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Marco Sartori: La saga oscura
Postato il Sabato, 01 luglio 2006 - Ore 08:00:00 di Panoramix
Libri, fumetti e riviste“Raccontami una storia!”, chiedevamo da bambini ai genitori. E quando il racconto iniziava: “C’era una volta in un paese lontano, lontano…” prendeva vita una magia che ci portava in un altro luogo, vicino e prossimo, nel quale vivevamo avventure incredibili accompagnati per mano dalla voce di mamma o papà.
Ora, se sotto l’ombrellone (o sotto un pino), volete rivivere quella magia antica e sempre nuova, potete gustarvi il romano di Marco Sartori: La saga oscura, appena pubblicato dalle edizioni Sottosopra di Torino.
I motivi per farlo sono tanti: Sartori non è un professionista della scrittura (lavora in campo tecnico), ma è un giovane narratore di talento. Uno che, come si dice, ce l’ha nel sangue la voglia ed il piacere di raccontare. Non ha ancora 30 anni, ma è stato folgorato dalla narrazione fantasy, che ha divorato con passione fin da ragazzo, finché non si è cimentato lui stesso nella scrittura.
La saga oscura, in realtà, nasce in modo particolare: Sartori ha iniziato a scrivere un racconto, che aveva per protagonisti i suoi amici, quelli della combriccola, quelli della birreria il sabato sera, ed aveva cominciato a spedirglielo via e mail. [...]

Poi, piano piano, il racconto si è strutturato, a causa del successo che riscuoteva, finché la moglie dello scrittore non gli ha consigliato di rimettere in ordine il manoscritto e di proporlo ad una casa editrice. Così è stato. Ed ecco il libro.
Ma la storia piace solo agli amici di Sartori? No, perché ciò che narra vale per tutti, ed ha il sapore buono delle storie autentiche, raccontate per la gioia di narrare, non per sostenere una testi o creare sensazioni holliwoodiane. Siamo ad una festa di capodanno. Un gruppo di amici s’incontra per stappare il classico spuntante: ci sono singoli, coppie sposate e fidanzati, bambini.
D’improvviso va via la luce… quando le tenebre si rischiarano il gruppo scopre di esser stato proiettato in un altro mondo: anzi in un’altra possibile versione del nostro stesso mondo. Perché in realtà la storia si svolge tutta quanta tra Avigliana, Rivoli, Torino e la Val Sangone…..
Solo che tutto è uguale ma tutto è diverso: la natura è selvaggia e quasi incontaminata, alberi lussureggianti (dai curiosi riflessi blu) danno il sostentamento alla popolazione degli ostoriani, che non sono proprio uomini ma quasi e che vivono in pace occupandosi di caccia, commercio e un po’ d’artigianato.
Ma il loro mondo è minacciato dai terribili Hobbr, mostri in prevalenza (ma certo non tutti) selvaggi e stupidi, ma molto forti ed aggressivi. Ovviamente gli umani comparsi nella nuova dimensione troveranno una loro posizione in quel mondo, pur avendo una struggente nostalgia di casa.
Per tornarci, però, dovranno vivere un’avventura epica e fare un lungo cammino esistenziale di crescita e riscoperta dei valori veri, che li trasformerà in uomini e donne nuovi.
C’è un piacere sottile nel riconoscere tra le pieghe di questa storia i paesaggi che ci sono consueti: le creste delle montagne, i paesi. Anche Nichelino è presente nella storia con il pittoresco villaggio di Sturplus, che una lunga strada rettilinea collega alla capitale ostoriana di Thauria (ovviamente si tratta di Stupinigi e Torino).
Ed il territorio di Nichelino è il “boschetto” moltiplicato per mille: un’immensa, bellissima massa di alberi che s’affollano fino al Sangone. E questa è una delle dimensioni importanti del libro, che ci fa riflettere su come potrebbe essere magico l’ambiente in cui viviamo, se fosse usato con criteri un po’ meno invasivi ed egoistici….
Ma al di là delle morali, che ci sono sempre nelle storie, ne La saga oscura conta il racconto in sé, che è dolce come quelle storie narrate ai bambini. Così intenso, che ti fa sognare di viverci dentro e che si fa rimpiangere quando, letta l’ultima riga, si arriva alla parola “fine”.

Fonte: Ettore Giribaldi - nichelino.com
 
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