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 Tystar alle porte di Athkatla Successivo
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Autore Messaggio
yanez73
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Registrato: 20/04/11 11:39
Messaggi: 438
Località: Roma

MessaggioInviato: Mer Ott 10, 2012 6:33 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Maledizione – borbottò Yanez: - un Ngha’rek!
- Un che…? – domandò Kastakir.
- Un… ma che importanza ha il nome? Quello che conta è che ha un debole per la carne umana.
L’enorme guerriero snudò la spada.
- E io ho un debole per i vermoni carnivori! – ghignò.
- Te lo sconsiglio. – Yanez cominciò ad arretrare. – Adesso fate esattamente quello che vi dirò di fare, voi due.
- Datti una calmata, Veggente! – si infiammò la metadrago. – So benissimo come si combatte!
Yanez le lanciò un’occhiata d’approvazione: aveva un debole per le donne focose. Continuò ad arretrare.
- Perché qui è diverso – spiegò. - Le pareti del cunicolo sono di pandit. Ne hai mai sentito parlare? No? Il materiale vivo che si estrae nelle miniere di Skandra? Bene, una sola fiammata e si contraggono tutte. In altre parole, se fai cadere la palla di fuoco che tieni in mano, parete e soffitto cominceranno a baciarsi. Quanto a noi, che ci troviamo nel mezzo, possiamo dire addio alle nostre ossa.
- Ah! – La metadrago strinse istintivamente la mano sulla sfera.
- Quindi, al mio tre, gambe in spalla e scappiamo. Poi tu ti volti e lanci la palla di fuoco contro il vermone. Hai buona mira?
- Ottima – rispose Nesrin.
- Bene. Perché se ti sbagli e colpisci la parete vicino a noi, e non vicino al verme, saremo trasformati in marmellata. Pronti? Uno… due… tre!
Yanez, Nesrin e Kastakir si lanciarono in una fuga velocissima. La metadrago ebbe cura di tenersi alla retroguardia. Quando furono abbastanza lontani dal verme si voltò e lanciò la sfera.
- Attenti! – gridò il guerriero.
Soffitto e pavimento si allontanarono, ma le pareti cominciarono ad avvicinarsi in modo minaccioso.
- Presto! – Yanez riuscì a sfuggire alla stretta e aiutò la metadrago a districarsi dal punto più stretto del cunicolo.
- Spiaccicato! – gridò Nesrin, trionfante.
- Da questa parte. – Yanez prese posto alla testa del terzetto e cominciò una veloce camminata attraverso i cunicoli, nell’oscurità più assoluta. Deve essere dotato della scurovisione, pensò la metadrago.
- Ehi! Sai dove stai andando? – si informò Kastakir.
- Penso di sì – fu l’oscura risposta.
Una serie di svolte, una lunga discesa, una scala stretta e ripidissima. Il baluginio di una luce.
- Ci siamo! – esclamò la metadrago, sollevata.
L’ultimo cunicolo sbucava in una caverna, la caverna in una piana rocciosa.
I tre si fermarono a contemplare la desolazione rossa tenendosi al riparo all'ombra della grotta.
La pianura si perdeva nel luccichio del riverbero; solo a ovest si scorgeva all'orizzonte qualcosa che poteva essere una catena montuosa.
Nessuna ombra di insediamento umano.
- Capperi! - commentò Yanez.
Kastakir fu più esplicito:
- Dove cavolo siamo finiti? - chiese.

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Lorenzo Ferretti
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Registrato: 11/03/11 17:32
Messaggi: 904
Località: Lande del Nord

MessaggioInviato: Mar Gen 15, 2013 10:46 pm Rispondi citandoTorna in cima

Quello che si vedeva era un paesaggio alquanto triste, se paragonato a quello che avevano lasciato quando erano entrati nelle grotte.
Una leggera nebbia invadeva la vallata sottostante, causata molto probabilmente dall'elevata umidità dell'aria. Aguzzando bene la vista, Kastakir notò che quella che a prima vista sembrava uan catena montuosa, in realtà aveva una forma un po' troppo regolare. Osservando, riusciva a vedere forme squadrate, che a tratti sparivano nella nebbia.
- Nono può essere...-mormorò.- Quella laggiù è...?
- Si...-rispose il Veggente in tono piatto.- Quella è Skandra...-
Il guerriero e la Metadrago rimasero per un lungo attim oa guardare attoniti quelle che sembravano essere, in definitiva, le rovine della città di Skandra.
- Quello che ne rimane, vuoi dire...-commentò Nesrìn infatti.
Yanez fece una smorfia.
- Che importa, tanto il pericolo rimane lo stesso, da quello che so. E prima di arrivarci, penso che incontreremo altri ostacoli sul nostro cammino.
- Lo pensi, o lo sai già?- domandò Kastakir ironico.
Il Veggente lo guardò storto.
Senza dire una parola i tre si incamminarono, avanzando nel panorama roccioso...consci, che il loro viaggio era appena iniziato.

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Nesrìn
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Messaggi: 288
Località: ... fra le nuvole.

MessaggioInviato: Mer Ago 07, 2013 10:48 pm Rispondi citandoTorna in cima

Giunsero a Skandra nel giro di un paio d'ore. Una vera e propria città fantasma: deserta, grigia e quasi tetra, minacciosa. Immobile, come morta, nessun bravo cittadino solcava più i suoi innumerevoli vicoli, ora vuoti e senz'anima; solo una fitta nebbia infestava le strade e ostruiva lo sguardo, impedendo una chiara visione dell'ambiente circostante. Nesrìn sbuffò nervosa, con tanto di nuvoletta di fumo, percepiva delle oscure presenze nell'aria, e pure i suoi compagni parevano turbati dalle sue stesse emozioni ... avevano quasi l'impressione d'essere osservati, ma non riuscivano a capire da chi o cosa. Avanzò con lentezza, quasi guardinga, la focosa, per poi voltarsi verso i compagni e commentare un po' impaurita.

- Questo posto non mi piace. -

Voleva andarsene, fuggire dal fastidioso senso d'angoscia che l'opprimeva, eppure sapeva che mollare proprio adesso non sarebbe servito granché. Scosse la testa, doveva continuare. Era una metadrago, per la fiamma, mai sarebbe scappata davanti al pericolo! Ristabilito il controllo sul suo istinto, lo sguardo indagatore della rossa tornò a perlustrare ciò che le stava attorno, di nuovo concentrato sulla missione: cioè trovare la pista che li avrebbe condotti al misterioso Portale.

- Aspettate qui, vado a dare un'occhiata in giro. -

S'addentrò dunque fra le vie della città alla ricerca di qualche indizio, ma ahimé, nulla venne in suo aiuto, nemmeno un misero particolare. Solo nebbia, nebbia ovunque guardasse. Sospirò frustrata, mentre tornava da Kastakir e dal Veggente.

- Niente! Non c'è niente, qui! Niente e nessuno! -
Commentò adirata, prima d'essere colta dal dubbio.

Forse erano sulla pista sbagliata? Chissà, l'unica cosa certa era che quella città nascondeva un segreto di cui loro ancora ignoravano la natura. E comunque ... il drago era irrequieto: un brutto segno. Tanto valeva, quindi, indagare più a fondo.

- Allora, che facciamo? -
Chiese, facendo spallucce.

Giusto il tempo di finire la frase. Poi, calarono improvvise le tenebre.

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