La Notte di Hulloweine

Inviato: Ven Ott 28, 2011 1:11 am

ORE 19:30

PRELUDIO - L' ADUNANZA

E' il crepuscolo. Uno sciame di pixie si libra in aria abbandonando il castello e disperdendosi nel rosso del cielo. Dapprima volano piano, poi si allontanano e prendono direzioni diverse. Uno di essi è fortunato, trova subito la persona che cercava. Sorvola sugli alberi della foresta e in picchiata scende giù approdando sul ventre del primo invitato.

Emma Norton stava dormendo della grossa, ma nessuno se ne sarebbe mai accorto perché la matta dorme con gli occhi aperti... Non che lo faccia apposta, ma le capita e basta. Il pixie pazientò quei 4-5 nanosecondi di galanteria fatata prima di sbatterle in faccia una missiva e pretendere un pagamento per il servizio. Frastornata e incapace di ricordare le sue ultime 48 ore, Emma decise di accontentare l'insistente messaggero e prese la prima cosa che riuscì a trovare a portata di mano: un lecca-lecca.
Il pixie ringraziò - ammesso che per le fate il dito medio alzato sia una forma di ringraziamento - e volò via ponderando se era cosa buona usare quell'affare zuccherato per ammazzare la moglie che l'attendeva a casa per la cena.
Emma alla fin fine riuscì a tornare in sé e fatto un bel respiro si guardò intorno, ma sopratutto si guardò addosso. 77 mani, cucite l'una con l'altra, formavano il suo vestito. Si meravigliò della sua pazienza e di quanto fosse zelante da sbronza; rialzandosi dal letto di bottiglie vuote raccolse la sua borsa, stracolma di dolciumi, e la lettera. Strappò il sigillo di ceralacca e lesse il biglietto: "Un invito ad una festa in maschera? Fortuna che sono già pronta!"

Sistemata la coroncina di dita mozzate tra i capelli e infilata la maschera di mani nere s'incamminò per la foresta, lasciando fare più all'istinto che alle indicazioni sui cartelli.

Inviato: Ven Ott 28, 2011 4:25 am

Nel suo buio antro sotterraneo il giullare Joka cercava monete...
Se non ne avesse trovate abbastanza non avrebbe mangiato e questo era invero un problema. Tutto il suo vagare in lungo ed in largo lo portò a racimolare una manciata di spiccetti... ben pochi, ad onor del vero per un pasto decente. Il problema si risolse quando fra le sbarre dell'unica finestra entrò un pixie, avitando agilmente tutte le trappole con esca per attirare bimbi da mangiare (li preferiva paffuti e per questi casi il panino alla nutella con tre strati non falliva mai).
Il pixie portava una missiva, che il giullare prese subito senza una parola e come il piccolo messagerò porse la mano chiedendo una mancia gliela afferrò e la spezzò. Gettò il folletto dentro un vecchio frullatore pieno di funghi rappresi da mesi e frullò il tutto.
Lesse con calma la missiva, sorseggiando il suo frullato che sapeva di sottobosco autunnale. Non male.
Aveva placato la fame con quel semplice aperitivo e si apprestava alla portata principale: era invitato ad una festa ed una festa significava cibo.
Dato poi che era in un castello, forse un ricco castello, ciò risolveva i suoi problemi non solo nel breve ma anche nel lungo periodo.
Mise dunque i suoi attrezzi da scasso nelle tasche della giacca, indossò una veste talare, si mise una croce al collo quindi si svitò la testa, facendo cura a togliere poi il trucco da giullare, cosa che -dato che i giullari malvagi non si truccavano ma avevano quell'aspetto a causa di una curiosa pigmentazione facciale- equivalse a scarnificarsi, lasciando un teschio ricoperto da fasce muscolari da cui spuntavano i suoi occhi e i capelli.
Il processo macchiò la talare di sangue... "tanto meglio" pensò.
Prese dunque una grossa mannaia e si avviò con la testa sottobraccio ed un sacco pieno di involucri di dolciumi riempiti con cocci di vetro glassati, non sia mai qualche bambino avesse ardito reclamare leccornie.
Salì sull'autobus, massacrò l'autista e guidò alla volta del castello.

Inviato: Ven Ott 28, 2011 6:21 pm

Finalmente Emma Norton riuscì ad uscire dal bosco e finì sulla strada principale.
Fortuna volle che passava un autobus in quel momento e da brava autostoppista
alzò il pollice sventolando il braccio. Si, forse quella era davvero la sua serata fortunata.

Inviato: Ven Ott 28, 2011 7:04 pm

Joka vedendo una donna che teneva in mano una mano che faceva l'autostop rimase perplesso... Sporse la testa per vedere meglio, ottima idea legarla ad un palo da scopa... peccato non avesse scope (un giullare malvagio che pulisce si gioca la reputazione) in casa e così Emma vide una testa sanguinante appesa ad una chitarra acustica che la fissava con fare interrogativo...
Il bus si fermò, la portà si aprì, Joka la riconobbe ma non disse nulla.
Emma si trovava davanti ad un bus imbrattato di sangue, con un conducente acefalo vestito da prete, in fondo al mezzo una coppietta tremava terrorizzata.

*EDIT*
FIAMMELLA PER ME!

Inviato: Ven Ott 28, 2011 8:36 pm

Una foresta. Erano le sette e mezza o giù di lì. Era già sera inoltrata, e il sole era quindi scomparso già da un pezzo. Si udiva il grido di qualche civetta in lontananza. Poi, d’un tratto, un tonfo sordo seguito da un’imprecazione. Un corpo si alzò fra gli alberi, guardandosi intorno e togliendosi un po’ di terriccio dai vestiti lacerati in più punti che aveva addosso. Lollo guardò un attimo in alto, verso il ramo da cui era caduto: paura. Aveva bisogno di paura fresca. Erano giorni che non ne vedeva , solo quella di qualche scoiattolo o di qualche gazza. Come diavolo aveva fatto a cadere? Dormiva sempre così, era abituato. Poi si ricordò dello sbattere d’ali che aveva preceduto la sua caduta e, come apparso dal nulla, un pixie gli tese una lettera con fare scocciato, allungando poi una mano per la mancia. Ruotando gli occhi scocciato a sua volta, Lollo prese una sacchetta da sotto alla giacca, e traendone un dolcetto al cioccolato. La creaturina lo guardò un attimo sospettosa, poi lo prese e svolazzò via. Poco dopo si udì un chiudersi di fauci e un piccolo tonfo per terra. Lollo si riprese il cioccolatino. Strano che il pixie avesse immaginato che il cioccolatino lo potesse aggredire. E in effetti era andata proprio così: del pixie non rimaneva nulla. Forse era per questo che lo chiamavano Incubo. Vabbè, dettagli, ora l’importante era sapere cosa c’era scritto sulla lettera: Lollo la lesse.
Interessante, una festa. Ci si poteva divertire e stare in compagnia con altra gente. Magari avrebbe incontrato di nuovo qualcuno dei suoi vecchi compagni.
Stiracchiandosi e sbadigliando sonoramente, Lollo si avviò; la strada era davanti a lui, ad un centinaio di metri. Vi si diresse, e accelerò il passo allorché sentì il rombo di un motore. Perfetto, un trasporto! Si sarebbe fatto portare al castello menzionato sulla lettera in un battibaleno. Attese qualche minuto prima di veder comparire un autobus guidato da uno strano tipo senza testa. E il fatto che il veicolo fosse in parte imbrattato di sangue confermò all’incubo che a guidare era proprio chi pensava lui. Lollo ridacchiò felice di veder comparire un vecchio amico.

Inviato: Sab Ott 29, 2011 9:35 am

Notte. Un cimitero abbandonato. Tombe antiche, polverose, dimenticate. In fondo, una fila di cappelle; lunghe crepe ne segnano la facciata, simili a ghigni satanici, nero su bianco alla luce spettrale della luna. Silenzio. Pace. Riposo eterno.
Ma non a casa mia. Non nella mia cripta polverosa.
Da quando è arrivato quel maledetto pixie con l’invito le mie tre mogli non fanno che blaterare di vestiti e di toilettes. E si limitassero a blaterare: macchè, litigano e si spintonano davanti all’unico, spettrale specchio della mia dimora. Una caciara infernale.
- Silenzio, donne! -
Non mi ascoltano. Io sono già pronto: ho un frac nuovo, fatto su misura nel 1912. Indossarlo mi ricorda il sarto che mi fece l’ultima prova: un Rh negativo delizioso. Un mantello nero con fodera di raso rosso. Cilindro. Guanti abbinati.
Naturalmente, di specchiarsi non se ne parla neppure.
Mostro i canini alla sagoma del pixie appiccicato al muro. Le mie mogli si disputano una collana di diamanti.
- Vado in carrozza. Se non mi raggiungete subito parto senza di voi, donne! –
Non mi si filano. E dire che avevo giudicato una fortuna quella di poter praticare la poligamia, quando ero diventato un Vampiro Master: ma 700 anni di vita policoniugale mi hanno guarito di molte illusioni.
La carrozza è già pronta, i cavalli scheletrici scalpitano; ma mi tocca aspettarle per più di un’ora, rigirandomi i pollici. Minacciarle è facile; ma, se fossi partito sul serio mi avrebbero scassato la min**ia per almeno due decenni. Sospiro. Almeno avessi un game-boy.
Alla fine arrivano, imbellettate, scollate, profumate. Annuso. Chanel numero 5, puàh! Menomale che hanno avuto la decenza di scegliere un rossetto rosso sangue. Si siedono di fronte a me. Elena è bruna, acconciatura a torre e abito aderente rosso fuoco. Alina è bionda, capelli sciolti sulle spalle, abito bianco e vaporoso. Moira è rossa; ha scelto una mise nera che la invecchia di almeno trecento anni; ma, se glielo dico, mi tocca discutere per settecento.
- Possiamo andare? –
Finalmente si parte. Raggiunta la strada principale mi supera un autobus guidato da un autista senza testa. Bofonchio una maledizione: il Giullare Spiantato è anche lui nella partita. Le mie mogli, però, cominciano a gridare eccitatissime e fanno grandi cenni di saluto dal finestrino.

Inviato: Sab Ott 29, 2011 10:45 am

Emma è su di giri, adora viaggiare in autobus e se ne va in giro da una parte all'altra - ogni volta scavalcando il cadavere del vecchio autista - come una bambina impaziente di arrivare alla festa. Schiocca un bacio sulla fronte del giullare e gli imbocca un biscotto alla zucca, poi da una mano al resto del corpo per aiutarlo a guidare e si siede in mezzo alla coppia di fidanzati. Li abbraccia, li bacia, li accarezza mentre piangono. Poi guarda più in basso: "Oh ma che belle mani che avete! Sono lisce e morbide!" E scompare ogni dubbio sulla sua ossessiva mania di collezionare souvenir da viaggio...

Mani rimaste sull'abito: 76

Inviato: Sab Ott 29, 2011 1:05 pm

Il pixie era immobile, esitante di fronte all’ingresso di quella che sembrava a tutti gli effetti una tana; anche se dalla grandezza (almeno tre metri) pareva essere più un tunnel: un tunnel molto profondo e buio, dal quale fuoriuscivano esalazioni di morte, un lungo cunicolo scavato con precisione nella melma della Palude delle Tetre Acque.

Con la paura nel cuore e la missiva stretta al petto, si fece coraggio ed entrò.

Non trovò alcuna visione macabra ad attenderlo; eppure l’oscurità opprimente, l’odore insopportabile di putrefazione e le strane scie di sangue, che accompagnavano la sua discesa in quell’abisso nero, erano più che sufficienti a tenere tutti i suoi sensi in allerta. Quando raggiunse il fondo della tana e mise gli occhi su colui che doveva essere il destinatario della lettera, non ebbe nemmeno il tempo di gridare.
Un soffio irritato e spire che si muovono silenziose nelle tenebre, il Basilisco si avvicinò a quel piccolo corpicino con gli occhi fissi sul foglietto che ancora teneva fra le mani.

La sua pelle squamosa si squarciò e cadde a terra come un vecchio vestito. Sargon raccolse la minuscola missiva: un invito ad una festa. Un bagliore cremisi fece capolino nei suoi occhi da rettile.

Non aveva bisogno di maschere, ne stava già indossando una.

Non impiegò molto ad attraversare il confine della sua palude e raggiungere la strada principale: normalmente poco trafficata, si stupì non poco nel vederla trasformata nel punto di incontro degli individui della peggior specie.

Non sarebbe stato solo.

Inviato: Sab Ott 29, 2011 2:14 pm

Quando gli fece il gesto di autostop, il conducente senza testa frenò bruscamente, fermandosi poi davanti a lui. Poi trafficò per alcuni secondi al posto di guida, e le porte si aprirono: Lollo vide il suo vecchio amico Joka che gli faceva cenno di salire. Per terra un cadavere giaceva in una pozza di sangue; doveva trattarsi dell'originario conducente del mezzo. L'Incubo rise di gusto.
- Vedo che non hai perso il tuo senso dell'umoriso Giullare!- lo salutò salendo a bordo.- E nemmeno la tua vena artistica a quanto vedo- poi si guardò intorno per vedere chi altri ci fosse sull'autobus.- Che Mi venga un colpo se quella che vedo non è la Collezionista! Emma Norton, che piacere! Come butta?
Detto questo si sedette due posti più avanti rispetto a Emma e alla terrorizzata coppietta. Ahhhh....terrore puro. Ottimo. Delizioso. Lo avrebbe rinfrancato in un battibaleno. In effetti l'aspetto di Lollo mutò rapidamente: la barbetta sfatta scomparve, come anche gli squarci dei vestiti, che parevano nuovi ora.
- Mi sento già mooolto meglio!- commentò soddisfatto l'Incubo.- Quanta gente dobbiamo raccogliere prima di arrivare al castello?- chiese poi al conducente. Nel mentre diceva questa frase, l'autobus superò una carrozza trainata da quattro cavalli scheletrici. Da dentro alla carrozza, tre donne salutarono eccitatissime in direzione del mezzo e dei suoi occupanti. - Anche delle belle donne allora....questa festa comincia a piacermi!- l'Incubo si accomodò sul sedile, ridacchiando compiaciuto. Chissà cosa stava facendo vedere alla mente dei due malcapitati fidanzatini...

Inviato: Sab Ott 29, 2011 2:29 pm

-Fottuti reami magici...- Pensò il giullare, era convinto che nessuno potesse riconoscerlo così, senza pelle del volto e che si sarebbero almeno un po' stupiti. Ma d'altronde succedeva sempre così fra di loro, a furia di infestare la stessa zona ormai si riconoscevano a naso...
Bruciata la sorpresa comunque ritrovo lo spirito goliardico.
-Allora vecchie bestie che si racconta? Sarà un secolo che non ci vediamo...-
Non era proprio vero, alcuni di loro li aveva scippati in settimana ma travestito da brigante e annullato magicamente il suo odore era filato tutto liscio: mai interrompere un brigante mentre ti scippa, non si sa mai... magari la sua gilda si vendica.
La conversazione iniziò piacevolmente mentre salivano su un piccolo declivio in vista del tetro castello, l'aria serale era rischiarata da una timida luna ancora bassa. Emma dolcemente disarticolò le mani dei suoi nuovi amici... In totale dunque ormai la coppietta era stata privata di sanità mentale, mani, portafogli ed orologi. E tutti eran già molto soddisfatti.

Inviato: Sab Ott 29, 2011 4:08 pm

- Un secolo, una decade, quattro mesi e cinque giorni, caro Giullare- rispose l'Incubo giocherellando con un orologio.- Un sacco di tempo in effetti. Dovremmo ricominciare a lavorare insieme come ai vecchi tempi...mi mancano le anime terrorizzate, e le teste decapitate come sai fare tu Joka- sospirò poi, ricordandosi vecchi episodi del suo passato.- Che dirti, io mi sono messo a fare il mio lavoro...solo che lo facevo in solitaria. E lasciamelo dire, ci sono periodi di magra assurdi...pare che la gente appena si mette a credere in Dio non si spaventi come al solito. Hanno paura, ma non è terrore come piace a me: in quei casi di solito lasciavo perdere perchè i credenti mi annoiano...ma per il resto non me la passo molto male.
Improvvisamente mise una mano sotto alla giacca e ne trasse una fialetta: poi ci soffiò dentro lentamente, e una specie di nuvoletta si condensò all'interno del contenitore, iniziando a vorticare non appena Lollo rimise il tappo che lo chiudeva.- Un regalo per gli organizzatori...- pareva che stesse parlando con se stesso.- Qualcuno l'avrà pur organizzata questa festa...
Dopo qualche minuto sembrò tornare in se.
- E voi che mi dite, ragazzi? Spero vi sia andata meglio di me...- si voltò verso Emma, e poi di nuovo verso il Giullare.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 2:01 am

Emma stava manovrando la spillatrice per attaccare allo strascico dell'abito le mani dei due fidanzatini quando Lorenzo le rivolse la parola.
"Ah sisi, tutto bene! Questo è il mio periodo d'oro, a dire il vero. Sono stata rimandata sulla terra per buona condotta dopo la lunga prigionia negli inferi e lasciatemelo dire.. che pacchia, ragazzi!" Ammiccò in direzione dello Ian Stone dei poveri e decise di porre fine alla vita dei due amanti torcendo i loro colli.. Fu brava a posizionarli in modo tale che anche da morti potessero guardarsi l'uno negli occ.. (ah no, li aveva cavati) ..nelle cavità vuote dell'altra e sfiorarsi le labbra in un tenero bacio. L'Amore può farsi beffa della Morte? Per Emma Norton la risposta era Sì. Presa in mano la Polaroid fece uno scatto per immortalare la scena e sventolando la foto ancora scura guardò fuori dal finestrino in direzione della carrozza.
"Autiere! Autiere! La carrozza ci sta superando! Non può andare più veloce?"
E intanto per sana competizione femminile fece la linguaccia in direzione delle tre donne.

Mani rimaste sull'abito: 80

Inviato: Dom Ott 30, 2011 8:28 am

L'autista non era certo uno con la testa sulle spalle. Purtroppo, si sa, i mezzi ATAC non sono il massimo nelle gare in salita. Optò dunque per un gioco un pò più sporco: bile di viverna nel motore. Il mezzo cominciò a tremare e sbuffare mentre toccava i 140 km/h. Girando il corpo come per guardare in faccia i passegeri, ma con la testa ben fissa sulla strada, Joka disse: -se non esplode dovremmo batterli- quindi ammiccò (cosa che nessuno potè vedere). E si mise a strimpellare sulla chitarra.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 9:12 am

Le mie mogli cominciarono a urlare come de avessero appena visto una succulenta comitiva di turisti.
- Ci superano, ci superano! -
Mi sistemai meglio sui cuscini.
- E allora? Che avete da gridare, donne? -
- Dobbiamo arrivare NOI per primi! - gridò Moira.
- Non possiamo permettere a quei buzurri di surclassarci! - rincarò Elena.
Era ora che qualcuno le riportasse alla ragione.
- Non abbiamo un autista, donne! I cavalli non galopperanno più di così! -
Elena mi si avvicinò seducente.
- Ma tu potresti guidarli, no? -
Moira mi si accostò dall'altra parte.
- Non guidavi tu la carrozza quando raggiungemmo Van Helsing? E tu lo sconfiggesti a colpi di canini? -
Non era andata proprio così, a dire il vero; ma era meglio non ricordarlo.
Mi si strofinarono contro.
- Ti prego! - dissero all'unisono.
Disgustoso. Era meglio rimetterle subito al posto che spetta a ogni donna: in subordine. L'avrei fatto di sicuro: la prossima volta l'avrei fatto, lo giuro.
- Datemi la frusta, donne. - sospirai - Salgo in cassetta! -
Alina scelse quel momento per cominciare ad urlare.
- Ah! Mi ha fatto la linguaccia! -
Era troppo. Mi arrampicai in cassetta e feci schioccare la frusta, mentre l'autobus guidato da quel pezzente svelto di mano ci superava in un turbinio di polvere.
Incitai il cavalli con la voce. E subito raddoppiarono la velocità e riguadagnarono il terreno perduto. Mi accinsi a superare quel mezzo puzzolente, ma l'autista prese a zigzagare, rendendomi difficile la manovra. Idiota. Guidava proprio come uno senza testa.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:13 am

Lollo guardò fuori dal finestrino, e vide la carrozza dai cavalli scheletrici che cercava di superarli. Sapeva per esperienza che Joka era anche un ottimo autista, e che con un mezzo adeguato riusciva a tenere testa a qualsiasi avversario. Ma in questo caso avevano un avversario d'eccezione, il Conte per l'appunto, e anche la bravura del Giullare era messa a dura prova. L'Incubo fece spallucce, e trasse dal taschino della giacca un piccolo cannone del settecento.
- Chi ha da accendere?- chiese ai due compagni.