Ecco, finalmente, il secondo libro dell’eredità.
Devo dire che ho ricordato l’uscita del magico continuo di Eragon solo quando, alla fiera di Lucca, sono quasi andata a sbattere contro una gigantografia del drago rosso di Eldest, e mi sono lasciata andare in un esclamazione abbastanza evidente (la gente intorno si è girata a guardarmi). Così ho messo da parte gli altri libri acquistati e mi sono letteralmente gettata sul racconto che, come il primo, si è dimostrato all’altezza di tutte le aspettative.
Devo nuovamente complimentarmi per l’immagine di copertina e per le varie poesie e canzoni all’interno del libro, come per gli idiomi fantastici usati, che non sono rimasti “superficiali” come nel primo volume ma si sono evoluti in vere e proprie lingue.
Calano le tenebre…
Le spade si incrociao…
Il Male regna.
Il racconto continua esattamente dal termine del primo libro. Il peso delle esperienze passate grava sulle spalle di Eragon che, ultimo cavaliere di Alagaesia, deve ultimare il suo addestramento nella meravigliosa capitale elfica Ellàsméra , in cui umano e drago non mettono piede da centinaia di anni, qui il cavaliere subirà trasformazioni nel corpo e nello spirito, indispezabili per il confronto finale con il malvagio sovrano. Durante il viaggio i protagonisti si addentreranno nel territorio dei nani incontrando i vari clan e membri che potranno aiutarlo o ostacolarlo nel suo cammino.
Eragon dovrà scegliere i suoi alleati e districarsi fra i tanti complotti che lo attendono nella politica dei Varden, caduti in una crisi da cui si dovranno riprendere in fretta.
In parallelo continua la storia di Roran, cugino di Eragon, che, rimasto senza padre, non si spiega la scomparsa di colui che considerava suo fratello e che ha abbandonato il suo villaggio per seguire un vecchio cantastorie di nome Brom. Ospite di amici nel piccolo villaggio di Carvahall, vorrebbe ricominciare da zero ricostruendo la fattoria di suo padre, ma verrà convolto in un avventura ai limiti dell’impossibile che lo porterà molto lontano dai suoi desideri.
Tranelli, inganni e incredibili colpi di scena si susseguono senza fine intrecciandosi nelle vite dei due protagonisti.
Questi si ritroveranno plasmati dalle molteplici avventure e sfide che si celano sul loro cammino e che determineranno la sorte del regno di Alagaesia.
Una magica storia tra un Cavaliere e il suo Drago, legati nell’anima e nella mente da un amicizia inseparabile.
Meravigliose le descrizioni della città eflica e dei suoi abitanti cosi come degli edifici. A mio parere Paolini ha dipinto nel modo giusto quella civiltà intrisa di magia che è la civiltà elfica.
Ancora una volta sono contentissima del ruolo dei Draghi in questa storia che sono sempre in primo piano. Il lettore si lega soprattutto alla magica dragonessa Saphira di cui l’autore descrive minuziosamente pensieri e sensazioni.
Ho solo una critica da fare per quanto riguarda la fluidità del libro nei primi capitoli, è un po’ forzato infatti il cambiamento da un personaggio all’altro, errore che viene subito corretto nei capitoli successivi.
Insomma un altro capolavoro della letteratura fantasy per tutti gli appassionati di questo genere, e un altro incredibile successo per Christopher Paolini autore emergente che sta scalando velocemente la vetta del successo.
Se onr sverdar sitja hvass!Un du evarìnya ono varda.
(Che la tua spada resti affilata, e che le stelle ti proteggano)
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