito ed al suo unico figlio, si dimostrò fin da subito molto riluttante nel farlo partire, ma dovette infine cedere alle suppliche; inoltre Badùc le promise di tornare, appena gli fosse stato possibile, con Olean. Fu così che all’alba di un giorno di maggio i due Nani partirono alla volta di Qexelcrag, città incastonata tra i monti del continente di Dersalan e centro brulicante di coetanei dei due viaggiatori: ivi il padre di Olean avrebbe svolto delle pratiche burocratiche concernenti il suo lavoro.
Giunsero a destinazione dopo una settimana di viaggio, facendo tappa prima nelle dimore dei Plaenar sui monti - nel baluardo denominato La Fortezza - e quindi passando per Athkatla, la capitale di Dersalan. Durante la permanenza in quest’ultima città il Nano visitò l’Antica Biblioteca, spinto dalla sua passione per i miti e desideroso di venire a conoscenza di quelli che caratterizzavano quelle terre; fu tra i numerosi tomi conservati in quel loco che trovò dei racconti riguardo al dio dell’Oltretomba, Ramius, sulla sua sconfitta in una battaglia epica e sulla sua conseguente segregazione nel regno dei morti. Scorrendo tra le righe restò esterrefatto quando lesse il nome di Lorevicius Falbard tra coloro che facevano parte delle Orde, un clan di seguaci del dio. Dapprima non se ne curò; ma quando finalmente giunse a Qexelcrag decise d’indagare sul suo presunto antenato. Purtroppo rimase troppi pochi giorni nella città dei Nani, riuscendo a carpire ben poche informazioni sul suo conto. Persino suo padre non gli seppe riferire più di qualche parola confusa. Così si concluse il Primo Viaggio in Dersalan.

Secondo Viaggio in Dersalan
Olean, dopo sole tre settimane (comprese quelle impiegate per viaggiare), ritornò alle grotte di famiglia, dove la madre lo accolse a braccia aperte. Egli decise di non raccontarle nulla riguardo a Lorevicius ed a Ramius per non turbarla; continuò però a raccogliere informazioni, soprattutto domandando agli anziani Nani delle grotte circostanti.
Passarono alcuni anni, durante i quali la sua curiosità non si affievolì, e fu durante il suo sessantaquattresimo anno di vita che ebbe occasione di tornare nelle terre di Dersalan. Le sue ricerche lo portarono a conoscere un mercante Elfo, con cui strinse amicizia, i cui viaggi via mare avevano come tappa fissa l’Isola di Kalux, ad ovest del continente; un viaggiatore in più non gli avrebbe certo dato fastidio. Chiaramente Brielle e anche Badùc erano contrari alla sua partenza; ritenevano che egli non potesse socializzare con un Elfo, razza da sempre in conflitto con quella dei Nani. Poiché mancavano ormai pochi giorni alla partenza Olean decise, dopo aver tentato di utilizzare tutti i metodi persuasivi possibili, di spiegare ai suoi genitori il motivo del suo viaggio. Il padre sosteneva che le leggende erano solo storie per bambini e che una “spedizione” del genere sarebbe servita solo a perdere tempo utile. La madre invece divenne più comprensiva: come sacerdotessa aveva infatti imparato ad onorare gli antenati e le pareva più che comprensibile che il figlio tentasse di saperne di più riguardo al suo passato.
Olean ottenne così il consenso materno per partire, nonostante Badùc continuasse ad essere contrario. Era un giorno in febbraio e a mezzogiorno un’imbarcazione imponente partì dal porto oltre i monti nei quali il clan dei Falbard abitava da tempo, diretta a sud. L’itinerario prevedeva la circumnavigazione di una penisola; quindi, attraversato l’oceano verso nord-est, giungere all’Isola di Kalux.
Dopo un paio di settimane di navigazione Olean sbarcò. Alloggiò per una notte in una locanda, all’interno della quale raccolse ulteriori informazioni su come raggiungere Dersalan, ma fu subito informato sulla situazione corrente in quei luoghi. Una terribile creatura, conosciuta come il Drago Verde, aveva cominciato a volare al di fuori dei suoi “territori” terrorizzando gli abitanti; gli venne consigliato di procurarsi un buon equipaggiamento e quindi di dirigersi sull’Isola di Wen per venire addestrato al combattimento.
In seguito a questi avvertimenti Olean passò una notte inquieta. Rimase a lungo indeciso sul da farsi: tornare a casa per tenersi al sicuro la vita, oppure imparare l’arte della guerra e tentare di placare i suoi dubbi riguardo a Lorevicius? La risposta al dilemma pare ora ben chiara…

Caratteristiche
E' un Nano molto basso e ben piazzato, è goffo e non molto agile, ma possiede una notevole forza fisica e un'intelligenza sviluppata. Tra le altre caratteristiche è conosciuto per il suo particolare attaccamento ai soldi; nonostante ciò è bendisposto e simpatico, spesso autoironico, ed è sempre disponibile a dare una mano a coloro che chiedono il suo aiuto (non economico, per ciò sopracitato).

Possibili aggiornamenti

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If I die, I'm going to Valhalla!

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