Category: Le biografie degli utenti
Review Title: Il Guardiano di Tarsharn


Freddo. Il corpo pallido e palpitante di Grumak giaceva sul terreno pregno di acqua e la pungente sensazione di morte stava ormai trasalendo come ghiaccio nelle sue vene ancora calde. La pioggia ticchettava sulla sua armatura argentea, dilaniata dai colpi inferti dai terribili morti viventi. Lo avevano lasciato lì, ormai impotente, quasi a schernire volutamente la poderosa razza dei dragonblood, proprio loro che vivevano soltanto nel ricordo della loro ironia. Grumak aveva visto nascere e prosperare quella città, l’aveva difesa allo strenuo delle sue forze. Per lui, che non aveva neanche la forza per gridare, non c’era male peggiore che sentire le strazianti grida della sua gente, mentre il nemico depredava le loro mense. Il terrore aleggiava sulle strade: le lacrime degli abitanti rigavano il loro volto mentre fuggivano senza una meta, offuscati dalla paura di morire. Molti preferivano cadere davanti ai propri bazar, in un disperato patto di concedere i propri corpi piuttosto che veder andare in frantumi le loro sudate fonti di benessere. La città di Tarsharn, una tra le più prosperose del vasto territorio, il punto di ritrovo di molti viandanti, rinomata per le sue spezie e le sue arance rosse, insuperabile per la vastità di componenti rari per Incantatori e Maghi della Notte, ricca e forte dei suoi splendenti templi, stava per ritrovarsi ora in un cumulo di macerie, in una inaspettata notte di inferno. - No, non può finire così…- continuava a torturarsi il possente guerriero, – Possibile che le mie risorse siano finite in questo modo ignobile? –. I suoi occhi non riuscivano più a vedere quello che accadeva attorno a lui e la sua bocca era aperta in un silenzioso grido. Stava per finire tutto. -Svegliati, giovane dragonblood – sentì sussurrare con una calda e avvolgente voce, - C’è ancora molto lavoro da fare e il tuo aiuto è quanto mai indispensabile -. Riven posò le sue mani sul torace di Grumak che palpitava debolmente; un semplice gesto e una luce celestiale cominciò ad allietare il dolore che provava il combattente. Cominciava a sentirsi sempre meglio. I suoi occhi ora scorgevano il volto umano di una giovane e bella fanciulla, con lunghi capelli dorati. La riconobbe, e con voce rauca riuscì a dire uno caloroso –Grazie-. In pochi secondi Grumak rientrò in pieno possesso delle proprie forze. Si alzò appoggiando un gomito sul proprio ginocchio e guardò il proprio torace, messo a nudo dallo squarcio sull’armatura. Quindi si girò verso Riven che lo derise amorevolmente: -Riesci a prendere la tua spada o devo darti una mano?-. Il guerriero si alzò di scatto, si chinò e raccolse la propria spada, infangata da una pioggia che si stava affievolendo sempre di più. Di fronte a lui una marea di gente continuava a disperarsi alla vista dei guerrieri della morte. D’istinto, il guerriero caricò un morto vivente alle spalle che si trovava pochi metri dinnanzi a lui. Lo tranciò di netto all’altezza del ventre facendolo andare in mille pezzi al contatto del suolo. Un tagliente vuoto di aria appianò, immediatamente dopo, la testa dei due eroi che si alzarono in cielo, scorgendo la figura magnifica del Drago. - Guarda! - gridò Grumak con un sorriso di speranza - Ha smesso di piovere! Forse domani i contadini potranno fare un buon raccolto… -. - Si – rispose saggiamente Riven all’osservazione di Grumak – Domani il raccolto darà come sempre lustro e fama alla nostra città! – I loro sguardi si incrociarono rapidamente in un tacito consenso: - Coraggio, adesso tocca a noi farci valere! -.
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