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 Tystar alle porte di Athkatla Successivo
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Curunir
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MessaggioInviato: Mer Nov 23, 2011 1:49 am Rispondi citandoTorna in cima

L'errabondo aveva udito tutti prima di pronunciarsi, ma fece capire al veggente che c'erano parole per lui. "Bene direi che la cosa è molto più semplice del previsto e la mia schiena ringrazia davvero che la nostra metadrago non abbia fretta... andrò a farmi un bel riposino..." guardò sorridente, il veggente "... Ah giusto, dimenticavo..." era tutta scena "... il secondo impegno solenne che mi si chiede in un giorno solo... altro che bazzecole... Mio caro veggente, mi scuso umilmente di fronte a codesto variegato pubblico per l'insolente azzardo nei vostri riguardi, nell'avervi costretto ad un corpo, anche se tenerissimo, di roditore..." divenne serio di colpo, nei modi e nel tono, ma senza abbandonare il sorriso, e gli occhi azzurri tornarono a trionfare in quel dedalo di rughe
"... M'impegno a non sfiorare coi miei mezzi né voi né alcun altro di coloro che considero miei compagni in questa tratta, senza la volontà di voi stessi se dettata dall'esclusiva esigenza. Accettate le scuse di questo umile vecchio?" l'errabondo s'alzò e con smorfie di dolore da far a stento trattenere le risa, s'inchinò, reggendosi sul bastone davanti al veggente.
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yanez73
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MessaggioInviato: Gio Nov 24, 2011 11:30 pm Rispondi citandoTorna in cima

Yanez chinò il capo, archiviando così le scuse dell'errabondo.
- Visto che siamo tutti d'accordo direi di rivederci qui all'alba. Speriamo che la pioggia sia finita. - gettò una rapida occhiata a Nesrin - perchè non potremo più posticipare la partenza. Tra qualche ora gli assassini sapranno che li abbiamo fermati e cominceranno a darci la caccia. -

FINE CAPITOLO PRIMO

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Lorenzo Ferretti
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MessaggioInviato: Lun Nov 28, 2011 5:37 pm Rispondi citandoTorna in cima

CAPITOLO SECONDO

La giornata seguente si presentò ammantata dei colori dell'autunno piovoso di quelle regioni. Larghe pozzanghere invadevano le stradicciole del centro abitato, e una brezza non più tiepida spirava da ovest.
I compagni si ritrovarono nella piccola saletta per preparare i bagagli per il viaggio che li attendeva. Sul largo tavolo di legno che occupava al stanza erano posati viveri, armi e indumenti pesanti, giacchè la brutta stagione era vicina. Di questi ultimi avrebbe sicuramente fatto largo uso la metadrago, nel caso si fossero imbattuti in climi a lei inospitali.
Mentre gli altri si preparavano, l'Anziano consultava una mappa dei territori che probabilmente avrebbero attraversato, segnando dei punti di riferimento.
- Quale sarà la nostra prima tappa?- si informò Kastakir affilando un lungo pugnale da caccia. Aveva viaggiato parecchio, ed era abbastanza sicuro di potersi rendere utile con le sue conoscenze geografiche.

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Nesrìn
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MessaggioInviato: Mar Nov 29, 2011 9:42 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nesrìn si sentiva nel pieno delle forze: il sole aveva finalmente deciso di spuntare e quella pioggia insopportabile era, con suo grande sollievo, terminata. La giornata iniziava insolitamente bene. Si sgranchì le ossa e si portò la destra a nascondere uno sbadiglio, poi si avvicinò al tavolo con fare sicuro.
- Bene. La nostra meta è la Foresta Oscura, che si trova esattamente … qui. -
Posò l’indice su un punto ben preciso della mappa: un continente molto vasto, ben oltre i confini di Athkatla.
- Queste sono le Lande di Khadar. L’unico modo per arrivarci, come vedete, è attraversare l’Abisso delle Nebbie. -

Si grattò la fronte perplessa. Non desiderava affatto salire su una nave; anche perché la sola volta che lo fece, fu per uno stupido anello d’oro che poi si era rivelato una fregatura. “Dovrò sopportare il mal di mare.” Pensò sconsolata.
Tuttavia, non era questo a innervosirla: circolavano orribili leggende sul quel tratto d’oceano, e Nesrìn aveva ben poca voglia di verificare una seconda volta se quelle storie fossero vere.
- Probabilmente non è una via molto sicura … -

Fece una lunga pausa. La metadrago amava gettarsi nell’avventura, ma le immense distese d’acqua le mettevano sempre addosso un pesante senso di ansia: gli unici luoghi dove si sentiva quasi indifesa.
- A voi la scelta. Ve la sentite di rischiare? -

L’alternativa era un percorso più sicuro, ma decisamente più lungo; e a questo proposito, Nesrìn non era affatto certa che il suo stomaco avrebbe retto lo stress.

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MessaggioInviato: Mer Nov 30, 2011 5:26 pm Rispondi citandoTorna in cima

- L'alternativa non mi è chiara. - disse Yanez, con lo sguardo fisso sulla mappa vecchia, logora e poco leggibile - Possiamo evitare di attraversare il mare? -
Non guardò la metadrago, ma tutti pensarono contemporaneamente alla stessa cosa: un viaggio in mare con una creatura produttrice di fuoco su una nave di legno non era poi così sicuro. Nè desiderabile.
- Diciamo che non amo i viaggi in nave. - dichiarò il Veggente - Quindi, se si può evitare, preferisco qualunque alternativa. Se non si può evitare, preferisco il percorso più breve possibile, anche se più pericoloso. -

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Lorenzo Ferretti
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MessaggioInviato: Mer Nov 30, 2011 6:27 pm Rispondi citandoTorna in cima

Kastakir ci rifletté per un momento. Solo dopo aver esaminato la cartina si pronunciò.
- Un percorso alternativo forse ci sarebbe...- disse il grosso guerriero.- L'Abisso delle Nebbie è l'unico modo diretto per arrivare alle Lande di Khadar...ma so di un'altra via. Un portale, costruito nei tempi antichi, che potrebbe portarci dove vogliamo. Circolano soltanto voci su di esso, nessuno ci è mai stato, a quanto pare, ma so di un grande avventuriero ed esploratore che andò alla sua ricerca. Ovviamente non è stato mai più rivisto dopo la sua partenza, anche se le ultime voci lo davano nella città di Skandra, all'estremo limite della Via Carovaniera. Se non volete andare per mare possiamo provare a dirigerci lì per poi sperare di trovare notizie riguardo al portale. Ma vi avverto che dovremo cercare parecchio, e non possiamo essere sicuri che quello che cerchiamo esista davvero. Per non parlare del fatto che non ho la minima idea di come far funzionare un portale...- Kastakir guardò i presenti mentre riflettevano. La scelta era ardua in entrambe i casi: Andare per mare con il rischio di morire bruciati o inghiottiti dagli abissi, oppure cercare qualcosa che probabilmente non esisteva?- Personalmente penso sia più sensato andare via mare, però sarebbe un grande problema per madamigella Nesrìn da quello che ho capito. Scegliete, io vi seguirò in ogni caso, qualsiasi cosa decidiate di fare- concluse così, tornando ad affilare le sue armi, ma rimanendo comunque vigile per captare le reazioni dei compagni.

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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 5:52 am Rispondi citandoTorna in cima

L'errabondo anziano rimase in silenzio ancora qualche momento picchiettando con le unghia d'indice e medio l'asta del bastone, con lo sguardo attento sulla cartina... poi... "Di esistere esiste, che funzioni come si dice, Kastakir, questo non mi è noto purtroppo. Quando lo avrò dinnanzi potrò dirvi se sarò utile. Non mi sembra che abbiamo grandi alternative però. Un viaggio in mare per quanto ben più adatto ci prospetta un grosso problema. La nave deve poter approdare in un porto e non ce ne sono molti laggiù, e considerando la strada in mare da dover fare è probabile che il Crisantemo Rosso prima o poi venga a conoscenza del nostro tragitto mentre siamo al largo, e se son ancora astuti come li conosco, ci aspetterebbero alla meta o ci raggiungerebbero con qualche naviglio veloce. Lungo il viaggio verso Skandra invece, potremmo fare doppiamente domande, sia sul portale che sull'Orchidea Celeste, e chissà che la fortuna non ci arrida prima di dover fare un tale balzo geografico..." sorrise malizioso verso la metadrago "... ciò non toglie che potrei organizzare al meglio la nostra partenza via mare verso una meta altrettanto dignitosamente lontana, così... giusto per creare un diversivo." le ammiccò, in cerca di complicità.
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MessaggioInviato: Sab Dic 03, 2011 5:48 pm Rispondi citandoTorna in cima

Sul volto di Nesrìn si dipinse un espressione stupita.
- Parlate della Porta di Ahtum-raa? -
Più che una domanda, era un’affermazione.
Il mito di questo fantomatico portale, non era sfuggito alle orecchie attente della metadrago. Ricordava bene tutte le peripezie affrontate durante la lunga ricerca: quell’artefatto, infatti, le avrebbe garantito un facile accesso alla Foresta Oscura e ai tesori che essa custodiva gelosamente.

Quel pensiero la fece sbuffare irritata. “Uno spreco di tempo, nient’altro che uno spreco di tempo!”
- Ho cercato anch'io quel portale, tempo fa ... ma non fui tanto fortunata. Cosa credete? Affrontare il tragitto via mare, non fu certo la mia prima scelta! -
Fece una breve pausa.
- E mi è pure andata bene! Dicono che l’Abisso sia infestato di serpenti marini! -
No, non aveva alcuna voglia di ripetere l’esperienza.

I suoi occhi vagarono sulla cartina, in cerca della città di Skandra. Quando allora era partita per il suo viaggio, Nesrìn non possedeva una simile informazione; si era dovuta affidare all’istinto. Fu per questo che fallì.
Ma ora sapeva dove andare, aveva una meta … Sorrise compiaciuta.
- Il Drago mi ha donato il Fuoco, ma mi ha anche insegnato qualche trucchetto. Se la Porta è stata creata con la magia come credo, non dovrei avere problemi a farla funzionare. -

Sicura che ormai tutti fossero d’accordo, si voltò verso l’Errabondo.
- Un diversivo, dici? Non male come idea. Anche se non mi sarebbe dispiaciuto dare un’altra bella lezione a quei tipi! -
Rise, ma sapeva che l’Anziano aveva ragione. Non era il caso di rischiare.

Prese la mappa, piegandola accuratamente.
- Bene. Mettiamoci in marcia verso Skandra. -

Guardò di nuovo l’anello, che ormai si era infilata al dito. Sorrise divertita, non aveva più nulla da temere. “Sto arrivando, Aarkatoth.”

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MessaggioInviato: Mar Dic 06, 2011 9:09 pm Rispondi citandoTorna in cima

Yanez guardò l'anello, guardò la mano, guardò la ragazza. Le sorrise.
- Ti sta molto bene l'anello, Nesrin. - disse.
E subito aggiunse:
- Non sono mai stato a Skandra, ma ho già fatto preparare i cavalli per il viaggio. Che ne dici, Errabondo, quando potremo partire? Quanto tempo ti occorre per preparare la tua falsa pista? -

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MessaggioInviato: Mar Dic 06, 2011 9:21 pm Rispondi citandoTorna in cima

Tornando a osservare la mappa, l'errabondo aggiunse "Occorro io per non dare adito a sospetti... L'amico che avete spaventato giù ai moli mi darà una mano, ma voi è meglio che entro un'ora siate fuori dalla porta nord-ovest. Con un buon cavallo potrei raggiungervi quando sarete in vista, al tardo pomeriggio, della Roccia del Lanciere Dormiente. Se vi accamperete lì potrei arrivare in tempo per preparare la cena..." indicò il tragitto con le dita, poi arrotolò la mappa e la diede al veggente, rivolgendosi a tutti "... Questa è meglio che la teniate voi. Miei prodi a più tardi, scusatemi adesso... Tanto presto ci farete l'abitudine... sul perchè... mi chiamano errabondo" sorrise, strizzando gli occhi e fece dietrofront verso i moli.
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MessaggioInviato: Mar Dic 06, 2011 9:39 pm Rispondi citandoTorna in cima

Yanez osservò l'Errabondo uscire dalla taverna. Il vecchiaccio pareva in gamba; ma quanto ci si poteva fidare di lui?
Era una domanda cui non poteva rispondere, quindi si limitò ad archiviarla nella sua mente.
Si fece saltare la pergamena nella mano e la ripose nella borsa logora che portava a tracolla. Una borsa magica. L'aveva rubata a un mercante molte stagioni prima. Conteneva ricambi per il viaggio, un'intera collezioni di pozioni, alcune trappole, arco e frecce, un pugnale e alcuni libri. Gli ricadeva piatta sul fianco e non pesava quasi niente.
Sarebbe stata un buon acquisto... se l'avesse acquistata.
- I cavalli sono qua fuori. - disse - Se siete pronti, andiamo. Ogni minuto che passiamo qui è un regalo che facciamo al Crisantemo rosso.

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Lorenzo Ferretti
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MessaggioInviato: Mar Dic 20, 2011 4:19 pm Rispondi citandoTorna in cima

Il loro viaggio cominciò in modo abbastanza tranquillo, senza troppi inconvenienti. Dopo la notte di burrasca, finalmente il sole era spuntato e cominciava a riscaldare le stradicciole fangose che percorrevano. Siccome il villaggio dal quale erano partiti non era collegato direttamente alla via carovaniera, dovettero percorrere un modesto tratto di strada che si dirigeva nell’entroterra e solo dopo parecchie ore riuscirono a giungere su una larga via che attraversava il bosco come una cicatrice da nord a sud, lungo tutta la costa. Il paesaggio intorno a loro era cambiato radicalmente rispetto a quando si trovavano vicini al mare: intorno a loro si ergevano colline, i boschi erano costituiti principalmente da faggi e querce, e l’aria non aveva più quell’odore salmastro. Viaggiavano veloci, e per i primi giorni sostarono poco, e mai per più di qualche ora: il tempo era prezioso, e anche se non ne erano esattamente a corto, avevano la sensazione che il fiato del Crisantemo Rosso spirasse loro sul collo. Non che avessero paura di uno scontro, sia chiaro, ma avrebbero comunque preferito evitarne, per il momento.
Il primo villaggio che avrebbero incontrato lungo la via carovaniera era Silk. In effetti, dire che si trovava lungo la strada era dir poco, perché in realtà la strada divideva il paese in due metà con la precisione di un rasoio. Inoltre, più che di un villaggio si trattava di uno scalo commerciale allargato, nel quale vivevano alcuni piccoli commercianti con le loro famiglie. Il centro abitato era formato per gran parte di magazzini, e siti di stoccaggio delle merci che arrivavano dal nord, inviate da quei mercanti che intendevano portare i loro beni nell’unica grande città del sud della penisola, Lissos.
Per il resto, si potevano intravedere delle normalissime case di commercianti, solide e robuste, con tetti rivestiti di tegole; un piccolo orto accanto per il sostentamento in inverno, qualche gallina, un paio di capre. Tutto faceva pensare ad una comunità che viveva in modo abbastanza agiato. Il quadro era completato dall’unica locanda del paesino, un edificio di media grandezza, che con grandissima probabilità serviva ad alloggiare i mercanti che venivano dalle altre città, e da un emporio che si trovava sul lato destro della strada.
I tre viaggiatori fermarono i cavalli uno accanto all’altro all’ingresso del villaggio, sulla via principale, osservando ciò che avevano di fronte. Alcuni uomini stavano portando dei sacchi e dei grossi bauli appena scaricati da un carro, ora fermo di fronte ad uno dei magazzini. In fondo alla strada, sulla destra, si vedevano alcuni garzoni che uscivano dall’emporio e si dirigevano verso un gruppetto di abitazioni dall’altra parte della via. In un orto si vedevano un uomo e una donna intenti ad estrarre dal terreno alcuni cespi d’insalata e delle patate, mentre da qualche parte si udiva lo schiamazzare delle galline.
I tre scesero da cavallo, provocando null’altro che sguardi indifferenti nelle persone che li circondavano: erano abituati a vedere stranieri da quelle parti, e ne avevano visti di molto più bizzarri di loro.
Con passo calmo, Yanez, Nesrìn e Kastakir si diressero verso la locanda, guardandosi spesso intorno per controllare che tutto fosse tranquillo. Legarono i cavalli, presero le loro bisacce dalle selle, ed entrarono.
- Ahhhhh- commentò soddisfatto Kastakir.- Ma che bel posticino! Sapete, anche se stare all’aria aperta non mi dispiace, devo dire che quattro giorni con il fango sotto al sedere lasciano il segno. Finalmente un posto veramente asciutto!- disse avvicinandosi al bancone, dietro al quale l’oste stava pulendo alcuni bicchieri. Questi alzò la testa dal suo lavoro, e rivolgendo ai tre un sorriso cordiale parlò.
- Ben trovati, viaggiatori, come posso esservi utile?- chiese esaminandoli uno per uno con attenzione.

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Ultima modifica di Lorenzo Ferretti il Dom Gen 22, 2012 5:43 pm, modificato 2 volte in totale
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MessaggioInviato: Sab Dic 24, 2011 4:09 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nesrìn si appoggiò al bancone con fare rilassato. Nonostante il lungo tragitto in mezzo al fango, era decisamente di buon umore: il sole splendeva alto nel cielo, le strade erano carice dell’odore tipico del mercato e la gente era così impegnata nelle sue faccende, da non notare tre viandanti solitari decisi in tutto tranne che a far compere. Sì, proprio una bella giornata. Sarebbero passati inosservati; il Crisantemo Rosso avrebbe avuto un bel daffare a trovarli.
- Il lungo viaggio ci ha messo sete. Puoi fare qualcosa? -
L’oste sorrise goliardico.
- Tre boccali di birra in arrivo! -

--- Intanto, in una vecchia locanda di Athkatla … ---

La porta sgangherata si spalancò con violenza, un soffio di aria gelida entrò nel locale.
Un uomo incappucciato fece capolino sulla soglia; con passo lento e deciso, si avvicinò all’uomo dal volto sfregiato che stava al bancone e lo fissava con sguardo attento, quasi impaziente.
Un’occhiata più che eloquente dell’uomo dal mantello nero, e l’oste si dileguò … insieme alle poche persone che ancora si ostinavano a frequentare quella sottospecie di catapecchia ammuffita.
- Non erano a bordo della Sirena. A quanto pare, era un diversivo. -
Lo sfregiato sembrò rimanere indifferente alla notizia. Tuttavia, il bagliore rosso nei suoi occhi comunicava qualcosa di più profondo e terribile.
- Non tollero alcun fallimento. -
Il timbro della sua voce non era umano. L’incappucciato, atterrito, fece un passo indietro, affrettandosi a rispondere.
- Una spia riferisce che sono diretti verso Skandra! -
A quel nome, l’uomo con la cicatrice rise compiaciuto.
- Bene, ma che fortuna. I Ngha’rek saranno felici di fare la loro conoscenza. -
L'uomo col cappuccio prese la parola, titubante.
- Capisco. Li terremo d'occhio. -

------

L’oste non nascose la sua curiosità verso quei nuovi clienti, si sporse dal suo bancone e rivolse ai tre individui la domanda che gli ronzava in testa da quando avevano fatto capolino nella sua locanda.
- Non sembrate dei mercanti, e nemmeno dei viandanti … ditemi, siete forse degli avventurieri? -
La metadrago rispose senza troppi giri di parole, lo sguardo fisso sul boccale già vuoto.
- Siamo diretti verso Skandra, sai dirci qualcosa d’interessante? -
Il volto dell’uomo s’incupì.
- Skandra? La città fantasma? -

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MessaggioInviato: Sab Dic 24, 2011 4:40 pm Rispondi citandoTorna in cima

- Città fantasma?- chiese Kastakir leggermente sorpreso, sorseggiando la sua birra.- Cosa intendete dire?
Purtroppo, temeva di aver capito benissimo cosa l'oste avesse voluto dire con l'aggettivo "fantasma". Doveva essere accaduto qualcosa di recente a quel villaggio. Erano alcuni anni che non ci tornava, forse sei o sette, ma si ricordava di un centro abitato che, nonostante la posizione assai poco gradevole, poteva dirsi abbastanza frequentato e protetto.
Possibile che...
- Intendo dire- rispose l'oste,- che oramai non se ne sa più nulla. Nemmeno una piccola missiva, o un carico di merci. Gli avventurieri non passano più di là, ora preferiscono partire per le terre ignote da Olsor, che è un po' più a ovest, ma più vicino al Potentato dei Baroni, e quindi più sicuro a quel che si dice. Le poche notizie che si hanno di Skandra sono perlopiù chiacchiere di ubriaconi che vogliono attirare l'attenzione nella mia taverna, hehehe...
I tre compagni si guardarono pensierosi, bevendo poi ciascuno un sorso dal proprio boccale.
- Interessante- mormorò fra se e se Kastakir.

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MessaggioInviato: Dom Dic 25, 2011 9:52 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nesrìn prese di nuovo la parola, sguardo fisso sul boccale già riempito dal servizievole oste.
- Che genere di voci? -
L'uomo si grattò la testa confuso, davvero non capiva cosa potesse interessare loro di quella vicenda.
- Tutte stupidaggini! L'unica parte di verità, è che tutti gli abitanti sono scomparsi in una sola notte ... Ma a quanto pare, questo dettaglio è stato più che sufficiente a far lavorare di fantasia qualche pazzo! -
Esclamò spazientito, tornando a servire gli altri clienti seduti al bancone.

La metadrago non fece attendere il suo commento.
- Io, dico di indagare! -

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