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Vanalon
Esploratore
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Registrato: 24/09/05 15:19
Messaggi: 278
Località: I Fantastici Mondi Della Mente

MessaggioInviato: Mer Feb 28, 2007 7:23 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Vanalon Punti ferita:12-Punti Mente:8-Punti mana:20-Punti provvidenza:4]

Vanalon procedeva con lo sguardo corucciato e pensieroso.L'azione di Serpospino lo aveva lasciato con molti dubbi nella testa.
*Si è sempre fidato troppo di se...questo è poco ma sicuro..ma ora sta esagerando....*
Accanto a lui Jebeddo e Nether continuavano a camminare trasportando il corpo del Powel svenuto.

Vi prego di scusarmi.. Non era mia intenzione..

Vanalon osservò lentamente il piccolo Uosh.
"Non penso ci sia alcun problema Uosh....la tua magia è così,lo so bene anch'io.."
*...e l'ho saputo a mie spese...*
Ricordi dolorosi si riaffacciarono nella mente dell'elfo dei boschi.Il fuoco.Il suo elemento.Aveva sempre vissuto come se il fuoco fosse la sua natura innegabile senza nemmeno pensare una volta di rinunciare al suo potere.
*...eppure quanti hanno provato a farmelo negare...*
Una morsa gli strinse il cuore al ricordo del suo popolo che non l'aveva saputo accettare,dei amghi umani che l'avevano disprezzato,alla sua vita che arrancava di giorno in giorno...e a quei quattro che ora camminavano insieme a lui.
Si mise a guardare i suoi compagni,uno a uno.
*Quante cose abbiamo in comune...almeno quante ci differenziano..mi chiedo tuttora cosa posso farci io qui...però per una volta il mio potere,il mio essere ha senso di esistere...ho un motivo...*
Si accorse all'improvviso di essersi lasciato trasportare dai ricordi e dai pensieri e di aver lasciato in sospeso un discorso.

"...devi solo imparare a controllarti e penso ce la farai con il tempo...E comunque la colpa maggiore non è certo tua Uosh;non ci saremmo mai trovati in quella situazione su Serpospino non avesse messo su il suo spettacolino....ma di questo ne parleremo con lui quando si sarà ripreso..."

*E gli converrà capire!*

Bene ragazzi, è meglio se ci crechiamo un posto dove dormire, poi se bene riesco spero di avere qualcosa per rimettere un pochettino in sesto Serpospino, altrimenti domattina lo portiamo al primo tempio vicino nella speranza che siano caritatevoli nei suoi confronti.

Le parole di Jebeddo gli suonarono come terribilmente urgenti.

"Giusto Jebeddo!Cerchiamo di trovare un posto tranquillo..."

OFF GAME

allora...una bella prova di Intelligenza ( 8 )+ Ricerca ( 0 ) =8 per cercare un pò in giro un posto abbastanza sicuro.
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Nether di Middenheim
Gladiatore
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MessaggioInviato: Gio Mar 01, 2007 12:19 pm Rispondi citandoTorna in cima

[punti ferita:18, punti mente:6, punti provvidenza:4]


Annuì "Sono d'accordo, prima troviamo un posto dove curare Serpospino meglio è." disse prima di voltarsi verso l'elfo "Se questo posto è fonte blu come credo, forse potremmo tornare al castello." disse grattandosi la testa pensieroso "Ma non ne sono del tutto sicuro...senza contare che...bè non capisco se l'assalto sia stato solo un sogno un meno...sto cominciando a pensare che abbiamo fatto un salto temporale,o qualcosa del genere..." disse, stringendosi nella cappa nera "Mi attengo alle vostere decisioni...a questo punto mi va bene praticamente tutto..."
Vide in un angolo il piccolo folletto, la testa ancora china come se si vergognasse. Nether sospirò con un lieve sorriso sul volto e gli si avvicinò 'Ascolta' gli sussurrò 'non ti devi vergognare di nulla,nè scusarti. Ci sei stato di aiuto ben più di una volta. E dubito seriamente che tu sia stato l'unico mago del mondo a fare un pò di casino.'
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CuoreNero
Cavaliere
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Registrato: 01/02/06 11:04
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MessaggioInviato: Gio Mar 01, 2007 6:24 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Serpospino - giorno 1 - Punti Ferita: 2, Punti Mente: 4, Punti Mana: 0, Punti provvidenza: 4]

Era adagiata su un fianco.
Una mano, dalle dita affusolate di porcellana e sottili di una promessa di brividi, sosteneva il capo. Morbide e pigre spire di ricci, fulvi di rosso incandescente, si rincorrevano giocose verso il basso e s'acquattavano per un pò nell'incavo della spalla prima di precipitarsi verso la morbida e voluttuosa pelle d'orso che ricopriva il pavimento di fronte al camino.
«Ancora un pò?» Domandò Serpospino con la voce impastata di chi aveva già bevuto abbastanza.
Jezbeth si limitò a porgergli la coppa vuota, fissandolo. Aveva occhi di un viola così intenso da apparire del tutto neri alla crepitante penombra del fuoco; due pozzi gemelli così profondi, che il guardarvi la propria immagine riflessa lo aveva sempre messo a disagio. Jezbeth era forse l'unica di cui non avesse mai retto lo sguardo; l'unica di fronte alla quale distoglieva ogni volta gli occhi in impacciati tentativi di parlare d'altro.
Quand'ebbe finito di bere, succhiò il proprio labbro inferiore lasciando che il freddo della coppa le rinfrescasse una guancia, qundi, con studiata malizia, valutò che egli non giacesse seduto abbastanza lontano da valere la pena d'alzarsi; si mise in ginocchio piuttosto, prima di iniziare una sinuosa gattonata che l'avrebbe portata ad accoccolarsi tra le sue gambe incrociate. Se Jezbeth fosse in imbarazzo oppure intendesse imbarazzare oppure entrambe le cose, non lo dava mai a vedere. Appariva del tutto inconsapevole della propria bellezza, e dissimulava la propria nudità in sorrisi e bronci di infantile innocenza.
«Giù nei vicoli i tuoi creditori stanno diventando pazzi a cercarti.» Gli disse dopo avergli cinto il collo con le braccia esili d'un pallore lunare; «E dimmi, almeno, ce l'hai fatta poi infine?» Mormorò ogni sillaba direttamente sulle sue labbra.
Il suo alito era velluto caldo di cannella e di chiodi di garofano; di oppio e di vino dolce estivo.
«Si. Non mi guardare,» la pregò prendendole la nuca nel palmo, «ai morti non si deve alcun rispetto; soltanto la verità.» Chiuse gli occhi baciandola. Le volute rosse dei suoi capelli gli scorrevano tra le dita come sangue.
Lei abbandonò il capo al suo braccio restituendo il bacio; la bottiglia rovesciò il laudano in un gorgoglìo ritmico e remoto, quand'ella la urtò con la gamba nuda e ornata soltato d'una cavigliera d'argento irta di campanelline e cento monili.
Quando il gelo dell'acciaio le penetrò il petto, non le sfuggì neanche un lamento; nè lui aprì gli occhi oppure si separò dalle sue labbra, nello spingere la lama fino all'elsa.
Svegliandosi all'improvviso trasse un respiro che era un rantolo; spalancò gli occhi su un cielo livido di quella luminosità fredda dell'alba che ancora non è luce. Un chiarore diffuso e cinereo e grigio da camera mortuaria; quella non luce che non ha ancora il beneficio dei colori ma è abbastanza perchè ogni cosa stagli i suoi contorni con vivida crudeltà.
Vanalon lo teneva per le caviglie, Nether per le braccia; lui aveva la bocca piena del sapore metallico del sangue.
«Evidentemente l'ho scampata un altra volta,» disse con una voce che faceva da equilibrista sulla sottile linea sospesa tra la delusione ed il sollievo, «lasciatemi adesso. Stò bene.» Sfregò il sedere sull'acciottolato quando Vanalon lo mollò all'improvviso, colto di sorpresa.
Non appena si fu sollevato, venne aggredito da una tale ondata di dolore al volto che, quando fu costretto a strizzare gli occhi, il retro delle palpebre esplose di mille macchie colorate.
«Strafottutissimo diavolo...» Pigolò portandosi alla bocca un fazzoletto, su un angolo del quale le iniziali 'SB' erano finemente ricamate con un filo dorato in complicati e svolazzanti ghirigori. Il fazzoletto, fino a quel momento immacolato, si inzuppò di sangue all'istante mentr'egli lo premeva contro il volto. «Io dorno indietro,» biascicò rovesciando la testa all'indietro, «e non dendade di fermarmi.» Riuscì a gorgogliare ripercorrendo a ritroso i pochi passi che li separavano dalla locanda. Nascose il fazzoletto in una tasca, ravviò i capelli, drappeggiò il lungo manto sulle spalle ed entrò a testa alta e senza guardare in faccia nessuno; se aveva l'intenzione di non cedere di un passo di fronte a quei bifolchi, c'è da dirsi che vi riuscì; visto che gli avventori non mossero un dito salvo che puntargli addosso tutti i loro sguardi.
«Credo che questo sia mio a pieno titolo,» disse a Guglielmone nel frattempo impegnato a stappare una bottiglia di sidro coi denti. La lacrima d'Adelay stridette un suono lamentoso quando Serpospino la estrasse dal tavolo. Se fu felice di vedere il sangue che s'era rappreso sul piano di legno ed il brandello di pelle strappato vicino alla piccola difesa dell'arma, non lo diede a vedere. La piccola lama venne ruotata e riposta in una delle sue maniche in un unico fluente movimento.
«Temo, ahimè, che dovrete imparare a competere a braccio di ferro con la mancina;» disse a Guglielmone in un breve inchino carico di scherno. «Ma, del resto, non è la sola cosa che da questo momento in poi non potrete più fare con la destra.» Aggiunse maliziosamente prima di voltarsi e, non prima d'essersi rivestito d'orgoglio, guadagnare l'uscita in lunghe e cadenzate falcate. Probabilmente sopravvisse perchè gli avventori della locanda furono troppo sorpresi di vederlo rientrare per decidersi ad ammazzarlo.
Non appena fu fuori il dolore fino a quel momento trattenuto, dando fondo a tutta la sua forza di volontà, lo scosse così tanto che dovette appoggiarsi allo stipite della porta della locanda per non cadere. Recuperò il fazzoletto e lo premette tra il naso e la bocca che, nel frattempo, s'era nuovamente riempita del gusto orribile di ferro arrugginito. Trotterellò accanto ai suoi compagni. «Gradie a duddi dell'aiuto,» disse con tutto il sarcasmo che un naso rotto ed un fazzoletto in bocca gli consentirono, «benso di non aver bai visdo un dale svoggio di bodenza e furore gombattivo.» Guardò Nether con occhi ridotti a due fessure, «ma ghe ci fai con quello sbadone? Asbeddi di drovardi in una ganoa dra le rapide per usarlo come una pagaia? In ogni gaso,» disse indicando con un cenno del capo il palazzo che si vedeva in lontananza, «guella sembra l'unica casa decende di guesdo villaggio di zabbaderra.» Quando verificò l'aspetto del suo volto in uno specchietto che aveva misteriosamente materializzato da uno dei recessi delle sue vesti, sgranò gli occhi e vacillò all'indietro fino quando non si trovò ad urtare Vanalon. Ad ogni buon conto, stabilì che si sarebbe vendicato nel modo giusto al momento giusto.
«Non dubido che lì dendro ci sarà almeno un vegghio gon la barba e vesdido con una lunga duniga,» Stabilì dopo aver nuovamente rovesciato la testa all'indietro, «brondo ad affibbiare a dei perfeddi sgonosciudi la biù deligada delle missioni.» Si incamminò lentamente sul sentiero che portava a palazzo. «Assegondiamo il vegghio pazzo e faggiamogi dare cibo, vino, cavalli fresghi obbure denaro, possibilmende qualghe donna. Prendiamo il prendibile e lasciamo l'anziano rindronado ad aspeddarci a tembo indederminado. Gli sbediremo una missiva di saludi da Agsandis. Giao giao vegghio.» Gli occhi chiusi, le vesti sporche ed il braccio scolato di sangue fino al gomito, non parvero intaccare le buone speranze che nutriva per quel semplice piano mentre barcollava sul sentiero.
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MessaggioInviato: Sab Mar 03, 2007 3:29 pm Rispondi citandoTorna in cima

Strada della Città

Nulla di invariato al paesaggio dapprima visto sembrava suggerir nuove strade o nuove intuizioni. Tutto immobile e silenzioso parea stare, ed anche i raggi flebili e pallidi delle prime luci dell’abla non riuscivano a trapassare la spessa coltre di dubbi ed allusioni che stringeva la sua morsa attorno al gruppo. La nebbia poi, attorniata e infusa con il buio della notte continuava a troneggiare aleggiando leggera e opaca sopra le teste degli avventurieri.
Le scuse e le raccomandazioni di amici fidati tagliarono l’aria con il freddo suono delle parole, restando isole nascoste in un mare di silenzio.
Vanalon intanto con i suoi vispi occhi da stirpe elfica come sempre non perdea tempo in chiacchiere e divagazioni. E faceva bene.
Il posto non sembrava male, la cittadina ben ordinata, anzi, stupenda. Ma ogni porta e finestra sbarrata, come se fossero nuove, o addirittura mai usate. La strada battuta quasi non presentava segni di percorrenza sopra di essa, e se anche alcuni c’è ne fossero stati, l’umidità pesante che nel luogo tramontava all’infinito aveva provveduto, in tutta la notte, a confonderli. Nessun edificio particolare tranne quello che intravedete vagamente verso Nord-Est. Ma la nebbia lo cela e lo maschera come nel peggiore scherzo.
Scherzo come quello di CuoreNero appena rientrato dalla locanda con la sua Lacrima. Continuandovelo a chiedere, non sapete proprio quale immenso e potentissimo Dio abbia salvato il Powel da una fossa scavata di recente a sua misura…


Ultima modifica di endafuinor il Dom Mar 04, 2007 1:00 pm, modificato 1 volta in totale
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Uosh
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MessaggioInviato: Sab Mar 03, 2007 3:45 pm Rispondi citandoTorna in cima

Uosh - Giorno 1 - PF 3/PM 18/PP 4 - Strada Sterrata

Uosh fu il primo a reagire all'apparente follia del Powel, svolazzandogli appresso.. certo, il compagno avanzava barcollando.. non era una vera e propria camminata.. e gli altri li avrebbero raggiunti in un batter d'occhio, procedendo a passo normale.. ma si vedeva che il povero Powel stava facendo una lotta ìmpari contro tutti i suoi dolori: la sediata sulla schiena non aveva fatto bene.. e neppure il sangue che colava dal naso e gli rendeva difficile la respitazione lo aiutava.. ma lui continuava ad avanzare nella nebbia.. come se stesse sempre lì lì per cadere stremato sulla strada..
Forse fu proprio questo suo aspetto che mosse a compassione il piccolo folletto: mai prima d'ora l'aveva visto in difficoltà.. eppure adesso sembrava che anche una leggere brezza lo avrebbe scaraventato al suolo..
Tutti questi pensieri passarono nella piccola mente della creaturina alata, mentre si portò fin di fronte al compagno, che a stento riuscì a vederlo.. ma che non arrestò la sua camminata:

"Serpospino.. ti prego.. ti dobbiamo curare.. Aspetta che lo gnomo prepari una delle sue pozioni.. sono sicuro che.. Ahi"

"Sparisci!.."

Uosh cadde a terra a causa del colpo che il Powel gli diresse con il dorso della mano.. come per scacciare una fastidiosa mosca. Nell'urto col suolo la piccola creatura indifesa si ruppe perfino una delle sue doppie ali.. e iniziò a piangere tra i denti, rimandendo a terra..

Gli altri compagni, forse a causa della fitta nebbia, non ebbero neppure modo di vedere quanto era successo.. e forse per questo ancora non si mossero in suo aiuto.

Il folletto sentì sollevarsi dentro di lui una cosa che mai prima d'ora aveva provato.. una sensazione strana.. non era semplice dolore.. e non era neppure paura.. doveva essere qualcos altro.. ma non sapeva identificarla a fondo.. l'unica cosa che sentiva era che l'aria intorno a lui iniziava ad agitarsi.. e che la nebbia cominciava ad arrovellarsi in artistici ghirigoli..

"No.. devo trattenermi.. non sono più un follettino!.."

Pensò Uosh, riuscendo a stento a placare quella nuova sensazione che neppure lui aveva saputo identificare.. si trattava della *rabbia*.. il rancore.. una passione che mai aveva trovato posto nel suo cuore.. e che ora, forse a causa dei troppo repentini cambiamenti, si era scavata un posticino nel suo petto..

"Qualunque cosa fosse.. sono riuscito a dominarla.."

Continuò a pensare il piccolo folletto.. che subito però venne tirato giù dal suo piedistallo di felicità dal dolore che l'aletta spezzata gli provocava.. niente sangue: ma uno dei filamenti rigidi che la tenevano tesa si era spezzato.. chissà quanto ci sarebbe voluto per farlo guarire..

Però Uosh si rialzò in piedi e, raccogliendo tutte le sue forze, riuscì a sollevarsi in volo ancora una volta.. e ancora una volta raggiunse il compagno.. che ormai aveva i passi contati.. ogni passo in più che faceva era un passo in meno in direzione del crollo.. dopotutto anche lui era un essere umano!.. Raggiunto nuovamente, gli si posizionò davanti e rimase a guardarlo, attendendo una sua reazione..
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Stains
Arciere
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MessaggioInviato: Sab Mar 03, 2007 7:13 pm Rispondi citandoTorna in cima

Powel in locanda per chiuder torna
il conto e riprendere l'onore
sebbene sian spezzate le sue corna
entra e vince il suo gran dolore,
esce e ancor il rosso 'l viso orna.
I neri precordi gonfi nel cuore
di Uosh d'ira sono, che invan tentò
di far ragionare chi vendetta osò


Jebeddo - giorno 1 - PF 12, PMt 10, PM 24, PP 4 - Sulla strada

"Giusto Jebeddo! Cerchiamo di trovare un posto tranquillo..."

"Sono d'accordo, prima troviamo un posto dove curare Serpospino meglio è. Se questo posto è fonte blu come credo, forse potremmo tornare al castello. Ma non ne sono del tutto sicuro... senza contare che... bè non capisco se l'assalto sia stato solo un sogno un meno... sto cominciando a pensare che abbiamo fatto un salto temporale, o qualcosa del genere... Mi attengo alle vostere decisioni...a questo punto mi va bene praticamente tutto..."


"Bene, preferiamo riposare all'adiaccio oppure..." mentre Jebeddo parlava con Vanalon e Nether Serpospino si ritirò su borbottando qualcosa, portandosi un fazzoletto alla bocca, come un cadavere risorto a passo claudicante rientrò in locanda.
"Io dorno indietro" disse il Powel.
*Ha deciso di finire la sua vita?* penso Jebeddo massaggiandosi il pizzetto e guardandolo un po' contrario.
Non si sentirono particolari urla dentro la locanda.
Jebeddo guardò solo i suoi compagni un con un'espressione molto interrogativa: alzando lievemente le spalle e ponendo i palmi delle mani verso l'alto, allargando gli avambracci.
Poi aprì i suoi vari zaini e taschette per cercare qualcosa di utile.
'Dunque dunque... cosa posso utilizzare per curare Serpospino?' borbottava tra sè e sè 'Serpospino Serpospino / hai fatto un bel casino' canticchiava a bassa voce mentre tirava fuori dallo zaino un piccolo pestello.
Non fece in tempo a prelevare qualche ingrediente che ritornò Serpospino.
Apparentemente in salute, o meglio, non peggio di come l'avevano lasciato i suoi compagni.
Scambiò due parole con Nether riguardo alla sua spada e biascicò altri commenti sul castello, luogo in cui conveniva riposare e dove avremmo potuto ricevere una missione.
"Guella sembra l'unica casa decende di guesdo villaggio di zabbaderra. Non dubido che lì dendro ci sarà almeno un vegghio gon la barba e vesdido con una lunga duniga, brondo ad affibbiare a dei perfeddi sgonosciudi la biù deligada delle missioni. Assegondiamo il vegghio pazzo e faggiamogi dare cibo, vino, cavalli fresghi obbure denaro, possibilmende qualghe donna. Prendiamo il prendibile e lasciamo l'anziano rindronado ad aspeddarci a tembo indederminado. Gli sbediremo una missiva di saludi da Agsandis. Giao giao vegghio."
"Sei sicuro che il castellano ci ospiti?" disse Jebeddo che non sembrava entusiasta del progetto di Serpospino, lo gnomo aveva sempre creduto che viaggiare con gente come Serpospino rendeva i viaggi molto eccitanti, ma attualmente prima di intraprendere una missione era necessario rimettere in sesto il Powel, sebbene non lo dava a vedere sarebbe bastato proprio poco a metterlo al tappeto.
"Serpospino, avvicinati che provo a vedere se posso metterti un impacco per alleviare il dolore, possibilmente per cicatrizzare più in fretta la ferita, ammesso che non ci convenga tenerci il nostro Powel in uno stato del genere per far sì che qualcuno provi pietà per lui... e i suoi accompagnatori, che dite? Che dici Serpo?"
Cercava con lo sguardo qualcuno Jebeddo, cercava una presenza piccola ma che si era già distinta più volte nel gruppo grazie alla sua magia.
"Dove è Uosh?"
concluse allarmato Jebeddo. L'aveva visto uscire dalla locanda, ma temeva che potesse essere rientrato con Serpospino, visti i legami che c'erano tra i due.
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MessaggioInviato: Lun Mar 05, 2007 10:56 am Rispondi citandoTorna in cima

[Serpospino - giorno 1 - Punti Ferita: 2, Punti Mente: 4, Punti Mana: 0, Punti provvidenza: 4]

«Cos'è quello sguardo Messer Tafano?» Domandò al folletto sollevando un sopracciglio, dopo aver notato il lampo che gli balenò nello sguado per un istante. «Odio forse? Molto bene,» Allungò la mancina afferrando Uosh a mezz'aria, «l'odio è un sentimento che gode di una pessima quanto immeritata reputazione.» Pur senza nulla concedere alla gentilezza oppure al rimpianto, liberò il folletto sulla sua spalla. «Ti conviene evitare di sfarfallare finchè Jebeddo non avrà trovato il modo di steccarti quell'ala.» Si fermò sentendo il richiamo dello gnomo; fece vagare intorno lo sguardo da sopra il bordo del fazzoletto madido di sangue.
«Uosh è qui.» Informò Jebeddo senza girarsi purtuttavia. «Non mi piace. Non mi piace per niente. Mai visto un posto così strano. Non ci sono topi. E sotto le finestre non ci sono le pozze maleodoranti dei pitali notturni. E' tutto troppo nuovo; pare l'abbiano costruito in una notte. Se riuscissi a convincermi definitivamente che non è un allucinazione, penserei ad una trappola.» Tornò sui suoi passi in direzione dei compagni rimasti indietro. Sentì Uosh sulla sua spalla aggrapparsi ad una delle ciocche sopra l'orecchio. «Goditi il rancore folletto. L'amore e l'odio coincidono; sono entrambi sentimenti che attraggono e fanno sentire vivi. Donare amore incondizionato a chi si desidera non realizza noi stessi meno di quanto non faccia inalare l'ultimo respiro di colui che odiamo.» Raggiunto che ebbe lo gnomo, si accosciò di fronte a lui gettando la testa all'indietro e liberando il volto dal lurido fazzoletto. 'Il desiderio di vendetta farà soffiare i tuoi venti molto di più di quanto farebbero cento stupide litanie.' Concluse mormorando al folletto per poi rivolgere la sua attenzione allo gnomo.
«Jebeddo, ho imparato a temere le tue misture. L'ultima volta che mi hai fatto inalare quel fumo denso, ho passato una settimana a camminare rasente i muri perchè vedevo continuamente armadilli vestiti di merletti rosa piombarmi addosso dal cielo coltivando il preciso intento di fracassarmi il cranio. Speriamo in bene questa volta.» Guardò lo gnomo di sottecchi; come chi non sa di preciso se temere di più gli effetti collaterali della cura oppure le conseguenze delle ferite che essa dovrebbe lenire.
«Ad ogni buon conto, dobbiamo concludere che queste case nuove di zecca appartengano a quegli zoticoni giù nella locanda.» Strizzò gli occhi e serrò la mascella vedendo lo gnomo armeggiare con un pestello. «Continuo a pensare che la cosa migliore da fare sia raggiungere il palazzo laggiù. Se non saranno ospitali, possiamo sempre tentare di prendere un ostaggio. Propongo, in ogni caso, di trovare il modo di andarcene di qui. Questo posto e il suo disgustoso ordine mi mettono i brividi.»
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Vanalon
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MessaggioInviato: Lun Mar 05, 2007 3:52 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Vanalon Punti ferita:12-Punti Mente:8-Punti mana:20-Punti provvidenza:4]

Vanalon strinse le labbra con grande disappunto.Serpospino aveva rischiato di farsi amazzare,di portare tutti loro alla stessa fine e non contento ci aveva riprovato subito dopo.
*Almeno sembra che Uosh abbia capito come controllarsi....*

Propongo, in ogni caso, di trovare il modo di andarcene di qui. Questo posto e il suo disgustoso ordine mi mettono i brividi.

*Almeno questa volta ha maledettamente ragione!*

"Bene...ma guardiamoci le spalle...questo posto è davvero inquietante..."
Vanalon cominciò ad incamminarsi per primo insieme a Nether.Dietro di loro Jebeddo camminava velocemente per tenere il passo,mentre Serpospino li seguiva in retroguardia tenendo d'occhi le loro spalle.
Si incamminarono per un vicolo,ormai sempre meno buio a causa della luce che ormai se spandeva per tutto il cielo.
*E se avesse ragione Serpospino?Tutta un'illusione....però il suo naso rotto non mi sembra di certo un'illusione....eppure c'è davvero qualcosa di poco chiaro...sembra quasi che questa città sia stata messa qui per noi...e che qualcuno sti giocando con le nostre vite trasportandoci di qua e di là....*
Vanalon tentò di concentrarsi ancora di più su quello che circondava...i muri,le porte,le finestre...qualunque cosa potesse dargli prova della realtà illusoria o materiale di tutto quello che circondava....

OFF GAME
Mi tengo pronto e particolarmente attento a quello che mi circonda....però non so come trasportrlo in un Vdr...Prontezza e ricerca?
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mar Mar 06, 2007 8:58 pm Rispondi citandoTorna in cima

Si passò una mano sulla fronte. Il mal di testa non accennava a diminuire.
"Voi portate via Serpospino, io voglio andare al palazzo." disse infine sospirando, dubbioso che la sua fosse una buona idea "Forse c'è ancora Iriel...e se non c'è...bè pazienza..." disse prima di assicurarsi di avere le armi in buono stato.
"Facciamo così..." disse "Quando sarà scesa la notte uno di voi verrà qui dalla locanda, così potrà portarmi da voi, nel caso in cui qualcosa sia andato storto, cosa che, se mi conosco, accadrà di sicuro..."
Detto questo, fece un breve cenno di saluto agli altri e si allontanò verso il palazzo.
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endafuinor
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MessaggioInviato: Dom Mar 11, 2007 8:04 pm Rispondi citandoTorna in cima

Strada della Città

Nella notte albeggiante, sotto una spessa coperta di nebbia ed oscurità, molte cose accadon nelle menti e nei gesti del piccolo gruppo.
Uosh l’adorabile folletto che tutto distrugge e tutto scuote, sembra ogni giorno di più crescere e rafforzare la sua forza interiore, mentre, quasi dimenticato dal gruppo, vaga or di qua or di la sbattendo le ali, seguendo i “giganti” suoi amici.
Jebeddo tramestava con le sue cinture, tra miscugli ed intrugli, fumi e fanghiglie, cercava il modo più plausibile di rimetter in sesto lo snaturato Powel, incosciente più che mai. E mentre i dubbi cominciavano a farsi largo dentro di lui, camminava e studiava, camminava e curava…
Serpospino, che nel mezzo del cammin venia curato e lenito intanto, esponeva dubbi e riflessioni, mentre predicava sermoni e lezioni.
Vanalon, con occhi vispi e furbi, camminava quatto ed attento per il sentier battuto, ma fino a che non furono arrivati al palazzo, niente successe, nessuno li accolse.
Nether, dal canto suo, faceva sempre più uscir quell’animo militar e prudente tipico dei Soldati delle Valli, e si diresse quasi in avanscoperta.
La nebbia entrava fin nelle ossa, e la pelle al contatto diveniva dapprima bagnata, inzuppando i capelli, ed nell’attimo dopo vi si gelava addosso, facendovi sentire tutto il mistero agghiacciante di questa strana vicenda.
Avanzate nella nebbia guardinghi e solitari, perché ne un rumore s’ode, ne passi, ne voci, dopo pochi passi, anche il chiacchiericcio della taverna è scomparso.
Siete soli.
Soli.
La nebbia vi avvolge, gioca con le vostre menti creando or di qua or di la squallidi colpi di vento che vano a formare figure nascoste e paesaggi non visti.
Le due fila di case rimangono ferme come monoliti lungo la strada, fin quando non arrivate al palazzo.
Esso è un unico blocco di Granito, scavato e progettato esagonalmente, con un possente portone n Mithril Oscuro e piccole finestre adunche al cielo. Sulla sua sommità, Una cupola dorata con bassorilievi di demoni e raffigurazioni dell’inferno, accompagnate a scritte di antiche lingue ed oscure menti, fa la guardia a tutto cìò che li dentro è celato.
Il tutto, appoggiato su di un fianco, appeso da un lato, inclinato. Una parte della base, del primo piano, per tanto che inclinato sia il palazzo, sembra addirittura esser sprofondata nella terra.
Ma ne rocce, ne scavi e ne frane o crepacci sembran palesarsi. Giurereste che esso si è inabissato nella terra da un lato, cedendo.


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Vanalon
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MessaggioInviato: Mar Mar 13, 2007 3:30 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Vanalon Punti ferita:12-Punti Mente:8-Punti mana:20-Punti provvidenza:4]

Vanalon osservò attentamente il palazzo.C'era qualcosa di profondamente sbagliato in esso,anzi in tutta quella città c'era qualcosa di anormale....
"Oh beh,penso che ora non ci resti che bussare,no?" le sue stesse parole giunsero alle sue orecchie come straniere,assolutamente fuori luogo in quel silenzio.Un brivido gli corse giù per la schiena,ma decise di farsi forza e non lasciarsi andare a cattivi pensieri.Si avvicinò al portone d'entrata che si delineava adesso fra la nebbia.Sporse la mano in avanti e battè tre volte in attesa di qualche risposta dall'interno.
*Che gli dei ci aiutino....*
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Stains
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MessaggioInviato: Mar Mar 13, 2007 4:46 pm Rispondi citandoTorna in cima

Ci si incammina verso 'l maniero
in cerca di ospitale accoglienza
poichè la notte è scesa, è vero,
ed in locanda sol truce violenza
ci aspetta, come tra lumini cero
il castello su svetta per decenza.
Le altre case pessima fattura
hanno in confronto alle sue mura.


Jebeddo - giorno 2 - PF 12, PMt 10, PM 24, PP 4 - Sulla strada

Jebeddo, ho imparato a temere le tue misture. L'ultima volta che mi hai fatto inalare quel fumo denso, ho passato una settimana a camminare rasente i muri perchè vedevo continuamente armadilli vestiti di merletti rosa piombarmi addosso dal cielo coltivando il preciso intento di fracassarmi il cranio. Speriamo in bene questa volta
Lo gnomo squadrò l'umano, poi velocemente si rimboccò le maniche della sua camica a quadri.
"Serpospino" disse lo gnomo sempre ricercando flaconcini nello zaino 'questo no... questo lo ucciderebbe... oh! Questo sì che sarebbe divertente... nemmeno questo' borbottava tra sè mentre dava un'occhiata ai suoi ingredienti.
"Quella volta avevo sbagliato con qualche piccola dose, d'altra parte come vuoi che ti trovassi un rimedio contro la sbornia se te stesso mi hai imbottito di quel dannatissimo intruglio? Cosa ne sapevo che mi avrebbe arricciato così tanto la barba da non poter distinguere più nemmeno l'inizio dalla fine? (espressione gnomesca che si traduce con: "mi hai fatto andare in una botta paurosa... Laughing )"
Mentre ricordava Jebeddo queste sue prodezze con Serpospino intanto frugava ora nello zaino, ora nelle tasche, nella cintura, per un attimo si grattò la testa, poi ritrovò ciò che cercava, mentre in una mano aveva ancora il pestello, nell'altra teneva tante foglie di Diamantina, un pizzico di della terra che teneva sempre nello zaino, avvoltolata in uno straccio umido.
"Comunque questa volta se tutto va bene dovrei avere qualcosa che ti aiuta a sgonfiare un po' dopo le botte che hai preso, se il materiale è anche buono dovresti riuscire ad essere un po' più in forze, per non parlare del fatto che anche i tagli dovrebbero cicatrizzarsi."
Mentre diceva queste cose lo gnomo con veloce destrezza, che nel complesso di movimenti a scatti e teatrali pareva un po' goffa, cercando di seguire il passo di Nether e Vanalon introdusse della Diamantina sminuzzata, un po' di terra che lui soleva chiamare Neutra e poi, mentre si formava la pasta nel suo pestello, verso pianino pianino, come dell'olio in una zuppa, pure un liquido che teneva in una piccola fialetta.
"Questa è acqua benedetta!" disse prima di versare anche l'ultima goccia.
E mentre camminava pestellava e mischiava il tutto.
Dinanzi alla porta aveva creato una pastella omogenea di colore marrone e verdino, che però riluceva lievemente se esposto alla luce.
"Ecco Serpo -disse lo gnomo porgendo il pestello a Serpospino- prendi questa e spalmatela dove ti fa più male, sulla mascella, sulla guancia, e tienla ben stretta"
Intanto Vanalon bussò alla porta.
"Speriamo ci concedano almeno la notte di riposo, se tutto va bene e abbiamo un letto caldo domani Serpospino avrà molti meno dolori..." disse al gruppo voltando la faccia verso di loro e con le mani e il pestello protesi verso il suo compagno di viaggio.

NdG:
Dunque Diamantina e Terra Neutra sono basi neutre che ho combinato con l'Acqua benedetta per creare un impacco che guarisca, Serpospino se vuoi prenderlo descrivi un po' la tua guarigione Mr. Green
Alchimia 0 + Int 10 = VdR 10
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CuoreNero
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MessaggioInviato: Mar Mar 13, 2007 6:53 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Serpospino - giorno 1 - Punti Ferita: 2, Punti Mente: 4, Punti Mana: 0, Punti provvidenza: 4]

«Umpf...» grugnì indispettito e dolorante allo gnomo, «...però da Talbatha Quattrotette mi sembra che tu ti sia divertito quella sera. Malgrado la sbronza ricordo perfettamente che tentasti di spacciarti per un bimbetto abbandonato da una carovana di profughi.» Avvicinandosi alla costruzione, inclinò il capo da un lato nel tentativo di restituire al palazzo la corretta prospettiva. «Tu ridevi sguaiato come uno scaricatore del porto di Keel'ha Zelem, e lei per un pò di oro in più avrebbe finto di credere anche che tu fossi un lattante abbandonato e da troppo tempo digiuno.»
Prese il postello che Jebeddo gli porgeva distrattamente; con la fronte aggrottata fece scivolare lo sguardo sui bassorilievi e le demoniache illustrazioni che percorrevano la superficie della cupola centrale.
*Io odio tutte queste idiozie soprannaturali. E odio chiunque non abbia la compiacenza di morire definitivamente; qualora un pugnale gli venga piantato nella schiena.* Pensò portando la mistura dello gnomo al volto annusando con circospezione.
Il miasma di tomba scoperchiata e guano di pipistrello che si sprigionò dal pestello lo aggredì con la violenza di un maglio. Vacillò per un istante o due mentre copiose lacrime presero a segnargli di pulito le guance incrostate di sangue.
«Jebeddo,» ringhiò con gli occhi ridotti a due fessure, «se scopro che avresti potuto preparare qualcosa da ingerire o da bere piuttosto che questo, farai bene ad avere pronta una buona scusa.»
Strizzando gli occhi di dolore al minimo tocco, prese a spalmarsi la fanghiglia curativa sul naso e intorno agli occhi, sulle guance ed ai lati della bocca. Il preparato, per una sua qualche proprietà, seccò all'istante tirandogli la pelle del volto come se avesse infilato la faccia in un enorme ventosa. La superficie compatta marrone e verdina, quindi, si lesionò in una fitta ragnatela di piccole crepe; il risultato finale e complessivo, fu che la faccia di Serpospino appariva in tutto e per tutto simile a quella di un golem d'argilla cui fosse crescuto del muschio sul volto.
«Vanalon...» Non fece in tempo a dire all'elfo giunto nei pressi del portone d'ingresso, che questi stava già bussando.
«Beh, avremmo potuto almeno fare un giro intorno al palazzo e verificare se ci fossero altri ingressi.» Strizzando gli occhi in direzione delle piccole finestre che s'aprivano sulla mole di granito della costruzione, tentò di fendere la nebbia; infine s'arrese in un alzata di spalle.
«Non fa niente. Qualcosa mi dice che se lì dentro c'è qualcuno, sarà perfettamente a conoscienza del fatto che noi siamo qui fuori.»
Quando provò a ghignare per questa consapevolezza, la maschera di creta in cui la mistura di Jebeddo aveva trasformato il suo volto gli fece sfuggire un lamento.
«Ma quanto ci metterà questa cosa a fare effetto?» Domandò allo gnomo estraendo il suo pugnale. «E soprattutto, come diavolo farò a toglierla dopo?» Proseguì nascondendo la lama nella manica del giustacuore, con l'elsa rivolta verso il palmo.
'pssst, preparati al peggio. Questo posto mi piace ancor meno del villaggio laggiù.' Mormorò a Jebedo raggiungendo ed affiancando l'elfo in attesa di fronte al lugubre portone.
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mer Mar 14, 2007 11:31 am Rispondi citandoTorna in cima

[punti ferita:18, punti mente:6, punti provvidenza:4]

Nether si umettò le labbra nervoso. Quella città cominciava a piacere poco anche a lui, e quel portone non faceva altro che aumentare le sue paure.
Fissò arco e faretra e portò una mano alla spada, valutando che in quella situazione avrebbe avuto ben poco tempo per scoccare anche solo una freccia. Sorrise quando sentì i discorsi tra il powel e lo gnomo. In effetti, non sarebbe stata la prima volta che quest'ultimo creava qualche intruglio improponibile, ma nelle sue condizioni, Serpospino non poteva permettersi di fare tante storie.
Lo preoccupava anche il fatto di essere l'unico guerriero abile disponibile in quel momento. Silenziosamente si mise dietro Vanalon, abbastanza lontano da coprirgli le spalle e abbastanza vicino da scattere in pochi secondi davanti a lui e agli altri.
L'elfo busso 'Dieci monete che non avremo una bella sorpresa...' sussurrò all'elfo.
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Uosh
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MessaggioInviato: Gio Mar 15, 2007 7:43 pm Rispondi citandoTorna in cima

Uosh - Giorno 1 - PF 3/PM 18/PP 4 - Strada Sterrata

Uosh assiste allo sfogo di Serpospino dall'alto della sua spalla.. dove lui stesso lo avevo adagiato, dopo avergli rotto per sbaglio un'ala.. Ma ovviamente era troppo orgoglioso per scusarsi: si era limitato a far atterrare il piccoletto sulla sua mano e a dirgli di attendere affinchè Jabeddo non avesse trovato qualcosa da fare.. Infatti la sua attesa fu premiata ben presto: poco dopo aver ultimato l'unguento putrido che il powel si spalmò sulla faccià, Jadebbo osservò accuratamente l'aletta del piccolo folletto e -tramite un paio di stecchini e un pezzetto di spago sottile- riuscì ad immobilizzare perfettamente l'ala:
"Prova a volare, ora: non dovrebbe più dolerti.." Disse lo gnomo, soddisfatto del proprio lavoro, come al solito.
Uosh si librò in aria e sorrise:
"Grazie infinite.. il dolore non c'è più!.." Rispose sorridente il giovane folletto, che ora aveva riacquisito la sua capacità aerea, seppur con qualche difficoltà nei movimenti veloci..
Per la prima volta Jadebbo si accorse di un sorriso del folletto non diretto al powel..
"Che si stia abituando alla compagnia di noi 'giganti'..?" Pensò lo gnomo tra se e se.. e poi disse:
"Eh eh.. ogni volta che mi trovo sottomano qualcosa che mi potrebbe servire io la metto da parte.. qui nel mio zaino.. lo chiamo lo zaino delle meraviglie io!.. Per esempio prima in locanda avevo sottomano quegli stecchini e li ho presi.. vedi infatti che mi sono serviti più presto di quanto non si potesse supporre..!"
"Ancora grazie Jadebbo.." Concluse Uosh, con un sincero sorriso di ringraziamento.. dalla sua mente erano sparite perfino le ultime spoglie rimaste del precedente rancore..
"Va meglio Uosh?.." Disse Serpospino, da dietro la sua maschera di fango putrido e puzzolente..
"Si ora va molto meglio.."

*Clack*

Un rumore provenire dagli alti stipiti della porta.. sul gruppo calò il silenzio: Nether strinse forte l'elsa della sua spada e Jadebbo mise via lo zaino... Anche Vanalon era teso.. l'unico che rimase impassibile di fronte a quel rumore fu Serpospino, ma c'era da aspettarselo..

----------------------OFF----------------------------
[Enda.. era giusto per dare una smossa alla situazione.. se non avevi in mente niente fai che è stato semplicemente il vento a farla scricchiolare.. Wink ]
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