Category: Le biografie degli utenti
Review Title: Adrianne della Casata De Mordrey


«Adrianne... Adrianne...?» una voce in lontananza chiamava questo nome ripetutamente in cerca di una risposta...
Adrianne De Mordrey, questo era il suo nome completo. Il nome con cui i suoi compagni la chiamavano, ma in fondo poi che ne sapevano di lei? Che era una chierica e poi? ...Poco più sulla sua unione a questo gruppo d’avventurieri in cerca di una vendetta... Vendetta che non era la sua; sì perchè lei ormai il suo compito l'aveva già assolto, punendo come si doveva gli orchi che avevano distrutto il tempio dedicato a Helm... Il tempio in cui lei stava imparando a essere devota a una divinità... ma non una divinità qualsiasi proprio a Helm il Dio che aveva sempre guidato la sua famiglia i De Mordrey per generazioni e generazioni di avventurieri uomini. La sua storia ormai è persa nella mente, ben sepolta per non essere raccontata ai suoi nuovi amici di 'venture'... nè a nessun altro...
Adrianne nacque in una notte di novembre, fuori pioveva molto e la luna era coperta da grosse nuvole nere che sembravano non annunciare niente di lieto; il padre Guiton II sperava di avere un maschio come capitava da un po di generazioni nella Casata De Mordrey di WaterDeep. Sapeva già tutto quello che avrebbe fatto... quello che sarebbe stato il percorso durante la vita di Guiton III tant'è che aveva già programmato gli studi e stava anche pensado a quale altra Casata legare i De Mordrey con una bella moglie.
Ma, ahimè, quando le balie portarono la piccola per farla ammirare al padre, esso si rifiutò di prenderla in braccio dicendo che non era possibile tutto ciò e che la sfortuna aveva annunciato la sua venuta in quella casata. La madre stanca per il doloroso parto scelse il giorno seguente il nome della piccola e cercò di parlare al suo Signore che non volle sentir ragione.
Il tempo passò velocemente e nonostante i tentativi di Guiton II la sua sposa, Margarate, non rimase più in cinta, piano piano egli si rassegnò a non avere un figlio maschio, ma invece di guardare alla splendida figlia avuta da un matrimonio bellissimo si guardava in giro per cercare qualche giovine adatto a prendere il ruolo dei De Mordrey nella società di WaterDeep.
Spesso Adrianne si chiedeva come mai il padre non la degnasse nemmeno di uno sguardo e un paio di volte aveva anche chiesto a sua madre il motivo di tale cosa, ma ella cercava sempre un motivo per non rispondere mai direttamente alla figlia.
Continuò a crescere la piccola sempre accanto a sua madre ma sentendo un vuoto nel cuore...
Giunta ad un'età in cui s’iniziava a pensare al proprio futuro Adrianne pensava visto i suoi studi dedicati alle conoscenze di diventare una letterata.
Ma il destino aveva in serbo per lei un'altra strada: accadde in una notte d'inverno...
Adrianne e la madre si erano recate nella residenza di campagna perchè la madre si era ammalata.
Durante la notte la donna si era sentita peggio così Adrianne, per andare a chiamare un guaritore nel villaggio vicino, prese un cavallo e mentre stava ritornando col guaritore notò che qualcosa non andava; nei pressi della casa vide un'ombra muoversi. Scese da cavallo velocemente e, cercando di fare il più piano possibile, tentò di aprire la porta della casa e notò che era stata sfondata, non battè ciglio e si recò immediatamente nella stanza della madre non trovandola nel letto. Spaventata ma in preda alla collera corse nella stanza del padre aprì un enorme baule da cui prese un'arma... una spada bastarda avvolta da un fascio di aura gelida. Urlò al guaritore di armarsi e uscì dalla casa in cerca del rapitore... Provò a cercare delle tracce, e a forza di tentativi nulli riuscì a intravedere qualcosa, corse dietro a quelle che a lei sembravano segnali per trovare la sua amata madre. Giunse nei pressi di un piccolo cimitero; si nascose dietro a dei cespugli. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare e riportare a casa la sua unica famiglia, sì perchè ormai sapeva benissimo che suo padre non l'aveva e non l'avrebbe considerata come una figlia, anche se non capiva il motivo pensò che forse avesse qualcosa che non andava... forse anche nei suoi lineamenti ma scrollò via quell'idea dalla testa e cercò di concentrarsi e di essere lucida per salvare sua madre. Per un attimo pensò pure di voler il padre al suo fianco, ma ricacciò indietro anche questo pensiero. Iniziò a scrutare nel buio, era sola… Il guaritore era troppo vecchio per lottare con lei, così armato gli aveva ordinato di rimanere nella casa. Non vedendo nulla decise di avvicinarsi, anche perchè non poteva stare con le mani in mano... voleva farla finita velocemente, sapeva che era inesperta quindi pensò di usare l'astuzia come arma vincente. Sentiva delle voci in lontananza e addentrandosi nel cimitero vide una cripta aperta, ascoltò un attimo fermandosi, immobile senza battere ciglio... le voci anzi i mormorii venivano da dentro la cripta. Non sapeva nemmeno quanti erano e sopratutto chi erano, era una follia. Entrare lì significava morire forse, anzi, quasi sicuramente, ma pensò che era meglio almeno combattere per l'amore di sua madre l'unico che conosceva che scappare via come una vigliacca. Per un'istate sembrò che il tempo si fermasse e che solo lei fosse 'sveglia' una luce le apparve e udì delle parole: «Sono in 5 entra e combatti». Si guardò attorno impaurita non vide e non udì nulla se non i soliti mormorii, era forse pazza? Magari la voce aveva ragione, o forse era la sua fantasia a parlare? Del resto era inutile stare lì si fece coraggio e varcò la soglia della cripta. Spaventata cercava di stare più lucida possibile all'ingresso non trovò nessuno solo delle fiaccole accese sulle pareti, impugnava la spada ma non avendolo mai fatto prima le risultata un po’ pesante ma si fece di nuovo coraggio. Guardò attorno e vide un corridoio, lo imboccò. Nei suoi movimenti era molto fluida aveva una corporatura nè troppo grande nè troppo piccola una persona proporzionata in tutte le sue parti, il cuore batteva all'impazzata sembrava scoppiarle dal petto iniziava a vedere la fine del corridoio... prese un grosso respiro... si affacciò un poco lungo la parete erano davvero in 5!!! Si stupì di questa constatazione le davano le spalle. Si ritirò immediatamente indietro cercando di respirare con regolarità. Erano uomini. Poteva farcela da sola? Ricacciò via il pensiero balenato nella mente. Decise di provare a guardare di nuovo per vedere dove era la madre... prese un altro bel respiro e si affacciò di nuovo... sua madre era al centro immobilizzata... era un rito!!!!!!!!! Cercò di sforzarsi a riconoscere i simboli... ci mise un po’... ma li riconobbe le sembravano i simboli del Dio Bane... se non ricordava male. Si nascose di nuovo dietro la parete... «Pensa Adrianne, pensa... dannazione..» Si diceva fra sè e sè. Non trovò nessuna tattica da eseguire, del resto lei non aveva mai neanche impugnato un'arma!!! Senza neanche pensare, sta volta si lanciò verso l'uomo più vicino a lei senza rendersi conto dei propri movimenti come guidata da una mano esperta riuscì ad uccidere il primo dei cultisti. Gli altri si resero subito di quello che stava succedendo i tre più vicini ad Adrianne si gettano in una lotta contro di lei che come può riuscì a schivare qualche colpo quando nel schivare un colpo diretto di spada Adrianne subì una ferita alla gamba sinistra. Il quarto cultista non ci pensò nemmeno un attimo afferrò una spada e squarciò il petto dell'ostaggio lanciandosi poi verso la giovane urlando furibondo per l'interruzione del rito. La giovane che vide la scena lanciò un urlo di dolore e le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi blu. Si trovò presto circondata e ferita, stanca e nel contempo arrabbiata, desiderosa di vendetta. Nella sua testa una voce, la stessa aveva già sentito pochi minuti fa le sussurò: «Attacca il cultista alla tua destra... ti guiderò io...». L'istante successivo Adrianne si lanciò verso quello che la voce le aveva sussurrato riuscendo a ferire l'uomo con un taglio profondo alla gamba ed esso cadde a terra urlando, Adrianne di sfuggita vide che la gamba dell'uomo si stava avvolgendo di ghiaccio. Ne rimanevano tre, quando da lontano un urlo di battaglia tuonò nella stanza... era giunto suo padre. Entrò nella stanza correndo quando si rese conto di quello che era successo si lanciò nella lotta uccidendo un altro cultista poi sdegnato urlò ad Adrianne: «Tu non sei degna di quella spada la 'semprevigile' lasciala e vattene. Ecco perché non ti volevo ma volevo un maschio». A quelle parole Adrianne capì e la sua vita le passò davanti agli occhi... ma era decisa a non mollare e a non scappare. Fu cosi che lottò e fece per la prima volta qualcosa con suo padre affianco. La lotta dette la ragione al padre alla figlia, ma quella fu l'ultima volta che i due furono così vicini... per il padre Adrianne non era altro che la causa della sua infelicità e della morte dell'amata consorte; ma lei prese una solenne decisione quella di fare della sua vita un'altra De Mordrey chierico.
«Adrianne... Adrianne...?» una voce in lontananza chiamava questo nome ripetutamente in cerca di una risposta...
Adrianne si risvegliò con la voce del Nano Torn, compagno d’avventure, nelle orecchie che la chiamava insistentemente...
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