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Autore Messaggio
Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Sab Feb 10, 2007 5:59 pm Rispondi citandoTorna in cima

[punti ferita:18, punti mente:6, punti provvidenza:4]

Nether digrignò i denti per la tensione nervosa *In quale maledetta stregoneria siamo finiti?* pensò tra sè e sè, osservando la folla che gli stava attorno. Ricordava solo del drappo che si sollevava e si stendeva su di loro, coprendoli, quasi soffocandoli. Vide le bare, e anche i suoi compagni attorno a lui sembravano perplessi davanti a quella scena *Un'immagine del passato? Che sia questo? O un'illusione?* il volto dell'umano si incupì mentre cercava intorno a sè qualche dettaglio, qualche imperfezione che potesse aiutarlo *Che sia questo che dovevamo proteggere? Ma che senso ha? Cosa c'è di così importante?*.
Indeciso sul da farsi, seguì la processione, lanciando sguardi attorno a sè per asscurarsi di non essere preso alla sprovvista.
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Stains
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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2007 5:45 pm Rispondi citandoTorna in cima

Serpospin figlio di nobile ha tolto
manto che cela magia che rivela
chiesa in nebbia con un lutto molto
vivo in turba urlante che svela
affetto per bare e chi ivi è involto.
In tenebra scura una candela
penombra docente parziale crea
come in sfumato, cerchiam magia rea.


Jebeddo - giorno 1 - PF 12, PMt 10, PM 24, PP 4 - Chiesa nelle nebbia

Serpospino tentò il tutto per tutto.
Tolse il drappo nero dalla sua locazione.
Un'inondazione di tenebra avvolse i presenti, ancora la sensazione di smarrimento entrò nelle loro menti.
Lo gnomo perse per un attimo la sua ragione, arma tra le più micidiali che possiede e successivamente la vista venne meno: la tempesta di buio che si è scatenata rivestì totalmente Jebeddo.
Gli sembrò quasi di cadere.
Non percepì altro che buio, silenzio, odore di nulla e vuoto.
Come riprese conoscenza, Jebeddo si trovò in una chiesa.
*Come diavolo sono finito qui? Poteri della magia!* si limitò a pensare Jebeddo mentre una folla urlava straziata alla vista delle bare.
Sembravamo in un funerale, una cerimonia funebre in ogni caso.
Le bare erano di persone molto popolari a giudicare da tutti i tentativi della folla di avvicinarsi alle salme.
Ad un becchino che portava la bara subito Jebeddo chiese: "I migliori son sempre i primi ad andarsene vero? Ed ora, che ne sarà di noi?".
Il suo sguardo pareva incuriosito dalla domanda, sembrava quasi spettrale il tutto, le pieghe della tunica bianca si perdevano nella nebbia ed il cappuccio rendeva i lineamenti della testa più indefiniti, più appunto spettrali.
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CuoreNero
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MessaggioInviato: Lun Feb 12, 2007 1:21 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Serpospino - giorno 1 - Punti Ferita: 9, Punti Mente: 4, Punti Mana: 0, Punti provvidenza: 4]

'Morto. Strano, ho sempre pensato che sarebbe stato doloroso. Invece non sento niente. Solo buio e freddo. Per tutte le meretrici del porto dell'isola di Siael, ma perchè fa così freddo?'
Quando il nero drappo aveva cominciato ad espandersi ed a ricoprire la realtà qual mortifero sudario, all'inizio aveva continuato a tirarlo ed a strattonarlo con ostinata determinazione. Incapace di riconoscere un qualcosa che, semplicemente, era al di là della sua consapevolezza, tirava e tirava e si gettava alle spalle bracci e bracci di stoffa. Con un sorriso folle a tendergli gli angoli della bocca, pensava di ridurre il buio a niente più che nera stoffa solo negandone l'evidenza e l'esistenza. Infine s'arrese. Ansante e con gli occhi ridotti a due fessure si lasciò circondare dalla notte. Le braccia abbandonate lungo i finachi, le spalle a sussultare di fatica. Il buio gli gonfiò il petto.
'Sarei potuto morire con una spanna d'acciaio nel ventre. E invece mi tocca riunirmi a quegli imbecilli dei miei antenati per colpa di questi incantatori e dei loro ignobili giochetti. E sia. Se solo non facesse così freddo...'
Il cappuccio che Nether indossava diluì il buio lentamente; come una dissolvenza in bianco, rimepì tutto il suo campo visivo. L'uomo delle valli camminava davanti a lui trascinando un passo cadenzato e mesto. Battè le palpebre ripetutamente; non era ancora morto dunque. Dall'altro lato del feretro, Vanalon faceva non poca fatica a bilanciare la bassa statura di Jebeddo che, da par suo, era costretto a tenere ambo le braccia tese sopra la testa.
'Un feretro?!?'
La bara oscillò vistosamente quando Serpospino la mollò lasciando solo Nether a sostenerne il peso dal lato destro.
Con gli occhi sgranati voltò il capo da un lato e dall'altro; stava osservando le due ali di folla piagnucolante con la bocca dischiusa in una muta esclamazione di stupore e confusione quando venne raggiunto da uno schizzo d'acqua in pieno capo. Scivolò sui bordi del cappuccio fino ad inzuppargli le guance ed il collo.
"Prete, bada a dove aspargi. Fallo un'altra volta e ti ci affogo in quella tua brodaglia." Ringhiò verso l'alto dell'ambone dove il prelato continuava la sua litania e la relativa irrorazione.
'Pssst, ehi, Jebeddo, Vanalon, Nether... ehi, fermatevi!' Tentò di farsi ascoltare dai suoi compagni, ma il suo già flebile sussurro fu inghiottito dalle urla disperate della folla.
'Uosh, tu ci capisci qualcosa? Questi sono tutti pazzi, vieni, usciamo di qui.' Sibilò tra i denti al folletto appollaiato sulla sua spalla. Poche cose sono feroci ed imprevedibili quanto una folla accalcata in un unico posto. Meglio evitare gesti bruschi; accantonò l'idea di darsela a gambe seduta stante, in attesa d'un occasione propizia. Occasione che gli si presentò sotto forma di un uomo; egli attraversò i cordoni laterali e si gettò su una delle altre bare in preda alla più cupa disperazione. Quando le guardie lo fecero rientrare nei ranghi con metodi spiccioli, Serpospino ghignò da sotto il cappuccio bianco immacolato.
#Oh quale terribile perdita!# Tuonò alla folla sollevando le braccia al cielo. #Costoro, nobili tra i nobili, sono stati richiamati al cospetto di... ehm, delle loro rispettive divinità!# Non era esattamente esperto di questioni religiose e di preghiere; e non era mai andato oltre le normali celebrazioni di Adelay. #Oh tu, uomo!# Indicò l'individuo che era stato appena picchiato dalle guardie. #Il tuo padrone ora giace stecchito; ma giammai i vermi banchetteranno col suo cadavere, perchè egli fu un grande!# Raggiunse l'uomo ancora malfermo per le percosse e per i singhiozzi; gli passò il braccio intorno alle spalle con gesto paterno e compassionevole. #Uomo! Non versare le tue lacrime...# Si girò ed iniziò a percorrere la navata della chiesa in senso opposto. #Vieni con me! Andiamo a prendere un pò d'aria.# L'uomo gemeva anora, forse non si avvide neanche di quanto Serpospino andava pontificando. #Vieni fuori e placa il tuo pianto. L'aria fresca che il dio, ehm, Soffione ci regala, lenirà i tuoi dolori. Vieni, o uomo, e voi, valorosi armigeri, lasciate che accompagni costui all'esterno, così che non possa più disturbare la cerimonia con le sue grida. Ma voi continuate pure, non preoccupatevi per me. Io accompagno costui poichè non sia mai detto che qualcuno debba essere lasciato solo quando è in preda al dolore per la perdita del proprio padrone!# Passò una mano sotto il braccio dell'uomo e lo trascinò letteralmente verso l'uscita.
Ci sono alcuni gesti che non richiedono alcun pensiero cosciente, quando è la consumata abitudine a guidarli. Rovesciò il la mano all'indietro, una lieve torsione del polso; l'elsa della Lacrima d'Adelay fu nel suo palmo in un istante.
#Oh Dei! Dei! Quali sono i vostri disegni? Qual'è la trama e quale l'ordito? Perchè avete voluto spegnere la fiamma della vita di uomini sì nobili?#
Mentre teneva l'uomo bloccato con il braccio, con l'altra mano spinse la punta del pugnale attraverso le sue vesti, fino a pungergli il fianco.
'Tu...' Abbassò la voce e truce si fece lo sguardo mentre osservava il portone e l'esterno farsi sempre più vicini. '...smetti immediatamente di frignare. Non fare un fiato oppure ti mando a far compagnia al tuo padrone in un attimo. Non fiatare e cammina.' Rafforzò il concetto appena espresso con uno strattone del braccio con il quale sosteneva le spalle dell'uomo. Spinse appena un pò di più la Lacrima; l'uomo potè avvertirne il gelo del metallo sulla pelle.
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MessaggioInviato: Gio Feb 15, 2007 5:18 pm Rispondi citandoTorna in cima

Chiesa nella nebbia

Il serpente di folla si snodava attraverso la navata illuminata a giorno dai candelabri. La folla sembrava mare in tempesta, stretta e animata da onde di disperata follia. Lenti i tre compagni continuano a portar la bara, ora appesantita dall'improvvisa assenza dell'umano Powel. Vi avvicinate all'altare, ove due ali di sacerdoti inneggianti alla misericordia Divina pregavano che la vendetta di Dio non si abbattea su tutta Xantis. Le cinque bare si allineano all'ambone pieno di statue dorate e di simboli arcani. Su di un lato vi è anche un piccolo bower sgozzato grondante di sangue. Nota stonata in un oasi che comunque sembra inneggiare alla pace ed al perdono. Lentamente i becchini pongono le bare ai piedi dell' Alto Prelato, che giunto con le mani in preghiera aspetta l'arrivo dei morti. Anche voi vi dovreste avvicinare, e lo fate, costretti da una folla accalcante e soffocante che preme, spinge e freme per render finalmente omaggio ai propri eroi. Quando la bara che trasportate poggiate a terra, in una palude di bianchi e candidi fiori, vi accorgete che tutte sono coperte da un ricamato e prezioso telo bianco. Il sacerdote innanzi a voi alza le mani, lo sguardo rivolto al cielo: #FRATELLI!!! Diamo omaggio ai nostri eroi !#. La folla esplode in un urlo d'oltremondo, mentre la calca minaccia la protezione che le guardie avevano eretto intorno a voi, spingendo e premendo contro il cordone umano che queste ultime avevano creato.

Intanto fuori dalla chiesa, un piccolo uomo cammina accompagnato dal Powel e dall'ivisibile folletto dei boschi vicino a lui, lo sguardo ancora spaurito e incredulo. La testa rigida e rivolta in avanti. La nebbia ti avvolge, il silenzio surreale che aleggia intorno a te è ben altra cosa rispetto alla massa ed al calore che vi era dentro la Chiesa. L’ometto trema, qui si gela. "T-t-i prego no"no-no-hon mi fare del- del- del- male, cosa vuoi da-da me?" Esclama spaurito e boccheggiante. "lo son-son-sono solo un povero mendicante!". Si gira di scatto facendosi anche male, il tuo coltello gli graffia la pelle. Si getta in ginocchio davanti a te implorandoti piangendo: "Dimmi, cosa vuoi sapere in questo giorno di disgrazia?". Poi la faccia diventa un inno alla sorpresa ed allo stupore. Il dubbio si insinua un attimo nei suoi occhi, la bocca spalancata e gli occhi sgranati nella faccia rigata dalle lacrime. "Tu…Voi?"


Ultima modifica di endafuinor il Sab Mar 17, 2007 3:26 pm, modificato 2 volte in totale
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Vanalon
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MessaggioInviato: Ven Feb 16, 2007 2:48 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Vanalon Punti ferita:12-Punti Mente:8-Punti mana:12-Punti provvidenza:4]

Il sussuro di Serpospino non raggiunse minimamente le orecchie di Vanalon che vide il Powel allontanarsi e scomparire fra la folla.
'Serpospino!' ,tentò di chiamarlo in mezzo al frastuono,ma ovviamente il tumulto coprì le sue parole.
*Adesso si che siamo a cavallo.....*
Finalmente il serpente di folla arrivò sull'altare e il prete cominciò la sua litania.Per non destare sospetti Vanalon cercò di rimanere impassibile e intanto darsi un'occhiata intorno per capire meglio dove si trovasse.
Le rune sulle vesti dei sacerdoti gli apparirono familiari...dove aveva già visto quei simboli?
*Ma certo!Iriel!Sono sacerdoti di....Dodger?*
Fece appena tempo a finire questo pensiero che un forte vento cominciò a scuotere la chiesa e i suoi occupanti....


Ultima modifica di Vanalon il Mer Feb 21, 2007 11:38 am, modificato 1 volta in totale
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CuoreNero
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MessaggioInviato: Ven Feb 16, 2007 3:42 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Serpospino - giorno 1 - Punti Ferita: 9, Punti Mente: 4, Punti Mana: 0, Punti provvidenza: 4]

Tutti i sensi all'erta come un gatto randagio, Serpospino aveva percorso gli ultimi passi che lo separavano dal lugubre portone della chiesa trattenendo quasi il fiato. Ritto il portamento, sostenne la regolarità dell'incedere con ostentata sicurezza. La tensione per la consapevolezza di poter essere fermato dalla folla in qualsiasi momento, si disciolse in un rumoroso sospiro solo dopo ch'ebbe superato la soglia dell'ingresso. Osservò per un attimo la voluta di vapore nella quale il respiro s'era concentrato di fronte al suo volto; l'istante successivo la nebbia dell'esterno già l'inghiottiva, e con esso le sue preoccupazioni. Socchiuse le palpebre livide di trucco nero e viola ed accolse il freddo con la dolcezza di un'amante; questi, riconoscente, gli asciugò di gelo e di brividi la sottile pellicola di sudore che gli imperlava la fronte ed il collo.
Si liberò del cappuccio di un bianco immacolato gettandolo a terra con noncuranza; non lo degnò più neanche di un'occhiata.
"Via di li Uosh, siamo fuori." Sibilò al folletto ancora in piedi sulla sua spalla. Mentre si guardava intorno, i contorni delle cose sfumavano in sagome sfocate e monocromatiche, lattiginose di grigio compatto; qualcosa gli diceva che, seppure la coltre di nebbia si fosse alzata in quel momento, lui non le avrebbe riconosciute comunque. Rinunciò a cercare di capire dove si trovasse con un'alzata di spalle. Solo allora tornò a dedicarsi all'uomo di cui s'era servito per lasciare la chiesa il quale, nel frattempo, s'era divincolato ed aveva iniziato un irritante balbettìo.
Lasciò che parlasse mentr'egli si ravvivava con un denso unguento l'ocra del trucco, là dove il prete maldestro l'aveva diluito con la sua inutile acqua schizzata sul volto.
"Si, sono io." Disse, non senza una nota di sarcasmo, solo dopo ch'ebbe finito e dopo aver riposto l'ampolla del colore in una delle tasche interne del giustacuore. "E so bene che sei soltanto un mendicante." L'elsa della Lacrima di Adelay ancora stretta nella mancina, si accovacciò a sua volta di fronte al mendicante inginocchiato. Afferrò con la mano libera il mento dell'uomo girandogli il volto un pò da un lato, un pò dall'opposto; ne studiò i lineamenti con la fronte aggrottata. "Se non fossi stato solo un mendicante, quegli armigeri lì dentro non t'avrebbero trattato così; non è forse vero?" Gli liberò il volto sollevando un sopracciglio di sufficienza. "Non mi servi neanche come ostaggio." Stabilì rialzandosi un pò deluso. "Quindi, se ti compiace, ti consiglio di dirmi qualcosa che non so già." Quell'uomo sembrava convinto d'averlo riconosciuto; ma lui non aveva mai dimenticato un viso in vita sua; nè un vicolo del resto, oppure l'importo di un credito. Era assolutamente certo di non aver mai visto il volto del suo interlocutore prima di allora; eppure, non solo s'era già ritrovato all'interno di una chiesa senza avere la benchè minima idea sul come ci fosse arrivato, ma stava pure trasportando il feretro di un ignota salma. Quello che fece vacillare definitivamente la fiducia che nutriva nelle sue facoltà, fino ad allora incrollabile, era quell'improponibile cappuccio che si rifiutava di guardare ancora: in nessun caso l'avrebbe indossato se fosse stato padrone di sè. E quindi, suo malgrado, dovette arrendersi all'evidenza della sua ignoranza e della sua confusione.
"Nether, Vanalon e Jebeddo stanno ancora lì dentro a giocare agli adepti. Che ne dici se proviamo a tirarli fuori?" Chiese a Uosh mentre, con espressione che non tradiva alcuna emozione, si portò dietro al mendicante costringendolo ad alzarsi strattonandolo senza troppi complimenti.
Passò un braccio davanti al petto dell'uomo mentre, con l'altro, gli puntò il pugnale alla gola. Strinse a sè il mendicante finchè questi, nel tentativo istintivo d'allontanare la gola dalla lama, finì con l'appoggiare la nuca nell'incavo della sua spalla.
"Molto bene: dovrai farmi un ultimo favore. Poi ci sarà tempo per dirmi chi pensi che io sia." Sibilò all'orecchio dello sbigottito sconosciuto mentre con il suo corpo lo spingeva nuovamente verso l'ingresso della chiesa.
"Adesso urla. Urla con quanto fiato hai in corpo. Urla che c'è un orda di Screch qua fuori, urla che le case del villaggio - perchè c'è un villaggio quà vicino vero? - stanno andando in fiamme; inventati qualcosa: urla quello che di più terrorizzante riesci ad immaginare. Urla i nomi di qualcuno dei presenti, sono certo che ne conosci parecchi. Chiamali per nome e digli di accorrere; così sarai più convincente."
Guardò il piccolo folletto alato, senza allentare la sua presa sull'uomo purtuttavia. "Uosh, che ne dici di scatenare i tuoi venti? Potresti provare a spegnere i braceri della chiesa più vicini all'ingresso; non importa che siano spenti tutti, basta quel tanto di penombra per consentirmi di non dare nell'occhio dietro questo buffone. Proiettati in avanti se credi, riattraversa la navata sotto forma di vento e falla urlare come fosse la gola di un gigante. Le folle sono tanto pericolose quanto stupide: basterà che riusciamo a spaventarne una decina perchè il panico si diffonda come un incendio in un pagliaio. Se tutto va bene, molti si precipiteranno fuori senza avere la benchè minima idea del perchè lo stiano facendo. Io non credo che gli alti prelati lì dentro abbocchino. Però ci basta sfoltire questa moltitudine. Alleggeriamo la situazione e mettiamo i nostri compagni in una situazione di maggior vantaggio."
Quindi spinse ancora l'uomo in avanti ed entrambi si fermarono sulla soglia, l'assassino ed il mendicante, stretti in un macabro abbraccio. Da dietro le sue spalle, Serpospino avvicinò il volto all'orecchio dell'uomo; con il braccio sul petto lo tratteneva saldamente, il coltello alla gola graffiò appena la pelle facendo affiorare una goccia di sangue.
'Adesso urla' Sussurrò al mendicante sfiorandone il lobo con le proprie labbra ad ogni consonante. 'Urla come se ne andasse della tua vita. Non dovrebbe essere difficile.' Ci pensò un attimo quindi ghignò. 'Anche perchè, è esattamente quello che rischi di perdere.'
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Sab Feb 17, 2007 3:33 pm Rispondi citandoTorna in cima

[punti ferita:18, punti mente:6, punti provvidenza:4]


Nether vide che le guardie stavano cominciando a perdere anche quel poco di controllo che avevano sulla folla. La cosa non gli piaceva. Portò la mano alla spada per accertarsi che vi fosse ancora e si tolse di dosso la cappa bianca. Vedeva Serpospino all'ingresso della chiesa dietro a un civile particolarmente spaventato *Che diavolo ha in mente adesso?*
Stava cominciando a pensare che non fosse tutta un'illusione *Ma allora dove siamo finiti?*
#INDIETRO# urlò cercando di farsi sentire almeno dalle guardie #TENETELI DISTANTI!#
In realtà non si rendeva neanche conto di cosa stesse facendo. Agiva per istinto. Sperò solo di non aver commesso un errore...


Ultima modifica di Nether di Middenheim il Mer Feb 28, 2007 8:53 pm, modificato 1 volta in totale
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Uosh
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MessaggioInviato: Lun Feb 19, 2007 4:20 pm Rispondi citandoTorna in cima

Uosh - giorno 1 - PF 3, PMt 11, PM 2, PP 4 - Chiesa

A differenza dei suoi simili Uosh era sempre stato un tipo molto chiuso.. disposto a scambiare parole solo coi suoi genitori, oppure coi passeri e le farfalle del suo bosco.. sapeva parlare persino col vento.. con le fronde degli alberi che si muovevano.. ma mai prima di questo momento si era avvicinato spontaneamente ad un uomo.. per giunta nemmeno troppo amichevole.. però, e nemmeno lui ne conosceva il motivo, Serpospino gli dava una sensazione di fiducia che nessun altro gli aveva mai passato..
Stargli vicino era rassicurante per il piccolo folletto che non si sentiva per niente a suo agio in mezzo a quella folla di giganti.. e lui, Serpospino, dall'aria fredda e cinica, gli ricordava forse il suo amato vento, inesorabile di fronte a qualsiasi ostacolo che comparisse sulla sua strada.. proprio così: il Powel gli sembrava quasi come il vento e il suo maestoso imperversare.. così decise di fare come gli aveva detto.. in un modo o nell'altro si fidava di lui..
Uosh stava all'entrata della chiesa, accanto ai due uomini, quando si concentrò e chiuse i suoi profondi occhi per poter entrare più facilmente in simbiosi con il suo elemento prediletto.. furono necessari pochi attimi prima che un grande turbine di vento impazzò all'interno della chiesa.. non era potente come quello della cupola infernale (d'altronde quello era stato generato dal terrore) ma causò comunque un enorme scompiglio: vesti che svolazzavano.. tendaggi che rumoreggiavano quasi a volersi staccare dai loro appigli.. anche le urla delle persone e le preghiere accorate furono attutite da quell'evento.

------------Prova-------------------
Controllo Normale: Permette di operare con l’elemento in sicurezza e stabilità cercando di modellarlo a proprio piacimento per riuscire ad ottenere ciò che ci eravamo prefissati di fare.
Consuma 8 PM e aggiunge +1 al VdR.


Ultima modifica di Uosh il Lun Feb 26, 2007 4:28 pm, modificato 2 volte in totale
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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2007 4:53 pm Rispondi citandoTorna in cima

Un funerale di cinque eroi
è qui che la magia ci ha condotto
ovvio stupore è tra tutti noi
ma sempre il Powel agisce sotto
noi tutti, mendico prende e poi
lo minaccia di urlar di gran botto
poichè tutti devono da lì uscire.
Che altre trame s'hanno da ordire?


Jebeddo - giorno 1 - PF 12, PMt 10, PM 24, PP 4 - Chiesa nelle nebbia

La confusione di Jebeddo era parecchia. Tutte ste persone e poche domande.
Ma chi era morto? Che stava succedendo? Dove era finito Serpospino? *Non voglio nemmeno pensare cosa starà combinando* pensò tra sè e sè lo gnomo.
La folla ci spingeva mentre ci avvicinavamo davanti all'altare.
L'atmosfera era lugubre e sebbene la chiesa sembrasse di qualche divinità non particolarmente punitiva, si erano fatti pure dei sacrifici.
*Forse è meglio capire dove siamo finiti* continua a riflettere Jebeddo.
Si avvicinò a uomini che sembravano ancora lucidi di fronte a questo addio collettivo.
"Toccante la cerimonia, ma non è troppo fastosa? Sono dei grandi eroi ad essere caduti e pertanto è necessario renderli omaggio nella maniera più adeguata possibile, c'è proprio una grande folla... sì che eran popolari loro! Chissà se non stanno ricevendo un po' troppi pochi onori?"
La duplicità delle parole dello gnomo servivano proprio a vedere cosa interessava, cosa faceva leva sulle persone, doveva capire come al pensavano di fronte a queste cose.

NdG: prova di comunicazione VdR: 10: Comunicazione 1 + Carisma 9 nel tentativo di farmeli un po' amici, di cercare di carpire informazioni.
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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2007 7:20 pm Rispondi citandoTorna in cima

Chiesa Nella Nebbia

L’urlo del mendicante risuona come campane nella nebbia, ovattato e assente, ma tagliente e lugubre come una freccia nella notte, coltello nel fianco!
Intanto nella cattedrale, ove il prode Nether si fa scudo contro le bare, per evitare l’assalto della folla, il caos comincia a propagarsi tra urla isteriche, lamenti e suppliche. Alcuni sacerdoti vengon scortati via dalle guardie: #No, lasciateci qui, assieme agli Eroi! Lasciateci!#, gridano, e pregano, mentre gli “Ordini Superiori” li portano in salvo.
Ma gli occhi attenti di Vanalon cercano intelligenti soluzioni, ed indizi. Riconosci la Runa della Vita, simbolo utilizzato dai Sacerdoti di Dodger, Supremo Dio legale delle Nascite e della Pace, dell’Amore e della Serenità, della Vita e dei suoi diritti. Ma riconosci anche altri simboli, che fanno da contorno ai principali, e a quanto la tua mente ricorda, li hai visti altre volte girovagando per le città, tutti s imponenti Templi. Ricordi anche…si, un piccolo frammento di memoria, due righe sul libro della tua vita, un piccolo dejavù: Iriel, il vostro Sacerdote che fino a poco prima vi aveva accompagnato, portava la Runa Many come un medaglione. Ed i vestiti dei sacerdoti? Si, ti sembrano vagamente familiari…
Ma mentre tutto questo nelle menti e nelle azioni accade, un forte vento comincia a scuoter gli animi nella Chiesa. Dapprima parole e esclamazioni di stupore, poi: paura, panico, associata alla notizia che qualcuno o qualcosa stesse attaccando, che volessero i corpi dei cinque eroi di Xantis? Morti per la pace e la libertà? Le candele si spensero e i grandi incensieri cominciarono ad oscillare paurosamente. Da un lato della cattedrale, le Guardie Imperiali avevano dovuto trincerarsi dietro i banchi, e lasciare campo libero alla folla disperata.
Le persone si stringono intorno allo gnomo: “Facci passare sacerdote!”, poi sentendo le sue parole: “Devi venire da molto lontano viaggiatore, e parli proprio tu. Anche la tua razza è stata glorificata da queste morti!”, poi vede le bare, e quasi una lacrima scende solcandogli il viso. “Si, è vero…”, esclama un altro da dietro: “Essi erano i Difensori delle porte dell’Inferno, coloro che stavan proteggendo il mondo dalle armate della Signora…” #Zitto tu!#, fa ancora un altro da dietro, “Essi erano falsi profeti, tant’è che son stati puniti, hanno osato fare ciò che non dovevano, e questo è il risultato!”
Una delle ultime raffiche di vento poi, fece quello che il fato non aveva avuto il coraggio di fare. Due teli bianchi delle bare volarono via, librandosi dalle bare verso l’altare. Dentro, riuscite a scorgere attoniti in una un piccolo sarcofago, in legno d’ebano e rifinito in oro e preziose pietre. L’immagine raffigura un bosco verde e lussureggiante, ed quasi posato su uno dei rami una piccola creatura con una corona in testa, contornata da altri piccoli esserini: folletti! In un altro, un corpo ben piazzato, forse all’interno di un armatura, è coperto da diversi stendardi: uno dell’Armata delle Valli, recante il simbolo degli esploratori dei boschi, uno della Imperiale Cittadina di Golopor, ed un altro degli Elfi dei Boschi. Sopra di essi, un arco, frecce ed una spada.

Restate attoniti mentre guardate fissa la candela che brilla davanti a voi, accesa, ormai ridotta a poco più che uno stoppino, vibra e luminosa vi attrae, quasi imbambolati. Vi avete visto ciò che…
Avete visto?
Impossibile! Tutto quello che è accaduto dentro la cattedrale non sembra esser altro che l’ennesima visione che la candela vi offre! E mentre ancora vi chiedete il perché di tutto ciò, in un ultimo baralume di visione, la candela vi parla, o vi trasmette ciò che qualcuno vuol farvi sentire.
Attenti paladini del bene,
poiché tante sono le soluzioni che il fato vi offre,
ed io ho voluto farvi vedere ciò che sarebbe accaduto se voi,
stolti, rifarete ciò che avete già osato fare!
Cercate nella mente e capirete.
Come voi, altri sono stati puniti, e secondo il mio volere,
son stati rispediti ove debbono esser spediti,
per ricominciare il gioco, senza trucchi e senza eserciti!
Per dar ciò che ho da offrire, ai più valorosi.
Venite dunque e meditate, riacquistate coscienza
di ciò che io vi ho tolto. Meditate, e capirete.
Vi aspetto.

Prole soffuse, che solo voi siete riusciti a sentire.
Poi, la candela, danzando, si spegne. Ci vuole un attimo a riabituarvi alla luce soffusa ma calda di…
Un momento, dove siete?
Vi guardate attorno, ed il calore diffuso dalle lampade ad olio appese alle pareti di legno massiccio, vi avvolge donandovi piacevoli sensazioni. Sedete su un tavolo decorato ed intagliato nel legno, con motivi ornamentali che ridanno di mare e di boschi. Siete comodi, e davanti a voi, vedete almeno altri due tavoli con allegri personaggi che devono e parlano. Alla vostra destra ci sono piccole finestre, incastonate in un muro in legno e calce marrone e panna. Sono in vetro colorato, e lasciano intravedere attraverso di loro il buio della notte, con piccole goccioline di pioggia rigano il paesaggio. Siete su un piccolo soppalchetto, ed in mezzo ad una piccola e graziosa ringhiera di legno, due o tre gradini vi separano dal pavimento in coccio rosato. Lo stanzone quindi, continua con un'altra decina di tavoli tutti identici, e tutti pieni. Vestiti sgargianti, lavoratori, uomini di buon costume ed ogni sorta di personaggio è presente, tutti allegri e con un boccale di dorata birra in mano, o intento a mangiar prelibatezze o energetiche minestre. Due enormi candelabri che pendono dal soffitto, sorretti da potenti catenacci, e una trentina di persone che bevono, giocano e chiacchierano allegramente. Su di un lato, per terra, si sta consumando una partita a dadi, mentre vicino ad essa, un’esaltante partita a braccio di ferro tiene a bada una dozzina di persone, lasciando ai giocatori di carte il silenzio che meritano. Nell’altro lato invece, due eleganti e prosperose fanciulle stan danzando con tamburelli e cembali all’elegante musica di un abile Bardo, raccogliendo l’attenzione di tutti gli astanti. In fondo, vicino alla grande porta, un grande bancone, ricolmo di botti e bottiglie, pane fresco e carne, bicchierini e liquori sublimi, fa la sua bella presenza. Alcuni allegri quadri ornano le pareti, e una rassicurante massaia sta facendo il giro dei tavoli aiutata da due ragazzini, con un pentolone di rame fumante. Dall’odore sembra pasticcio di carne e verdure.

OFF TOPIC: Punti provvidenza, Punti Ferita e Punti mana tutti recuperati!!!


Ultima modifica di endafuinor il Mer Feb 21, 2007 5:08 pm, modificato 1 volta in totale
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Vanalon
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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2007 7:47 pm Rispondi citandoTorna in cima

[Vanalon Punti ferita:12-Punti Mente:8-Punti mana:12-Punti provvidenza:4]

Vi aspetto.

Le ultime parole della candela si spensero insieme alla sua luce.
*...venite dunque e meditate, riacquistate coscienza
di ciò che io vi ho tolto. Meditate, e capirete...Cosa avrà voluto dirci?E perchè?Cosa abbiamo visto?*
La luce del nuovo ambiente lasciò Vanalon un pò perplesso sulle prime.
*Ma dove siamo ora?*
Poi il suo sguardo scivolò sui tavoli e sul bancone,sul cibo e sui bicchieri.
*Una locanda!Almeno un desiderio è stato esaudito!*
Infine si ritrovò a fissare i volti dei suoi compagni.
"Beh,secondo voi che voleva dire quella candela?Non so voi,ma a me le cose che bruciano mi hanno sempre ispirato fiducia....cosa ne pensate?"
Intanto,mentre parlava agli altri alzò una mano per chiamare l'oste:
#Una bottiglia di quello buono e cinque bicchieri!#
poi osservò un attimo Uosh...
#Quattro bicchieri e un cucchiaino!Grazie!#
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Mar Feb 20, 2007 9:28 pm Rispondi citandoTorna in cima

[punti ferita:18, punti mente:6, punti provvidenza:4]

Lentamente riuscì a mettere a fuoco la vista. Lampade, tavoli, odore di cibo, e risate allegre *Ma cosa...*
Non terminò il pensiero. Erano tutti seduti davanti ad un tavolo insieme ad altri svariati avventori di quella che sembrava una grossa locanda *Che mi sia immaginato tutto? No impossibile...* portò istintivamente la mano alla spada, calmandosi quando sentì che era ancora legata alla cintura *Ora il problema è...dove siamo finiti?*
Si guardò attorno cercando di intuire qualcosa dai volti della gente e dallo stile della locanda.

OFF GAME:
Prova di intelligenza per cercare di capire in quale regno ci troviamo
Intelligenza(6)+comprensione(-2)=4

Mentre si guardava attorno si trovò a davanti il powel e gli lanciò un'occhiata non troppo amichevole. Aveva sempre apprezzato le sue capacità...tutt'altra faccenda era per il carattere e sul suo modo d'agire *Per poco non ci ha condannati tutti...* pensò,ma fu un pensiero che preferì non rendere pubblico.
"Beh,secondo voi che voleva dire quella candela?Non so voi,ma a me le cose che bruciano mi hanno sempre ispirato fiducia....cosa ne pensate?"
Era stato Vanalon a parlare, distogliendo l'uomo delle valli dai suoi pensieri.
#Una bottiglia di quello buono e cinque bicchieri!# disse prima di fissare Uosh #Quattro bicchieri e un cucchiaino!Grazie!#
Nether rise alla battuta "Non essere crudele..." disse alzandosi da tavola "Non so...sinceramente non ho idea di cosa potesse significare,ma in fondo...siamo vivi, accontentiamoci di questo per ora..." disse mentre si assicurava che la faretra e il fodero con la spada fossero ben fissati 'Vado a fare un giro fuori, magari riesco a capire dove siamo finiti' disse piano per assicurarsi che nessuno al di fuori dei suoi compagni lo sentisse 'Ah, Vanalon...prima di ordinare da mangiare e da bere...ce li hai i soldi per pagare...'
Si allontanò con la cappa nera che si agitava dietro di lui *Che fosse stata opera di un dio? O degli dei forse?*
Scosse la testa cercando di allontanare quei pensieri, con la pancia che gli gorgogliava *Prima il dovere, poi si mangia...*


Ultima modifica di Nether di Middenheim il Mer Feb 28, 2007 8:53 pm, modificato 1 volta in totale
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Stains
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2007 4:15 pm Rispondi citandoTorna in cima

Le carte cambian e muta 'l tavolo
da chiesa a locanda magia ci sposta.
Vedemmo morti, ire da trisavolo
i nostri corpi, ma candela posta
fronte ci rimise contro diavolo
scelti siamo per pugnar senza sosta.
"Non è ora, distruggendo è l'abietto"
la candela prosegue: "Vi aspetto!"


Jebeddo - giorno 1 - PF 12, PMt 10, PM 16, PP 4 - Taverna

"Devi venire da molto lontano viaggiatore, e parli proprio tu. Anche la tua razza è stata glorificata da queste morti!"

"Si, è vero… Essi erano i Difensori delle porte dell’Inferno, coloro che stavan proteggendo il mondo dalle armate della Signora…"

#Zitto tu!# "Essi erano falsi profeti, tant’è che son stati puniti, hanno osato fare ciò che non dovevano, e questo è il risultato!"


Queste cose venne a sapere Jebeddo, quando poi guardando bene vide anche un folletto tra le bare e un guerriero in armatura.
*La mia razza è stata onorata, c'è un folletto... difensori delle porte dell'Inferno... mi sembra che Iriel abbia parlato ogni tanto del nostro compito collegato con l'Inferno... o forse mi sbaglio.* Jebeddo conclusi questi pensieri stava per chiedere altro a questi signori quando tutto d'un tratto, come un risveglio di acqua ghiacciata, scosse la testa, si stropicciò gli occhi e si ritrovò in una taverna.
La taverna era un po' più bella di quella in cui aveva fatto la rocambolesca conoscenza di Serpospino, aveva ottimi cibi e l'odore di birra non era male.
Si giocava a dadi e a carte e si aveva anche compagnia galante.
Il clima continuamente cambiato, ora eravamo tutti in una locanda, come se fosse stato un sogno.
Senza nemmeno sapere il motivo in testa aveva delle particolari parole Jebeddo...
*Attenti paladini del bene...*
Osservava tutto ciò che lo circondava, il confine tra sogno e realtà è impressionante, alcune popolazione masticando particolari erbe riescono a spostare i confini del reale, almeno per la percezione di chi consuma queste sostanze, ma qui era diverso: Jebeddo e i suoi amici erano caduti vittima di una suggestione collettiva, o comunque un'illusione provocata da quella candela.
*Vas Quas... mi han sempre detto che è c'è un potere immenso dietro a queste parole, in grado di spalancare mondi!*
"Beh,secondo voi che voleva dire quella candela?Non so voi,ma a me le cose che bruciano mi hanno sempre ispirato fiducia....cosa ne pensate?"
Vanalon distrasse Jebeddo dai suoi pensieri.
#Una bottiglia di quello buono e cinque bicchieri! Quattro bicchieri e un cucchiaino!Grazie!#
Ordinò Vanalon.
"Non essere crudele..." disse alzandosi da tavola Nether valoroso "Non so...sinceramente non ho idea di cosa potesse significare,ma in fondo...siamo vivi, accontentiamoci di questo per ora..."
'Vado a fare un giro fuori, magari riesco a capire dove siamo finiti, ah, Vanalon...prima di ordinare da mangiare e da bere...ce li hai i soldi per pagare...' continuò sussurrando a noi Nether.
"Caro Vanalon penso che tutti noi abbiamo la testa piena di domande e poche risposte: ciò che abbiamo visto era il nostro funerale? Qualche Dio ci ha mostrato una predizione? O forse ora è il sogno, e noi siamo già morti nella realtà?" 'Vas Quas...' borbottò un attimo tra se Jebeddo "Per il momento cerchiamo di capire dove siamo e cosa dobbiamo fare, ammesso che abbiamo ancora un dovere, visto che per quel che ne so tutto il mondo potrebbe crederci morti." Concluse lo gnomo mentre attendeva l'ordinazione di Vanalon.
In lontananza il colpo sordo su un tavolo declamò prima delle urla dei presenti che il vincitore a braccio di ferro era un tale Guglielmone Braccioroccia.
#Guglielmone! Guglielmone!# si sentì dietro Jebeddo.
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CuoreNero
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2007 5:33 pm Rispondi citandoTorna in cima

"Uhm, niente male." Disse all'ansante poveraccio che ancora teneva ben saldo contro di sè; "Avresti un futuro come imbonitore in una fiera. Ed a proposito di futuro, con questo bell'urlo ti sei conquistato la possibilità di averne ancora uno." Trascinò di lato il mandicante e lo liberò finalmente dal suo abbraccio; quindi s'appoggiò con la schiena di fianco del lugubre portone, per non essere notato dalla fiumana che s'aspettava si precipitasse fuori della chiesa da un momento all'altro.
"Un ultima cosa prima di andare; ti va di dirmi chi diavolo pensi che io sia?" Con aria d'indifferenza, aveva preso a pulirsi le unghie delle mani, peraltro pulitissime, con la punta del pugnale. "Mi è sembrato che tu mi rico..." Tutto nella sua mente cominciò a vorticare. Il volto cinereo del mendicante si trasformò in una scia sfocata e circolare che sembrava fissarlo con quegli occhietti da donnola da tutte le direzioni.
'Oh no, non di nuovo.' Fece in tempo a pensare un attimo prima che la sensazione di non avere più un terreno sotto i piedi lo aggredisse stringendogli la gola di una nausea imperativa.
Sbattè le palpebre più volte alla vista dei suoi compagni seduti intorno ad un tavolo; aprì e richiuse la bocca ripetutamente, senza trovare niente da dire purtuttavia.
'Una locanda. Una stramaledettissima locanda.' Poggiò i gomiti sul tavolo e s'afferrò la testa tra le mani, chiuse gli occhi di una infinita stanchezza.
'Sono malato. Oppure sono drogato. Oppure sono già morto. No. Deve essere stata Jezbeth; quella lurida sgualdrina e le sue inquietanti pozioni del lungo amore. Si. Deve essere andata così. Quella disgraziata m'ha drogato ed ora giaccio supino in un canale di scolo. Il Muto sarà stato più che felice di trascinarmi indifeso ed inerme come un gattino giù nelle fogne. Se mai riuscirò a riprendermi, infilzerò quella sua orrenda testa bitorzoluta su una picca. Lo giuro.' Sollevò il capo e prese a ghignare un sorriso sghembo e folle verso i suoi comapgni. Notò che Nether lo stava fissando ma non riuscì a capirne il motivo. Liquidò la faccenda in un alzata di spalle.
"Nether, amico mio, qualunque cosa tu abbia in mente puoi anche dirla. E sai perchè?" Ridacchiò sull'orlo di una crisi isterica. "Perchè tu non esisti. Tu non sei qui." Quando lo vide alzarsi ed allontanarsi gli urlò dietro. #Tu non sei che uno dei miei incubiiii!#
'ahahahaha pazzo, stò diventando pazzo.' S'asciugò le lacrime dagli occhi e tirò fuori dal colletto del giustacuore il suo ciondolo con la torre. Scosse appena la sfera di vetro e socchiuse gli occhi mentre la neve prese a ciondolare pigramente sulla torre e sui papaveri.
"Molto bene." Disse dopo aver lungamente sospirato e dopo aver riposto il ciondolo dono di Jebeddo. "Massì Vanalon, beviamoci sopra. Tanto, peggio di così..." S'alzò a sua volta.
Attraversando la sala, rubò un boccale di birra da uno dei tavoli in cui si stava giocando a carte. Non si curò minimamente degli improperi e del turpiloquio di cui il legittimo propietario lo stava facendo oggetto. Mentre camminava, scolò il boccale e nel frattempo, con l'altra mano, drappeggiò il mantello bordato d'ermellino sulle spalle. Quand'ebbe raggiunto le prosperose fanciulle intente in una sfrenata danza, sfoggiò un sorriso affabile. "Mie splendide signore, sono certo che ci sia un modo più congeniale di convogliare tutte queste vostre energie. Vedete, noi siamo in cinque, ma sono certo che siate già uscite trionfanti da ben più ardue sfide." Concluse con un ghigno malizioso. Quando gli fu chiaro che le fanciulle non gli avrebbero risposto poichè la musica copriva la sua voce, rivolse alle due uno sguardo indulgente.
"Con il vostro permesso." Disse prima d'allontanarsi di qualche passo. "Tu devi smettere di fare tutto questo fracasso..." Calando con forza il boccale ormai vuoto sulla fronte del bardo suonatore, avvertì la vibrazione dello spesso vetro che si frantumava propagarsi dalla mano, che ancora ne reggeva il manico, su fino alla spalla. #...nel mio stramaledettissimo sogno!# Terminò ansimando verso il bardo accasciatosi a terra.
"Allora, mie signore, stavo dicendo..." Uno sguardo di fanciullesca innocenza ed una voce melliflua rivolse alle due danzatrici che s'erano immobilizzate.
Guglielmone, Guglielmone Credette di udire in lontananza.
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Uosh
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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2007 6:18 pm Rispondi citandoTorna in cima

Uosh - giorno 1 (almeno credo) - PF 3, PMt 11, PM 26, PP 4 - Locanda

Mentre l'immagine turbinosa che fondeva persone bare e chiesa sfumava in quella di una semplice fiammella, Uosh sentì la stessa sensazione di quella che si sente quando ci si desta da un sogno in tutto e per tutto reale.. stava sospeso a mezz'aria grazie al battito istintivo delle sue piccole ali che lo sorreggevano.. la mente era vuota.. prima di queste due ultime esperienze Uosh non si era mai allontanato dal suo bosco..
Prima una cupola infernale nella quale difendere qualcosa da creature non meno infernali.. poi un funerale plurimo.. ma cosa era vero?.. e cosa era falso?.. Totalmente immerso nei suoi pensieri, il piccolo folletto non sembrava nè vedere nè sentire al di la della portata delle sue braccia.. solo confusione vi era intorno a lui.. finchè un rumore di vetri infranti proveniente da poco lontano e il cessare immediato della musica lo risvegliò: il battito d'ali terminò e Uosh cadde privo di sensi sulla tavola..
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