Bierce, un grande dell'Ottocento
Data: Giovedì, 22 settembre 2005 - Ore 08:00:00
Argomento: Libri, fumetti e riviste


Per non dimenticare colui che al suo tempo si è distinto in questo così affascinante genere letterario, per la prima volta editi in una raccolta organica, più di 90 racconti, dal titolo "Tutti i racconti Vol. 1 - I Racconti dell’orrore" di Ambrose Gwynnette Bierce, pioniere letterario dei suoi tempi (si parla del 1800) e grande ispiratore della letteratura moderna, nonché intransigente critico dei suoi tempi.
Tradotto da Sara Brambilla, edito da Fanucci editore nella collana “Collezione immaginario" – pagg. 400 € 17,00.
Nato nell’Ohio nel 1842, dopo la guerra di Secessione collaborò con il San Francisco News and Commercial Advertiser, per il quale scrisse articoli dal linguaggio crudo e aggressivo ove attaccava i personaggi pubblici dell’epoca...

Trasferitosi a Londra, pubblicò i suoi primi volumi di scritti satirici (Nuggest and Dust e The Fiend's Delight nel 1872, Cobwebs from an Empty Skull nel 1874), nei quali è possibile cogliere già la netta propensione per il grottesco e l’orrido, elementi che caratterizzeranno la sua intera opera.
Dal linguaggio crudo ed intrisi di un acre senso di ironia, e per i quali si guadagnò, meritatamente, il soprannome di Bitter Bierce (Bierce l'Amaro) - attraverso i quali attacca apertamente e mette alla berlina i personaggi della vita pubblica del tempo e il clamore suscitato lievitò ulteriormente la sua fama.
Le storie da lui scritte non sono mai eccezionali, come quelle descritte da Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft, ma semplici rappresentazioni di esperienze comuni, dalle quali però l'autore riesce sempre ad estrarre un senso di soprannaturale, corruzione e morte!

Tornato negli Stati Uniti nel 1875, fu a lungo direttore dell’Examiner, rinnovando profondamente lo stile giornalistico americano. Nel 1891 pubblicò la raccolta Tales of Soldiers and Civilians (edita qualche anno dopo col titolo In the Midst of Life), guadagnandosi ben presto la fama di scrittore horror.
Pubblicò in seguito altri racconti fantastici, versi satirici, Tall Stories, il volume Fantastic Fables (una raccolta di favole classiche riviste in chiave ironica).
La sua opera più nota, The Devil's Dictionary, nel quale raccolse tutti gli aforismi e le brevi, taglienti considerazioni sul Wasp di San Francisco e che diventeranno presto popolarssimi.
Nel 1908 raccolse i suoi scritti nei dodici volumi “The Collected Works of Ambrose Bierce”.
Nel 1914 partì per il Messico, mentre era in corso la ribellione di Pancho Villa (suo conoscente), e morì in circostanze misteriose lo stesso anno.
Fanucci editore li propone ora in due volumi, il primo dedicato alle storie dell'orrore, il secondo a quelle di guerra e fantastiche (di prossima uscita) permettendo al lettore italiano di evocare in modo ragionato l'opera di uno dei grandi "dimenticati" dell'Ottocento americano. Ne “I racconti dell'orrore”, tra eventi soprannaturali, case infestate, foschi paesaggi di frontiera, superstizioni e leggende, Bierce riesce in un doppio miracolo: reinventare le categorie fondanti di un genere, gettando un solido ponte che da Poe e dal gotico conduce a Lovecraft e all'horror contemporaneo, e illuminare con sguardo spietato e caustica penna il cuore di tenebra che pulsa sotto i miti del West.
Sicuramente un'opera da tenere preziosamente riservata!


Fonti: corriere.fantascienza.com - fanucci.it - girodivite.it

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