Category: Racconti FantasyItalia
Review Title: La Lama spettrale


"Corri giovane mago, scappa dalla tua tomba. Quel che ti circonda non è affar tuo, l'importante è che corri. Non voltarti indietro, o le belve ti divoreranno.
Sei l'unico rimasto integro in queste nebbie, che un tempo lasciavano spazio ad una città splendente come il sole stesso.
Come riesci, a scappare ancora?? sono anni ormai, che non ti fermi. Abbandonati a noi, lascia che il nostro abbraccio ti riconduca alla tua nuova dimora... per sempre.
non vuoi??? Bene, giovane mago. Scappa, scappa. Tanto lo sai che sei gia tra noi. scappa pure, ma non potrai mai lasciare le nebbie. Prima o poi ti troveremo. nessuno scappa dalla lama spettrale.

Cosa c'è? dubiti?? allora ragiona... da quanto sei qui?? da quanto non mangi?? eh eh eh... sei davvero vivo, giovane mago???? AHA HA HA HA HA AH AH"
***
Elam si svegliò di soprassalto, nel cunicolo ultimo suo riparo. erano anni che faceva sempre quel sogno. Ormai la sua mente era inorridita da ciò che vedeva ogni giorno, oltre quei 10 metri di nebbia che da troppo gli impedivano di vedere il sole.
In quel luogo, elam pare fosse l'unico ad aver mantenuto la ragione. tutti li erano impazziti. alcuni non ragionavano, altri divennero scorbutici, subdoli, avidi e meschini. La vita era difficile negli anni d'oro di quella città ormai in decadenza.
La magia del mago gli permise di sfuggire dalle migliaia di abitanti di quel luogo ora diventati strisciatori. Era questo il nome che elam diede loro. Mostri, senza cervello nè cuore, ma solo con un insaziabile istinto di insensata sopravvivenza. insensata perchè pare non avessero realmente bisogno di nutrirsi, ma più digiunavano, più parevano sprizzare crudeltà, in ogni movimento. Alcuni strisciatori erano lenti, e facilmente eludibili, ma molti altri invece erano ossi davvero duri.

Quando accadde tutto... quando le nebbie scesero sulla terra oscurando il sole, le persone cominciarono a impazzire; qualcuno si suicidava, in preda alla pazzia. Le madri uccidevano i propri figli, e alcuni uomini si mangiavano a vicenda. Solo il giovane mago sembrò restare sano di mente. Scappò via da qual delirio, rifugiandosi nella dimora del suo più caro amico, avventuriero e compagno di mille e più imprese.
La casa era spoglia e vuota. tutto cadeva miseramente a pezzi, tranne un enorme orologio a pendolo.
Elam ricordava quell'orologio. Era un suo dono, a quell'amico.
DONG.... DONG.... DONG... le tre di notte.
"ELAM!!!!! GUARDAMI??? COSA DIAVOLO MI SUCCEDE DANNAZIONE!!!" Elam Si voltò di scatto, e vide il suo compagno dai capelli corvini, i quali ora stavano per essere rimpiazzati da piume. il suo volto era ancora bianco come un tempo, ma sembrava assumere consistenza vitrea. I suoi occhi cominciavano a diventare rossi, e l'iride gialla. l'uomo lacrimava sangue. era a dorso nudo, e da dietro le spalle era possibile vedere un paio di ali nere, che cominciavano a crescere.
Elam inorridito si allontanò di qualche passo, sbattendo con le spalle contro l'orologio a muro.
"PARLA FOTTUTO MAGO COSA MI SUCCEDE!" Ira... Elam cercò di formulare un incantesimo per scappare via di li il più velocemente possibile, ma il compagno ruggì come un leone, e veloce lo afferrò con le mani, che ora si accorgeva essere artigliate. la sua potenza era straordinaria. La sua velocità ineguagliabile. Mai elam vide tanta potenza e velocità in lui, nè in nessun'altra creatura.
"HO DETTO PARLA!" Ripetè il compagno con voce mutata e grottesca!
Elam cercò di farfugliare qualcosa, ma il compagno, senza accorgersene continuava a stringere sempre di più.
Le forze sembravano abbandonarlo, lentamente, ma inesorabilmente. Le ultime cose che vide erano le lacrime dell'amico. Le ultime parole che udì furono "perdonami Elam!"

Quanti ricordi. Pensava il mago. Il giorno dopo si ritrovò a terra avanti all'orologio. Si alzò toccandosi la gola, che non gli doleva. Non avvertiva nè caldo, nè freddo. ma una lieve sensazione di paura che mai lo abbandonava. A fatica uscì fuori dalla dimora del compagno. di lui non vi era più traccia.
Da allora, Elam scappa tutt'ora senza meta, speranzoso di poter uscire da quelle nebbie. Pregò ogni giorno, ma in quel luogo, gli dei avevano paura di entrare.
Solo quel sogno lo accompagnava ogni notte, quando si fermava per riposare. e quelle parole, lo spingevano a continuare correre:

"Prima o poi ti troveremo. nessuno scappa dalla lama spettrale."
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