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Emma Norton
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MessaggioInviato: Lun Mag 12, 2008 5:56 pm Rispondi citandoTorna in cima

“Non tutti sanno che ai confini orientali tra la Foresta di Glorfindal e le dimore degli ultimi draghi, sorpassate le distese infinite di ghiaccio della superficie del lago Okkan, vi sono altri regni e altri popoli, le cui usanze e religioni sono sconosciute…”



Il terzo giorno nella Valle di Diamante è trascorso serenamente, portando con sé l’ultima ondata di polline della stagione e facendo spazio ad un’alba precoce che ha svegliato la tribù dei Corchiarossa due ore prima rispetto al solito orario solare, che regola la vita di ogni abitante dell’insediamento tribale.
Rosamara ha attraversato due terzi del corridoio del palazzo regale, soffermandosi davanti la penultima porta del dormitorio degli ospiti. Caricandosi di un sorriso armonioso bussa due volte annunciando la sua entrata e aprendo la porta cesellata d’oro si affianca alle pareti della stanza ancora in penombra e passando la mano sui tendaggi che oscurano la vista del sole tira i cordoni per permettere alla luce di rischiarare i volti che ancora pieni di sonno giacciono distesi sul letto di damasco che, così grande, occupa quasi l’intera camera:
“Mi duole svegliarvi così presto, considerando la notte movimentata che abbiamo trascorso! Ma il tempo dei festeggiamenti è finito, e il Re Jaba vuole incontrarvi.” Si gira verso le figure ora ben visibili e s’inchina “a nome del mio popolo, vi sarò eternamente grata per aver scelto di restare dopo aver ucciso quel drago, senza il vostro aiuto non oso immaginare cosa sarebbe rimasto del clan dei Corchiarossa…”
Poi si avvicina ad un angolo del letto, dove distesa ha lasciato Bian Barattola la notte addietro e prendendola, la porta al lavabo infischiandosene degli insulti, e l’aiuta a lavarsi e rivestirsi.
Scorta il cane, Bian e Raccapriccio fino ai giardini del palazzo, attraversando il passetto di sampietrini fino al salone delle adunanze, ove tutta la corte attende con ansia l’arrivo degli eroi nella gran sala.
Accolti per l’ennesima volta da un boato festoso, Rosamara poggia a terra Bian, facendo attenzione ad allontanarla dal cane e, per distrarlo, gli lancia la costola di un Minotauro, la rimanenza della cena del giorno precedente.
Re Jaba saluta con gioia i tre avventurieri ed alzandosi dal trono assieme alla regina batte le mani e facendo cessare il vociare dei presenti si schiarisce la voce:
“Amici miei, amici dei Corchiarossa, vi dobbiamo la vita e un grazie da parte del nostro popolo vi è più che dovuto. Ma la vostra avventura non si conclude oggi, per questo voglio premiarvi con una previsione. Mystra è l’oracolo del tempo che annunciò il vostro arrivo e fino ad oggi le sue profezie ci hanno permesso di sopravvivere a qualsiasi tortura che gli dei oscuri volevano infliggere alle nostre belle terre baciate dal sole nascente. Mystra è oggi qui con noi per celebrarvi per il terzo giorno, così come lei ci predisse, e anche oggi Mystra poserà il suo occhio venerabile nel futuro…”
Una donna gracile e vecchissima si fa avanti tra la folla avvicinandosi al trono accanto al re e reggendosi sul bastone si inginocchia sussurrando qualcosa. Si rialza e arrancando verso il braciere ardente nel bel mezzo della sala getta tra le fiamme delle polveri estratte dalla sacca alla cintura e intonando una nenia lentissima e stonata attende che il fuoco cominci a scoppiettare. Quando il fumo cambia colore diventando nero, la donna grida, ed esclama alcune parole in una lingua che i tre forestieri non conoscono. L’oracolo parla e le vestali a lei sottoposte cominciano a danzare lanciando petali di rose e chicchi di riso. Il re si affianca alla veggente e ascolta il suo messaggio.
“Che la più piccola della famiglia reale venga donata in sposa al prescelto. Libate il sangue della capra più grassa del bestiame e donate l’asino grigio della stalla del re alla donna senza gambe e senza braccia affinché diventi il suo sostegno per il viaggio che si apprestano a compiere”
Ad udire tali parole, la regina getta le braccia attorno alla figlia prediletta, nascondendola alla vista del padre, sperando che col suo gesto possa sfuggire al fato assegnatoli dalla strega.
“Questo è ciò che Mystra ha detto, Donna, allontanati da tua figlia!” Ordina il re alla sposa.
“Mio saggio sire, come puoi obbedire alle parole di quella vecchia megera? Virgo è solo una bambina!” La madre comincia a singhiozzare stringendo la figlia ancor più forte. La bambina, ancora nascosta dalle vesti colorate della madre, cerca di sfuggire al suo abbraccio e singhiozzando osserva il severo genitore: “Madre, se questa è la volontà di mio padre mi appresterò a compierla. E tu padre, che hai già versato il sangue della mia sorella più grande per le parole della profetessa, non mi riserverò di odiarti, giacché la mia volontà è legata a quella del mio popolo e non mi sottrarrò al suo volere. Al tuo volere.”
Virgo è la principessina. La secondogenita, nonché l’unica figlia ancora in vita della discendenza regale dei Corchiarossa. Triste è stata la sorte della sorella più grande, Ginestra, quando la sacerdotessa Mystra ha ordinato di ucciderla dolorosamente, perché portatrice del demonio. Il re non ha avuto pietà per il suo stesso sangue, neanche quando la pelle le è stata strappata dal corpo ed usata per tessere la più grande reliquia sacra che i Corchiarossa abbiano mai posseduto. Ed ora, si appresta ancora una volta a seguire fedelmente la parola della donna senza pietà e a consegnare ancora ragazzina la figlia più giovane, ed unica erede al trono, al salvatore del villaggio.
Virgo lascia cadere una coroncina di fiori dai capelli biondi come l’oro e senza voltarsi a guardar la madre raggiunge Raccapriccio e una volta di fronte a lui, lo rassicura “Bada a te montagna grugnante. Sarò la tua sposa, ma non la tua donna”.
Rosamara incita la folla ad applaudire ed accompagna la piccola ragazza verso le stanze regali per prepararsi al matrimonio.




A qualche milione di iarde di distanza, nella piccola e tranquilla cittadina di Adalusia, il principe Alastor conversa al tavolo di una diffamata birreria con Prfgnac e Bauer. Alza il boccale per la quinta volta, non contento delle gote, ormai rosse come pomodori, e della mano che fatica ad afferrare la bottiglia.
“Ve lo ripeterò ancora un ultima volta” dice “Non si sa mai.. Dovete rapire quella dannata ragazza dal castello di Backstar… No, niente armi, niente uccisioni, solo un rapimento.. vi pagherò, trenta monete d’argento… non chiedetemi di più, conosco miserabili che per un pugno di pezzi di rame accopperebbero l’intera fortezza… Intesi?” Scruta l’orco e l’umano prima di sprofondare in uno stato di semi-incoscienza con la faccia spiaccicata nella zuppa di patate e funghi.




A glukmoore, nel frattempo, la guardia cittadina dell’alleanza ha scortato tre nuove furfanti colte in flagrante a rubare a casa di un conte di un villaggio vicino. Le sbatte in cella, con difficoltà a chiudere la più grossa delle tre in una stanza di isolamento, per quanto spaziosa e capiente sia. Decide allora di legarla fuori, bloccandole il polpaccio ad un grosso collare le cui catene sono fissate alle mura della prigione. Lascia le chiavi sul tavolo e si allontana per pranzare sicuro che a nessuno venga la minima voglia di correre a salvarle.

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MessaggioInviato: Mar Mag 13, 2008 3:27 am Rispondi citandoTorna in cima

Le sorelle "putiferio" sono state arrestate e vengono tenute prigioniere a Glukmoore

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Ultima modifica di sdruso il Ven Mag 16, 2008 12:43 am, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Mar Mag 13, 2008 7:55 pm Rispondi citandoTorna in cima

L'attenzione di Bauer, che fino a quel momento non ha fatto altro che allenarsi nel sollevamento pesi con un nano capitato lì per sbaglio, viene all'improvviso attirata da uno splap. L'umano gira lentamente la testa fino a quando vede il principe Alastor con la faccia immersa fino alla punta delle orecchie nella zuppa di funghi e patate. "Ezzere lui mörto?" domanda un pò confuso. Dopo qualche istante, l'orco, con la sua voce grottesca, afferma: "Ordunque, non posso esser che risponder negativamente al ciò che tu chiedesti. Pare egli infatti ubriaco a tal punto che il suo stolto intelletto oramai tanto offuscato dal liquido ammaliatore l'abbia indotto alla perdizione totale". Bauer, in realtà molto intelligente, forse per l'abitudine di viaggiare con Prfgnac, si porta il pollice e l'indice della mancina alle tempie, e scuotendo la testa brontola: "Qvesti nopili...", mentre il nano ancora stretto nell'altra mano si dibatte furiosamente, lanciando imprecazioni e dandosi al libero turpiloquio. Prfgnac si pulisce la bocca con l'anglino di un grazioso tovagliolo di pizzo, dopodichè chiede: "Mio nobile amico, non bisogna indugiare oltre, partiamo!, con lo zaino in spalla e la spada in mano, partiamo per ottenere gloria e onore!"
In preda ad un attacco di gioia, si alza dal tavolo, e dopo aver rivolto un cortese Buona giornata! al padrone della birreria, si dirige verso la porta della stessa velocemente, senza neanche attendere il suo compare. Il quale, tra le altre cose, aveva appena ordinato un piatto di wurstel e crauti.

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Emma Norton
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MessaggioInviato: Mer Mag 14, 2008 6:13 pm Rispondi citandoTorna in cima

La ciotola in cui è immersa la faccia di Alastor gorgoglia come se fosse dotata di vita propria e mormora qualcosa riguardo ad un piano per entrare nella fortezza dove vive la fanciulla. Quando scoppiano le ultime bolle si liberano tre sillabe: Bloom*splat*Sberry*splat*Road*splat*, poggia sul tavolo una mappa e perde del tutto i sensi ronfando rumorosamente. Una cameriera di grossa taglia, alta e barbuta passa accanto al tavolo del principe; poggia il vassoio con quello che ha ordinato Bauer aggiungendo una birra e un bicchierino con dentro salsa piccante per condire il pasto: "Offre la casa" ammicca a Bauer.
Scostando bruscamente Alastor dalla ciotola, comincia a sparecchiare.

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MessaggioInviato: Ven Mag 16, 2008 12:30 am Rispondi citandoTorna in cima

La cella di isolamento è piccola e buia, senza finestre o altre probabili vie di fuga verso l'esterno.
Per questo motivo, mentre Lella dorme beatamente russando rannicchiata in angolino, Lina cammina avanti e indietro pensierosa, fissando il pavimento, cercando invano di farsi venire un'idea su come portare le chiappe fuori di li.
Non sente più il vociferare delle guardie all'esterno e tra l'altro si chiede dove abbiano portato la povera Marisa.

La più giovane delle sorelle Putiferio è seduta per terra, fuori nel corridoio, non troppo distante dalla cella e nemmeno dalla scrivania della guardia dove è appoggiata in bella vista la chiave della stanzetta di isolamento.
Lo sguardo di Mucca è fisso sul tavolo, una cosa stà attirando la sua attenzione...un'invitante, grossa, rossa e succosa mela.
- Gnaghhii! - barbotta Mucca alzandosi in piedi, per poi cercare di avvicinarsi al tavolo per prendere il frutto.
Ma dopo il primo passo la catene che la tangono bloccata sul posto le impediscono di raggiungere il sospirato bocconcino.
Per qualche secondo l'enorme umana rimane interdetta, poi abbassa lo sguardo verso il polpaccio, fissa il collare, prosegue guardando le catene ed infine arriva ad osservare le ultime maglie fissate a degl'anelli incementati sul muro.
A quel punto si gratta la testa, si gira verso la mela e prosegue il suo viaggio verso il frutto, sradicando dal muro le catene sforzandosi leggermente, per liberarsi, di spingere in avanti la caviglia anellata come se dovesse prendere a calci il sedere di qualcuno.
Dritta verso la meta, si trascina dietro di se le catene e un bel pezzo di muro un pò marcio e ammuffito.
- Gna..ghi..- sospira contenta dopo aver afferrato la mela facendola girare tra le dita , ammirando la preda contenta.

Da una fessura minuscola della porta della cella, Lina, il cui rumore di muro divelto ha catturato la sua attenzione, vede sbucare dal nulla la gigantesca sorellina che, come niente fosse, passa davanti alla cella per raggiungere una mela.
Lina osserva la scena tra il divertito e il sorpreso; ora basta ordinare a Mucchina di sfondare la porta in qualche modo per poter uscira di li. Semmai i problemi arriveranno dopo.
Una volta conquistato il corridoio, la strada per la libertà sarà decisamente piena di insidie.

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MessaggioInviato: Ven Mag 16, 2008 11:00 pm Rispondi citandoTorna in cima

"E' questo il luogo, senpai?" domanda il giovane apprendista al suo maestro.
"Si, ragazzo. La sfera non può essersi sbagliata.. Presto, vai a liberarle, io controllo che le guardie non interferiscano con il nostro piano" Gli ordina lo stregone.
Ryan, svelto, scende da cavallo e con passo deciso si appropinqua verso l'entrata delle prigioni. Il corridoio principale è stretto e buio, e porta ad una scalinata quasi interminabile fino alle celle sotterranee. Quando intravede l'uscita, porta la mano agli occhi per non accecarsi alla luce delle fiaccole interne. La prima cosa che vede è la sagoma indistinta di una creatura abnorme che si agita maneggiando qualcosa nelle grosse mani. L'istinto lo porta ad estrarre il gladio di modeste dimensioni che il padre gli aveva donato prima di morire.
"Fermati, ti ordino!" Esclama allarmato, gridando più per farsi coraggio che per metter paura.
D'altro canto la persona che gli sta di fronte non pare ascoltarlo e, anzi, cerca di avvicinarsi. Arretrando, Ryan alza la sua arma ma appena riesce a mettere di nuovo a fuoco s'accorge dell'errore e stupito osserva la più giovane delle sfortunate carcerate sorridergli, gustando una succosa mela.
"Stupido garzone, è una delle tre prescelte! Metti via quel coso!" Lo rimprovera Eris dalle scale. Lo stregone si muove verso il tavolo, raggiunge il mazzo di chiavi del capo carceriere e apre la cella alle altre due ragazze "Muovetevi voialtre, attente che vi prendo con la forza se non vi sbrigate!" Dice spazientito, ignorando le faccie sbigottite delle sorelle "E tu, svegliati!" Dice alla dormiente, picchiettandola col bastone "Non abbiamo tempo ora per le presentazioni, prima saremo lontani dalla città e prima penseremo al resto!"
"Vado a prendere i cavalli!" Aggiunge Ryan, risalendo di sopra. Eris lo stregone ha lasciato dietro di sé una scia di cadaveri tra guardie e galeotti, e scavalcando i corpi la piccola comitiva si avvia per la fuga.

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MessaggioInviato: Lun Mag 19, 2008 6:08 pm Rispondi citandoTorna in cima

Le sorelle Putiferio, di nuovo tutte riunite decidono di non perdere tempo a fare troppe domande...
- Forza ragazze - comanda Lina - se questi gentiluomini che ci sono venuti a liberare dicono che non c'è tempo da perdere, seguiamoli fuori di qui! Tanto peggio che essere impiccate per furto non ci può capitare -
E così, ancora frastornate dal buio delle celle, le sorelle Putiferio mettono il loro futuro nelle mani dei due nuovi arrivati, seguendoli velocemente su per le scale, verso la sorpirata e provvisoria libertà.

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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 2:32 pm Rispondi citandoTorna in cima

Solo una volta tornati in superficie Ryan e lo stregone riflettono che Marisa non può cavalcare veloce con quella stazza che si ritrova, e c'è il rischio che il ronzino muoia ancor prima di arrivare nella prossima città.
Mentre il maestro cerca una soluzione al problema, il giovane intravede una vecchia carrozza posteggiata davanti le scuderie, che molto probabilmente è usata per scortare i carcerati dalla prigione al patibolo della capitale per le esecuzioni in piazza.
Decide allora di prenderla e lega i quattro cavalli al mezzo di trasporto; aiuta le tre sorelle a salire e copre il simbolo delle carceri di Glukmoore sulla portiera con una stola verde smeraldo.
Eris si guarda intorno con sospetto, quasi cercando con lo sguardo una improbabile spia mandata dai suoi nemici per prevenire le sue mosse, ma non volendo preoccupare l'apprendista sale anch'engli sulla carrozza di fianco a Ryan, guidando i cavalli per la via maestra.
Lungo il cammino, il ragazzo si volta verso la fessurina alle sue spalle per parlare alle tre: "Come va là dentro? State un po' strettine? Non siamo ormai distanti da Athkatla, se avete fame passeremo per la locanda del Ghiottone, e potremo ristorarci prima di ripartire domattina. Comunque piacere di conoscervi, mi chiamo Ryan. Se avete bisogno di qualcosa chiedete pure a me."

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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 2:17 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Certo che abbiamo bisogno di te bel fusto! - Risponde Lella al ragazzo, sbadigliando perchè non ancora del tutto sveglia
- Lella, ma lascia perdere certi pensieri, sciocchina!...piuttosto bel fustacchione, mi domando cosa ha spinto te ed il vegliardo ad affrontare le guardie per venirci a liberare...in ogni caso...avete fatto bene! - afferma Lina fissando Ryan con uno strano sguardo indagatore.
- Gna gna....gnaaaaaghi..gne? - Borbotta Marisa rivolgendosi alle sorelle.
- Certo mucchina, certo...ora ci fermeremo alla locanda del Mangione per rifocillarci...non ti preoccupare - Risponde Lella alla sorellona affamata
- LOCANDA DEL GHIOTTONE!!! - Urla Lina portandosi una mano alla fronte correggiendo la sorella svampita - Possibile che non stai mai attanta quando parla la gente!...comunque - rivolgendosi al Ryan - Mio caro bel fustacchione, saremo ben liete di fermarci alla locanda per mangiare e per ripulirci, sapete, dopo una notta in cella si tende a puzzare disgustosamente...ma nel frattempo rispondete alla mia domanda iniziale...chi siete voi e perchè ci avete liberate?
A questo punto tutti gli occhi sono puntati verso il viso che Ryan, che fa capolino attraverso la fessura, aspettando una risposta.

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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 7:49 pm Rispondi citandoTorna in cima

"Danke" dice Bauer rivolto alla cameriera; "voi ezzere mölto gentile!"
"Al contrario di lei!" esclama una vocina proveniente dalla sua mano destra. "Orco demonio, mi vuole lasciare andare?"
"Opz..." esclama il maciomen un poco sorpreso, "mi possa pertonare, non völevo, mezzer gnömo...". Apre la mano, e la piccola creatura (a dir la verità neanche troppo) con un balzo finisce sul pavimento in legno, con un Bah seccato.
"Mettiamo subito in chiaro qualche piccolo punto: primo, tenga a bada quelle mozzarelle che si ritrova sulle braccia che lei osa chiamare muscoli; secondo: non sono un gnomo, sono un comune e rispettabilissimo nano, e pertanto vorrei esser trattato come tale; terzo: mi offra della birra, e sub..." Il Nano non fa in tempo a finire la frase che si ritrova con la testa incastrata tra due botti in quercia, e i piedi completamente perpendicolari rispetto al pavimento.
"Mi pösa scusare, zignöre... le mie mözarele fanno un pö le cative!" urla con una vena più che sottile di sarcasmo.

"Se camminiamo di buona lena e con gentil passo, la nostra meta oramai sarà raggiunta dai nobili intenti che ci paion gentili compari, più che in fretta!" dice tutto soddisfatto l'orco Prfgnac. Ormai è uscito dalla locanda da qualche minuto, convinto di avere al suo fianco il simpatico compare.
Ma la sua determinazione presto viene oscurata da un dubbio: "Ma, caro amico, noi non venimmo a sapere della lunga e faticosa via che necessitiamo di percorrere!" Si volta. Bauer non c'è, finalmente se n'è accorto, l'orco. E' un pochino confuso, ritorna sui suoi passi. Apre con gentilezza la porta della locanda, dopo aver bussato. Ha apena messo la testa dentro la stanza quando una bottiglia di vino gli passa a qualche millimetro dalla grossa testa informe, e va a frantumarsi sul muro al suo fianco. Il poveretto si ritrova in mezzo a una bolgia, un via-vai di sedie, boccali, sgabelli, tavoli, bottiglie, cappelli, gatti, rastrelli e persino un rotolo di carta igenica. "Ma che accipicchiolina accade in codesto luogo assai poco ordinato?" si domanda, mentre schiva uno schizzo di birra. Non ci mette però molto tempo a riconoscere il maciomen, unica figura immensa in mezzo alla stanza (a parte la cameriera, la quale però stava leggendo Il Corriere di Athkatla tranquillamente seduta dietro al bancone). Con un cenno della mano attira la sua attenzione.
Fattosi strada con qualche cazzotto tra la gente, Bauer riesce a raggiungere il compagno, il quale gli dice: "Orsù, narrami la storia che a questo punto portò i della terra abitatori!"
"Non è cölpa mia!" cerca di discolparsi l'umano, sotto lo sguardo severo di Prfgnac.

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MessaggioInviato: Gio Mag 22, 2008 2:29 pm Rispondi citandoTorna in cima

"Lascia stare Ryan, rispondo io a questa domanda" Eris, con fare paterno, poggia una mano sulla spalla del ragazzo e passandogli le briglie dei cavalli fa cambio di posto col garzone per parlare con le tre sorelle.
Dalla fessura, gli occhi scuri e vivaci di Ryan si scambiano a quelli verdi e penetranti dello stregone, che facendo girare lo sguardo da Marisa a Lella a Lina, finisce per parlare: "Ditemi, che cosa sapete sulla Regina Bianca?"



Per Lores (abbreviazione di Lorevicius): Il tuo post è incompleto, non hai terminato il dialogo tra i tuoi pg né hai preso una decisione su cosa vuoi fare, se abbandonare la locanda o meno. Per cui mi limito a descrivere lo scenario che offre la locanda mentre i tuoi personaggi dialogano:


L'azione di Bauer ha generato una rissa all'interno della locanda.
I primi ad alzarsi sono un gruppo pirati drow che si fiondano verso il tavolo con una mezza dozzina di elfi appartenenti al Circolo d'Arte del Clan Checchelfi Anonimi.
Anche due nani e un felinide completamente sbronzi decidono che è arrivato il momento di sgranchirsi le gambe e cominciano a tirare bottiglie verso il pianista e sul palcoscenico dove si stava esibendo un famoso bardo di Qexelcrag.
La quarta bottiglia che si frantuma alla porta delle cucine desta il sonno del proprietario della locanda, un troll femmina alto due metri e mezzo di dimensioni mastodontiche; scendendo dal piano delle camere da letto, Barbie, la proprietaria della taverna, prende la sua clava e digrignando i denti giallissimi e aguzzi urla ai clienti di andarsene se non vogliono subire un'amara lezione.
"E voi due non penserete mica di andarvene senza aver pagato il conto!"
Bruna la cameriera trattiene l'umano per un braccio strofinando pollice e indice della destra per alludere ai due pezzi d'argento che gli deve "Per te fanno un pezzo d'argento e venti di rame, carino!" Aggiunge poi, mielosa, alzando le gote paffute e pelose in un sorriso tale da mostrare i soli quattro denti rimastigli.

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MessaggioInviato: Mar Mag 27, 2008 4:09 am Rispondi citandoTorna in cima

Le tre sorelle si guardano in faccia con un'espressione di sorpresa.
Lina, che è sempre stata la leader del gruppo si porta l'indice della mano destra alla bocca rivolgendo lo sguardo alle sorelline indicando loro di stare in silenzio.
Dopodichè risponde alla domanda con un mezzo sorriso sulle labbra...
- La regina Bianca?...umm...interessante...forse state pensando quello che penso io?...forse anche voi siete dei ladri?...forse ci avete liberato per tentare un colpaccio ai suoi danni o forse...mi sto sbagliando? -
Lella ascolta annuendo con la testa, pensando che infondo, essendo solo delle ladre professioniste, la risposta era scontata.
Mucca rimane in silenzio rispettando l'ordine della sorella maggiore, ma ciò non le impedisce di andare alla caccia di una fastidiosa caccola incastrata nella sua narice del naso.

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MessaggioInviato: Mer Mag 28, 2008 2:52 pm Rispondi citandoTorna in cima

"La Regina Bianca è una stella" Proferisce il vecchio "La stella più splendente nelle notti invernali, la stella più vicina al cuore di Erela... Ma è anche la sovrana di Polareia e ogni 100 anni, il terzo giorno di plenilunio prima del solstizio d'inverno, la Regina Bianca scende dai cieli per risplendere nel Palazzo di Ghiaccio." Alla storia segue una lunga pausa e gli occhi di Eris si fanno più cupi ad ogni istante che passa "Anche quest'anno la Regina Bianca ci ha fatto dono della sua luce quasi divina, ma prima che arrivasse l'alba del terzo giorno, per risalire in cielo, è stata rapita.. Non siamo stati in grado di proteggerla, e ora è nostro compito ritrovarla..."
"Arrivando al punto.." Aggiunge Ryan, per evitare che il vecchio racconti i dettagli inutili della vicenda, "Arrivando al punto, ragazze, stiamo seguendo una pista.. La Regina Bianca è stata tramutata in una pietra, un diamante grosso come il pugno di un orco. In questa forma non può tornare a splendere in cielo e, senza una guida, Polareia intera finirà sull'orlo di una guerra civile... Cerchiamo la vostra collaborazione per trovare quel diamante, ovunque si trovi, e riportarlo in cielo. Non è certo facile per voi andare alla ricerca di un tesoro, rubarlo, e poi restituirlo, ma verrete ripagate al momento opportuno.." Conclude Eris.

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MessaggioInviato: Sab Mag 31, 2008 10:14 pm Rispondi citandoTorna in cima

L'umano sta cercando di sfuggire alla presa della cameriera, con assai poco successo. "Fapene", dice rassegnato dopo qualche minuto di vani tentativi, e guardando verso Prfgnac con espressione interdetta gli richiede il denaro. Dopo aver pagato, finalmente con uno strattone si ritrova libero e felice (mah, forse proprio felice no...); infatti poco dopo solleva di forza l'orco, e trascinatolo con qualche difficoltà fuori dalla locanda gli implora: "Fucciamo da qvi! Andiamo a compiere la nöstra missiöne... Mezzer Alastor mi ha indicato la strada, Blum Splat Beri Splat Röd Splat, una ropa del genere... comunqve mi ha dato una mappa, ci metteremo mölto pöco tempo", conclude annudendo.
"Beh, orsù, allora, muoviamo i nostri resistenti piedi alla volta del castello di Backstar, seguendo la Blum Splat Beri Splat Rod Splat, la retta via!"
Sta alzando il piede destro per muovere il primo passo quando una vocina alle sue spalle attira la sua attenzione. Si gira, e la figura di un Nano con i calzoni completamente distrutti, la barba annodata e senza una scarpa gli si presenta davanti. "Ora lei mi deve qualche spiegazione, stupido ed insulso tedesco dei miei stivali!"
Bauer gli sta per tirare un pugno sul naso, un calcio nei bassifondi ed una testata alla Zidane sullo sterco *ehm* sterno, quando l'orco con un'occhiataccia gli fa cambiare idea. "Spettabile Nano, che mai fu codesta storia?"
"Il suo simpaticissimo compagno si stava allenando col sottoscritto nel sollevamento pesi, poi all'improvviso mi ha picchiato e maltrattato quando ho tentato con gentilezza di farlo ragionare. Dico io, che gente che si incontra in giro!" Dopo aver terminato di parlare incrocia le braccia e mette il broncio.
"E così non fosti stato tu colui che per primo scatenò una furibonda lite?" domanda l'orco a Bauer "Ehm... ecco... io..." balbetta Bauer confuso. "Ordunque, basta dir sciocchezze! Andiamo, son pieno di vergogna e di rabbia!"
E così, i due si incamminano finalmente per compiere la missione...
... "Ehi! Non starete mica pensando di lasciarmi qui! Abbiamo ancora una questione in sospeso!" urla il Nano agitando i pugni. E rincorrendo i due viaggiatori.

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MessaggioInviato: Dom Giu 01, 2008 3:00 am Rispondi citandoTorna in cima

Bruna infila il denaro tra i grossi e villosi seni, agitandoli fino a farli tintinnare come i quattro soldi di un bicchiere di legno che viene agitato da un prete elemosinante ai piedi della Cattedrale tra Athkatla Capital e Moravia, e allo stesso modo con cui l'uomo di chiesa benedirebbe con lo sguardo ogni passante che aggiungerebbe uno spicciolo alla sua causa morale la donna, se donna si può chiamare, benedice la sua madre defunta e la sua dea dell'amore che le ha concesso, anche per questa notte, la possibilità di bere altro alcool e dichiararsi felice e soddisfatta.
Si gratta sott'al mento sorridendo all'uomo ubriaco che la sta osservando con fare desideroso, scambiandola per sua moglie. Ha visto bene. Ha visto la sacca rigonfia di qualcosa che si agita e suona bene nella man destra. Ha visto la sinistra allungarsi per afferrare la bottiglia di Vodka senza riuscirci. Ha visto altro denaro per la sua chiesa, fatta di sesso e dolci sapori concessi da uomini occasionali e tutti benefattori per una vita che pochi invidierebbero perchè incapaci di trovarci un senso più alto della sola e mera soddisfazione fisica. Ha visto un cliente, l'ultimo della serata, e Bruna non se lo lascerà scappare...
Nel mentre, la piccola rissa nel locale si spegne a poco a poco, rialzando un tavolo dopo l'altro, raccogliendo dei vetri di bottiglia con la scopa e pulendo i bicchieri con lo stesso sudicio straccio, lercio da mesi. Ritorna la quiete e la calma di sempre, l'immobilità che l'avvizzisce giorno dopo giorno e lì dove sta morendo un'altra notte insensata i tre avventurieri cominciano il loro viaggio, scordando il loro mandante che viene gettato nel fango assieme ai porci, e lì finisce di dormire.
Quando si arriva ai cancelli di una città ci si aspetta di trovare una risposta alle strade da percorrere dando un'occhiata ai cartelli delle indicazioni. Sfortuna vuole che all'Entrata di Adalusia ci siano due sole opzioni. Si può scegliere di tornare sui propri passi, e rivedere la culla della civiltà nella Grande Alleanza, oppure si può decidere di deviare per Lorna Road e scordarsi di tutto quel che si è visto finora, perchè non si torna mai indietro da Lorna Road. Destra per la rinascita, sinistra per via senza ritorno. E' la scelta che spetta a un nano, un orco e un umano.

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Ora posso anche morire, ho avuto tutto quello che volevo.
Anzi, rimango ancora un po' a burlarmi di voi.


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