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 [background] L'arrivo del drago e la nascita dell'Alleanza Successivo
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Antares
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Località: Nel folto del Bosco Oscuro

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 4:19 pm Rispondi citandoTorna in cima

Secoli fa il continente fu scosso da conflitti fra le città della regione di Dersalan. Fra esse spiccavano quelle che erano definite le Cinque Grandi, primeggianti per potenza, ricchezza e maestosità: Athkatla la Gloriosa, Glorifindal degli Elfi, Glukmoore dei Troll, Qexelcrag dei Nani e Romar degli Uomini.
La guerra si protraeva da anni, dai tempi della Notte del Tradimento, e le città erano ormai cieche ad ogni richiesta di pace a causa della bramosia di potere dei loro abitanti. I saggi governanti di un tempo erano ormai stati sostituiti da avidi reggenti, incapaci di leggere i segni che il destino e gli dei stessi mandavano loro.

Mentre nelle terre conosciute accadeva ciò, altrove un'altra guerra era al tramonto: dopo millenni la Guerra dei Draghi si era appena conclusa e l’eco di questo evento avrebbe ben presto raggiunto tutto il mondo. Tale conflitto, di cui i mortali non possono neanche provare ad immaginarne la violenza e le potenze coinvolte, era stato combattuto fra le fazioni fedeli al Dio del Caos, Ramius, e quelle fedeli alla dea dell’Ordine, Varda; alcuni sacerdoti, anni dopo, dissero che gli stessi dei erano scesi in battaglia al fianco delle stirpi draconiche, difendendo ed ispirando i propri pupilli.
Ma il conflitto era concluso e la fazione dell’Ordine aveva avuto la meglio; i draghi vinti, seguendo le antiche leggi, furono scacciati dalla mitica terra natia. Qualcuno di essi sarebbe stato scorto fra le nubi che sovrastano il continente boreale, ma mai nessuno avrebbe immaginato che sarebbero giunti fino ai cieli di Dersalan.

Era un mattino quieto quando nelle città della regione cominciò a giungere una notizia che poteva definirsi solamente inaudita: la città di Sehomar, ad est di Glukmoore, era stata spazzata via in un’unica notte. I rifugiati, i più fortunati indossavano vesti annerite e recavano un nauseante tanfo di carne bruciata, continuarono a fluire nelle città per settimane ed i loro racconti si sommavano riuscendo infine a delineare un evento che poteva essere descritto con una parola: terrificante. Enormi mostri alati erano calati dal cielo e, nonostante le guardie avessero dato l’allarme in tempo e si fossero preparate a difendere la città madre, non c’era stato scampo per la maggior parte dei cittadini. Le mura della città erano cadute sotto gli attacchi degli assalitori e ben presto le torri che una dominavano i tetti della città erano apparse nella notte come enormi torce. Le urla dei feriti traziavano l’aria e quando i pochi sopravvissuti si furono allontanati dalla città, lo fecero portandosi nelle orecchie le richieste di aiuto e le grida di dolore di quei miserabili che erano rimasti in quella che una volta era Sehomar la Magnificente, patria dei mercanti.
Ma la cecità dei governi fu palesata ancora una volta e gli antichi rancori non vennero accantonati. I reggenti continuarono a perseguire giochi di potere, senza riuscire a comprendere che presto il Destino stesso sarebbe entrato nelle porte delle loro città e avrebbe travolto tutti senza distinzione.
Per alcune settimanaenon giunse notizia alcuna, tranne racconti su alcune carovane sparite all’interno della foresta di Sindar; la responsabilità fu attribuita a banditi locali e ben presto nessuno vi pensò più.
Ma la strada che avevano preso gli eventi era già ben scritta: un giorno dalla Foresta si sentì crescere un battito di ali che ben presto squarciò il silenzio mattutino, mentre un’ombra oscurò il Sole. Un’enorme figura draconica si alzò nei cieli di Dersalan e chiunque la vide non poté fare a meno di ricordare il destino toccato a Sehomar. Le campagne furono date alle fiamme dal mostro e qualunque sventurato vi si trovasse divenne preda per l’enorme drago verde. Messi corsero di città in città, portando messaggi di pace e richieste di aiuto mentre gli araldi comunicavano alla popolazione di rimanere ben chiusa nelle loro case.

Fu un drago a far capire ai mortali che era finito il tempo delle divisioni ed era il momento di unirsi, marciando insieme al vecchio nemico per poter avere speranza di affrontare quello nuovo.
Il grande esercito si mosse verso la Foresta, e chi ne faceva parte era certo che la moltitudine di genti che lo formava avrebbe portato alla vittoria. Ivi giunti i maghi cominciarono a pronunciare arcane formule mentre gli stregoni evocarono forze oscure in loro aiuto. La reazione non si fece attendere: una fiammata usci dal cuore della foresta ed investì le prime linee mentre una seconda fiammata sprizzò dall’alto, cogliendo di sorpresa i presenti. I maghi alzarono i loro scudi in difesa della moltitudine ed il resto dei valorosi si preparò al contrattacco. Le due grandi bestie uscirono infine allo scoperto ed in risposta una pioggia di frecce e di palle di fuoco ne sbarrò il volo. Quando si gettarono in picchiata sull’esercito le balliste cominciarono a scoccare enormi dardi.
Un urlo di gioia si alzo fra le fila dei soldati quando l’ala di uno dei mostri fu squarciata e la bestia costretta a posarsi al suolo. Una carica della cavalleria fu inizialmente respinta ma la seconda inflisse al drago ferite che non avrebbe dimenticato presto. L’altra bestia solcò l’aria, tentando di difendere il compagno, ma le frecce degli elfi e le balliste lo tennero ben lontano. Un suono possente uscì dalle fauci del drago ferito e, nel fragore degli scontri, orrende creature cominciarono ad uscire dalla foresta. La battaglia si protrasse a lungo ed entrambe le bestie tennero fede alla loro fama sanguinaria, aiutate dagli abomini che si andavano riversando sul campo di battaglia.
Il giorno volgeva al termine, ai primi bagliori rossastri del sole i mortali ebbero paura di quel che l'alba avrebbe scorto il giorno dopo. Fu allora che il primo drago cadde definitivamente al suolo e la speranza rinforzò gli animi dei tanti; il tonfo fu sovrastato dalle urla di gioia dei presenti ma queste a loro volta furono sovrastate dal ruggito di dolore dell’altra creatura. Seppur desideroso di vendetta il secondo drago fu infine costretto a ritirarsi nella foresta, troppo debole a causa della gravità delle ferite; nel coprire la sua ritirata, in un disperato gesto, diede fuoco agli alberi che si interponevano fra la sua tana e i mortali. Le forze dell’Alleanza non riuscirono a passare quell’enorme barriera di fiamme e, convinti che la gravità delle ferite riportate dalla bastia sarebbe stata presto fatale, preferirono prendere il corpo del primo mostro e ritirarsi festanti nelle proprie città. Nei mesi successivi furono firmati accordi di pace e fu fondata l’Alleanza, che univa i territori delle cinque città ed aveva come capitale Athkatla.

Ormai il ricordo del drago era remoto nel tempo e la vita del popolo era tranquilla, dopo tanti anni di barbarie.
Gli elfi della Foresta furono i primi ad intuire il pericolo: nei mesi precedenti la foresta si era andata riempiendo ancora una volta di creature dalle forme più orrende e grottesche, sanguinarie e senza pietà verso chiunque incontrassero. Interrogati i saggi, fu deciso di mandare una spedizione all’interno per conoscerne la causa. Passarono settimane ma nessuno giunse.
Gli elfi furono stupiti nel trovarsi alle porte della città un vecchio eremita che portava su una lettiga la salma di un loro fratello ferito e disarmato, l’ultimo membro della spedizione a quanto disse. Questi, riferì il vecchio, era giunto fino alla sua capanna e non erano serviti tutti i suoi unguenti e le sue pozioni per tenerlo in vita. Prima di spirare però aveva detto qualcosa che non rallegrò nessuno: “E’ tornato, il drago è vivo”.
La notizia si sparse per tutta la regione con una velocità che neanche il fulmine stesso possiede. La paura tornò a scorrere nei popoli mortali, con rinnovato vigore; ma questa volta i governanti, riacquisito apparentemente il lume della ragione, presero una decisione che risultò saggia. I rampolli più forti e valenti, di qualsiasi classe sociale, sarebbero stati portati nell’isola antistante Athkatla. Lì, avrebbero sostenuto un duro allenamento che avrebbe dato loro la tempra e l’orgoglio degli antichi eroi.

L’isola di Wen da quel giorno è sede di valorosi, valorosi che tornano nelle città natie una volta completata la prima fase del loro allenamento e che seguono il loro destino anelando allo scopo finale: uccidere l’infernale mostro. Quando è il momento, abbandonata la propria vita alle spalle, entrano nella Foresta. Ed a volte tornano vincitori..

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Responsabile LotGD


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