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 [Ricordi Smarriti] Avventura Successivo
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Karl
Scudiero
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MessaggioInviato: Gio Set 06, 2007 10:52 am Rispondi citandoTorna in cima

Karl Ke Kombinaguai! - PF:11 PP:5 - scale di un certo palazzo

-Ein... Zwei... Dre... Ahi!-
Ansima dietro la colonna, la mano che preme sulla spalla dolorante e che tenta invano di estrarre la freccia.

-Ein... Zw...Breczni!... Dr... Dr... Dreczni!!-
Il sangue.
Caldo.
Rosso...

C'e' qualcosa di strano nel vedere il sangue, qualcosa di nuovo, di gustoso.
Storce la bocca dal dolore in questa nuova dimensione dove tutto si e' fermato, ed il sangue gli parla, rosso e caldo. Sangue. Preme la mano sulla spalla, e l'osserva con le narici solleticate dalla polvere. Il sangue canta, lo chiama a se' per dirgli *Sei un cretino!*

Scuote la testa. Risentito di questo pensiero, cosi' vero ed al tempo stesso ingiusto. E' da cretini evitare il peggio? Rischiare si, quello e' da cretini.
E' ingiusto! Lo sente, gli ribolle nell'animo e lo fa adirare. Strappa la freccia e la getta lontano. E si siede, scivolando piano con la schiena poggiata alla colonna.
Si preme la spalla ancora una volta. Arrestera' il sangue, se non il gonfiore.
Ma che importa?
Strappa un pezzo della tuta, aiutandosi con i denti, tremando leggermente. Bastera' come benda?

Alla sua sinistra la spranga giace in terra. Aveva risuonato poco prima cadendogli dalle mani, quasi una lugubre risata. E piu' in la' la freccia, ancora sporca di sangue. E...

Hey! L'arco... le spade...

Sogghigna mentre strappa un altro pezzo della tuta scoprendo quello strano rettangolo sul petto: perche' non ci ha pensato prima? Una fionda! Una fionda primordiale...

...ora gli resta solo da trovare una pietra.
Prima di morire dissanguato, s'intende.
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Honoo
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MessaggioInviato: Ven Set 07, 2007 11:44 pm Rispondi citandoTorna in cima

Risoluzione dei precedenti OFFGAME:

Audra:
Attacco
Dex + arma improvvisata = 6
Contrattacco del cacciatore 2
Dex + arma da botta = 7
Contrattacco riuscito. Audra subisce 3 danni e viene buttata a terra. (Il vdr dell'attacco supera il Corpo/2 di Audra)

Tristan:
Dex + lanciare oggetti = 3
Schivata del caciatore 3
Dex + atletica = 3
Schivata riuscita.

Karl:
intorno a te ci sono detriti a sufficienza. Puoi costruire la tua fionda e hai alcune munizioni.

[Incrocio di strade di una città morta]
Audra si lancia con un grido contro i due uomini: la punta di pietra della freccia stretta nella mano. Il colpo che porta è preciso ma la rozzezza dell'arma la tradisce. La punta di pietra scivola innocua sulla corazza squamosa indossata dal cacciatore, che non si lascia sfuggire l'occasione: la sua mano sinistra cala con violenza sulla spalla sinistra di Audra, facendole aprire la guardia; un istante dopo la vista della ragazza si oscura e Audra si ritrova a mangiare una cospicua quantità di polvere. In pochi secondi i due cacciatori le sono addosso: uno dei due cerca di tenerla ferma, mentre il secondo prende una spessa corda dalla cintola e si sforza di bloccarle le caviglie. A Tristan non tocca sorte migliore: i suoi lanci sono imprecisi e i due ceffi che lo stavano inseguendo lo raggiungono poco prima della porta di un palazzo. La stessa porta varcata pochi secondi prima da Nether.
Al secondo piano Karl sta imprecando e ingegnandosi per procurarsi un'arma da tiro, per quanto rudimentale. Si sporge un istante dal riparo della colonna e vede Ron, il giovane con l'arco, tenere sotto tiro il suo riparo. Unica nota positiva della faccenda è che la ferita alla spalla ha già smesso di sanguinare. Eppure Karl non riesce a togliersi dalla testa una sensazione spiacevole, una sensazione di incombente minaccia, ma che nulla ha a che fare con i cacciatori che gli danno la caccia in questo momento.
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Akhayla
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MessaggioInviato: Ven Set 14, 2007 11:16 am Rispondi citandoTorna in cima

[Audra – PF:15 – PP:4]

La polvere che si è alzata su di lei la soffoca, come un sudario impenetrabile. Ringhia sordamente, simile ad una belva.
E’ accaduto tutto in un lampo. Troppo velocemente persino per rendersene conto. Un attimo prima era scattata con la freccia in mano, cercando di colpire l’avversario. In quello successivo era sopraggiunto il dolore, e il buio. Repentino, inaspettato, sgradevole. Il palpito di un istante, e si ritrova schiena a terra, con una morsa che cerca di immobilizzarle le caviglie, al pari di una tagliola, e un’altra che tenta di bloccarla stringendole i polsi.
*No.*
Una corda. La vogliono legare.
*NO!*
Digrigna i denti, e si dibatte come una furia.
Nella mano, ancora la punta di freccia, su cui aveva sperato, su cui aveva contato di riuscire a colpire uno degli uomini in qualche punto vitale. Ben misera cosa. Ben misera arma. Niente a che vedere con l’equipaggiamento che i due si portano dietro. Come quella mazza abbandonata a terra, che giace nella polvere. Se solo avesse avuto quella…
Ma ora non può pensarci.
E’ a terra. E’ nei guai non fino al collo, ma oltre.
Ed è sola.
Ma non per questo si sarebbe arresa, quello mai. Piuttosto la morte.
La morsa che le immobilizza gli arti è ferrea, ma non abbastanza. Se solo riuscisse a liberare almeno un braccio… Il volto dell’uomo chino su di lei cercando di inchiodarla a terra tenendole i polsi è a un paio di spanne da lei. Se riuscisse a svincolare la mano armata… Basterebbe un colpo. Un solo rapido colpo. La faccia è lì, è lì, ce l'ha di fronte. Un bersaglio così facile non l’avrebbe mai avuto. E anche l’altro avversario era così vicino ai suoi piedi… Sta cercando di trattenerglieli, ma basterebbe un attimo di disattenzione perché possa calciare, dritto al volto…
Trae un profondo respiro, senza curarsi di riempirsi i polmoni di sabbia. Raduna tutte le forze che ha in corpo e comincia a strattonare in maniera spasmodica, a scatti, per riuscire a divincolarsi.


[OFFGAME:]
Mi sto dibattendo per sciogliermi dalla presa. Credo che la questione dipenda da cosa riesco a liberare (ammettendo che ci riesca).
Se riesco a liberare una gamba sferro un calcio, se libero la mano colpisco o con un pugno o con la freccia, dipende quale mano si divincola.
In entrambi i casi, miro alla testa dell’uomo che teneva prigioniero il braccio/la gamba in questione.
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MessaggioInviato: Dom Set 16, 2007 9:19 pm Rispondi citandoTorna in cima

Tristan si vede raggiunto.
*sono in due, sono grossi, sono armati, sono corazzati, sono... sono... sono praticamente nei guai...*
Non ha chance contro di loro, nessuna. O forse una, si una si. C'è sempre una chance.
Rapidamente li squadra con lo sguardo.
*Quello a destra si direbbe meno grosso di quel che sembra... forse ho una possibilità*
La sua mente risponde inaspettatamente rapida alle sue richieste e lo asseconda.
*devo scappare!*
Tristan vuole destabilizzarlo, farlo cadere. Ad essere sincero non si aspetta tanto, vuole "aprirsi" un varco e poter continuare a scappare.
Tristan inizia a correre verso l'uomo a testa bassa, non gli importa dove, non gli importa come; vuole arrivargli addosso e continuare a correre.
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MessaggioInviato: Mer Set 26, 2007 4:58 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Audra, Tristan e Nether - Incrocio]

Audra scalcia e si dimena con violenza, tanto che i due cacciatori che la trattengono iniziano ad imprecare vistosamente. Quella che dal loro punto di vista è una ragazza indifesa sta dando prova di una forza decisamente superiore al normale: se non fossero in due non riuscirebbero a tenerla. "Vuoi tenerla ferma? Questa femmina può renderci ricchi!" queste le parole del capo dei cacciatori "Credi che non ci stia provando? Sembra di lottare con un Breman... E di quelli grossi per giunta!" Per tutta risposta, Audra dà uno strattone più forte degli altri e si libera una gamba e zittisce il nemico con un vigoroso calcio all'inguine. 'Lurida cagna... Io ti...'
Anche Tristan è alle prese con un avversario pericoloso: si è lanciato contro quello che pareva il più piccolo dei due cacciatori, riuscendo in qualche modo a sbilanciarlo e farlo cadere in terra. Purtroppo l'uomo ha voluto trascinarlo a terra con lui. Il secondo avversario gli è subito addosso: cerca di bloccarlo per le spalle e di rialzarlo a forza. Le mani del ragazzo cercano qualcosa su cui far presa per trattenersi: gli abiti dell'uomo sotto di lui sembrano messi li apposta, ma la stoffa lisa non regge a lungo e si strappa con un rumore secco. Il cacciatore che Tristan ha di fronte ha perso parte della maschera di stoffa che gli proteggeva il volto dal sole e dal vento; per poco Tristan non si mette ad urlare quando lo vede: buona parte della guancia destra è orribilmente butterata, come una piaga infetta ed alcuni denti sembrano essere cresciuti, ricurvi e allungati, dal mento. #Dannato bastardo!# gli urla il cacciatore #Hai distrutto la mia maschera! Questa me la paghi!#.
A giungere del tutto inaspettati sono i sibili che si sentono nell'aria: rumori brevi, fulminei, come altrettanto fulminea è la morte di due cacciatori. Entrambi con la testa trafitta in più punti da lunghi aghi metallici. Quasi al rallentatore il capo dei cacciatori si volta, per vedere a circa trenta metri dietro di lui due figure: coperte da capo a piedi da una vistosa corazza grigia, che non riflette in alcun modo la luce accecante del sole; l'elmo che indossano ha una spaccatura piuttosto regolare all'altezza degli occhi e dalle loro spalle sventola un mantello liso e stracciato, color dell'asfalto. Saldamente stretto nelle mani entrambi impugnano un lungo fucile dalla canna a sezione quadrata. Audra riesce a sentire un gemito uscire dalla bocca del capo '... ... ... I ... Guardiani...' Da quel momento è il panico: i cacciatori provano a fuggire come possono, abbandonando immediatamente la lotta. I due guardiani prendono la mira e premono il grilletto: dalle loro armi escono alcuni sbuffi d'aria e i cacciatori crollano a terra, con le teste trafitte. I due avanzano lentamente verso gli impietriti ragazzi, quello sulla sinistra punta la propria arma contro Tristan, ma il suo compagno lo ferma "Fermo Ash. Non vengono dal Nido" dice una voce femminile da sotto l'elmo "Come fai a dirlo?" le risponde l'altro "Guardali. Per non essere mutati devono aver vissuto sotto terra fino a pochi mesi fa. E tu sai benissimo che non ci sono rifugi sotterranei incontaminati nella zona." Il Guardiano chiamato Ash guarda prima la sua compagna, poi Tristan, senza abbassare l'arma. "Ash... Devo ricordarti chi è il caposquadra fra noi due?" Questa volta Ash abbassa il fucile "No... Maya, non ce n'è bisogno." La donna si slaccia una cinghia di plastica sotto l'elmo e lo toglie: ha i capelli neri e cortissimi , eccezion fatta per una sottile treccia che scende sul lato sinistro della testa; due grandi occhi marroni e un sorriso sornione dipinto in volto: sarebbe molto bella se non fosse per evidenti bruciature chimiche sulla pelle. "Bravo fratellino, così si fa.." #Cilar, Radcliff qui abbiamo finito! Tutto a posto?# Dai palazzi intorno a voi giungono le risposte #Certo Maya! C'è ne un altro qui! Ora lo porto giù!#
#Ho finito anche io, recupero i sacri dardi e vi raggiungo!#. Maya si rivolge poi ad Audra e agli altri "Per ora non vogliamo farvi del male, ma potremmo cambiare idea. Dipende da come vi comporterete e dalle risposte che ci darete. Ragazzina..." rivolta ad Audra "...posa quella freccia, è meglio. Io sono Maya, Guardiana della Fortezza" dice la ragazza con orgoglio, indicando l'enorme edificio verso cui vi stavate dirigendo "voi chi siete? Da dove venite?"

[Karl]
Concentrato come sei dal fastidioso tiratore che ti tiene inchiodato dietro uno stupido sasso non ti accorgi dei passi lungo il corridoio alla tua destra. Ti accorgi della figura grigia che ti si è parata di fronte solo dopo che l'hai sentita parlare "Non fare cose stupide, ragazzo." E quando la vedi, vedi anche che ti ha puntato addosso un grosso fucile. Lo sta impugnando con la sinistra, mentre la destra è scivolata dietro la schiena per afferrare un paio di affilati pezzi di ferro con cui ti minaccia. Dopodichè si sporge dalla finestra e apre il fuoco contro Ron, abbattendolo. Dall'esterno senti delle voci discutere, ma non afferri il senso delle frasi, non prima che alzino il tono #Cilar, Radcliff qui abbiamo finito! Tutto a posto?# #Certo Maya! C'è ne un altro qui! Ora lo porto giù!# poi, in tono più pacato "Puoi scendere con le buone o con le cattive. Quale preferisci?"
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Ven Set 28, 2007 12:29 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 12 PP 5 ]

Ha gli occhi sgranati per lo stupore mentre tiene le mani appena alzate per far vedere che è disarmato, anche se dubita che, anche se fosse stato armato come quel gruppo di cacciatori, sarebbe stato un problema per i nuovi arrivati. La cosa che nota prima di ogni altra è il netto divario tra i loro primi assalitori e loro; se i primi apparivano come un gruppo di sbandati armati alla meno peggio, questi gli danno l'idea di essere soldati di professione ben equipaggiati *Se solo mi ricordassi il nome dell'arma...* pensa con frustrazione. E peggio ancora, non sa nemmeno cosa rispondere alla donna, a parte qualche battuta idiota che è meglio se non si azzarda nemmeno ad articolare...l'unica cosa che sa per certo, è che vorrebbe uno di quei fucili...
*Fucili! Ecco cosa sono!*
Apre la bocca per rispondere, ma poi abbassa lo sguardo, frustrato "Non so rispondere a nessuna delle due domande, credo..." dice poi con un certo sconforto abbassando leggermente lo sguardo...
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Karl
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MessaggioInviato: Ven Set 28, 2007 1:00 pm Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:11 PP:5 - palazzo

Spesso si e' portati a pensare che il nemico del proprio nemico sia un amico. Questa considerazione e' vera solo nel caso in cui tale individuo non ci punti addosso un arma meccanica dimostratasi decisamente letale.

Se contro l'arco di Ron una fionda poteva bastare, contro il fucile e la distanza ravvicinata c'e' una sola tattica che a Karl viene in mente: getta a lato il sasso e la fionda e sorride, o, perlomeno, si sforza di farlo.
Lo sapeva, se lo sentiva, dannazione l'aveva immaginato!

-Oh juvla kuruba!- esclama di getto -Perche' avete impiegato tanto?-

Non e' certo sollievo, quanto una profonda e terribile attesa. E' evidente che non s'e' trattato di un benvenuto, e, come per i primi strani individui, potrebbe benissimo essere divenuto nuovamente preziosa merce di scambio. Tra quanto gli sparera'? O forse a questo gli serve vivo?
Lo squadra dalla testa ai piedi. Non ha la minima idea di quali siano le probabilita' di avere la meglio in una colluttazione ed il sano principio del dubbio gli suggerisce di rimandare e confidare nella buona sorte. Non senza un -Breczni!- soffocato tra i denti. E non riesce a smettere di pensare che lo sapeva, l'aveva percepito prima che accadesse: la prossima volta meglio prestare attenzione a certe sensazioni!

Piano si leva in piedi, massaggiandosi la spalla, vagamente memore della freccia e sorprendentemente in via di guarigione. Pianta gli occhi nelle pupille dell'altro in segno di sfida e, indicando chiaramente l'arma che quello tiene in mano, aggiunge -Lyssna mich und minna, pdolci. Se vuoi fare amicizia mit mir, punta il tuo grusig jarn-mattarello altrove!-
Sottintendendo che, finche' avrebbe avuto un'arma puntata addosso non si sarebbe mosso d'un dito.
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Akhayla
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MessaggioInviato: Lun Ott 01, 2007 9:44 am Rispondi citandoTorna in cima

[Audra – PF:15 – PP:4]

In fretta.
Tutto così in fretta.
Un secondo prima si ritrovava a terra a scalciare con tutte le sue forze per liberarsi; un attimo dopo i suoi cacciatori sono a terra, morti. Ha sentito il sibilo degli aghi, che hanno tagliato l’aria prima di impiantarsi nei corpi di coloro che ora non sono nient’altro che cadaveri. Il drappello è stato sterminato in un pugno di secondi.
I Guardiani.
Quel nome dovrebbe instillarle soggezione. Lo fa, ma solo per poco.
Si rialza lentamente, scrollandosi la sabbia di dosso e sputacchiando quella che ha mangiato. Li scruta con attenzione, con gli occhi che immediatamente corrono alle strane armi impugnate da coloro che hanno salvato loro la vita.
Salvato la vita… per cosa? Per quale altro scopo? E’ un pensiero che non l’abbandona.
Inspira profondamente. Quasi un sospiro. Di sollievo? Difficile a dirsi. Ma almeno la situazione si è calmata abbastanza per permetterle di riflettere su cosa fare.
Dov’è quell’altro? Dov’è il “rosso”? L’ha perso di vista durante lo scontro. Poi ode la risposta di un altro membro di quella squadra armata e si rilassa. *E’ vivo* riflette, e inspiegabilmente si sente molto più tranquilla.
Come se gliene fosse importato della vita di quel ragazzo, o degli altri…
Forse sì. Dura da ammettere, ma sì. Un istinto ineluttabile.
Come l’istinto a non mollare la presa sulla freccia. L’ordine di posarla le è arrivato, perentorio, indiscutibile. I suoi occhi si posano sulle armi spara-dardi. In una parola? Meravigliose. Le accarezza con lo sguardo, come fossero cuccioli da coccolare. Nulla a che vedere con la misera punta di freccia che tiene stretta nel pugno.
Tuttavia, quelle armi, per ora, non sono nelle sue mani, ma le sono state puntate contro. Basterebbe un secondo perché faccia la fine dei cacciatori. Allo stesso tempo, comunque, non riesce proprio ad andarle giù di mollare l’unica arma, per quanto scarsa, che ha a disposizione.
Solleva lentamente il braccio portandolo ad angolo retto, un movimento che viene seguito con attenzione. Mossa rischiosa, e lo sa. Poi porta l’altra mano al polso destro, tirando la manica per allargarla, e allo stesso tempo lascia la presa sulla punta di freccia, in modo che vi cada dentro: arma ‘infoderata’. Per tutta la durata di queste azioni, non ha staccato lo sguardo dal volto dei Guardiani: l’espressione del suo volto è fredda, impassibile, che non mostra alcuna emozione. Dopodichè rilascia entrambe le braccia, inerti, tenendole bene in vista, per mostrare che non avrebbe attaccato in alcuna maniera.
“Attacco solo per difendere” proferisce, quasi a spiegare il suo gesto, e quelle parole le sembrano quasi contenere tutta una filosofia di vita, anche se non ne comprende il motivo. “Si chiama ‘sano istinto di sopravvivenza’, puro e semplice.” Un attimo di silenzio. “Tu al mio posto non faresti lo stesso?”
La parlantina di Audra sembra tagliente, e forse sta sfidando la sorte, tuttavia lo sguardo degli occhi verdi e penetranti, fissi sull’altra ragazza in armatura, sembrano voler comunicare più con le parole che non ha nulla da nascondere, nulla per cui mentire… La guarda dritta negli occhi, senza interrompere il contatto visivo. E’ uno sguardo limpido; determinato, ma limpido. La freccia incastrata nella manica le dà un senso di pizzicore, ma non vi bada. Preferisce avvertire che è presente. Nascosta, ma presente. Quasi un portafortuna.
Dopo qualche istante, si accosta appena al ragazzino biondo, squadrandolo da capo a piedi per accertarsi che non fosse ferito. ‘Tutto bene?’ sussurra, sempre con voce fredda, tuttavia questa volta il tono pare tradire una minima sfumatura di sincera preoccupazione. Lo sguardo corre al ragazzo bruno, a significare che quella domanda vale anche per lui, poi si rivolge nuovamente ai Guardiani, in particolare alla donna, e riprende a parlare: “Lui ha ragione” proferisce all’improvviso, accennando col mento al ragazzo alto. “Non sappiamo rispondere a nessuna delle due domande. Ho detto ‘non sappiamo’, non ‘non vogliamo’. Puoi crederci o no, tuttavia non so come altro spiegare.”
Si è frapposta fra i Guardiani e i due ragazzi; un occhio esterno avrebbe potuto interpretarlo come un senso di protezione nei confronti di questi ultimi... e non a torto. Ancora l'istinto, inspiegabile, ma a cui obbediva come se fosse qualcosa di naturale. Allarga le braccia impercettibilmente fissando intensamente la donna armata. “Tu che risponderesti se ti ritrovassi improvvisamente in un luogo che non conosci, senza sapere come e perché ci sei arrivata? Cosa risponderesti, se qualcuno ti ponesse la stessa domanda che mi hai fatto, magari con un'arma puntata contro, e non sapessi nemmeno dire il tuo nome?”
Un attimo di silenzio, prima che la ragazza dagli occhi verdi si guardasse intorno come a contemplare la devastazione, per poi, con uno sguardo eloquente, rivolgersi nuovamente alla guerriera. “Piuttosto… magari potreste essere tanto gentili da dirci che diavolo sta succedendo qui… Dove siamo, e cosa diavolo è successo a questo luogo, sempre se di luogo si può ancora parlare.”
La sua voce non trema una sola volta mentre parla. E’ palesemente inerme contro armi della portata dei guerrieri, e lo sa. Ma prosegue, senza timore. “Vuoi sapere chi siamo? Bene, il mio nome è Audra. E’ tutto ciò che so di me, e di cui dovrai accontentarti. Non so dirti altro. Ci avete salvato la vita, ma potrò dirvi di esservi grata solo se capirò perché l’avete fatto e che intenzioni avete con noi.” Assottiglia gli occhi, ma non c’è sfida nel suo sguardo: solo determinazione. Non ha paura di guardare la guerriera negli occhi, non una stilla, sebbene sappia che le basterebbe un gesto per ucciderla. Parla pacatamente, senza vacillare un solo istante. “Voglio solo sapere cosa sta succedendo qui. Cerco risposte, né più né meno. Anche su di loro” continua, indicando col mento uno dei cadaveri riversi a terra, quello con la maschera strappata. Il viso era indicibilmente butterato. Mutato: aveva indovinato la parola giusta.
“E a dire il vero…” la mano corre per un attimo nel punto ove era stata colpita, massaggiandolo, come se il dolore che aveva provato prima si fosse riaffacciato solo in quell’istante, “… anche qualcosa per rifocillarci. Acqua, cibo. Qualcosa per poter sopravvivere.”
Sopravvivere. E’ una parola che sembra oro, detta in quelle circostanze. Dopo quel fiume di parole, che le sono sgorgate dalle labbra in maniera naturale - non dettate dalla paura, ma dalla perfetta consapevolezza della situazione -, rimane in attesa della risposta della Guardiana, sempre con gli occhi puntati nei suoi.
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MessaggioInviato: Lun Ott 01, 2007 2:53 pm Rispondi citandoTorna in cima

"I-Io sono Tristan"
Queste sono le parole che dice il giovane con un filo di voce, era ancora scosso dalla battaglia avuta e vedere quegli 'esseri' in volto non era stata una scoperta piacevole.
Ha seguito il discorso di Audra ed ha annuito nei punti che riconosceva validi anche per lui; poi questa si è rivolta a lui.
‘Tutto bene?’
"...Si" risponde Tristan "sto bene... ma..." è insicuro se rivelare un sospetto che lo turba, poi si decide "Butta quella punta..." quasi sputa queste parole, la velocità con cui sono state dette le ha rese quasi incomprensibili a tutti, Audra, con un cenno del capo, chiede delucidazioni.
"Butta quella punta, ho detto... non so cosa hanno quelli li" si volta indicando i cadaveri "ma non vorrei che venissi contagiata... gettala per favore..."
La richiesta di Tristan è indipendente da quella fatta dai guardiani, non gli importa se Maya abbia intimato la stessa cosa, quel che gli sta a cuore è la salute della sua... compagna(?).
La sua attenzione si porta sulle armi, pian piano si sta tranquillizzando, anche se lo squarci di volto di quel tale gli ripercorre a tratti la mente.
"Non sembrano complessi..."
Questa è l'unica cosa che gli passa per la testa, non gli importa della letalità, ne dell'utilizzo; quasi si stupisce di se stesso...
*Cosa diavolo significa: non sembrano complessi"?*
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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2007 9:40 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Karl - Secondo piano]
"Amicizia con te? Cosa ti fa pensare che io voglia fare amicizia con uno che neanche capisco?" Il guardiano porta la mano alla canna del fucile e fa scattare una piccola leva; l'arma emette un flebile ma minaccioso sibilo, per poi tornare silenziosa "Hai due modi per uscire da questo palazzo: il primo è davanti a me, mani in alto e vivo. Il secondo è volare giù da quel buco, con un paio di sacri dardi nella testa. Scegli..." Pur non vedendo il viso del guardiano davanti a lui, è fin troppo facile per Karl capire che non sta scherzando affatto. In più dall'esterno giungono le voci del resto del gruppo, impegnato in una concitata conversazione.

[Gli altri - In strada]
Maya ha osservato con attenzione Audra durante tutto il suo discorso, ovviamente senza smettere un solo istante di tenerla sotto tiro. "Audra, giusto? Sei stata schietta e sincera. O forse sei solo un'ottima attrice." Lo sguardo di Maya è inflessibile "Per adesso voglio darti il beneficio del dubbio..." Un terzo guardiano spunta in quel preciso momento dai palazzi intorno, ha il fucile in spalla e stringe nella mano sinistra una decina di dardi sporchi di sangue, la sua voce sovrasta quella di Maya #Cosa?# Alla giovane basta uno sguardo per zittire il guardiano appena giunto sulla scena "Cilar, silenzio. Ti ricordo che sono io a comandare." Rivolge nuovamente lo sguardo verso Tristan, Nether e soprattutto Audra. "Stavo dicendo... Che vi credo, per ora. Avete molte domande e io conosco le risposte solo ad alcune di queste. Quelli da cui vi abbiamo involontariamente salvato sono cacciatori del Nido: non troverete un peggior agglomerato di ladri, assassini e mercanti di schiavi nel raggio di 100 leghe. Con ogni probabilità cercavano schiavi da vendere o forse volevano impadronirsi dei sacri artefatti che custodiamo. Ho detto involontariamente, perchè il nostro solo scopo è far capire a quella feccia che il nostro territorio è terreno di morte per loro... A proposito: Cilar, vai con Ash ad esporre le loro teste sulle picche. Ci vediamo alla Fortezza." Maya fa qualche passo, poi si siede su un grosso macigno, mentre i suoi due compagni si apprestano a perquisire i corpi dei cacciatori "Quanto a voi, giovani dispersi... Potrete avere cibo e acqua alla Fortezza. A patto che siate disposti ad aiutare la comunità. Non siete obbligati ad accettare, ma credo che sia l'offerta migliore che posso farvi. Inoltre gli anziani potrebbero dirvi qualcosa di più su questo posto. Non sono mai stata ferrata nelle leggende." Uno schiocco secco sottolineò le parole di Maya: Cilar e Ash avevano cominciato a decapitare i cacciatori.
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Karl
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MessaggioInviato: Sab Ott 06, 2007 7:50 pm Rispondi citandoTorna in cima

Karl - PF:11 PP:5 - palazzo

Di tutto il discorso dello sconosciuto, peraltro chiarissimo, un particolare fa salire un brivido lungo la schiena di Karl: la parola "sacri".

Qualunque altra parola sarebbe stata migliore, forse "dolorosi", oppure "preziosi" od anche "infami", ma "sacri" non gli piace, gli incute timore ed odio al tempo stesso ed un pensiero gli sale alla mente come un lontano ruggito

...ammazzami, prima che io ti ammazzi...

Resta per un momento silenzioso, imbambolato a fissare il vuoto.
Un sopracciglio si piega, scontroso, sbuffa e lo fulmina con lo sguardo, ultima sua arma. Se per un momento l'ha rispettato, nemico o amico che fosse, ora lo detesta, profondamente.

-...va bene... pdolci karubi! ...va bene...- ringhia come una fiera in gabbia. Si volta dandogli le spalle e comincia lentamente a scendere insultandolo in ogni idioma.

-...vado avanti und tu dietro... e tieniti stretto il tuo breczni di mattarello...- la sua voce risuona per tutta la tromba delle scale -...che se lo perdi ti porto fuori io... a calci in das backa!...-

I passi lentamente scendono lungo le scale. Piccoli sbuffi di polvere nell'aria fresca li accompagnano.

-...ti senti forte perche' hai i tuoi sacri dardi? O kanske io sono stato troppo gentile? und dummare ...
Vieni tu a chiedermi qualcosa... strviriani sacri dardi karubi i prebvi pdolcvi ti pdolcvi! -


Quel "sacri" lo disturba, lo mette in allarme, senza neanche sapere perche', senza ricordarlo.

-...sacri dardi... sacri dardi meine schmennding backe! Se avevo io il mio ...divino... gottlich fucile ti facevo strisciare a terra leccando la strada da qui a casa mia che non so neanche dove breczni dein mor utan bdreni sia e ti assicuro che ti facevo passare la voglia di fare il pdolci piagnone som du ar!-

D'un tratto abbassa la voce, fino quasi ad un bisbiglio.

-...casa...-

Il cuore gli si stringe. Non ha piu' voglia di parlare. Sacri dardi e Piagnone non importano piu'.
Ora vorrebbe solo ricordare.
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Akhayla
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MessaggioInviato: Lun Ott 08, 2007 8:58 am Rispondi citandoTorna in cima

[Audra – PF:15 – PP:4]

Nella mente di Audra non ci sono pensieri. O meglio, sta ragionando in maniera così fredda che le sembra quasi di non pensare.
Non hanno molta scelta. Alla Fortezza possono avere risposte, possono rifocillarsi. Non si fida comunque di quegli uomini… A malapena trattiene una smorfia che può sembrare quasi di divertimento: da quando si fida di qualcuno? O meglio ancora, si è mai fidata di qualcuno che non sia se stessa?
Osserva il compagno di Maya compiere l’operazione di decapitazione dei cadaveri. Ben presto le teste dei cacciatori cominciano a svettare come macabri trofei nel bel mezzo della radura. Audra arriccia il naso. La scena non le provoca disgusto, tuttavia comincia a farle comprendere in che situazione si trovi. Sono nel bel mezzo di una lotta per il predominio del territorio, proprio come i branchi degli animali che delimitano il loro terreno di caccia.
Servire la comunità? E in cosa?
Continua a ragionare su quell’aspetto. Servire in che modo? Come se fossero soldati, come se fossero mercenari prezzolati? Non sa nemmeno lei da dove le saltano fuori quei termini, tuttavia in questo momento si sente come se la stessero reclutando. E’ una sensazione stranissima. Un dubbio che vuole al più presto risolvere.
Sente all’improvviso una serie disarticolata di parole, e non ha dubbi. E’ il ragazzo dai capelli rossi. Si volta nella direzione da cui ode provenire la voce, e lo vede mentre sbuca fuori da un palazzo, con uno dei Guardiani alle spalle che lo tiene costantemente sotto tiro. Il primo impulso è quello di raggiungerlo, e di tirargli un pugno dritto sul volto. Farlo finire a terra, a mangiare la polvere, in modo che in quella sua testa scarlatta entrasse un po' di buon senso e gli spegnesse quell'incomprensibile parlantina che era stata, fino a quel momento, soltanto foriera di guai.
*Bella tattica, amico. Bella mossa. Per poco non ci facevi uccidere tutti quanti!*
Questo avrebbe voluto gridargli. Ma quando entrambi si avvicinano a portata di vista, quando vede le condizioni della spalla del ragazzo, e la benda di fortuna macchiata di sangue, allora tutto cambia.
*E’ ferito.*
Una constatazione che le spegne la rabbia.
Come se niente fosse, si avvicina a lui. In quel momento non le interessa che le venga puntato addosso un fucile, non le importa se anche quel Guardiano, notandola arrivare, tiene pronta la sua arma spara-dardi in modo da essere pronto a crivellarla: si avvicina a passi lenti finché non lo fronteggia. Il ragazzo ora è zitto, e anche lei. Guarda la ferita, sebbene non abbia alcun occhio medico. Sembra non perdere più sangue, e questo è l’importante, almeno per il momento. Un sospiro le vibra nel petto. Sollievo? Non sa dirlo. Ma è probabile, e quasi se ne imbarazza.
Lo fissa negli occhi con uno sguardo che avrebbe potuto gelare il fuoco. “La prossima volta potresti non essere così fortunato… quindi pensa, prima di agire.”
Il tono di voce è un rimprovero secco. Ma c’è dell’altro. Dopo qualche secondo, scuote la testa come a scacciare qualche pensiero e agisce con un istinto di cui lei stessa si sorprende. Afferra il braccio sano del ragazzo e se lo fa passare attorno al collo, a sostenerlo, mentre la mano di lei scivola dietro la sua schiena fino a tenerlo per il fianco. Di sicuro il ragazzo sta abbastanza bene per sputare a ripetizione tutte le parole incomprensibili che ha udito fino a quel momento, tuttavia quel gesto d’aiuto le è venuto così naturale che non ha nemmeno tentato di trattenersi.
Come se niente fosse, dà le spalle al Guardiano che tiene sotto tiro Karl e insieme a lui si avvicina agli altri ragazzi. Li scruta, uno ad uno. Sono stanchi, feriti, spossati. E lei, per quanto cerchi di negarlo, non è proprio all’acqua di rose.
‘Non credo abbiamo molta scelta.’
Il tono è un bisbiglio, comunque ben udibile alle loro orecchie: una frase, tuttavia sembra un pensiero che le è scivolato dalle labbra, come se stesse in realtà parlando a se stessa.
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2007 12:21 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Nether PF 12 PP 5 ]

Nether ha un sussulto quando sente il rumore delle teste che vengono staccate dai corpi *Bella situazione...* pensa fissando il terreno sotto i suoi piedi. Non può certo dire che gli piaccia l'idea di fidarsi di loro, d'altro canto non hanno nessun punto di riferimento o idea su dove andare e cosa fare...oltre al fatto che ha seri dubbi sul fatto che li lascerebbero andare via tutti interi...
"Come ha detto...Audra..." dice faticando per un momento a ricordare il nome della ragazza "Non ci lasciate poi molta scelta...io vengo con voi..."
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Grifis
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MessaggioInviato: Sab Ott 13, 2007 1:07 pm Rispondi citandoTorna in cima

Tristan non osa neppure guardare la scena che gli si para davanti, come se fossero bestie gli viene tagliata la gola e staccata la testa che viene poi impalata ed esposta quasi come un macabro trofeo.
Tutto questo gli crea ribrezzo, aveva visto nell'avvento dei guardiani come se questi fossero "liberatori" e "salvatori", ma ora si rende conto che in fondo quando si tratta di sopravvivere nulla si mantiene "civile"; ma cosa mai significherà civile?
'Sono con voi... '
E' quasi un sussurro, ma abbastanza udibile, in fondo anche loro devono pur sopravvivere e quelli sembrano i "più forti".
*Per morire c'è sempre tempo...* dice tra se e se.
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Honoo
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MessaggioInviato: Lun Ott 15, 2007 6:08 pm Rispondi citandoTorna in cima

Dopo pochi minuti vi rimettete in marcia. Maya e suo fratello davanti a voi, gli altri due guardiani alle vostre spalle, con le armi puntate sulla vostra schiena. "E' solo per sicurezza" vi ha detto Maya "Appena raggiungeremo la Fortezza e avrete parlato con gli anziani sarete liberi." ha aggiunto. Ma non riuscite a sentirvi tranquilli. Avanzate ancora per diverse ore sotto il sole cocente, sotto quella luce così intensa e calda. Quasi insopportabile. *Perché la luce è così calda? Non dovrebbe esserlo!* questo è lo strano pensiero che vi attraversa la mente durante il viaggio. Ma come molte altre domande, anche questa è senza risposta. Durante il viaggio Maya vi passa la sua borraccia, che sembra essere ricavata dalle interiore di un qualche animale, e alcuni scampoli di carne secca. "Con me ho solo questo, ma stasera potrete rifocillarvi con più calma."
Man mano che vi avvicinate alla Fortezza non riuscite a capacitarvi di quanto sia immensa: la sua guglia più alta supera le nuvole più basse, mentre la sua base sembra superare il chilometro di lunghezza. Giunti quasi al tramonto, arrivate a quello che deve essere il muro di cinta: alto una decina di metri, di solido cemento armato e costellato di piccole torri di guardia in legno e rottami, palesemente più recenti del resto della struttura. Maya si dirige verso un grosso veicolo su più ruote, messo di traverso a quello che sembra un ingresso nel muro, o forse solo una sezione mancante. Due guardiani vi scrutano dalla cima del veicolo, sul cui tetto sono state piazzate delle strutture che paiono delle versioni più grandi e sofisticate delle armi che usano i guardiani. #Caposquadra Maya di ritorno dal pattugliamento del cerchio esterno. Porto degli ospiti che devono parlare con gli anziani!# Ad un cenno delle guardie, udite prima un fortissimo muggito e poi il veicolo comincia a muovere lentamente su un lato, lasciandovi uno spiraglio di pochi metri in cui passare.

L'interno della fortezza è diverso da come ve lo aspettavate: una sostanziosa parte dell'edificio è crollata anni fa, creando un vasto squarcio nei livelli superiori del palazzo, squarcio da cui entra la luce del sole. Quelli che prima erano le stanze del palazzo sono state riadattate in decine di piccole case per gli abitanti, intorno a voi si forma quasi istantaneamente una piccola folla di curiosi, fra cui decine di bambini che vi osservano incuriositi. Non c'è uomo, donna o bambino che vediate che non sia sfigurato in qualche modo: piaghe, cicatrici, arti deformi e così via. Audra si rende conto di aver attirato l'attenzione della componente maschile della folla, mentre gli altri si dividono gli sguardi delle ragazze. Sentendo di nuovo il vigoroso muggito di prima vi voltate verso l'ingresso, dove vedete un trio di creature che hanno una forte rassomiglianza con delle mucche trainare il veicolo che funge da porta di nuovo in posizione. Degli animali vi colpisce istantaneamente la seconda testa, posta di fianco alla prima e la coda scagliosa. "Seguitemi, non fermatevi." Maya vi richiama non appena si rende conto del vostro ritardo e vi conduce vicino ad una delle pareti: vi indica una scala di corda che sale fino a tre livelli sopra di voi. "Salite da quella scala e vi troverete su un piccolo pianale di pietra. La porta alla vostra destra è quella di una dimora vuota, dove potrete riposare in attesa della cena, quella a sinistra conduce ad una sezione proibita del palazzo: gli spiriti d'acciaio uccidono chiunque vi si avventuri. Quindi non entrateci. Fra circa due ore cenerete con gli anziani del villaggio e potrete parlare con loro, fino ad allora riposate, siete stati troppo sotto il sole." Anche se titubanti, salite la scala ed entrate nella vostra "casa": sono tre stanze, in cui sono ammassate alcune pelli, dei giacigli e alcuni piatti e otri di terracotta. Subito dopo il vostro ingresso Maya vi raggiunge insieme a due ragazzi molto giovani, non avranno più di dieci anni. I due stanno sollevando con delle corde qualcosa lungo la parete. "Spero starete comodi qui, vi sto facendo portare dell'acqua fresca, per lavarvi e dissetarvi. Per quello che può valere, avete la mia parola che nessuno vi farà del male e che domattina, se lo vorrete, potrete andarvene. Solo, vi chiedo di non uscire di nascosto. I miei fratelli sorvegliano la casa e sarebbero costretti ad uccidervi, se doveste uscire da qui durante la notte." Mentre lei vi parla i due ragazzini portano dentro la casa due otri di terracotta colmi di acqua. "Ci vediamo a cena." Con queste parole Maya e i due bambini escono dalla casa, lasciandovi soli.
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