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I racconti del bosco di Hern - La ninfa delle farfalle

I racconti del bosco di Hern

LA NINFA DELLE FARFALLE

... Met si alzò molto presto quella mattina per andare a raccogliere funghi, uscì di casa che era ancora buio.
Decise di cercare nella zona dello stagno. Non c'era mai stato lì, era abbastanza lontano dalla sua piccola dimora estiva, sulla collina. Ogni tanto sentiva il bisogno di passare una giornata in modo diverso, sentiva l'esigenza di immergersi nei colori, nei suoni e nella spensierata libertà della natura. Giunse nei pressi del piccolo laghetto continuando a frugare sotto le foglie secche aiutandosi col bastone. Non aveva raccolto ancora nulla, ma non si preoccupò più di tanto. Quella dei funghi era solo una scusa, era lì per riposare. Un riposo fisico, ma soprattutto un riposo dei sensi... Tutti.
Improvvisamente un inaspettato frusciare delle foglie di un albero attirò la sua attenzione. Strano evento quello. Non vi era neppure un fil di vento quella mattina e l'acqua dello stagno rifletteva il cielo a specchio rilasciando un effetto adamantino. Pensò ad uno scoiattolo o comunque ad un abitante del bosco. Decise di avvicinarsi.
- Che strana forma ha il tronco di quell'albero. Si direbbe... il corpo di una fanciulla. -
Pensò fra sé. Ma gli era impossibile attribuire tutta quella perfezione alla sola casualità della natura. Anche l'effetto generato dalla rugiada che avvolgeva tutto il tronco, colpita dai primi raggi del sole, sembrava irreale. Una miriade di gocce che riflettevano un luccichio animato, ponevano in essere quasi una rottura con la normale armonia della natura. Stava avvenendo qualcosa irreale, di magico.
Lui si fermò all'istante e trattenne il fiato per alcuni secondi. Voleva illudersi che quello strano sfavillio era dovuto al suo spostamento che ne determinava un diverso riflesso riprodotto dai raggi del sole. Ma si sbagliava. Al contrario, col trascorrere del tempo l'intensità delle luci aumentò così tanto che quel tronco speciale pareva prender vita. La sua paura prevalse sulla curiosità, gli tremavano le mani. Lasciò cadere il cestino e il bastone per poi scappare a nascondersi dietro ad una vicina roccia. Un fremito innaturale scosse tutto l'albero provocando la caduta di alcune foglie, e poi di nuovo il silenzio. Stranamente una splendida farfalla gli sfiorò il viso. Aveva dei colori bellissimi che si stemperavano fra di loro col batter delle ali, generando un effetto straordinario. Era diretta verso quell'albero, ma non era la sola. Altre due, cinque... Decine e decine di farfalle una più bella dell'altra accorsero da tutte le direzioni per riunirsi intorno a quell'albero, come api attratte dal miele. Non aveva mai assistito ad una danza di farfalle, era ben consapevole che si trattava di un evento fuori dal comune.
... E il tronco prese vita, o meglio: una vita trasparì dal quel tronco, che ora ritornò con le sue originarie forme. Era una donna bellissima, con due grandi occhi che solo a posarne lo sguardo si rimaneva incantati. Aveva dei lunghi capelli color castano che ne ricoprivano gran parte del petto e nell'insieme formavano una splendida cornice per il suo volto, rendendolo ancora più affascinante. Dapprima la parte inferiore del suo corpo era arabescata come un tronco d'albero. Ma dopo alcuni passi si rivelò per intero nella sua forma umana, con un lungo vestito particolarmente verde che ne richiamava la natura fiabesca. La sua bellezza così indescrivibile faceva passare in secondo piano quanto di più bello potesse esserci in quel postò già di per sé fantastico.
Era una Driade. Una ninfa abitatrice dei boschi. Si dice che quelle essenze di vita così straordinarie, passino quasi tutta la loro esistenza con gli alberi che le ospitano. Da un vicino cespuglio sbucarono due piccoli cerbiatti che si avvicinarono a lei senza alcun timore. Pochi saltelli per ritrovarsi davanti ai suoi piedi e poi giocare col suo lungo vestito. Lei si chinò, prese qualcosa dall'interno di un sacchetto che aveva in una mano e lo diede da mangiare ai suoi piccoli amici.
- Perché... Aver paura di colei che sa solo amare? -
La sua voce risuonava di melodia suscitando benessere e serenità a chi aveva la fortuna di darle ascolto.
- Loro sono più deboli ed indifesi di te, eppure si sono avvicinati. Sa... Vivere qui non consente di conoscere l'odio e la cattiveria. Non sarei mai in grado di fare del male... -
Quella voce così rassicurante gli fece allontanare tutte le paure. Così trovò il coraggio di mettersi in piedi ed avvicinarsi. Lentamente.
Alla sua vista i due cuccioli si allontanarono spaventati lasciando i due giovani, così diversi fra di loro ma probabilmente così eguali, soltanto in compagnia delle farfalle che per nulla infastidite continuavano a danzare.
- Ma... Sei bellissima! Come ti chiami? -
Le chiese con tono di voce timido e spaventato. Lei allungò la mano per invitarlo ad aiutarla per rialzarsi. Era evidente che non ne aveva bisogno, ma era un modo per dargli più sicurezza. Sorrideva...
- Come mi chiamo? Che cosa strana... Mai nessuno mi ha posto questa domanda. Noi driadi comunichiamo in modo diverso con il resto delle creature della natura, ci basta soltanto il pensiero per comprenderci. Parlare con gli umani si, ci è concesso. Ma solo con quelli nobili di animo, e tu lo sei. Ecco perché ho deciso di mostrarmi a te. In questi secoli della mia giovane esistenza, ho avuto non poche occasioni di parlare con umani, ma non ne sentivo l'esigenza. Con te invece è diverso, hai qualcosa di speciale nello spirito. Dal nostro incontro nascerà qualcosa di positivo, lo sento... Avere un nome. Il mio. Nessuno mai mi ha chiamata, dammelo tu un nome se credi che sia giusto averlo. -
Stringendo la sua esile mano, continuava a fissarla negli occhi. Era incantevole. Per lui, distogliere l'attenzione da quello sguardo sarebbe impossibile. Una bellezza così perfetta che neanche il miglior artista sarebbe stato in grado di dipingere o scolpire.
- Mell... Mi piacerebbe sentirti chiamare così, se in futuro qualche altro uomo avrà la fortuna di parlare con te. -
- Mell, mi piace... E così sia. Ora anche io ho un nome, e tutto ciò mi fa sentire più vicina a voi umani. -
Lasciò cadere il sacchetto per prendere l'altra mano del suo nuovo amico. Sorrideva Mell, divenendo inevitabilmente ancora più bella.
Passarono tutto il giorno insieme, intorno al laghetto. Mell gli insegnò i profumi, i colori, i segreti e la vita di ogni piccola creatura che abitava quella parte del bosco.
- Mell è stata molto felice di averti conosciuto, ma ora devo andare. -
Lentamente la parte bassa del suo vestito riprendeva, con leggero rilievo, gli arabeschi di tronco d'albero. Il sole stava per tramontare. I suoi raggi che riuscivano ad infiltrarsi fra i rami degli alberi del bosco, formavano come delle tende di luce che quasi racchiudevano i due amici in una soprannaturale intimità.
- Sei una persona meravigliosa, cerca di trasmettere la tua nobiltà d'animo a tanti uomini, finché ti è possibile. Madre natura si sta ammalando, purtroppo... I miei amici del bosco dicono che è stata colpa di voi umani. Ma ora questo non ha importanza. Tutti noi abbiamo bisogno di persone come te per cercare di guarirla. Non è tardi... -
- Dolce Mell, potrò mai un giorno rivederti? -
- Rivedermi? Non c'è necessità che tu venga qui per rivedermi. Oggi ti sei illuso di toccarmi, ma vedi... Io sono fatta di spirito. Spirito un po' magico che sicuramente è presente anche dentro di voi umani. Basta saper riconoscere che fa parte del vostro essere. Se desideri così tanto rivedere Mell, inizia a guardarti intorno. Soprattutto quando senti il bisogno di credere in qualcuno. Guardale dentro le persone, fino in fondo al proprio animo. Troverai tante e tanti Mell che hanno bisogno di te e anche tu avrai bisogno di loro. Aiutali a cambiare, tu già lo stai facendo... Non è tardi! -
Gli diede un bacio sulle labbra e sparì all'interno della corteccia, mentre il tronco riprese le sembianze di un'incantevole fanciulla.
Tutte le farfalle diedero fine alla magica danza e pian piano fecero ritorno da dove erano venute.
Il giovane raccolse il cestino ed il bastone per poi prendere il sentiero che lo conduceva a casa, senza voltarsi indietro.
- Seguirò il tuo consiglio Mell. -
Disse fra sé. Però da quel momento non fece altro che desiderare così tanto di diventare un albero... uno in particolare.




Titolo: I racconti del bosco di Hern - La ninfa delle farfalle
Categoria: Racconti FantasyItalia
Autore: Promethium
Aggiunto: March 26th 2008
Viste: 2288 Times
Voto:Top of All
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