Stormbringer
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Località: Il salotto di Antares
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Inviato:
Dom Ago 28, 2005 6:48 pm |
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... che assai mi piacquero! questa che riporto di seguito è di John Keats, poeta romantico inglese, ed è di ambientazione abbastanza fantasy. scusate se la riporto in inglese, ma credo fermamente che le traduzioni tolgano molta parte della bellezza di una poesia...:
La belle dame sans merci: a ballad
Oh, what can ail thee, knight at arms,
alone and palely loitering?
the sedge has withered from the lake,
and no birds sing.
Oh, what can ail thee, knight at arms,
so haggard and so woe-begun?
the squirrel's granary is full,
and the harvest's done.
I see a lily on thy brow
with anguish moist and fever dew,
and on thy cheeks a fading rose
fast withereth too.
I met a lady in the meads,
full beautiful, a fairy's child;
her hair was long, her fotto was light,
and her eyes were wild.
I made a garland for her head,
and bracelets too, and fragrant zone;
she looked at me as she did love
and made sweet moan.
I set her on my pacing steed,
and nothing else saw for all day long,
for sidelong would she bend, and sing
a fairy's song.
She found me roots of relish sweet,
and honey wild, and manna dew,
and sure in language strange she said
'I love thee true'
She took me to her elfin grot,
and there she wept, and sighed full sore,
and there I shut her wild, wild eyes
with kisses four.
And there she lulled me asleep,
and there I dreamed-Ah, woe betide!
the latest dream I ever dreamed
on the cold hill's side
I saw pale kings, and princes too,
pale warriors, death pale were they all;
they cried 'La belle dame sans merci
Hath thee in thrall!'
I saw their starved lips in the gloam
with horrid warning gaped wide,
and I awoke and found me here
on the cold hill's side.
And this is why I sojourn here,
alone ad palely loitering,
though the sedge has withered from the lake,
and no birds sing.
l'altra è molto epica, a mio parere, ed è di carducci... siccome è troppo lunga, metto il link
okay, il link non l'ho trovato... peccato... la posto io...
Sui campi di Marengo
LA NOTTE DEL SABATO SANTO 1175
Su i campi di Marengo batte la luna; fósco
Tra la Bormida e il Tanaro s'agita e mugge un bosco;
Un bosco d'alabarde, d'uomini e di cavalli,
Che fuggon d'Alessandria da i mal tentati valli.
D'alti fuochi Alessandria giù giù da l'Apennino
Illumina la fuga del Cesar ghibellino:
I fuochi de la lega rispondon da Tortona,
E un canto di vittoria ne la pia notte suona:
– Stretto è il leon di Svevia entro i latini acciari:
Ditelo, o fuochi, a i monti, a i colli, a i piani, a i mari.
Diman Cristo risorge: de la romana prole
Quanta novella gloria vedrai dimani, o sole! –
Ode, e, poggiato il capo su l'alta spada, il sire
Canuto d'Hohenzollern pensa tra sé – Morire
Per man di mercanti che cinsero pur ieri
A i lor mal pingui ventri l'acciar de' cavalieri! –
E il vescovo di Spira, a cui cento con valli
Empion le botti e cento canonici gli stalli,
Mugola – O belle torri de la mia cattedrale,
Chi vi canterà messa la notte di natale? –
E il conte palatino Ditpoldo, a cui la bionda
Chioma per l'agil collo rose e ligustri inonda,
Pensa – Dal Reno il canto de gli elfi per la bruna
Notte va: Tecla sogna al lume de la luna. –
E dice il magontino arcivescovo – A canto
De la mazza ferrata io porto l'olio santo:
Ce n'è per tutti. Oh almeno foste de l'alpe a' varchi,
Miei poveri muletti d'italo argento carchi! –
E il conte del Tirolo – Figliuol mio, te domane
Saluterà de l'Alpi il sole ed il mio cane:
Tuoi l'uno e l'altro: io, cervo sorpreso da villani,
Cadrò sgozzato in questi grigi lombardi piani. –
Solo, a piedi, nel mezzo del campo, al corridore
Suo presso, riguardava nel ciel l'imperatore:
Passavano le stelle su 'l grigio capo; nera
Dietro garria co 'l vento l'imperial bandiera.
A' fianchi, di Boemia e di Polonia i regi
Scettro e spada reggevano, del santo impero i fregi,
Quando stanche languirono le stelle, e rosseggianti
Ne l'alba parean l'Alpi, Cesare disse – Avanti!
A cavallo, o fedeli! Tu, Wittelsbach, dispiega
Il sacro segno in faccia de la lombarda lega.
Tu intima, o araldo: Passa l'imperator romano,
Del divo Giulio erede, successor di Traiano. –
Deh come allegri e rapidi si sparsero gli squilli
De le trombe teutoniche fra il Tanaro ed il Po,
Quando in cospetto a l'aquila gli animi ed i vessilli
D'Italia s'inchinarono e Cesare passò!
fatemi sapere se vi piacciono, e se ne avete altre carine, postatele... |
_________________ Quando lo Stato si prepara a uccidere, si fa chiamare Patria.
Il potere è l'immondizia della storia degli umani, e anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte. |
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