Era buio, quella mattina. Seppure il sole fosse già alto nel cielo, l'Elfo Scuro vedeva il mondo avvolto nel sensuale abbraccio delle tenebre.
Di fianco a lui, la scura forma rannicchiata del Nano si stava muovendo. I primi raggi di luce avevano colpito il suo volto, e lui non vedeva solo tenebre, lui era una creatura della luce, seppure il suo popolo l'avesse rinnegata per scavare la terra nelle sue profondità, alla ricerca del Seno della Madre, la fonte della vita eterna e dell'eterna gioia...
Ma a lui non importava nulla della ricerca dei Nani, della loro vita nei sotterranei, del loro onore... nulla di tutto ciò contava, e si ritrovò di nuovo a domandarsi perchè il Nano fosse con lui.
Il ricordo era vago, indistinto, come se fosse trascorso moltissimo tempo e la sua bruma fosse calata sull'avvenimento, eppure lui era certo che quella figura fosse con lui da non più di tre giorni.
Si massaggiò le tempie con la mano sinistra. Ecco, il mal di testa tornava sempre quando pensava al Nano e al loro incontro... cominciava a pensare che in realtà il Nano altri non fosse che un Messo Divino per guidarla lungo la strada.
Già, la strada, la sua strada... chissà perchè, quel sogno e quel giorno maledetti, che avrebbe voluto dimenticare, erano vividi nella sua memoria, immagini che lo schiaffeggiavano ogni giorno, che ogni giorno lo persegutavano...
Il sangue rosso che lordava le sue mani, la sua tinta che sbiadiva dal rosso cupo al nero, i colori del mondo che lentamente scivolavano nell'oblio delle tonalità del nero della notte.
E poi la voce, tonante, poderosa, che eruppe dal cielo, che la malediceva nel nome della luce, mentre dentro di lui si insinuava il caldo abbraccio delle tenebre...
Lo sapeva che non poteva voltarsi indietro, lo sapeva che il tempo non si guardava indietro, mai... lo sapeva, eppure molte notti ancora desiderava di tornare al suo villaggio quel giorno e di dirigere il pugnale verso il suo cuore, non verso quello di sua sorella, e poi di suo padre, e poi di sua madre, e poi verso tutto ciò che si muoveva e che di vivo c'era in quel luogo, verso ciò che la sua delirante furia assetata di sangue odiava...
Ma la strada percorsa era troppa, e quella che ricordava così vividamente, altro non era che un passo, solo il primo piccolo passo per diventare un
SIGNORE DELLE TENEBRE