Azur e Asmar
Data: Giovedì, 09 novembre 2006 - Ore 12:00:00
Argomento: Cinema & film


Nato dalla matita e dal cuore di Michel Ocelot, uscirà nelle sale cinematografiche italiane proprio domani 10 novembre.
Stiamo parlando di un film di animazione che ha per protagonisti Azur e Asmar (ed è anche il titolo del film), due fratellini allevati dalla stessa donna, una nutrice araba, nella Francia del Medio Evo, poi separati per volere del padre bianco ma destinati a reincontrarsi da adulti e a vivere insieme un'avventura favolosa nel Maghreb tra fate, folletti (i "djinn" della tradizione araba), incantesimi e leoni scarlatti.
Una parte del film sarà recitata in arabo, l'altra in qualsiasi altra lingua a seconda del paese di distribuzione e da contratto, in nessun paese in cui il film verrà proiettato si potrà doppiare o sottotitolare le parti recitate in lingua araba.
Il regista ha motivato questa decisione dichiarando che il film dovrà tradurre la condizione di immigrato del protagonista e dunque la sua lingua non verrà capita, compresa; siamo quindi di fronte ad una nuova favola educativa.[...]

Azur ha gli occhi azzurri, ed è figlio di un nobile gelido Asmar neri come la notte figlio di un'amorevole balia, che cresce i pargoli come fratelli, raccontando a entrambi, ogni sera, prima di dormire, la leggenda della fata dei Jinns, che attende, da una prigione nascosta, il giovane che la libererà. Ma un giorno il padre di Azur lo manda lontano da casa per studiare e scaccia dalla sua dimora francese la nutrice e il piccolo Asmar. Solo una volta adulto, Azur si imbarcherà in direzione dell'Oriente per ritrovare i suoi cari e liberare la fata dei Jinns. Si farà guidare dall'eco di una lingua a noi sconosciuta, di cui serba il ricordo infantile (l'arabo) e lo scorta lo sgradevole Rospù, un mendicante brutto e bianco...
Con Azur e Asmar, Ocelot mette in scena una fiaba che rappresenta la vicenda di un'amicizia elettiva tra un principe azzurro e un esotico Aladino evidenziando che la realtà è ben diversa, però a volte basta crederci e con un tocco di fantasia tutto si può...
In questo gioco di scenografie coloratissime, il regista dà l'opportunità ad ognuno di riflettersi e riflettere per capire se si è più Asmar o più Azur o più Rospù in una lotta interna tra se stessi ed ogni sorta di pregiudizio.
Ocelot vede nell'unione delle culture l'avvenire del mondo e lo comunica con il suo tratto ispirato tanto dai pittori fiamminghi che dalle miniature persiane e la sua tavolozza che mescola i colori di Francia con quelli della Turchia, dell'Andalusia e del Maghreb.
Insomma, queste fiabe vanno sempre di più al di là del semplice racconto e rappresentano sempre di più una morale per i più piccini... ma anche per i meno piccini!



Fonte: www.mymovies.it





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