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Eugnas - La caduta di Arkantala

EUGNAS

La Caduta di Arkantala






PROLOGO



Shanan percorreva il corridoio con rinnovata eccitazione. Da un paio di giorni ormai gli esperimenti erano conclusi e il composto non era mutato.La temperatura era finalmente stabile, e sul fondo era visibile il mucchietto di score, non restava altro che filtrarlo. La quantità di sangue rimasta non sarebbe bastata per un altro tentativo, fortunatamente un altro tentativo questa volta non era necessario. L’elfa procedeva a passo sostenuto verso il laboratorio della biblioteca, dove la attendevano Jean e gli altri per terminare la lavorazione. Immersa nei suoi pensieri sorrideva compiaciuta tra se e se, l’eco dei suoi passi e la fretta le impedirono di udire il cigolio di una porta che si apriva sul corridoio. Qualcuno sgusciò fuori dalla stanza appiattendosi contro la parete e, sfruttando le numerose nicchie si tenne accuratamente nell’ombra. Seguire l’elfa si rivelò piuttosto facile, era troppo presa dai suoi pensieri per badare a lui. Anche se si fosse voltata avrebbe visto solo una tunica azzurrina , troppo familiare perché potesse destare sospetti.

Shanan raggiunse il laboratorio e vi entrò senza esitare , bene attenta a non urtare la preziosa boccetta , chiuse la porta alle sue spalle. Il suo pedinatore rimase in paziente attesa.
Ci volle un intero pomeriggio per vedere la porta aprirsi nuovamente. Dall’oscurità di una nicchia osservò uscire Shanan, il vecchio bibliotecario Jean, Metallum e altre due figure vestite di Verde scuro con un enorme sole disegnato sulla tunica. Osservò a lungo questi ultimi due, le descrizioni corrispondevano a quelle dei due Mestri, non li aveva mai visti prima benché fosse li da oltre un anno ormai. Draco scosse il capo, poco importava chi ci fosse li dentro a dire il vero, quello che gli interessava era che non restasse nessuno. Quando fu sicuro che il corridoio fosse libero, tese l’orecchio attendendo ancora qualche minuto. Calma totale…il ciarlare dei suoi colleghi si era allontanato con loro e non parevano intenzionati a tornare, almeno per il momento. Ma aveva comunque poco tempo, doveva essere veloce, doveva stare attento, un errore e tutto sarebbe stato compromesso. Sgusciò all’interno della stanza il più silenziosamente possibile. Il buio era totale. La biblioteca aveva una sola ampia finestra, ma le tende erano tirate e troppo spesse perché la debole luce della luna potesse filtrare. Il laboratorio si trovava dietro l’enorme libreria di tomi sulle razze. Draco fu costretto a procedere tastoni, forse avrebbe dovuto portare una piccola candela, ma qualcuno avrebbe potuto notare la luce. Meglio non rischiare, non poteva concedersi errori. Avanzava piuttosto velocemente, aveva passato parecchio tempo in quel luogo con la scusa di consultare i libri. Ora lo conosceva abbastanza bene da sapere con sicurezza dove si trovavano i tavoli e dove l’entrata al laboratorio, nonostante il buio fittissimo.
Raggiunta l’apertura dietro l’enorme libreria si infilo’ all’interno costeggiando la parete destra. Con sua sorpresa,nell’altra stanza, una lucina, omogenea e ballonzolante, pareva scaturire dalla credenza a vetri nella sezione pozioni. Istintivamente,credendo di essere stato scoperto, tentò di nascondersi indietreggiando velocemente dietro lo stipite della porta . Ma , passati pochi secondi, si accorse di aver preso un abbaglio,non c’era nessuno in quella stanza.Cautamente si avvicinò di qualche passo e notò il gruppetto di lucciole rinchiuse in numerose boccette su un ripiano della credenza, sospirò sollevato e iniziò a guardarsi intorno, grato al fato per avergli concesso quell’inaspettata fortuna.
Girò un buon quarto d’ora frugando con cautela tra le numerose ampolle e le credenze.Non riusciva a trovare il composto. Iniziò a chiedersi se non l’avessero portato con loro, del resto ci lavoravano da mesi, era il loro esperimento più prezioso, la loro creazione più pregiata, perché non avrebbero dovuto custodirlo altrove? Magari nelle stanze dei Maestri. Erano protette da incantesimi quelle…nessuno poteva entrarvi. Impreco sommessamente dandosi dello stupido per non aver considerato quella eventualità. Stava già per rinunciare quando si ricordò delle parole di Shanan durante le lezioni sui Draghi . Si compiacque della brillante intuizione e andò dritto alla porta della carbonaia, vi entrò, attento a non sporcarsi la tunica di fuliggine, e raggiunge l’Athanor. Quella parte della stanza era particolarmente calda, constatò, doveva essere li per forza. Lo sguardo cadde su un anonimo mobiletto a quattro ante verticali appoggiato alla parete a ridosso del fuoco eterno. Con frenetica aspettativa lo apri. L’ampolla color oro era li davanti a lui, un vetro pregiatissimo e incredibilmente resistente. Il liquido all’interno non era visibile, ma a Draco bastò prenderlo in mano per sapere che la boccetta era piena. Quando la ebbe tra le mani fu colto dal panico.Probabilmente la pozione era stata protetta da qualche incantesimo, oppure c’era una trappola che sarebbe scattata da un momento all’altro. Con ansia crescente e la paura di essere scoperto da un momento all’altro, prese a guardarsi freneticamente intorno, tese l’orecchio. Niente…tutto taceva. Forse no, forse si era sbagliato,si disse.Si fidavano troppo quegli sciocchi, non sospettavano di nessuno dei loro apprendisti. Consideravano la loro fabbrica assolutamente al sicuro. Sogghignò soddisfatto e, silenzioso come era entrato, usci dalla biblioteca, percorse il lungo corridoio fino al grande terrazzo e si appoggiò alla parete sinistra. Li attese come gli era stato detto.
Passò solo qualche minuto ma a Draco parve un’eternità.Si guardava intorno con ansia temendo che qualcosa andasse storto. Del resto lui era solo un uomo, un povero piccolo uomo che si era invischiato in un affare piu grande di lui. Iniziava ad aver paura, e se non fosse venuto? Se l’avesse lasciato li con l’ampolla in mano? Non avrebbe nemmeno avuto il tempo di rimetterla al suo posto, poteva sentire i rumori al primo piano, dovevano essere i suoi colleghi che si riunivano nella sala delle udienze. I Custodi li avrebbero raggiunti tra poco per dare a tutti la grande notizia. Non aveva piu’ tempo…non aveva piu’ tempo.
Mentre i suoi pensieri si incupivano schiacciandolo come un masso, un’ombra si distaccò dalla parete dove era appoggiato .Strisciò sinistramente fino al suo fianco, non un rumore,non un respiro si udiva, solo un lieve fruscio provocato dalle lugubri vesti nere "hai quello che ti ho chiesto" proruppe una voce gutturale, spaventosamente profonda. Draco si voltò di scatto, l’ampolla quasi gli scivolò di mano per lo spavento. Fissò la cupa oscurità di quel nero cappuccio che ora aveva di fianco, gli sembrò di vederlo ghignare.Rabbrividì fino al midollo riuscendo solo ad annuire brevemente. Allungò la boccetta d’orata e l’Ombra la afferrò, con un movimento leggero ed elegante la fece scivolare tra le pieghe del mantello.
"Bene" continuò l’Ombra "non sei stato visto vero?" non pareva essere una domanda a dire la verità, era chiaro che quella creatura non avrebbe ammesso una risposta diversa dall’affermazione che tentava di far passare per domanda "naturalmente, nessuno mi ha visto" in quel momento si rammentò che, nella fretta, non aveva richiuso la porta della carbonaia, ma credette che non fosse il caso di dirglielo. "Hai fatto ciò che l’apocalisse Nera aveva richiesto, sarai ben ricompensato umano" la voce dell’Ombra era cosi spaventosa che quelle parole suonavano più come una minaccia, che non come la promessa che Draco sperava di veder mantenuta. Nuovamente annui. La creatura lo fissò ancora un istante, l’uomo ebbe l’impressione che gli stesse sondando l’anima,sentiva accartocciarsi le budella ma si sforzò di restare calmo, trattenne il respiro e attese fino a quando la creatura non decise di andarsene, fondendosi con l’oscurità da cui era venuta scomparve dal terrazzo della fabbrica.
"Che fai Draco?" l’uomo raggelò udendo il proprio nome, temeva che qualcuno lo avesse visto.Si voltò di scatto, bianco in volto e tremante guardò chi lo stava chiamando. Marion era li, sull’entrata, che lo guardava perplessa, Draco si costrinse a sorridere "oh Marion, nulla prendevo un po’ d’aria, ho uno…uno strano fastidio allo stomaco" la ragazza dovette credergli perché ricambiò candidamente il suo sorriso e lo raggiunse prendendolo sotto braccio "va bene, vedremo di farti preparare un infuso alle erbe allora…ma dopo, adesso dobbiamo correre nella sala delle udienze, i Custodi hanno delle novità" il tono di Marion lasciava trasparire una certa eccitazione "credo abbiano terminato la pozione della Viverna sai?" gli annunciò con aria solenne . Draco, intanto, si era tranquillizzato notando il comportamento gioviale di lei, perciò gli riuscì di improvvisare, senza fatica, un’espressione stupita "davvero?" domandò appoggiando la propria mano su quella della ragazza mentre rientravano.





Titolo: Eugnas - La caduta di Arkantala
Categoria: Racconti FantasyItalia
Autore: Amberlee
Aggiunto: August 4th 2005
Viste: 1829 Times
Voto:Excellent
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