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Le interviste ai vincitori di RiLL - edizione 2005

Non potevamo disattendere le aspettative nostre e di tutti i nostri lettori, e quindi eccoci qui a raccontarvi un’esperienza che ci piace condividere con tutti voi.
Anche quest'anno, infatti, abbiamo confermato la tradizione di Fantasyitalia nell’ essere sempre sulla notizia. L'appuntamento di Lucca Comics & Games, rivisto ad un mese di distanza, appare come un evento da ricordare, come solamente il mondo del fantasy sa rendere i grandi eventi.
Grazie alla collaborazione con RiLL, Riflessi di Luce Lunare, ed in particolar modo con Alberto Panicucci ideatore e grande mattatore del premio, durante la nostra gita a Lucca, abbiamo potuto intervistare i vincitori del premio come abbiamo fatto lo scorso anno.
In questa edizione 2005 della Fiera di Lucca Comics & Games, abbiamo voluto dare voce ad un evento che reputiamo particolarmente interessante, sia per il tipo di racconti che valuta, che per il numero di partecipanti. Una realtà che è cresciuta in questi undici anni, ma che non ha mai rinnegato le proprie origini ludiche ma anzi le ha rafforzate unendo a queste il contributo di prestigiosi collaboratori della Giuria Nazionale.
Ne sono la conferma di un grande successo, il sempre crescente pubblico al seguito, il grande successo dei libri che ne raccolgono i migliori racconti e il numero di partecipanti e aspiranti vincitori. Il tema fantastico viene sviscerato in ogni racconto, andando analizzando e confrontando esperienze personali, scene di vita quotidiana, oppure ancora rendendo verosimili scenari irreali e frutto dell’immaginazione di un ragazzo.

Rill si caratterizza per essere un premio letterario riservato ai racconti fantastici. Ad assicurare l'alto livello dei racconti e, di conseguenza, l'alto livello dei vincitori, l'ultima parola sulla decisione dei premiati viene espressa da una giuria nazionale composta da giornalisti, autori e altri esperti di letteratura fantastica. Tra i nomi di spicco di questa giuria ricordiamo Franco Cuomo, Luca Giuliano, Giulio Leoni, Piermaria Maraziti e tanti altri importanti nomi.

Fantasyitalia ha segnalato fin dal 12 ottobre i finalisti e vincitori del trofeo di quest'anno. Li ricordiamo:

- Primo classificato: Pari Opportunità di Francesca Garello
- Secondo Classificato: La nonna ed io di Marta Chini
- Terzo Classificato: PadreNostro 2.0 di Christian Antonini

Riportiamo qui di seguito un resoconto delle simpatiche interviste che ho fatto con i primi tre classificati al premio Rill 2005.

Anche quest’anno a grande richiesta Francesca Garello sbanca Rill. Questo potrebbe essere il titolo di un ipotetico articolo dedicato ad una grande appassionata del fantastico. Una grande scrittrice per passione che riesce ogni volta a stupirci. Questa volta lo fa trattando un tema apparentemente misterioso come può essere quello delle Streghe abbinandolo ad una locazione temporale piuttosto inaspettata: Benevento.
Anche le argomentazioni sono piuttosto originali ed inusuali per delle streghe, temi di ecologia contemporanea abbinati ad elementi molto più tradizionali come le pozioni magiche.
Pertanto, si potrebbe facilmente dire che questa è una storia di streghe dei nostri tempi, nella quale le tradizioni dei più anziani, si scontrano con l’avanguardia dei più giovani.
Le pari opportunità in un gruppo di streghe che sono messe ad un bivio… accogliere un novizio… uomo!
Comare Matteuccia, si trova ben presto a fare i conti con un certo John Hothorne, un uomo, per la prima volta nella storia della Congrega a volersi candidare. Naturalmente questo desta clamore in tutte le presenti! La storia lascia il lettore sensa fiato fino all’ultima riga, fino a quando Comare Melusina, stupisce tutte le sue colleghe e si comporta da vera Comare.
Francesca ci fa presente come i tempi cambiano, il progresso avanza e chi non si adegua resterà arenato!
Leggendo il racconto abbiamo anche riscontrato una sottile manifestazione di femminismo. Una sorta di affermazione della donna nonostante l’evoluzione ma allo stesso tempo la conservazione, di determinati valori, di certe attitudini in cui l’uomo potrebbe non riuscire. Elementi peculiari delle donne come la furbizia, la praticità e l’emancipazione che anche all’interno di un gruppo di streghe devono essere allenate e sempre allenate.
Un racconto in stile Francesca Garello, mi permetto di dire, semplicemente coinvolgente e fantasticamente coinvolgente.
Speriamo di portare fortuna a Francesca e di ritrovarla a Lucca per tante e tante edizioni ancora… chiaramente sempre sul gradino più alto.

La nostra chiacchierata si sposta sul web per parlare con la seconda classificata, Marta Chini che vince con il suo racconto dal titolo “La Nonna ed io”. Riportiamo di seguito lo scambio di idee che abbiamo avuto per e-mail.

F: Quindi Marta prima di tutto mi voglio complimentare, via etere, con te per il grande risultato ottenuto. Raccontaci come hai vissuto questa premiazione e cosa si prova a coltivare una grande passione e riuscire, al tempo stesso, ad ottenere dei grandi risultati in termini di consensi del pubblico.

M: Grazie. Ero molto emozionata, e lusingata anche. E' strano poi perchè io non sono una che si emoziona facilmente, ho parecchio sangue freddo in genere. Ma quando si parla di scrivere, di condividere con gli altri quello che scrivo è più difficile, è più intimo. Mi torna difficile far leggere le mie cose anche agli amici più stretti. E' stato confortante vedere l'atmosfera familiare e giocosa della premiazione. Penso che " la nonna ed io" sia una delle cose più nebulose e criptiche che ho scritto, sono stupita che sia piaciuto.

F: Nel tuo racconto "La nonna ed io", la protagonista vive un rapporto del tutto personale ed intimo con il suo più grande affetto, la nonna Eva. La sua intima sofferenza viene stemperata da questo legame forte ed intenso, da dove arriva l'idea di un racconto tra il presente, la vita quotidiana, ed il mondo del paranormale?

M: Allora. Direi che l'idea di fondere insieme soprannaturale e quotidianità più stretta è alla base della mia poetica, se posso permettermi di dichiarare una poetica, data la mia età e la mia consapevolezza ancora così acerba. L'effetto che ricerco è quello del contrasto, e dell'ironia di conseguenza. Mi sembra buffo che una persona che si ritrova a svolazzare nel suo salotto si preoccupi delle incrostazioni di polvere sopra lo stipite della porta. O l'immagine di una nonna non-morta che passa la scopa elettrica. E' la commistione di alto e basso, consueto e perturbante (per dirla con Freud) che mi attira. Diciamo che la mia protagonista usa la realtà, nei suoi aspetti più noiosi, più ordinari, come ancora per non andare alla deriva.

F: Leggendo la descrizione del carattere e dei lineamenti della protagonista quanto c'è di fantastico e quanto rispecchia uno stato da te personalmente vissuto?

M: Di certo non levito, non sono telecinetica, non subaffitto la cucina ad un poltergeist e posso assicurare che le mie due nonne sono in perfetta salute, acciacchi permettendo. La mia vita è molto più noiosa. Però c'è molto di me in lei (non sono nemmeno riuscita a darle un nome, se dovessi dargliene uno temo che sarebbe il mio). Condividiamo il sarcasmo, quel distacco che ti permette di tenere le cose e le persone ad una distanza di sicurezza, l'intelligenza penso, e un certo amore della solitudine. La storia che racconta è una storia di crescita, che si concretizza nel contatto con un altro essere umano. Ma è anche una storia di distacco dalla nonna, cioè da quei meccanismi di protezione che ti costruisci durante l'infanzia. I nuvoloni neri che fanno da cornice all'addio con la nonna sono il segno metafisico della fine di un epoca. E così mi sento anch'io, per motivi materiali e interiori, sulla soglia di una nuova epoca, in cui si fanno entrare certe cose e se ne abbandonano altre.

F: Quanto i tuoi studi e la tua passione per la parapsicologia ed il soprannaturale hanno influito nel racconto?

M: Totalmente. Diciamo che la parapsicologia e la magia sono il cemento e le travi con cui intendo costruire il palazzo. Quando ho scritto "la nonna ed io" avevo appena comprato un manuale di parapsicologia, ora mi sfugge l'autore, e lo stavo leggendo. Ho pensato: cosa succederebbe se una sola persona potesse sperimentare tutte queste cose? Sicuramente la prenderebbero per pazza. Sicuramente farebbe una vita d'inferno. Sicuramente sarebbe emozionante.

F: Da più parti affermi come lo scrivere costituisca per te un modo per rifuggire la realtà, perchè vuoi allontanare il piano a te più prossimo? Un semplice esercizio di fantasia grazie alla quale si riesce a trasformare e a neutralizzare gli effetti reali, oppure c'è dell'altro?

M: Non mi hanno mai convinta troppo i limiti che mi imponeva il mio corpo. Perchè se l'uomo desidera di poter volare non può semplicemente aprire le braccia? Perchè se sono arrabbiata non posso sradicare gli alberi e far franare i palazzi? Perchè se una persona muore non posso farla tornare indietro? Penso che sia un discorso connesso col potere. Un bambino, cioè l'essere creativo per eccellenza, vive in un compiaciuto stato di onnipotenza. La parte di me a cui do voce scrivendo è una parte che non si è distaccata ancora dal principio di piacere e dall'onnipotenza infantile. E poi, l'ho già detto, un mondo fatto di bollette, influenze, aspirapolveri, piatti da lavare è troppo noioso per essere l'unico mondo in cui vivere.

F: Alcuni lettori del tuo racconto, ci hanno confessato che hanno notato una certa "caoticità" della psiche della protagonista. Tu cosa ne pensi? Sono delle osservazioni coerenti con quanto intendi trasmettere nel racconto o solo una distorsione della reale psiche della protagonista?

M: La caoticità non è un effetto voluto, tutt'altro, penso che sia il principale difetto del racconto. Dipende dal fatto che l'ho scritto a più riprese, anche a distanza di giorni, e non sono riuscita a ricollegarmi bene allo stato d'animo precedente. Non hai idea di quante contraddizioni, errori, ingenuità ho trovato dopo averlo spedito. E' il mio problema storico, penso di essere brava a scrivere pezzi isolati (ho il computer pieno di splendidi inizi, e fini, di romanzi che non scriverò mai), ma ho grande difficoltà a mantenere una coerenza, una stabilità interna. Devo ancora lavorare tanto.

F: Carissima Marta, come mio personale commento, vorrei esprimere tutta la mia stima per una ragazza che dalla laurea giovanissima scrive fantasy, fa viaggiare la propria mente per non fossilizzarla nella realtà di tutti i giorni. Continua così perché crediamo che il modo giovane di scrivere non può che far bene a chi scrive ma anche a chi legge.

La temperatura nel padiglione affollatissimo del Lucca Comics & Games si fa molto calda, ma inesorabili cerchiamo Christian, Christian Antonini il terzo classificato del Trofeo.
Il suo racconto Padre Nostro 2.0 ad una prima lettura si caratterizza come una rivisitazione in chiave futurista e fantastica della preghiera più conosciuta.
Elementi che rientrano nel racconto sono la passione, la persecuzione e la morte di Gesù Cristo.
L’autore ambienta la storia nel futuro, in un universo parallelo dove regna una chiesa riformata che tutto governa e dirige e tutto stabilisce. Tra le sue decisioni c’è l’uomo, che è l’unico essere ad “esistere per volontà di Dio”, tutto il resto è “non allineato”.
Pian piano le ribellioni si fanno strada ed il contatto tra la chiesa riformista è praticamente inevitabile, un po’ come il fatto che un “uomo” si distinguerà dalla massa, che come Cristo viene perseguitato, torturato e ucciso.
La storia è un continuo ripetersi di eventi e di avvenimenti. Il semplice essere umano, così come il grande potere non riesce, nemmeno in un piano parallelo e futuro, a capire la ciclicità degli avvenimenti storici. Non riesce ad affrontarli senza opprimerli e distruggere i loro simboli. Come duemila anni fa, ora e sempre in eterno la storia si ripeterà!
Questo racconto potrebbe riassumersi con una frase: la verità è unica, al di là di ogni razza, tempo e spazio. Unica perché ora e sempre è sempre la stessa, al di la di ogni razza visto che da un uomo nasce la verità assoluta, al di là di ogni tempo e spazio visto che anche se si sfugge da questo tempo e da questo spazio, la verità non cambia.
Una forte misticità avvolge il racconto di Christian Antonimi, un alone di verità che ci fa ragionare sul vero senso della vita e sul senso della storia.
Complimenti davvero per un terzo posto che sa di grande vittoria.

Questa edizione del Trofeo RiLL è stata uan grande conferma. Una conferma prima di tutto di esserci ancora dopo un anno, cosa non da niente visti i sacrifici e i salti mortali che ogni giorno si fanno per andare avanti. Altra conferma è stato RiLL, la nostra collaborazione con Alberto, che non ha esitato un istante a confermarci la sua fiducia e quella di tutta l’organizzazione.

Fin dal 1993 Riflessi di Luce Lunare è diventato un punto di riferimento nel mondo del fantastico, avvalendosi di volta in volta di grandi collaboratori che hanno impreziosito la manifestazione trasformandola in un vero e proprio premio letterario. Speriamo che il Trofeo possa continuare ancora per molti, molti anni senza tradire le proprie origini di intento ludiche e allo stesso tempo riuscendo a diffondere il fantastico nelle menti di tutti noi.
Non bisogna mai dimenticarsi come la fantasia faccia parte delle menti umane e solo grazie a questa si possa progredire verso un futuro migliore.




Titolo: Le interviste ai vincitori di RiLL - edizione 2005
Categoria: Eventi e Avvenimenti
Autore: PaNoRaMiX
Aggiunto: November 25th 2005
Viste: 6797 Times
Voto:Top of All
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