Fantasy Italia - Vroengald part II

Ormai è passato molto tempo da quando Vroengald giunse nelle terre di Dersalan come un viandante, un ramingo. Fino ad ora ha impiegato il suo tempo ad allenarsi duramente, affrontare avversari e ripulire le foreste dalle creature oscure.
Arrivò il giorno in cui venne accolto dal clan degli elfi, giorno felice e pieno di allegria, dove Vroengald conobbe tante persone nuove e riscoprì la bellezza di vivere una nuova vita a contatto con i suoi simili.
Capitano però le volte che il passato riemerge dalle tenebre, incitando il proprio cuore a guardare più in la del buio. Ed è ciò che ha fatto il giovane elfo. Una sera scrisse una missiva alla sua capoclan Keyla, nella quale spiegava i motivi della sua partenza: la morte di sua madre avvenuta quando lui era venuto al mondo, aveva lasciato in lui un vuoto che non riusciva a colmare. Per questo decise di tornare nella sua terra, per scoprire chi fosse la persona che gli aveva donato la vita.
Nele sue ricerche scoprì una tremenda ma affascinante verità: sua madre era un Drow, elfo oscuro. Ma non fu questo a sconvolgerlo. Scoprì infatti che quando suo padre decise di passare il resto della vita con sua madre, sia elfi che drow non accettarono l'unione, di conseguenza non vollero più avere a che fare con i "traditori". La cosa che però fece infuriare Vroengald, era che nonostante fosse stato allontanato dalla sua gente, Enogald aveva sacrificato la vita per salvare migliaia di elfi, fratelli che gli avevano voltato le spalle.
Tornato a Glorfindal, Spedì una missiva di congedo al clan degli elfi e per un pò di tempo restò in piena solitudine, trovando compagnia nelle tenebre della foresta. Allora decise. Su esortazione di Arya la drow entrò a far parte de la casata dei drow, e da allora è cominciata la sua scalata al potere, con l'obbiettivo di riportare agli antichi splendori la razza drow, e vendicarsi degli elfi che tempo addiettro li cacciarono dalla superficie per confinarli nelle viscere della terra dove la loro rabbia crebbe a dismisura.