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Honoo
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MessaggioInviato: Mer Nov 21, 2007 9:26 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nether alza una mano, facendo la sua domanda, poco dopo anche Tristan prende la parola. Alle sue parole i tre anziani si guardano, come se non comprendessero a pieno la domanda. poi cominciano a rispondere a Nether: "I Demoni del Cielo infestano ancora il nostro mondo. Senza gli uomini a frenare la loro sete di potere essi sono cresciuti, si sono moltiplicati ed hanno costruito molti altri carri di morte. Alcuni viandanti e mercanti delle terre di cemento dicono che con cadenza regolare tutti i carri si riuniscono nello stesso posto. Anche se il motivo di queste riunioni ci è oscuro, siamo certi che stiano tramando contro di noi..." Muzankos si volge poi verso Tristan, fissandolo con il suo unico occhio: la sua espressione è dura ed il viso è quasi paonazzo #La tua mancanza di rispetto verso il Dio-Macchina è inaccettabile, ragazzino!# gli urla contro "Solo il Dio ed i suoi Spiriti d'Acciaio possono conoscere e praticare le scienze antiche. Gli uomini ne hanno perso il diritto quando sono stati sconfitti dai demoni del cielo." L'anziano punta il dito contro di lui #Senza il Dio-Macchina tu non avresti bevuto oggi! Senza il Dio-macchina non esisterebbe una Fortezza ad accoglierti e proteggerti! Porta rispetto alla divinità che ti ha salvato da morte certa!# Nuzon appoggia il suo artiglio destro sulla spalla del compagno. "Calma, Muzankos. Il ragazzo non crede, ma questo non è motivo sufficiente per aggredirlo così. Noi abbiamo rispetto dei nostri simili." si rivolge poi a Tristan "Quanto a te, Tristan, ti chiediamo di mostrare lo stesso rispetto verso di noi e verso ciò in cui crediamo."
Mentre si svolge questa discussione Relian si avvicina a Karl, porgendogli un grosso pezzo di carne "Mangia. E fai la tua domanda, tu che non sei come un guardiano."
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Karl
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MessaggioInviato: Ven Nov 23, 2007 10:09 am Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:11 PP:5 - a cena

L'improvvisa ed immediata associazione tra il pezzo di carne arrostita, calda e grassa e l'immagine di Periskop in balia del pazzo senza un occhio e' devastante. Karl deglutisce, scagliato per un momento altrove nell'Universo, in un posto lontano, sicuro, da dove osservare la rovinosa caduta degli ultimi superstiti della specie umana.

Fissa il pezzo di carne sollevando lentamente gli occhi verso la mano che lo regge e verso la figura che lo esorta a porre la sua domanda.

-La mia domanda... gia'- Meccanicamente prende il pezzo di carne tenendolo tra le dita senza dargli piu' alcuna importanza. Gli occhi cercando Periskop, poi il Bruno ed infine la Ragazza.
Osserva ancora il pezzo di carne che tiene in mano. L'odore che sale accompagnando le lunghe volute di vapore e' inteso, umido e pesante. Fa per restituirlo, ma e' solo un gesto vuoto senza alcuno scopo.

Inspira profondamente cercando di respingere dalla sua mente quello che ha visto.
-Io sono Karl. Karl SvartHerz... - inizia a narrare, lentamente, misurando le parole, cercando di pensare con gli occhi fissi ora sul pezzo di carne, ed ora da qualche parte al di la' di Periskop. E nello sforzo scegliere termini della loro stessa lingua - Mi sono svegliato sotto una cassettiera... - e narra loro di come ha incontrato Periskop, ed il Bruno, e la Streicholz. Si rammenta di come lei fosse aggressiva, mentre Periskop era sperduto e confuso come lui. Narra quindi dell'urlo della Ragazza, della corsa per le scale, della storia del cadavere che non ha visto. Continua interrompendosi un momento quando rivive la scomparsa della Rossa per concludere infine narrando di come siano passati da essere bottino degli abitanti del Nido ad essere ...ospiti... dei Guardiani. -Questa e' la mia storia come io la ricordo.- Conclude.

Si guarda intorno cercando sui volti dei presenti qualche traccia di emozioni su cui far leva, qualche appiglio per donare alla sua richiesta maggiore forza.
Con un ulteriore sforzo continua, cercando di farsi capire con le parole della loro lingua -Ma, oltre a questo, ricordo dell'altro: ricordo di ballerine, di strane macchine per generare il freddo, ricordo lingue diverse dalla vostra, ricordo armi, ricordo vestiti, ed ora ho visto la livrea nera del carro di morte.- Fissa i tre, uno dopo l'altro. In fondo ogni ricordo e' conoscenza, e la conoscenza e' moneta. Ed ora e' giunto il momento di giocare l'ultima carta.

- Non mi fido completamente di voi... - dichiara apertamente puntando loro il dito contro. -... cosi' come voi non vi siete fidati di noi mettendoci dietro i vostri simili. Se l'avete fatto e' perche' non ci conoscete. I diversi, quelli del Nido, li avete uccisi. Aber Uns, gli ignoti, die Unvettlich...- nello sforzo di formulare una logica che non dia loro alcuna via di scampo, la scelta delle parole comincia ad essere imprecisa -...ci avete portato qui per saisclietcza... ottenere ...la nostra conoscenza fur deinz... per la vostra.- Inspira profondamente. Si sta nuovamente mettendo nei guai? Si arrabieranno? O accetteranno quello che ha intenzinoe di chiedere?
-Titta! Guardateci! Guardateci bene! Wir... noi non siamo umani som vos... come lo siete voi, und kei...e non siamo guardiani. Inge... nessuno come noi ha causato das curubczi kaputt... la distruzione del mondo. Eppure ne pengarszi... paghiamo le conseguenze, come voi.
Non siamo Guardiani... kein Guardiani... e per questo chiedo di poter parlare al... curubi pdolc.... Dio-Macchina-


Non lo disse, ma breczni sarebbe stata una perfetta conclusione.
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Akhayla
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MessaggioInviato: Ven Nov 23, 2007 3:17 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:15 - PP:4]

C’è un tempo per il coraggio, e un tempo per la cautela. Il trucco sta nel distinguerli, per evitare che l’audacia si trasformi in stupidità.

Audra non si ricorda da dove venga quella frase, che sa molto di massima poetica. Non sa nemmeno se l’ha letta, o se gliel’ha detta qualcuno. Non lo sa, e basta, tuttavia è questo il pensiero che le è sorto prima che aprisse bocca e formulasse la sua domanda, una volta giunto il suo turno.
Era stata pacata, fredda, senza mezzi termini. Aveva scrutato gli Anziani senza minaccia, ma lasciando intendere che non il minimo timore era presente nel suo animo. Solo una pacata prudenza dettata dalla loro inferiorità numerica e bellica. E adesso sta ascoltando la risposta alla domanda del ragazzo bruno, silenziosa e attenta, senza perdersi una sola parola dei tre Anziani mutanti. Alla fine del discorso si morde il labbro.
*Di bene in meglio.*
La notizia sui Demoni del Cielo, sebbene accrediti maggiormente il lato inverosimile della storia, le trasmette un brivido che le scorre giù per la schiena. Da un lato vuole ridere e burlarsi di tutti quei termini altisonanti per qualcosa che magari nemmeno esiste, dall'altro invece non ignora nemmeno un termine, un concetto, una sola informazione, assimilandola come il terreno arido assorbiva immediatamente una goccia d'acqua.
Carri. Raduni. Nemici dell’uomo. I Demoni del Cielo: sa cosa fanno, eppure ancora non sa cosa sono esattamente. Ed è una cosa che la rende inspiegabilmente nervosa, a tal punto che basterebbe un minimo cenno falso perché scattasse. Ed è quello che succede.
Quando uno dei tre Anziani punta il dito contro Tristan in maniera repentina, la risposta di Audra è altrettanto rapida. In quel momento, mentre sta accovacciata con le braccia poggiate sulle ginocchia, sta tenendo una mano allacciata al polso dell’altra, per chissà quale strana abitudine, e subito infila due dita sotto la manica destra, toccando coi polpastrelli la punta di freccia. L’accarezza quasi con la punta delle dita, trattandola come un cucciolo nascosto che aveva bisogno di attenzione di tanto in tanto. Sa perfettamente che comunque ogni sua reazione sarebbe stata vana, considerando gli armamenti e l’infinita superiorità numerica delle persone in quel luogo, e d’altronde sa perfettamente che quel vecchio mutato, da solo, forse non avrebbe nemmeno la forza di torcere un capello al giovane... tuttavia quel gesto le è scattato in maniera automatica. Come anche l'atto di protendersi di lato, verso di lui, come una fiera pronta al balzo... come a far intendere che si sarebbe messa in mezzo se al ragazzo fosse stato rivolto qualcosa di più che un dito proteso in un gesto d'accusa.
Proteggere, proteggere, proteggere. E’ un istinto che le ipnotizza la coscienza.
Perché, perché, perché?
Non lo sa, è quello il particolare più inquietante. Che nervi, essere un mistero per se stessi.
Per un attimo il tempo si ferma, un attimo in cui l’Anziano si inalbera contro il giovane. Audra è lì, pronta nel caso le cose si mettessero male. Poi l’intervento del compagno mutante la fa rilassare, sebbene abbia i sensi più all’erta di quelli di un gatto.
*Maledizione, Tristan! Una domanda sprecata. E abbiamo perso il fattore condiscendenza.* Il suo pensiero è un freddo calcolo. Non è arrabbiata con lui, ma di certo è contrariata. Già sono costretti a pendere dalle labbra e dalle verità di quei tre vecchi. Non possono permettersi di essere troppo taglienti: sarebbe bastato un loro ordine perché ci fossero loro ad arrostire sullo spiedo, al posto di quel gecko.
Non era timore, o almeno, non per sé. Per gli altri, forse? Chi può dirlo, o spiegarlo? Di certo bisogna muoversi con estrema prudenza. Coraggio e cautela: il trucco era dosarle nel momento e nel luogo giusto. Chi le avesse impartito quella lezione o se invece l’abbia appresa da sola, non lo sa. Tuttavia è una regola a cui ha preferito dare ascolto non appena ha varcato le mura della Fortezza.
La ragazza rivolge a Tristan uno sguardo carico di significato, e si rilassa, o almeno finge di farlo. Aspetta. Adesso tocca a Karl. L’ultima domanda a loro disposizione prima della cessazione dello scambio.
Karl inizia a parlare, narrando i fatti, sforzandosi di mantenere un linguaggio comprensibile. Non appena giunge il momento fatidico della domanda, il discorso si ingarbuglia. Audra cerca di capire il più possibile da quelle parole sputate come imprecazioni intelligibili fino a che non ode la richiesta finale… e si raggela.
“Chiedo di poter parlare con il... Dio–Macchina.”
Una domanda così secca, dopo intrecciati discorsi sulla sfiducia reciproca.
Le si blocca il cuore in gola; allo stesso tempo porta subito lo sguardo sugli Anziani, per studiare immediatamente ogni loro reazione. Rimane immobile, in attesa di una risposta che può tramutarsi in una svolta cruciale quanto in una definitiva condanna.

C’è un tempo per il coraggio… e il tempo per la cautela.

E in quel momento Audra si chiede se Karl sia davvero in grado di distinguerli.
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 8:52 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 12 PP 5 ]

Sospira nel sentire la risposta, sconsolato *Speravo in una buona notizia...*
Si irrigidisce nello stesso momento in cui il ragazzo con i capelli biondi pronuncia la sua domanda. La reazione dei presenti non è delle migliori e per un attimo ha l'impressione che la tensione presente tra di loro si è spezzata nel modo peggiore possibile.
Quando uno degli anziani posa la mano sulla spalla dell'altro per calmarlo, Nether smette di trattenere il respiro. Rimane in silenzio senza più sapere cosa dire, anche se le domande che ha in testa sono molte.
Poi è Karl a parlare. In un primo momento è sorpreso di quanto detto dal ragazzo. Anche se non gli è tutto comprensibile alla perfezione, ne comprende il senso. Per un attimo sorride, finchè non sente l'ultima parte del discorso...
"... e per questo chiedo di poter parlare al... curubi pdolc.... Dio-Macchina"
Tiene la testa leggermente voltata verso il ragazzo anche se gli occhi saettano rapidamente da lui agli anziani.
*Ottimo...nel migliore dei casi ci sbattono in un buco, nel peggiore ci fanno a pezzi...* pensa tra sè e sè inarcando un sopracciglio.
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Grifis
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MessaggioInviato: Mer Nov 28, 2007 10:02 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Tristan - Pf 15 - Pp 5 -

Tristan pensa di aver combinato un gran guaio con le sue parole cariche di scetticismo, poi la situazione sembra calmarsi. China il capo guardandosi intorno, scambia una fugace occhiata con Audra. Gli occhi di lei sembrano volergli dire tante cose: rimproveri? Forse, non lo sa con certezza.
Tocca al Rosso parlare, il suo discorso e lungo e parte da lontano ma quando termina Tristan comincia a comprendere cosa deve aver provato Audra quando ha parlato lui.
Osserva l'aria perplessa di tutti e, spostando gli occhi verso gli anziani, attende in rispettoso silenzio una risposta.
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Honoo
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MessaggioInviato: Ven Dic 07, 2007 5:26 pm Rispondi citandoTorna in cima

Gli anziani rimangono in assoluto silenzio per qualche momento. Un terribile lasso di tempo che vi sembra eterno. Poi Relian, ancora seduta vicino a Karl prende la parola. "Vorremmo poterti accontentare, ragazzo. Purtroppo il Dio-Macchina sta dormendo ora. Dorme da quando eravamo bambini e ha dovuto respingere l'ultimo vero assalto dei barbari con la nostra terra. Egli ha respinto le loro orde da solo, sommergendoli nelle fiamme degli inferi stessi. ma da quel giorno lontano, si è ritirato nelle profondità della Fortezza, per riprendere le forze. Non possiamo accogliere la tua richiesta, ragazzo." La donna guarda con i suoi strani occhi dorai i suoi due compagni. Nuzon fa un cenno di assenso, mentre Muzankos si limita a mantenere lo sguardo fisso sul fuoco e ad azzannare un pezzo di gecko. "Puoi fare un'altra domanda, ragazzo oppure, se lo desideri, possiamo portarti dove riposa il Dio-Macchina, così che tu possa vederlo con i tuoi occhi." Muzankos si lascia scappare un commento fra un boccone e l'altro 'E che ti spunti un minimo di fede vedendolo...'
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Karl
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MessaggioInviato: Dom Dic 16, 2007 5:17 pm Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:11 PP:5 - a cena

...dorme...
certo, indubbiamente! Come non pensarci prima che il Dio-Macchina, questo essere incredibile ed infallibile... dorme.


Karl sgrana gli occhi diviso tra lo stupore e l'incredulità. Deglutisce cercando qualche parola sensata per rispondere a quello che sembra un grottesco brano di teatro, sempre ammesso che teatro voglia dire qualcosa.
Oscilla lentamente con la testa schioccando la lingua in bocca prima di parlare. -Ja... klart... dorme.- Gli occhi vagano per la stanza pregna dell'olezzo di grasso e carne arrostita cercando nelle espressioni dei suoi amici qualche indizio che gli riveli il loro pensiero. Perlomeno i tre mentecatti deformi non si sono infuriati, nè l'hanno minacciato di terribili contatti fisici ravvicinati con le loro deformità, anzi, secondo Karl, sembrano pure ben disposti all'idea, quasi lusingati dall'interesse mostrato. Comprendere le loro teste sarà una grande scoperta scientifica, a detta del Rosso: chissà che Periskop non ci riesca un giorno.
-Va bene...- replica infine annuendo rapidamente con la testa -...aber andremo tutti noi quattro, zusammen, a vedere il... - si trattiene dal pronunciare breczni di coso concludendo piuttosto con un lento e scandito -...dio-macchina.

Rotea in aria il pezzo di carne che ancora tiene in mano fino ad accorgersi di quella presenza unta tra le sue dita. Oramai vale la pena provare e, con un gran sospiro addenta il boccone, mastica rapidamente cercando di ignorare il gusto di pollo e di rettile ormai freddo, e si ripromette di inghiottire trattenendo ogni smorfia. Non è poi così male. Riaddenta il pezzo di carne, mastica ed ancora ed ancora fino a pulirsi le labbra unte con la pelliccia che gli hanno dato; ed in quel semplice gesto, finalmente comprende cosa puzzava davvero d'animale morto.

-Io sono pronto!- afferma d'un tratto aggiungendo il più largo sorriso che la situazione permette. Se quello dorme, pensa, quantomeno non si metteranno a gridare. E sorride di nuovo.
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MessaggioInviato: Lun Dic 17, 2007 3:26 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:15 - PP:4]

Che brutto vizio che le è venuto, a tormentare con le dita la punta di freccia nascosta nella manica.

Audra ascolta attentamente. Il Dio-Macchina dorme? E’ questo che ha udito? *Forse non è mai stato sveglio…* sbotta una vena ironica di sé. Chissà perché la parola “macchina” le fa venire in mente qualcosa di freddo, inerte, senza alcuna vita.
‘E che ti spunti un minimo di fede vedendolo...’ Quando ode questa frase pronunciata a mezza bocca dall’Anziano, ad Audra quasi scappa da ridere.
*Certo, contaci… non ascolta nemmeno il più semplice dei consigli, “tieni a freno la lingua”, e speri che possa diventare un fanatico come voi solo alla vista di qualcosa?*
Tuttavia, Karl sembra interessato alla cosa, e richiede di poter vedere il Dio-Macchina. E forse, fa la cosa più sensata che ha fatto fino ad allora: chiede di non andare da solo, ma di poter essere ammessi in quel luogo tutti e quattro. Il punto era: se il Dio-Macchina è dormiente, cosa può far pensare che la sua visione possa essere d’aiuto? O magari è possibile che si svegli per assecondare dubbi e curiosità?
*Lo consideri forse un’entità vivente…?* Audra quasi si schernisce da sola per questi pensieri. Scruta i tre Anziani in attesa della loro risposta, mentre intanto di fronte a lei il gecko continua ad abbrustolire. L’odore della carne cotta stimola i suoi sensi, e sente pian piano una bestia feroce – la fame – che comincia a roderle le viscere. il suo stomaco comincia a ribellarsi, facendo sentire la sua voce. Allora Audra finalmente si decide, trancia via un pezzo di carne, e senza più esitazione lo addenta, avvertendo il suo caratteristico sapore. Non male: non l’avrebbe mai detto.
“Se posso aggiungere una cosa a quanto detto dal mio compagno” dice con voce atona, non appena ingoiato il boccone, “andremo tutti e quattro… ma dopo che ci saremo rifocillati… e soprattutto dopo delle adeguate cure, sempre se sarete disposti a concedercele: i miei compagni, se non l’avete notato, sono feriti.” *E anche io ho preso la mia razione di colpi…* è il pensiero che vuole terminare la frase, ma non raggiunge la via delle labbra. Ricorda solo la macchia di sangue che spiccava sulla veste di Karl, e i graffi e le escoriazioni dovute ai detriti del crollo dell’edificio sul corpo di Tristan e Nether. Quei pensieri le fanno tornare in mente il cadavere della ragazza, al decimo piano. Chissà chi era. E soprattutto, chissà se la conosceva. Scrolla via quei pensieri dalla testa, cercando di non porvi più mente, e prosegue col discorso: “Se il Dio-Macchina dorme da tempo, sono sicura che non cambierà molto attendere un po’ di tempo per i bisogni necessari…”
La sua è stata una frase così schietta da rasentare quasi la sfrontatezza. Attende la risposta degli Anziani, mentre sfrega le mani tra sé per ripulirle dall’unto della carne, senza perderli di vista un solo istante.
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Grifis
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MessaggioInviato: Lun Dic 17, 2007 3:58 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Tristan - pf 15 - pp 5 -

Quando ode le parole degli anziani alza gli occhi dal trancio di carne che aveva davanti e che aveva iniziato a studiare (e assaggiare), questi gli brillano attraverso le lenti tonde.
*La fortuna è dalla mia parte... fortuna...* quasi si riprende * sono proprio curioso di vederlo questo dio-macchina... deve essere una specie di costrutto metallico... che altro se no...* I suoi pensieri corrono più veloci del vento, congetture e immagini puramente inventate si susseguono veloci nella sua mente; ignora le escoriazioni che lo infastidivano leggermente fino a poco prima anche se le parole di Audra sembrano ricordargliele.
*Audra ha ragione... abbiamo bisogno di cure... anche se non sono fondamentali... il dio-macchina puo continuare a dormire ancora qualche ora...*
Senza accorgersene ha finito il pezzo di carne che aveva davanti...
*Accidenti avevo proprio fame...* pensa staccandone un altro pezzo... *però... non è poi così cattivo...*
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Ven Gen 04, 2008 4:22 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 12 PP 5 ]

Nether non ha ancora toccato cibo, e sente il proprio stomaco gorgogliare per la fame. E' comunque piuttosto restio a mangiare quella carne, anche se dall'aspetto non sembra poi così disgustosa. Soprattutto teme che possa causare mutazioni come quelle degli anziani *Però non posso nemmeno starmene qui a morire di fame...* pensa sporgendo il labbro inferiore.
Alza lo sguardo dal cibo solo per ascoltare quello che dicono gli altri suoi compagni e gli anziani. Sgrana gli occhi per un momento alla prospettiva di poter vedere di persona questo "dio macchina". Tamburella nervosamente le dita sulla gamba mentre riflette sulle possibilità a loro disposizione. Non si sentiva così a pezzi da dover essere curato, ma non gli sembrava nemmeno saggio mettersi a fare il bastian contrario in quel momento *Quantomento guadagneremo un attimo di tempo per parlare tra di noi...forse...*
E' dura però lottare contro la propria curiosità.
"Sono...sono d'accordo...vorremmo prima rimetterci in sesto e poi, se possibile, vedere il vostro Dio Macchina..." dice un pò titubante prima di azzardarsi a mangiare la carne che ha davanti. Il sapore non è male, ma nemmeno ci bada, mastica avidamente i pezzi di carne per poi mandarli giù di colpo placando i morsi della fame.
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Honoo
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MessaggioInviato: Mer Gen 09, 2008 2:34 pm Rispondi citandoTorna in cima

I tre anziani si guardano, meditando sulle parole dei ragazzi che hanno di fronte e la mancanza di una volontà comune sembra li stia rallentando nella decisione. Poi, diversi minuti dopo, Relian si fa portavoce della decisione presa: "E sia, potete restare fino a quando non vi sarete ripresi e avrete visto il Dio-Macchina, tuttavia sarebbe ingiusto nei confronti del nostro popolo se veniste nutriti e vestiti senza darci nulla in cambio. Abbiamo campi da coltivare, bestiame da allevare, selvaggina da cacciare, bambini da accudire e malati da curare." Nuzon da un ultimo morso al suo pezzo di carne, finendo di spolpare l'osso con cura "Per stanotte potrete riposarvi nell'alloggio che vi abbiamo assegnato, domattina vi faremo visitare dal cerusico oppure vi accompagneremo alle porte della Fortezza, in modo che possiate andare altrove. Prendetevi la notte per riposare e decidere se volete ancora restare e quale mansione pensate di saper svolgere o di poter imparare rapidamente." Dopo queste parole si alza e si avvia lungo il corridoio da cui siete arrivati salutando con un cenno della mano deforme i suoi due compagni. A loro volta Muzankos e Relian si alzano, il primo con una grossa coscia di gecko in mano, senza nemmeno aver finito di mangiare, la seconda con una certa riluttanza, come se qualcosa la turbasse. "Prendetevi il tempo che vi serve per rifocillarvi e dissetarvi." vi dice prima di uscire "Maya vi aspetta qui fuori per ricondurvi alla vostra stanza. Spero che prendiate la decisione giusta."
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MessaggioInviato: Dom Gen 13, 2008 1:00 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 12 PP 5 ]

*Non è andata poi così male...* pensa Nether sospirando.
"Bè" esordisce alzandosi in piedi roteando gli occhi verso l'alto per un attimo solo quando sente le ossa delle ginocchia schioccare "Non so voi, ma in un modo o nell'altro non credo ci restino molte scelte...anche decidendo di andarcene non so quanta strada potremmo fare senza farci ammazzare..." dice scuotendo leggermente la testa con un sorriso ironico stampato in volto.
Si avvia verso la porta fermandosi sul limite dell'uscita voltandosi ad osservare i suoi compagni facendo loro un mezzo inchino seguito da un cenno per invitarli ad uscire "Prego signore e signori, torniamo ai nostri nobili alloggi a discorrere di siffatta situazione..." il tono è allegro, ma lo stesso non poteva dirsi dell'espressione che ha in viso mentre continua a guardarsi attorno come se stia cercando qualcosa.
*Meglio non parlare oltre qui...* pensa tra sè e sè *Non vorrei ci fossero più occhi e orecchie di quanti crediamo...*
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MessaggioInviato: Lun Gen 14, 2008 5:41 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra - PF:15 - PP:4]

Lo sguardo di Audra si sofferma di volta in volta sui tre Anziani che si allontanano dal luogo del pasto. Non c’è emozione nei suoi occhi, nulla traspare dei suoi pensieri. Sa soltanto che c’è qualcosa che non le quadra in tutta quella storia. C’è qualcosa che manca, qualcosa che non è stato detto o non è stato colto, anche se non capisce cosa sia. E’ la stessa sensazione di quando ci si sveglia dopo aver fatto un sogno, ma non si riesce a ricordarne i dettagli… e dopo che ha visto Relian andarsene con un’espressione indecifrabile sul volto, come se qualcosa la inquietasse -chissà se per loro o per che altro- o come se volesse dire altro, comincia a pensare che forse come sensazione non è così fuori luogo.
Una notte per decidere… e cosa? Forse non c’è gran scelta. Fuori, il deserto… morte, sole a picco, desolazione. E senz’armi non sarebbero andati lontano. Dubita infatti che in caso optassero per l’abbandono della Fortezza, li avrebbero equipaggiati di tutto punto.
In altre parole, il ragazzo bruno ha forse espresso il pensiero di tutti. Per quanto sia una situazione che non le vada a genio, non vede altre via d’uscita.
Ma c’è ancora una notte di fronte a loro. Può riflettere con calma, e senza il peso di sguardi addosso. Specie quelli degli Anziani, di Maya, o di chiunque in quella Fortezza. Ha ancora tempo, e forze, per mettersi a pensare.
Si alza silenziosamente e procede verso l’uscita. Si sofferma per un attimo quando Nether apre la porta lasciando libero il passaggio a tutti gli altri, specialmente lei. Inarca un sopracciglio soffermandosi per un istante. Un gesto cavalleresco… Cavalleresco? Che significa? E da dove le esce quella parola? Non lo sa. Eppure le sembra carica di significato.
“Andiamo” dice soltanto, rivolta agli altri due. Quasi storce il naso al pensiero di una notte insieme a quella triade. Soprattutto con Karl, e la sua parlantina ingarbugliata, da far venire il mal di testa. *Se ricomincia, glielo faccio venire io il mal di testa… roba che nemmeno i cerusici riusciranno a rimettere in sesto…* riflette quasi con una punta di divertimento, al suo stesso giudizio completamente fuori luogo, prima di varcare la soglia.
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MessaggioInviato: Lun Gen 14, 2008 7:47 pm Rispondi citandoTorna in cima

Tristan - pf 15 - pp 5 -

"...quale mansione pensate di saper svolgere o di poter imparare rapidamente..." Non appena udite queste parole come un flash attraversa la mente di Tristan, un lungo corridoio bianco, poi una sala immensa e gremita e infine una lavagna con numeri e simboli segnati sopra, qualcuno parla, ma non capisce.
Tutto scompare all'improvviso così com'è arrivato, si ritrova nella sala, gli anziani, e ora anche i suoi compagni, si sono tutti alzati e si avviano fuori. Audra lo chiama a lui e a Karl.
Si alza e raggiunge gli altri, accostandosi ad Audra.
'Avrei preferito non parlare con loro... ' le sussura in modo che solo lei possa sentire.

_________________
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#cinquantasfumaturediGaldor
#dovèildistributoredidurexquandoserve

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MessaggioInviato: Gio Gen 24, 2008 11:01 am Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:11 PP:4 - dopocena

Alle parole della ragazza Karl alza la mano tenendo l'indice ritto in un gesto così naturale da non fargli nemmeno venire il dubbio dove l'abbia appreso.
-Shht!- sibila in un brevissimo soffio tra i denti. Per un momento inclina la testa di lato fissando senza interesse alcuno un angolo del pavimento, troppo breve per destar domande, eppur alquanto singolare nei modi.
Solleva infine lo sguardo verso un punto preciso al di là della stanza lasciando che la mano lentamente scenda rivolgendo il palmo al suolo.
-L'avete sentita?- domanda di botto, mormorando piano le parole come se qualcuno potesse udirli. -Wie het hun? La donna del ... carro... Maya. Kom... sta venendo...- s'avvicina alla ragazza -... nessun altro hier... qui vicino.-.

Si volta di scatto sì che i capelli mossi all'improvviso paion simili alle lingue del fuoco che di sicuro gli arde nell'animo. Sotto tali fiamme la bocca incurvata e aperta lascia solo immaginare lo stupore che nessun altro abbia udito quel flebile respiro; e sulla lingua il gusto dolciastro delle grandi scoperte.

_________________
Sfido la morte
per gioco pazzo,
per dolce lazzo,
o per...uhm...coorte.
Testuggine. Alla griglia.

Ciclope


What is Jerusalem worth?
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