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Nihal_Elf
Guardiano
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Registrato: 02/05/05 17:38
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 6:06 pm Rispondi citandoTorna in cima

Ciao a tutti u.u

Ho aperto questo topic per riunire un po’ di informazioni sui personaggi. Ho pensato che conoscere meglio ogni singolo giocatore potrebbe servire a ruolare appieno. E poi, confesso: sono proprio curiosa di sentire i vari background Smile Quindi, accorrete numerosi: attendo con impazienza le vostre storie, i vostri racconti, e tutto ciò che può servire ad inquadrare meglio i vostri personaggi Very Happy


Ultima modifica di Nihal_Elf il Dom Giu 03, 2012 2:08 pm, modificato 2 volte in totale
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Nihal_Elf
Guardiano
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Località: Terra del Vento

MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 6:24 pm Rispondi citandoTorna in cima

[...] post da editare


Ultima modifica di Nihal_Elf il Mer Giu 13, 2012 1:15 pm, modificato 41 volte in totale
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GarethDrake
Sentinella
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 6:57 pm Rispondi citandoTorna in cima

Gareth Ben Drake è un ragazzo umano.
Un pò timido, a volte troppo logorroico, è stato allevato da dei genitori laboriosi ed onesti, dai quali ha appreso le suddette caratteristiche.
Il suo sogno è di diventare un bardo cavaliere, viaggiare molto ed esplorare nuovi luoghi, aiutando quando possibile gli innocenti, difendendoli dal male.
Le sue armi preferite sono le spede e i martelli da guerra.
Adora molto quasi tutti gli animali, tranne gli insetti che sono il suo punto debole. In particolar modo predilige i gatti e i corvi.
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CuoreNero
Cavaliere
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MessaggioInviato: Mar Mar 07, 2006 12:56 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nato a Glukmoore, Deimsdaei 15 Pentiori 330, CuoreNero Pugnogladio discende da una vecchia e nobile famiglia di Troll.
Lo stemma araldico del casato è di grigio scuro, alla colonna dorica, con la sommità spezzata, di rosso,
con i due serpi cervoni di argento, accollanti la colonna, la testa del cervone a destra posta all'ingiù e in banda,
attraversante la colonna, la testa del cervone a sinistra posta all'insù e in sbarra, ugualmente attraversante,
essa colonna fondata sulla campagna diminuita, di oro, e accompagnata a destra dall'arbusto di rosa, di verde,
nodrito nella campagna diminuita.
La blasonatura del gonfalone è di forma triangolare su drappo di colore rosso;
al centro sormonta lo stemma della famiglia, la corona a nove punte e il tutto circondato da un ramo di quercia a destra e
di alloro a sinistra, annodati in basso da un nastro bicolore riportante il motto:
ET PLURIBUS UNUM posto all'apice e gli ornamenti esterni contornanti lo stemma sono ricamati in argento.
La madre, Spinoflora Biancomaglio, era una donna dalla salute cagionevole e riservata e introversa; incline al laudano,
morì di parto dando alla luce il nostro. Le malelingue del paese erano solite affermare che il motto della famiglia,
la molteplicità nell'uno, facesse riferimento alla facilità di costumi di cui Spinoflora era tacciata; ma di questo
si prenda nota solo a margine.
Il padre, Barboartiglio Pugnogladio, era un troll grande e grosso. La pancia rotonda
e portata alta, sostenuta da abbondanti libagioni di grog e cosci di daino. Avendo fecondato la metà delle contadinelle,
domestiche, nutrici, lavandaie del circondario, alla morte della moglie fu costretto a vendere la tenuta per risarcire i danni
alle suddette, riunitesi in comitato ormai. "L'unico avvocato buono è l'avvocato morto" soleva ripetere nei suoi
ultimi giorni seduto sull'ultima sedia rimasta difronte al caminetto spento per mancanza di legna.
Il padre ripeteva a un CuoreNero bambino e frignante e scarmigliato e ingenuo, quanto crudeli fossero gli elfi che nottetempo
venivano a casa della gente onesta e che lavora a rubare tutto "ma perchè non se ne stanno a casa loro?".
C'è un altro accadimento che ci porta al CuoreNero odierno.
Un giorno nella palude sentì voci e grida e risolini e schizzi venire dalla polla poco più in là.
Giocando alla guerra si acquatta, strisciando sulla pancia si avvicina e sssshhhhh, mi raccomando stai attento non farti sentire.
Giunto alla sorgente che vi trova? Quattro elfette giovani e nude fanno il bagno in un turbinio di glutei e seni e cosce
che inesorabilmente fanno breccia nella giovane mente del fanciullo; sebbene avrebbe impiegato qualche anno ancora
per capire appieno il senso di ciò che vide.
Ciò è detto per comprendere il rapporto conflittuale che CuoreNero adulto vive con la stirpe di Glorifindal.
"Decadenti, lascivi, perdigiorno, deboli e vecchi e rinunciatari" si avventa a vista sugli elfi maschi che incontra.
"Ma infondo è così bella e delicata e minuta e che belle orecchie a punta hai visto come sono sottili le caviglie?"
subisce inesorabilmente il fascino delle femmine, poveretto.
Ciò che desidera e motiva e spinge fuori dal letto la mattina anche con questo freddo accidenti è il desiderio di riportare
il suo nome e la sua casata alla vecchia gloria al vecchio orgoglio al vecchio rispetto. Questo all'inizio.
La solitudine a bagnomaria con il grog annacquato di Cedrik hanno, ehm, estremizzato il concetto. Diciamo.
"Perchè accontentarmi di una fattoria?" non è meglio, forse, avere una città? Allora due. Facciamo tutto.
Ed eccolo là nel lettuccio che gli stà un pò piccolo con gli occhietti rossi e la coperta tenuta sù fin sotto il naso.
Immagina di conquistare una città dopo l'altra e i campi e le foreste e i templi e i palazzi dei clan e sarà
incoronato CuoreNero primo del suo nome e buonanotte a tutti non mi reggo più dal sonno.
Vuole una moglie. Si perchè non basta l'acquisto poi bisogna mantenere e quindi il suo
regno deve avere una stirpe di tiranni chessòio CuoreNero II, CuoreNero III, CuoreNero IV e via così.
Si arruola nel clan delle Orde. Dice vabbè a spaccare teste bisogna pur incominciare.
Ben presto si accorge che pestare ed essere pestati in nome di Ramius non è esattamente ciò che desidera.
E poi, sù, siamo sinceri, non è che sia malvagio. E' solo un pò strano.
Vive ogni sentimento alle estremità. Il suo odio non è uccisione ma lento e insulto e umiliazione e tortura ma non troppo chessennò muori subito.
Il suo amore è totale e incondizionato e devoto e paziente e darei anche la vita per te lo sai?.
E in mezzo?
In mezzo c'è la sua morale atipica per la piazza di Athkatla.
Se da un lato non attaccherebbe mai le persone che rispetta e ama e amicizia, dall'altro uccide estranei e viandanti
con l'indifferenza con la quale stacca un frutto da un albero quando ha fame.
"Perchè, che ho fatto?" se interrogato in merito alla questione.
Il suo stile di combattimento non è niente di che: ti salta addosso e ti sbatte la testa per terra ancora e ancora e se ci riesce ti morde.
E' terribilmente superstizioso. Si odia per questo ma tant'è.
Odia i non morti (verso i quali nutre un sacrosanto terrore ecchecavolo sei morto che vuoi?), gli stupidi, gli ignoranti, chi non ha stile.
A tuttoggi è follemente innamorato di un elfa disgraziata che corrisponde il suo amore ma non vuole sposarlo
"Cavolo una femminista nel 353" pensa spazientito.
Questo lo porta ad altalenare ogni incontro ora la uccido no vabbè ci provo anche oggi al limite la uccido domani.

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"oooooink".
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Luxorius
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MessaggioInviato: Mar Mar 07, 2006 6:53 pm Rispondi citandoTorna in cima

vedi
La scura notte di Moravia

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Mettete dei fiordi nei vostri cannoli...
non ci resta che piangere....
si scrive Karalis ma si pronuncia Kà-ra-lis

http://web.tiscali.it/dichado

Ultima modifica di Luxorius il Ven Gen 02, 2009 10:26 pm, modificato 1 volta in totale
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ghost rider
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MessaggioInviato: Gio Mar 09, 2006 6:04 pm Rispondi citandoTorna in cima

(premetto che non sono molto bravo a romanzare Laughing )


Dell'ingannatore non si sa molto. Si dice che sia giunto in queste lande da molto molto lontano. Ci sono molte persone che dicono diaverlo incontratro, ma le loro testimonianze discordano tra di loro......C'è chi dice che sia un troll, chi un elfo, chi un umano, chi un nano, chi un mezzo elfo, ma le notizie più recenti e simili tra loro narrano di un felinide.
L' ingannatore non distingue bene e male, per lui la neutralità significa essere un ignavo. Nin crede ne negli Dei ne nel destino e cerca di combattere/ impedire ciò che si pensa che sia predestinato. Il deceiver agisce secondo il suo istinto e le sue azioni sono ben ponderate. Creò i Dragon Hunters, una gilda che divenne molto potente e numeroso, la più numerosa, ma incontrata Saphira si innamorò di lei, la sposò, e la seguì nel clan dei Grifoni. il clan senza di lui venne sciolto a causa di una congiura fatta da Drittz e i suoi compari e l'ingannatore si sentì privato di una parte di sè. Dopo essere stato nei Dream li ha lasciati per fondare, insieme a Lyoa, una gilda per valorosi combattenti. Costoro vengono chiamati Inquisitori.
cosa starà facendo/tramando ora l'ingannatore? Twisted Evil
....
nessuno lo sa.

_________________
i am the deceiver of the human kind, enemy of the god

...FIERO INTERISTA...
STOP AL RAZZISMO & AL CLASSISMO
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kain x
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MessaggioInviato: Gio Mar 09, 2006 6:48 pm Rispondi citandoTorna in cima

a kain x dei banditi hanno ucciso i genitori all'età di 8 anni da quel giorno ha giurato vendetta e ha deciso di diventare un'combattente per il bene.
poi il bene gli ha voltato le spalle e si è fatto corrompere dal male ma chissa tutto può succedere .....
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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Gio Mar 09, 2006 9:18 pm Rispondi citandoTorna in cima

Kain, non per essere.. come dire.. rompicatole... ma scrivere un bg di 4 righe non credo serva a un cavolo.. cerca di approfondire di più il carattere, i pensieri, la storia passata....i progetti.. che ne so...

altrimenti nn ha senso Neutral

Grazie Wink

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"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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gilgalad
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MessaggioInviato: Mer Mar 15, 2006 12:39 am Rispondi citandoTorna in cima

La storia di Gilgalad e Lúthien la racconto io poiché mia sorella non é molto loquace.

Figli di una nobile e antica famiglie elfica di Arbwat, nel freddo e buio nord, sono cresciuti accuditi da genitori che li amavano. Gilgalad é il primogenito e Lúthien la sua unica sorella. Hanno goduto della migliore educazione, non solo nelle arti belliche. Per molti anni la loro vita sembrava felice e inturbata e Gilgalad si preparava a prendere la guida della sua cittá una volta che il padre non ne fosse piú in grado, mentre Lúthie iniziava l´addestramento a "guardia del Thaig" (Thaig=colui che guida la cittá).
Tutti ció finí in una calda notte di metá luglio, un orda di umani troll e elfi corrotti invasero il loro palazzo e trucidarono la loro famiglia. I due si salvarono per pura foruna, avendo deciso poco prima di fare una cavalcata sotto le stelle. Al loro ritorno trovarono la casa in fiamme e niente fu come prima.
Vennero accolti dai parenti, ma mai veramente amati...Gilgalad pensa che suo zio sia responsabile della morte della sua famiglia poiché sempre geloso che non era la sua famiglia a tenere la guida della cittá.
Essendo motro il Thaig senza aver celebrato i riti per proclamare Gilgalad suo erede scoppió una guerra che portó alla distruzione della cittá.
Gilgalad e Lúthien abbandonarono la loro patria e intrappresero un viaggio che duró diversi secoli e li portó nei piú sperduti angoli della terra. Questi anni assieme li legó a un livello superiore a qualsiasi conosciuto, persino a quello che si dice abbiano gemelli.
Lúthien peró non riuscí mai ad accettare la morte dei genitori e inizió a chiudersi in se stessa, a diffidare di chiunque e a proteggere con tutte le sue forze il fratello. Lui a sua volta la calmó dopo gli incubi che la tormentavano ogni notte, e si occupava dei rapporti con i viandanti che incontravano lungo il cammino.
Un giorno raggiunsero queste lande e decisero di fermarsi...Gilgalad é ormai capoclan dei Dreamchaser e cresciuto con i suoi compiti. Lúthien ha trovato un marito amorevole che si prende cura di lei e la accetta cosí com´é, dopo che il trauma dell´uccisione dei genitori le rubasse la felicitá.
Entrambi condividono ancora il profono legame stabilitosi durante i secoli di vagabondaggio e...magari decidono di rimanere in questa parte del mondo e iniziare una nuova vita.

Ecco, questa é la nostra storia tracciata in linee generali.


Ultima modifica di gilgalad il Ven Mar 24, 2006 1:07 am, modificato 1 volta in totale
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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Mer Mar 22, 2006 5:07 pm Rispondi citandoTorna in cima

...

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"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI

Ultima modifica di Nihal_Elf il Gio Feb 26, 2009 11:09 pm, modificato 2 volte in totale
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CuoreNero
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MessaggioInviato: Mer Mar 22, 2006 6:44 pm Rispondi citandoTorna in cima

mmmmmm... sortilegi, magia... vediamo...
Don Asimiento? Razz

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Barisone
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MessaggioInviato: Mer Mar 22, 2006 8:32 pm Rispondi citandoTorna in cima

Hudibrass Arethin

Tratto da :Filosofi e filosofie nella storia di Abagnano e Cornero
Editore Romar

Nato a Quexelcrag da Uberth Arethin e Elsa Von der mer ,allevatori di mandrie,ha avuto un’infanzia semplice e spensierata,apprendendo le arti del trivio e del quadrivio da un tutore privato e imparando a combattere ,nei fine settimana trascorsi sulla Punta Spada del complesso montuoso di Ghennoria, dallo zio Otto Arethin,colonnello della Guardia Montana in pensione,eroe della guerra contro i Titani.
All’età di sedici anni sua madre Elsa,contro il volere degli uomini della famiglia e in particolare dello Zio Otto ,che benché raramente avesse la meglio sui suoi coetanei aveva intenzione di fargli fare una rapida carriera militare con il suo appoggio,lo iscrisse agli studi letterari e filosofici presso l’università di Tubinga.
Le letture e la meditazione risvegliarono la sensibilità del ragazzo attirando la sua attenzione sui diseredati,le sofferenze e la morte.
Il dolore è generato dall’impossibilità di colmare il proprio desiderio,
questa è la tematica che sviluppa nei suoi studi con notevole influenza delle letture orientali incontrate nei corsi ,partendo da questo presupposto ma rifiutando la tesi del distacco dal mondo materiale, elabora la tesi che il patto sociale determinato dalle necessità di convivenza ,imponendo una rinuncia volontaria alle pulsioni più animalesche dell’individuo, possa condurlo verso una vita soddisfacente .
Il patto sociale cui l’uomo deve sottostare per vivere in felicità si incarna nella LEGGE,corollario di questa tesi è il rifiuto della Vendetta come metodo di risoluzione delle controversie,demandando alle figure istituzionali tale compito.
Viene dichiarato dottore di filosofia con una tesi in cui equipara la figura del DRAGO VERDE e il ciclo delle rinascite degli avventurieri al mito dell’Uroboros e alle credenze orientali e antiche di mentepsicosi e karma.
Dopo un breve periodo di affiancamento alla cattedra di metafisica ,decide di dimostrare sul campo la veridicità delle proprie tesi e con il benestare del padre e dello zio e tra le lacrime della madre si unisce al folto gruppo di coloro che cercano la fortuna dando la caccia al Drago Verde, ma con ben altro scopo.
Fonda l’Ordine del RADIX MALORUM cui molti avventurieri guardano con disprezzo e stupore,altri tentano di unirsi alle sue fila ma si distaccano per l’impossibilità di seguire una così ferrea disciplina e autocontrollo,le sue ultime fatiche si sono materializzate con l’edificazione di Utopia,presso cui è possibile trovare riparo dalla follia omicida che pervade le terre civili.

_________________
Gli dei procurano disgrazie affinchè gli uomini abbiano da narrarne
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Char
Cittadino
Cittadino


Registrato: 22/03/06 18:49
Messaggi: 2
Località: luserna San giovanni (TO)

MessaggioInviato: Gio Mar 23, 2006 2:24 pm Rispondi citandoTorna in cima

Char è nata circa 120 anni fa in un piccolo e sperduto villaggio elfico immerso nelle foreste del nord. Assieme ai suoi fratelli elfici ha appreso molto sulle tradizioni dei mistici, una sacra casta interna al loro popolo dedita al bene e al soccorso dei deboli e dei bisognosi. Crescendo circondata dalla natura e dalla pace del luogo in cui viveva, Char ha sempre più avvicinato il proprio cuore ai sacri regolamenti dei Mistici, mostrando le sue doti nelle arti mistiche quanto il suo buon cuore nei confronti delle altre razze viventi. Raggiunta l'età dell'adolescenza Char è stata avviata al lungo e difficile tirocinio elfico per diventare una Mistica, che l'ha condotta nelle fredde terre del Nord alla ricerca di bisognosi da aiutare. Dopo circa quattroi lunghi anni di apprendistato sotto la tutela di Alinn, una delle Mistiche più influenti del suo popolo, Char giunse al termine del suo tiurocinio e fu pronta ad affrontare la sua ultima prova...

In una tempestosa mattina di fine maggio, Char si trovò di fronte alla stretta mulattiera montana che conduceva nella Gola del Silenzio, laddove riposavano gli spiriti degli antenati elfici. Ella doveva dirigersi al grande mauseleo eretto molto tempo addietro ad eterno ricordo di tutte le vite spente per difendere il bene, e sottoporsi alla prova dell'accettazione...

Seppur con riluttanza e una lieve sensazione di paura, Char si diresse verso il grande mausoleo, mentre la strada dietro di sè sembrava chiudersi al suo passaggio e la pioggia continuava a cadere incessantemente su di lei, tremante dal freddo e dalla fatica di quella prova che la stava lentamente sfinendo. Quando si trovò di fronte al grande portone in argento, tutto intarsiato di pietre preziose e con fini particolari in mithril ed acciaio elfico, indugiò per qualche istante, sentendo il proprio cuore rimbalzarle in gola. Appoggiò tremante una mano sull'immensa superficie del portone e, quest'ultimo, si aprì dolcemente senza il minimo rumore. Entrò...

L'oscurità all'interno era rotta solo da poche e tenue fiaccole magiche che rischiaravano debolmente i lunghi e trotuosi corridoi della costruzione, sui cui muri si stag.liavano chiaramente maestosi affreschi ed iscrizioni runiche risalenti ad un tempo così lontano che Char quasi non riusciva a credere che ancora fossero lì, immutate, come quando erano state incise. Senza indugiare oltre superò l'ultimo colonnato prima di giungere nell'immenso salone centrale illuminato a giorno, al cui centro si ergeva, in cima ad una splendida scalinata in marmo nero, un altare con due candele blu che ardevano dall'inizio dei tempi, senza mai spegnersi e senza mai consumare la cera dei due candelabri dorati. Benchè leggermente esitante, Char s'avvicinò alla scalinata e, giunta di fronta ad essa, s'inginocchiò profondamente attendendo un segno dagli spiriti dell'oltretomba...

Una voce chiara riecheggiò nella sala di pietra. "Chi sei, giovane fanciulla, tu che siedi di fronte a noi, gli spiriti guardiani senza tempo e senza riposo di questo mausoleo...". Char levò i suoi occhi all'altare e di fronte ad esso notò la figura evanescente di uno spirito elfico, adornato da una corona di alloro ed un abito maestoso e regale il quale cangiava il proprio coloro istante per istante. benchè intimorata di fronte a quella presenza, char deglutì e si fece forza. "Signore degli spiriti, custode del nostro popolo, sono giunta fino a te per sottopormi alla prova dell'Accettazione", rispose Char con decisione. Lo spettro la scrutò con i suoi occhi vacui, ma non lontani, per qualche secondo. "E dunque tua intenzione abbracciare i comandamenti dei mistici?", domandò lo spirito con una voce priva d'intonazione, "Sì", rispose con fermezza Char, senza distogliere lo sguardo dagli occhi scintillanti dello spettro. Egli, a quel punto, scese le scale senza far rumore e si parò, chiaro come il sole, di fronte alla figura esile di char, scrutando fin dentro alla propria anima. "Mostrami dunque il tuo cuore, cosichè io possa giudicare la purezza del tuo io", proseguì lo spettro...

Char fissò lo spirito e chiuse gli occhi, facendo il vuoto nella propria mente. Lo spettro la fissò per un breve ma intenso istante, poi svanì lentamente in una nuvola di fumo e colore. La stanza divenne buia e le fiaccole alle pareti si spensero una dopo l'altra, tranne per le due eterne candele blu che continuavano a bruciare incessantemente sull'altare. La giovane elfa alzò il proprio capo e riaprì gli occhi. Lo spirito elfico era in cima alle scale, davanti all'altare, seguitava a fisdsarla con i suoi scintillanti occhi. Il silenzio che era calato tra di loro la rendeva nervosa ed un cospicuo senso d'apprensione cominciò a tamburellare nella propria mente, mentre attendeva con trepidazione che il giudizio fosse emesso...

"Il tuo cuore è puro e giusto. La tua forza d'animo è nobile, così come si compete per un servo del bene. La prova dell'accettazione è superata, vai in pace sorella nostra...", disse lo spettro, mentre la sua voce lentamente s'affievoliva in un debole sussurro appena udibile. La luce tornò nel salone e la presenza dello spirito elfico era scomparsa nel nulla, come se non fosse mai esistita. Char, dopo aver ringraziato e benedetto le anime dei defunti, si levò e ritornò da dove era giunta. Quando fu fuori dal mausoleo, il cielo aveva cominciato a rasserenarsi e la tempesta, che fino a poco tempo prima aveva dilaniato la terra, sembrava ora soltanto un lontano ricordo. Dentro di sè, Char sentiva una nuova coscenza del proprio io prendere forma e comprese che il tempo di lasciare il proprio villaggio era giunto. Avrebbe portato la parola e gli insegnamenti dei mistici nel mondo esterno, aiutando i bisognosi e difendendo il bene, che in lei bruciava incessantemente come le due eterne candele blu nel mausoleo alle sue spalle...

Si allacciò per bene il borsello delle monete alla cintura, assicurò alle spalle il proprio bagaglio e popi lasciò la Gola del Silenzio, dirigendosi verso il nuovo punto di partenza della sua vita...

_________________
"La regola di un buon mistico è quello di aiutare i bisognosi ed i poveri senza fare distinzioni tra di essi. Soltanto coloro che seguono appieno tale concetto possono definirsi appartenenti alla sacra casta dei Mistici"
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Nihal_Elf
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MessaggioInviato: Mar Apr 04, 2006 9:47 pm Rispondi citandoTorna in cima

Forzaaa, vogliamo altri background!


Ultima modifica di Nihal_Elf il Dom Giu 03, 2012 2:14 pm, modificato 1 volta in totale
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errante
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MessaggioInviato: Mer Apr 05, 2006 12:23 pm Rispondi citandoTorna in cima

urca...dopo due righe scritte da cuorenero...mi sono addormentata Shocked

_________________
“Avevo qualcosa che volevo proteggere…e quando la persi,compresi quanto fossi impotente…e che ognuno di noi è troppo impegnato a difendere sé stesso per pensare agli altri. Così mi dissi… ‘Voglio qualcosa che non devo difendere."
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