La Notte di Hulloweine

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:24 am

E quella domanda pose fine alla corsa di netto... Rivoltando le tasche Joka fece accidentalmente uscire TUTTI i suo accendini, l'autobus si sventro di netto per la massa, i milioni di accendini quindi travolsero la carrozza del conte si riversarono sulla collina e, come una slavina mutlicolore, s'abbatterono contro il muro di cinta esterno del castello, schiantandovi contro tutti i malcapitati...
Da lì si vedeva il viale proseguire oltre il cancello e districarsi, come da cliché in un tortuoso cammino a strapiombo sul vuoto, al termine del quale c'era il castello...

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:35 am

Sputacchiando accendini, Lollo riemerse dalla massa multicolore.
- Ma che...? Joka, ne avevo chiesto uno solo, possibile che devi sempre esagerare?- ci fu un attimo di silenzio, dopo il quale, Lollo cominciò a ridere a crepapelle.- Dai che scherzavo, è stato divertentissimo!
Detto questo l'Incubo, dopo essersi scrollato di dosso un'altra ventina di quegli aggeggini, si guardò intorno, per vedere dove fossero andati a sbattere.- Ragazzi, mi sa che siamo arrivati! Bel posticino, dovete assolutamente guardare!

Inviato: Dom Ott 30, 2011 12:05 pm

- Il mio vestito...! -
- I miei capelli! -
- Dov'è finita la mia spilla di brillanti? -
Le mie mogli non si smentivano. Però si erano prontamente alzate in piedi e si stavano riassettando abiti e acconciature. Mi alzai a mia volta, perfettamente in ordine (una sola volta mi ero spettinato ed era stato dopo la battaglia contro Van Helsing, un secolo prima: una vecchia storia) e la naturale galanteria del mio casato mi spinse a porgere la mano all'unica signora ancora da raccattare. Mi domandai con quale delle sue 82 mani avrebbe afferrato la mia.
Con la coda dell'occhio vidi che le mie mogli avevano circondato l'Incubo. Mi ricordavo di lui. Lillo si chiamava... o qualcosa del genere. Una buona pasta di Incubo.
- Un posticino magnifico davvero! - commentò Moira con una risatina.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 3:36 pm

Un grosso corvo aveva osservato l'accaduto dall'alto del suo albero nodoso e spoglio, arruffò le piume più volte con fare contrariato.
Con il suo solito verso gracchiante, volò a raggiungere l'allegra combriccola.

Un turbinio di piume e del volatile non rimase più nulla. Un uomo dai lunghi capelli neri, si erse davanti al gruppo con atteggiamento fiero: solo gli occhi rosso sangue e dalle pupille verticali, tradivano la natura non umana.

- Ancora voi. Spero non succeda come l'anno scorso ... quella volta, sono rimasto a digiuno. -

Sargon conosceva bene coloro che aveva di fronte: parevano divertirsi un mondo a disturbare la sua cena.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 6:44 pm

Le mie mogli reagirono al nuovo arrivo con perfetta sincronia: Elena e Alina si chiusero ai due lati dell'Incubo, mentre Moira si staccò dal gruppetto e si diresse verso il nuovo arrivato. Sapevo che stavano per fare quello che un vampiro sa fare meglio di qualsiasi altra creatura sovrannaturale e non: sedurre.
Era ora. Sorrisi, scoprendo i canini.
Alina prese il braccio destro dell'Incubo, Elena il sinistro. Gli sussurrò qualcosa nell'orecchio del tipo "Non ti pare che ci siamo già incontrati due o trecento anni fa?"
Moira si accostò a Sargon: ha un debole per i rettili.
- Sei ancora affamato, lucertolone? - chiese carezzevole - E, dimmi, con che cosa ti andrebbe di cenare? -

Inviato: Dom Ott 30, 2011 7:38 pm

Lollo si fece prendere sottobraccio dalle due splendide ragazze, e le accompagnò lungo il viale che portava al castello.
- Direi che è molto possibile- disse l'Incubo sorridendo.- Anzi, vorrei approfondire con voi la questione...- sorrise in modo scaltro in direzione del Conte, che dal canto suo non sembrava dispiaciuto troppo dalle attenzioni che le sue mogli gli stavano riserbando. La serata si preannunciava già ottima.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 7:52 pm

La Manosa alzò la sinistra in cerca di un appiglio per tornare in piedi e fu allora che la sua mano incontrò quella fredda e nodosa del conte. L'uomo l'afferrò issandola e trascinandola a sé fino a reclamarla tra le sue maschie braccia; la povera arrossì, svelando al contempo nelle sue gote rossastre una certa debolezza per i gentiluomini e la fragilità della sua natura umana.
"Mi sono tagliata" Disse con voce angelica e sottile, mostrando accigliata un graffietto sul dito dell'altra mano (quale? una delle tante..) e leccando il sangue fece un cenno del capo e un inchino a mo' di ringraziamento, allontanandosi senza scordarsi di lanciare sguardi e occhiate allusive.
La concorrenza era dappertutto, bisognava eliminarla entro la fine della serata.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 8:19 pm

ORE 20:00

CAPITOLO 1 - IL CASTELLO ACCOGLIE GLI OSPITI

Pulizia. Luce. Ottima servitù e Affabili Padroni. Tutte cose che mancavano a quella dimora, altro che festa.. Lì non c'era proprio niente!! Gli invitati entrarono curiosi e insospettiti usando gli accendini di Joka per farsi luce nelle tetre camere della magione. La porta d'ingresso non esisteva proprio e pur volendo ogni mezzo per tornare indietro era andato distrutto nella corsa sfrenata. Ovviamente nessuno aveva un cellulare, bisognava andare in cerca di un telefono o quantomeno trovare il responsabile di quello scherzo e fargli la festa, quella che aveva promesso agli infuriati presenti.
Lasciato l'ingresso aprirono le stanze del primo salone e appurato che l'elettricità in quel posto non esisteva diedero fuoco ai capelli di Joka per fare da torcia. La lanterna umana si fece avanti, illuminando quelle che dovevano essere una quarantina di persone tra uomini e donne, con mazze e fucili e i più fortunati avevano seghe elettriche.. Cosa volevano? Vendetta. Cosa gridavano? Vendetta. E chi cercavano? Loro... Ecco infine le vittime dei massacri di quegli spietati assassini, carogne, divoratori di paure... Era arrivato il momento di regolare i conti, il bene stava per prendersi la sua rivincita nella notte del diavolo.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 8:47 pm

- Lo sapevo...l'invito era troppo strano per poter essere vero- sbuffò irritato Lollo.- Scusateci signori!- disse rivolto all'orda, senza scomporsi minimamente.- Non per dire niente, ma questa è una festa privata...vogliate togliere il disturbo, o saremo costretti a ribattere adeguatamente alla vostra incombente...ehm, come dito di solito?...ah si, minaccia.
Lasciò delicatamente le braccia delle sue accompagnatrici, e si pose davanti a loro in modo da offrire qualcosa di simile ad una copertura. Poi guardò Joka.
- Bè, la festa non c'è, che facciamo? Movimentiamo un po' la serata ragazzi?- propose allegramente.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 9:56 pm

Ignorando completamente la vampira che gli si era avvinghiata al braccio, Sargon il Mortifero si fece avanti, puntando lo suardo verso quelli che fino a poco fa erano degli innocenti commensali.

- Una preda, resta sempre una preda. -

Esclamò lapitario, mentre la sua pelle cominciava a sfaldarsi.

- ... E il sottoscritto è da due mesi che non mangia! -

Fece cadere la sua maschera, e al posto dell'uomo ora c'era un serpente di dimensioni mostruose. Alcuni fra i presenti si fecero indietro, lanciando qualche urlo: la presa sulle loro armi non era più tanto salda.

Il Basilisco avvolse le sue spire, pronto a scattare sulla cena.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 10:21 pm

I commensali arretrarono alla muta del rettilaceo Sargon ed abbassarono le armi ammutoliti dalla paura. Era una rimanenza del loro istinto umano, ma sicché la Morte li aveva toccati già da un pezzo uno dei più svegli si fece avanti ricaricando il motore della sega: "Fratelli! I vermi vi hanno forse mangiato il cervello?! Siamo già MORTI, nulla può più scalfirci!" E detto questo iniziò la sua folle corsa per amputare le braccia di Lorenzo. Altri venti si mossero in direzione di Sargon, seppur dall'aspetto mangiucchiato restavano temibili avversari con quelle pistole: "Fuoco!" Gridarono, e una scarica di proiettili investì la comitiva di reietti senza perdono.
Un'orda di donne si mosse contro Joka, tutte madri i cui figli erano stati divorati dal giullare folle. "Addosso ragazze!" Ordinò la loro guida, una ragazza che a dirla tutta sembrava proprio l'ex del pagliaccio, piantata e uccisa il giorno del suo compleanno e vogliosa di prendersi la sua fetta di rivincita sul mascalzone.
C'erano anche gli ex mariti delle spose vampire muniti di accette: in dialetto transilvano blateravano di tranciare le palle al conte e giocarsele ai dadi insieme alla sua testa.
Il resto della folla voleva Emma Norton, ma i loro fini non possono essere rivelati in base alle leggi di questo forum.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 10:56 pm

L'uomo con la motosega avanzò velocemente nella sua direzione. Poteva diventare un problema in effetti. Con un movimento fluido, infilò la mano sotto alla giacca, traendone una piccola fialetta. La lanciò addosso all'uomo sul quale si infranse liberando un denso fumo nero che lo avviluppò completamente.
- Restate qui, torno fra un attimo!- disse galantemente alle due vampiresse. Con calma si diresse dentro alla densa nebbia che aveva creato poc'anzi.
Il non-morto con la motosega gesticolava freneticamente intorno a se senza riuscire a venir fuori dalla nuvola nera, nel vano tentativo di colpirlo e mozzargli un arto o la testa. E ad essere onesti, bisogna dire che un paio di volte ci mancò davvero poco perchè ciò avvenisse.
L'Incubo gli girava intorno, colpendolo ogni volta con la mano su una spalla, o in faccia. E ogni volta l'essere girava su se stesso sperando di colpirlo. Patetico. Non aveva capito che non aveva scampo? Non si può uccidere un Incubo...come non si può uccidere un Giullare, un Basilisco, un Vampiro o un Demone. Stavano giocando. E non c'erano molti dubbi su chi avrebbe vinto la partita. Lollo non ebbe bisogno di dire o fare nulla. Si sentì solo un improvviso, tremendo calore. Sembrava che un fuoco ardesse all'interno della nuvola, un fuoco che ora stava bruciando il corpo dell'uomo con la motosega. Questi si contorceva, ringhiava e invano tentava di scappare, ma non c'era verso. La sua mente non poteva più difendersi dall'Incubo: c'era solo paura oramai. Paura di quello che stava accadendo, paura di non poter adempiere alla promessa di vendetta che si era fatto. Paura del dopo. Pochi istanti, e dell'essere non rimase nulla. Lollo trasse una fialetta vuota dalla giacca e richiamò la nuvola. Peccato averlo distrutto subito, non si era potuto gustare fino in fondo la sua paura. Pazienza. Si sarebbe preso più tempo con il prossimo.
Ghignò malevolmente, girandosi poi verso il prossimo folle. Forse la serata si poteva ancora aggiustare dopotutto.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:03 pm

Forse si poteva aggiustare, l'Incubo aveva ragione. Ma il suo ragionamento aveva un difetto: i nemici erano tanti. Tantissimi. Troppi, perfino per noi.

Quancuno doveva prendere in mano la situazione.
Era chiaro che quelle persone volevano farci la pelle. Occorreva sangue freddo. Coordinamento. Visione d'insieme. Tattica. Strategia. Attitudine al comando. Prontezza di riflessi. Capacità di elaborare piani flessibili.
Tutte cose in cui io sono maestro.
In un attimo vidi quello che c'era da fare e lo feci.
Senza esitazione e ripensamenti.
Aprii la bocca e diedi un unico, potente comando.
- SCAPPIAMO! - urlai.
Nessuno elaborò una strategia migliore. Nel giro di una frazione di secondo avevamo tutti voltato i tacchi e ci precipitavamo verso l'uscita, afferrando galantemente le braccia delle signore.
Sulla porta, però ci attendeva un'amara sorpresa: sbarre e lucchetti erano stati prontamente chiusi, proprio per impedirci la fuga. Joka tirò fuori i suoi attrezzi da scasso, ma gli inseguitori erano troppo vicini.
- Da questa parte! - gridè Moira.
Regina delle tenebre, come si conviene ad ogni buona moglie di vampiro aveva notato con i suoi occhi acuti la presenza di una porticina. La varcammo e riuscimmo a chiudercela alle spalle. Gli inseguitori la presero a spallate. Tirai fuori il fazzoletto e me lo passai sulle narici.
- Siamo negli alloggi della servitù! - osservai con disgusto.
Mai, nella storia della mia famiglia un conte Vlad era stato ricevuto negli alloggi della servitù. Per un attimo l'orgoglio cozzò contro la ragione. Poi, il robusto scricchiolio della porta che stava cedendo mi consigliò il da farsi.
- Andiamo alle cantine! - ordinai.
Trovammo rapidamente la strada e sbarrammo di nuovo la porta, prima di avventurarci per una stretta scala che portava nelle viscere del castello.
Aiutai galantemente la signora dalle molte mani a scenderla in modo ortodosso. Lei si strinse a me. Ricambiai la stretta, comunicandole il mio coraggio virile. Rabbrividì piacevolmente al gelo del mio corpo morto da secoli. Finimmo in un antro pieno di botti. Gli inseguitori stavano sfondando anche la porta sulle scale. Ci fermammo trafelati.
- E adesso - domandò Alina - che si fa? -

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:15 pm

- Adesso ci possiamo divertire! Ognuno faccia quello che sa fare meglio! Siamo o non siamo gli individui più temuti che la mente umana possa concepireo? Non abbiamo bisogno di scappare! E senza contare che siamo tutti più o meno immortali. Non ne convenite? Dai, ognuno di voi ha i suoi trucchi giusto?
E detto questo si girò verso le scale allargando al contempo le braccia. Gli occhi di solito marroni divennero grigi, ma oltre a questo cambiamento fisico, non sembrò accadere nulla.
- Tranquilli, appena entreranno capirete: anche i non-morti hanno un cervello, seppure limitato alle funzioni di base. E questi mi sembrano un poì più svegli, quindi il trucco dovrebbe riuscire meglio.- A vous!- ridacchiò poi rivolto ai compagni.

Inviato: Dom Ott 30, 2011 11:35 pm

Emma sgranò gli occhi guardando un invasato Lorenzo che dichiarava un'immortalità che non gli apparteneva. No, non apparteneva a nessuno di loro, specialmente a LEI che di diabolico aveva tanto quanto di umano e perciò molto. Era d'accordo nel fuggire e se Lorenzo voleva rischiare la sua pellaccia da incubo tanto meglio, sarebbe stato un'eccellente esca.
"Lorenzo ha ragione! Tiriamo fuori il meglio di noi e facciamo vedere a questa marmaglia di cosa sono capaci i figli delle tenebre!!" Ciarlò tirando un calcio al deretano di Lorenzo facendolo cadere in avanti e spinse il resto dei compagni nell'unica porta ancora non visitata. "Grazie Lorenzo, ti dobbiamo un favore!" Disse, e richiuse la porta dietro di sé.