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Thingol - Il sogno di uno gnomo



“Io vedo… io vedo…” La veggente roteava le mani ingioiellate attorno al suo prezioso strumento tenendo gli occhi chiusi. Mentre proseguiva con l’operazione, i sonagli della reticella che portava sul capo emettevano un lieve suono che si confondeva con i suoi stravaganti lamenti, giungendo alle orecchie del nuovo cliente. Si trattava di uno gnomo. Alto circa tre piedi, con un viso minuto e buffo, osservava schifato l’indovina che pareva essere posseduta da qualche ignota creatura. *Un alce in calore? Non saprei… Però sarà meglio che io adesso alzi le chiappe e me ne vada* pensò TipTap cercando immediatamente una via di fuga. “Alto là” La voce della maga interruppe il silenzio. “Si che fai adesso, mi prendi pure in giro? Ma guarda te questa” “Dove vai? Non puoi sottrarti al tuo destino. Siediti e ascolta” Lo gnomo guardava confuso la veggente, poi, con un certo sforzo, si sedette nuovamente attendendo il suo discorso. “Grande maga. Vedo… Felicità. Amore. Amicizia. Denaro. Fama” Udendo l’ultima parola lo gnomo rizzò vispo lo sguardo. “E questo è tutto” “Tutto qua? Vabbè grazie maga. Quanto ti devo?” “Sono 50 monete” “Mamma mia, più cara delle lucciole” disse TiTap mentre si alzava per prendere il borsellino dalla tasca. Incidentalmente si inciampò nell’unghione dell’indovina, facendola urlare. Una nuvola di fumo esplose all’improvviso attorno ad essa, poi lentamente si dissolse. La minotaura aprì i grandi occhi e guardò l‘ambiente in cui si trovava come se fosse la prima volta, come se lei fosse un’altra, poi pose lo sguardo sullo gnomo che le disse sorpreso: “Cosa è successo? Tutto bene?” “Aoh bello, che stai a fà? Tò fatto ‘n piacere, no? Bè allora damme ste quattro piotte e vatte a fa ‘n giro. Che, nun voi pagà? Daje dillo a Vanna, se tieni er coraggio” urlò la veggente con il tipico tono di voce del popolo del Sud. “Vanna?” per poco lo gnomo non scoppiò a ridere. “Tu sei pazza” “ Pazza a chi? Guarda che se te pijo te meno” TipTap lanciò il borsellino contente le 50 monete sul tavolo, poi girò sui tacchi e uscì dalla tenda borbottando: “Ma come è possibile? Almeno si fosse trasformata in una bella gnoma” Nel frattempo “Brutto tappetto, nun voleva pagà. Con tutto lo sforzo che faccio a fantasticà e inventà ‘ste storielle nun me voleva accontentà, mannaggia”



Con sorriso sadico e urlando frasi incomprensibili, lo stregone si levava progressivamente in aria, portando avanti il massacro della povera gente che cercava, invano, un riparo. Improvvisamente, nel bel mezzo del disordine, un appello disperato rimbombò fra le abitazioni: “Marfisa aiutaci tuuuuu”. I villici tenevano ancora gli sguardi verso il cielo ululando, quando una voce decisa ed elegante ruppe il frastuono: “Cosa sta succedendo qui? Non venite a dirmi, ancora una volta, che i vostri mariti hanno problemi genitali, altrimenti chiamo un mio amico che vi soddisfa tutte quante. Sapete… lo dico per esperienza” La fata sembrò perdersi con gli occhi nell’orizzonte. “Si chiama Rocco. Il resto è un segreto” disse terminando frettolosamente l’affermazione. “Ma fata Marfisa. Non è questo il problema” “Eh no, già così presto no” Marfisa interruppe il bambino che aveva avuto il coraggio di prendere l’iniziativa di parlare e ora la guardava intimidito. “Il problema è lui” disse indicando con l’indice lo stregone. La fata seguì il gesto fino a notare la figura che si reggeva sul tetto di una casa. La studiò velocemente, poi, sbattendo le ali, si avvicinò a lei dicendo con voce allettante: “Allora sei tu che ha problemi lì sotto? Se vuoi ti faccio conoscere il mio collega, si fa per dire, che può darti qualche consiglio” Lo stregone la osservava perplesso. “Io non ho nessun problema. Dovresti averlo tu insieme a tutta questa gente” “Ehi vecchio marpione, io problemi zero e Rocco lo sa bene” ribadì Marfisa sollevando fiera il mento. “Se non la smetti di parlare donna, ti polverizzo” Lo stregone portò avanti le mani richiamando il fuoco magico. La fata balzò sul tetto di un’altra abitazione, poi, come se stesse ballando, schivò le saette che il mago scagliava in continuazione. Fece una piroetta e disegnando con la bacchetta magica un ampio cerchio, lanciò l’incantesimo contro l’avversario che si trasformò in un asino. “Ben ti sta. D’ora in poi non avrai più problemi genitali. Te lo garantisco” Soddisfatta del lavoro, Marfisa si voltò verso il popolo e solo in quell’istante fece caso alla desolazione in cui si trovava il villaggio. “E queste fiamme da dove vengono?” domandò sbalordita.



TipTap stava bevendo a goccia un bicchiere di rum quando sentì la porta sbattere. Come ogni giorno era arrivato il giornale. Uscì con la classica andatura di chi si è appena svegliato, o meglio di chi ha bevuto la sua dose di routine e recuperò il corriere di Aglante, aprendolo poi sul tavolo. Cominciò a sfogliarlo lentamente, quando l’occhio cadde su una scritta che lo svegliò d’un colpo. Diceva:”Se nel sangue la musica sentite fluir, ad un grande musical non potete fuggir”. Interessato, proseguì la lettura dell’articolo:”Per inaugurare l’arrivo della primavera, presso la capitale si terrà un concorso per la composizione di un musical. Le iscrizioni sono aperte a chiunque volesse partecipare e termineranno fra un mese esatto. Chiunque è un parolone, meglio dire per coloro che amano recitare, ballare e cantare, ma soprattutto che sono in grado di fare tutto questo. In palio un magnifico talismano dotato di grandi poteri e naturalmente il vostro successo. Cosa aspettate allora? Raggiungeteci all’ufficio “Dall’amica fata” in via Rotta numero 69”. Lo gnomo si sentì così di buonumore che non perse tempo a raggiungere il suo amico Golia. Attraversò velocemente la strada, imboccando il sentiero che portava nel bosco, fino ad arrivare al centro di una radura di fronte ad un edificio originale. “Golia? Sono TipTap> Il suolo vibrava a intermittenza, quando una ventata all’aroma di menta invase la zona e un gigante uscì dall’abitazione. “Amico mio. Avevo proprio intenzione di venirti a trovare. Cosa succede? Come mai tutta questa vivacità?” chiese chinando la testa verso il terreno. “Non ci crederai, ma alla capitale c’è un concorso per un musical…” “Ma cosa mi stai narrando?” “…voglio partecipare. La veggente mi ha predetto fama, denaro. Dai forza, partiamo. Non possiamo aspettare” TipTap cominciò a saltellare su una gamba, poi sull’altra. “E tu credi a quell’indovina? Andiamo bene... Però, voglio accompagnarti. Sono proprio curioso di vedere almeno una volta la capitale”.



Il minotauro avanzava minaccioso verso il coniglio che impaurito si acquattava tra l’erba. Teneva ben saldi due pugnali, simili a lunghi aghi, per essere sicuro di non mancare la preda. Quel giorno il terreno avrebbe assaggiato il sapore del sangue. Dopo pochi passi la creatura si trovava di fronte al coniglio che tremava come se stesse prendendo la scossa. Un fruscio nell’aria e l’animaletto era tra le mani del minotauro. “Amore. Cosa ci fai tutto solo e soletto nel bosco? Non sai che gira il lupo cattivo? Oddio, questo manto come è ridotto?! Qui ci vuole una bella ripulita, un profumata e molto altro. Non è così semplice, ma vedrai.. sarai nuovo di zecca” disse agitando delicatamente i ferri da cucito. Golia trasportava TipTap sulla spalla, percorrendo la strada di ghiaia, quando vide in lontananza un oscuro essere minacciare un animale indifeso. Cominciò a correre facendo tremare violentemente il suolo, giungendo infine dal minotauro che lanciò un urlo acuto. I due amici lo guardarono stupiti, lo stesso il coniglio. “Ti prego non farmi niente. Stavo solo dando dei consigli a questo coniglietto. Non è mia intenzione fargli del male” disse finché la voce non gli si smorzò in gola. “E che tipo di consigli?” domandò incuriosito TipTap, abbassando sul naso gli occhiali da sole. Il minotauro notò solo ora il piccolo essere che dondolava sulla spalla del gigante. “Vedi, allora. Io faccio un po’ di tutto. Principalmente lo stilista, poi il parrucchiere, il truccatore e insomma tutte queste cose qua” affermò muovendo raffinatamente le braccia. Lo gnomo sussurrò nelle orecchie del gigante, il quale prima fece di no con la testa fissando allarmato il minotauro, poi, sotto l’insistenza dell’amico, acconsentì. “Senti, noi stiamo andando alla capitale per un concorso. Dobbiamo comporre un musical” “Musical?” “Esattamente e ci servirebbe una mano. Saresti disponibile?” “Certo che si. Piacere, il mio nome è Jean-Francois” “Lui è Golia, io sono TipTap. Il piacere è nostro” Il gigante diede una sgomitata allo gnomo. “Vai coniglietto e la prossima volta stai attento. Se vuoi un consiglio sincero da amica, ti suggerisco un prodotto che si chiama Borotalco. Alto va il sudore! Fidati funziona” disse il minotauro facendo l’occhiolino all’animale. I tre compagni ripresero il viaggio mentre il sole tramontava, ormai, all’orizzonte.



I tre viandanti erano ancora in viaggio per la capitale, quando Golia disse: “Ci siamo. Vedo le luci della città” Passarono circa cinque ore prima che si trovassero di fronte al cancello della capitale. “La prossima volta tieni presente che tu sei immensamente più alto di noi, soprattutto di me. Ora, prima di andare a dormire, devo sbrigare un piccolo affare: devo trovare un corpo di ballo che possa aiutarci per il musical. So dove c’è gente che può darci una mano, quindi seguitemi. Faremo presto” disse TipTap oltrepassando il portone delle mura della città. Attraversano una serie di stradine fino a giungere a una taverna, chiamata ”Notti losche”. Entrarono e immediatamente la musica, come un colpo di clava, li stordì. Intriganti elfe ballavano sensuali sui tavoli e sul balcone mentre piccoli folletti blu correvano qua e là, dirigendo giochi sporchi nelle varie stanze. Si avvicinarono alla locandiera: una gigante femmina si voltò verso di loro. “Desiderate?” “Senta, a noi servirebbero delle lucciole per piccoli affari, o meglio grandi affari. Quanto vuole?” chiese TipTap, esperto nel negoziare con gente simile. “Vediamo, quante te ne servono e per quanto tempo? Un’ora, due?” interpellò indifferente la gigante. “Fai una ventina per un mese” Alla risposta dello straniero la virago rimase a bocca aperta, perdendosi in pensieri allettanti. “Venti per un mese? Che costanza! Sono 2000 monete. Mah aspetta, non è che potrei esserti d’aiuto anch’io?” domandò speranzosa, fantasticando su ciò che l’avrebbe aspettata se lo gnomo avesse accettato. “Se proprio insisti. Potrei avere anche quei folletti?” Lo gnomo continuando a parlare, immerso nei suoi pensieri, non comprese l’equivoco. “Tutto ciò che vuoi bello” La gigante fissava seducente TipTap che con imbarazzo concluse velocemente l’affare. “Bene, domani mattina ci troviamo all’ufficio “Dall’amica fata” in via Rotta numero 69. Sai dov’è?” “69? Si, so come si fa... scusa, cioè, volevo dire so dov’è. A domani allora” Usciti da “Notti losche” Golia domandò confuso: “Lucciole?” “Si, sono un sottogruppo delle elfe ballerine specializzate in più generi musicali” rispose Jean-Francois. A TipTap venne in mente il bizzarro incontro con Vanna che gli aveva chiesto una consistente somma di denaro. I tre avventurieri poterono finalmente andare a riposare. Il giorno dopo li aspettava una giornata impegnativa.



Le tre dragone vigilavano furtivamente l’ufficio “Dall’amica fata”. Il loro compito era quello di limitare il più possibile le iscrizioni. Dovevano vincere a tutti i costi quella maledetta gara e per raggiungere il premio erano pronte a tutto. Il sole si levava costantemente nel cielo limpido e fino ad ora di partecipanti non c’era stata la minima traccia. Poi, dalla strada principale, arrivò un gruppo alquanto strano, capitanato da uno gnomo e un gigante; si recò dalla commessa che gli diede ogni informazione riguardo il concorso. Una volta allontanatosi, le spie presero il volo dirigendosi verso la loro base. La porta del salotto si spalancò violentemente e le tre dragone si buttarono esauste sul divano, accavallando le zampe. “Buongiorno Angeli” La voce arrivò da una speciale sfera posta sul tavolo davanti a loro. “Buongiorno Charlie” risposero in coro le compagne. “Cosa avete scoperto?” domandò la voce. “Un nuovo gruppo si è iscritto al concorso e sembra aver l’aria di voler vincere” “Ma non lo permetteremo” “Lo batteremo. Grrr. Ahhh. Yuppi. Siiii. Ha ha” Pollygru e Noria guardavano esitanti Belisama. “Brave, così vi voglio, a parte te Belisama, ma ormai il tuo è una caso disperato. Avete controllato quando si terrà il musical?” “Di notte” “Perfetto. La fortuna almeno questa volta è dalla nostra parte. Bene potete andare. Ciao Angeli” disse la voce compiaciuta. “Ciao Charlie” risposero insieme le tre colleghe.



Tutti i membri della compagnia erano allineati in riga mentre TipTap passava davanti a loro elencando le regole che si dovevano rispettare. “E con questo ho finito, possiamo cominciare le prove” disse picchiando il bastone sul palco. A ognuno venne assegnata la propria parte e dividendosi nei diversi gruppetti, si iniziarono i primi esperimenti. “Ma cara che bel completino. Cosa porti? Oh già perdonami, non si chiedono certe cose ad un fanciulla, come ho fatto a dimenticarmene. Però...” Jean-Francois parlava con una lucciola che lo guardava titubante. “…potresti farmi provare qualcosina. Dai non dirmi che non hai niente” “Si ma il problema è un altro. Non credo proprio che ti vada bene” ribadì l’elfa sorridendo vanitosamente. “Ah! Fai come ti pare. Ricordati che non sei nessuno, solo perché hai due bei “occhi” e un bel poggia-glutei non credere di ottenere tutto. Un giorno ti batterò” Il minotauro si voltò di scatto e si diresse verso le altre lucciole, speranzoso di trovare qualcuna che avrebbe condiviso con lui queste ricchezze. Nel frattempo le tre dragone osservavano lo spettacolo tenendosi ben nascoste. “Siete pronte? Entriamo in azione” disse Pollygru socchiudendo gli occhi in segno di sfida. Le fanciulle provavano la danza sul palco che vibrava energicamente ai loro balzi. All’improvviso l’impalcatura cedette sotto il peso delle ballerine che si ritrovarono in una piccola stanza con luce soffusa e strati di fumo nell’aria. I folletti, che un momento prima erano impegnati in una partita a strip poker, strillavano maledizioni in una lingua sconosciuta, poi, seccati, presero i loro averi e se ne andarono in un luogo tranquillo. “False magre” affermò Jean-Francois che non degnò loro più di uno sguardo. Il gigante sosteneva TipTap che, nello stesso tempo, montava la scenografia dello spettacolo. La gigante di “Notti Losche” contemplava incantata il fondoschiena dello gnomo. “Ancora un po’. Forza più su. Un pochino di più. No aspe” non terminò di parlare che il telo cadde sui due amici, i quali cominciarono a vagare alla cieca per la stanza. Golia cercò in tutti i modi di levarsi quel fastidioso impiccio, quando ci riuscì, senza badare a cosa stesse facendo, gettò il telo in cima al resto del gruppo. Nelle giornate seguenti accaddero altri incidenti, non solo alla compagnia di TipTap, ma anche agli altri partecipanti del concorso. Le dragone gioivano della loro missioni riuscite, riferendo ogni dettaglio al capo che, soddisfatto, le incoraggiava sempre più.



I giorni passarono in fretta e ben presto arrivò il momento che si attendeva da tempo. Il sipario si aprì e fata Marfisa si presentò sul palcoscenico. “Benvenuti signori e signore. E pure voi altri” I mezz’uomini le risposero con un cenno delicato della mano. “Sono molto contenta questa sera di presentare un’occasione così speciale, ma non perdiamoci in chiacchiere inutili, procediamo subito con il concorso. Purtroppo ci sono stati piccoli incidenti e le squadre che sono rimaste in gara questa sera sono solo due” Dalla platea si levarono i fischi. “Non sarà comunque un problema dato che queste due squadre fanno per cento ed eseguiranno un bellissimo spettacolo” La fata celava la sua preoccupazione con un sorriso forzato. “Lo spero per loro. Altrimenti faranno una brutta fine” aggiunse tra i denti in modo che nessuno la sentisse. Accompagnato da applausi entrò il gruppo di TipTap che si mise subito in postazione. La musica ruppe il silenzio che si era creato durante l’attesa e gli spettatori osservavano l’esibizione che infondeva loro una carica eccezionale. Tutto procedeva nel migliore dei modi e ogni membro eseguiva la propria parte alla perfezione. All’improvviso, però, entrarono in scena le tre dragone con una mossa speciale (alla Charlie’s Angel) invitando con un gesto di sfida gli avversari a farsi sotto. Si fece avanti senza timore Jean-Francois che, dopo un ripensamento sulla danza classica, si scatenò in un’esibizione di free-style. Noria, lo guardò con aria superiore, poi, sicura di sé, si lanciò in un pezzo di rock and roll. Golia si portò al centro del palco allontanando la dragona con una sculettata e cominciò a ballare il bugy-bugy. In risposta arrivò Belisama che, catturata dal fascino del gigante, eseguì un sensuale tuca tuca su di lui. TipTap e Pollygru notarono la particolare complicità dei due avversari e con fatica riuscirono a dividerli. Lo gnomo si fermò al centro della scena e mentre le elfe gli ballavo attorno, intonò una canzone. Le sfide proseguirono per molto tempo, fino a quando un membro della giuria interruppe lo show. “Scusate se tronchiamo così lo spettacolo, ma c’è un quesito che non siamo ancora riusciti a risolvere. Ciò che abbiamo visto fino ad ora è stato stupefacente. L’idea di questo gruppo di spezzare la prima scena con l’arrivo di tre nuovi personaggi e iniziare così una sfida è molto originale. Devo dire però che le nuove entrare sono di qualità inferiore rispetto altri, ma voglio comunque congratularmi con voi. Adesso volevamo capire: dov’è finita l’altra squadra che gareggia?” Le dragone non esitarono a chiarire le idee al critico con forti imprecazioni; quando ebbero terminato volarono via nell’oscurità. Marfisa stava premiando il gruppo dello gnomo, consegnandogli il talismano in palio, quando dal nulla apparve lo stregone, affiancato dalle tre dragone. “Ancora tu” affermò la fata sorpresa e seccata. “Lieto di rivederti. Sono venuto a prendere il talismano. Se tu non mi avessi maledetto e se quell’amuleto non fosse l’unico oggetto che possa neutralizzare la maledizione, di certo ora non sarei qua” disse il mago scocciato. Lo scontro iniziò all’istante. Marfisa e il gruppo di TipTap da una parte e Charlie e le tre dragone dall’altra. Uno spettacolo stupefacente in cui ognuno metteva a disposizione le proprie armi. Alla fine il primo gruppo uscì vincitore. La fata maledisse nuovamente lo stregone, così che di giorno fosse un asino e di notte un bradipo. Pollygru, Belisama e Noria, invece, furono trasformate in tre pinguini, finendo in un convento di clausura. TipTap conquistò molta fama, così come era stato predetto da Vanna, una volta tanto la veggente ne azzeccava una. Inoltre ottenne l’amore promesso: la gigante di “Notti Losche”, Brenda, si sposò con lui. Golia, invece, trovò l’anima gemella in una splendida lucciola. Jean-Francois aprì un centro estetico in concorrenza con l’elfa ballerina con cui aveva discusso durante le prove del musical. Infine i folletti blu fondarono il famoso casinò di Arriffallà. Mentre di quel che fece TipTap col talismano non resta che scoprirlo.




Titolo: Thingol - Il sogno di uno gnomo
Categoria: Racconti FantasyItalia
Autore: Staff
Aggiunto: May 12th 2006
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