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 Gianluigi Zuddas, pioniere della fantasy italiana Successivo
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Uatu
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MessaggioInviato: Lun Set 16, 2013 10:58 am Rispondi citandoTorna in cima

Ciao a tutti! Sono stato ad Hobbiton proprio ieri e da "parvenue" del fantasy quale sono, ho avuto modo di scoprire un autore di fantasy italiana, che pare ormai dimenticato, pur essendone stato un talentuoso pioniere.

Il suo nome è Gianluigi Zuddas. Scrittore molto attivo tra il '76 e l'89. Pubblicato dall'allora gloriosa editrice Nord, sembra non aver goduto di quella fama e di quella giusta fortuna che avrebbe meritato e che come spesso accade, non premia sempre i migliori.

I suoi libri oggi sono pubblicati da case editrici minori (Edizioni PerSempre e Tabula fati) e dopo averne acquistato uno, "Balthis l'avventuriera", devo dire che mi sono ricreduto dopo un iniziale scetticismo (ho letto giusto i primi 3 capitoli).

Trovo che Zuddas abbia una fantasia enorme ed uno stile narrativo scorrevole ma ricercato al tempo stesso. La sua ironia un pò surreale fa il paio con un grande estro immaginativo. Col senno di poi, è un peccato che un pioniere del genere sia stato dimenticato, non trovate? Anche perchè, quali altri autori fantasy italiani esistono, Troisi a parte?

Volevo appunto chiedere se qualcuno di voi lo conosce, ha mai letto dei suoi libri e cosa ne pensa.

Dite la vostra! Razz
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Muspeling
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MessaggioInviato: Ven Set 20, 2013 10:01 pm Rispondi citandoTorna in cima

Lo conosco! Very Happy

Gli feci anche la rece di Amazon, al tempo della sua ripubliccazione da parte di Tabula Fati.

La mia rece la puoi leggere qui se ti va. Very Happy

http://www.med-fantasy.it/wordpress/recensione-amazon.html

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Uatu
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MessaggioInviato: Mer Set 25, 2013 10:58 am Rispondi citandoTorna in cima

Ciao Muspeling! Felice di aver trovato qualcun'altro che lo conosce!

Molto interessante quando scrivi:

Citazione:
Va subito detto che questo specifico antesignano del Fantasy italiano ha in comune con Le città del diluvio di Giuseppe Pederiali pochi elementi. Diversi sono gl’intenti narrativi e la cultura fantastica di provenienza: se Pederiali, potrebbe aver letto (e ben assimilato) Tolkien, Zuddas si è nutrito di tutta quella corrente del Fantasy che a Tolkien non ha mai fatto riferimento (se non per criticarlo); i suoi scritti sono più vicini a Moorcock, Vance, Le Camp.


mi spiegheresti in cosa consiste questa corrente fantasy alternativa a Tolkien da cui Zuddas si è "nutrito"?

anche questi spunti sono molto interessanti:

Citazione:
Amazon è un Fantasy dagli orizzonti ampi, ma in gran parte provenienti dalle mitologie dei popoli vissuti sulle sponde del Mediterraneo, anche miti antichi oltretutto: abbiamo le amazzoni conosciute dai greci e da essi ritenute provenienti dall’Egitto; abbiamo il culto del dio cornuto Marduk (originario dell’antica Mesopotamia); uomini-angelo; una rievocazione del centauro; preti del gelo.


Citazione:
L’immaginario di provenienza dell’autore, così impregnato di Science-Fantasy, lo porta anche a non amare tanto il magico, ma anzi il tecnologico tanto avanzato (per l’epoca antica descritta) da apparire magico.


Ma come mai secondo te in Italia solo la Troisi ha fatto il "botto" come autore fantasy(a parte forse questo Giuseppe Pederiali?)? A quanto ho sentito dire e a quanto mi pare di aver capito anche dalla tua recensione, Zuddas mi sembra un autore particolare e talentuoso e mi viene da chiedermi come mai oggi sia pressochè sconosciuto.

Tu che dici?
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Muspeling
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MessaggioInviato: Mer Set 25, 2013 2:45 pm Rispondi citandoTorna in cima

Uatu ha scritto:

mi spiegheresti in cosa consiste questa corrente fantasy alternativa a Tolkien da cui Zuddas si è "nutrito"?


Beh, qui siamo nella storia del genere. Mettiti comodo! Wink

JRR Tolkien non è il primo autore Fantasy e ha forse cominciato un certo modo di scriverlo (quest di viaggio, mondi minacciati da un male estremo, una forte contrapposizione Bene contro Male e altro probabilmente), ma prima di lui c'è stato tutto un movimento di autori e di scritti fantastici, a partire dalle opere di George McDonald, e via via su per William Morris, Lord Dunsany, E.R. Eddison. Che sono tutti autori britannici o irlandesi.
Prima di Tolkien scrisse anche il mitico terzetto della rivista pulp statunitense Weird Tales, vale a dire Robert E. Howard, Clark Ashton Smith e Howard P. Lovecraft.
Presi tutti questi antesignani di Tolkien di spunti e modelli, modi diversi di scrivere Fantasy ce ne sono, e a mazzi. Tolkien, con la sua maestria, ha portato in auge un certo modo, da bravo vetero-cattolico quale era, molto moraleggiante.

Mentre, semi dimenticato da noi (pur pubblicato costantemente da Adelphi) nella seconda metà degli anni '40, in Inghilterra nasceva la saga di Tito di Gormenghast, scritto da Edwyn Peake. Trattasi di una trilogia di non facile lettura, molto artistica (con descrizioni "cubiste" addirittura! Shocked) ove il fulcro della trama sta nelle antiche tradizioni che vengono sovvertite dalle giovani generazioni. Una rigida società che prende a sfaldarsi e i cui membri cominciano a lottare fra di loro per scalare le "pareti sociali" (non si dice così, ma è attinente alla trama del libro ^_^). Uno scritto dal cuore discretamente anarchico oltretutto.

Assai meno moraleggiante, era invece il filone anti-eroico che prende le mosse dal Conan di Cimmeria di cui scrisse all'inizio Robert E. Howard. Un personaggio di cui molti altri autori hanno scritto, dopo la precoce morte del suo inventore. E il tema del barbaro fortissimo che vaga per lande primordiali, a caccia di nemici stregoneschi, accompagnato magari da belle fanciulle, molto procaci e assai poco vestite, beh, è il cosidetto Sword&Sorcery, che ha fatto scuola e da cui è nata tutta una corrente che a Tolkien non deve niente.

E così, se Conan "nasce" negli anni '30 del secolo scorso, ma viene sviluppato e portato avanti ancora negli anni '50 e '60 da altri scrittori (fra cui L. Sprague de Camp).

E da questi autori avviene una rielaborazione del mondo primitivo percorso da eroi, e stregoni, creature mitologiche e belle signorine sempre troppo poco vestite (è una costante...) e vengono su i Moorcock (l'ideatore di Elric di Melniboné, un tossico albino condizionato dalla propria spada, Stormbringer e dal suo demoniaco patrono Arioch, in lotta per la propria libertà) il quale si rifà a Mervyn Peake CONTRA Tolkien, Fritz Leiber, Jack Vance. Autori molti vicini, direi, allo stile ironico di Zuddas.

Ma poi ci sarebbe da parlare della Fantasy al femminile (o femminista) che prende campo con Il mago di Earthsea di Ursula K. LeGuin (uscito nel 1968), seguita poi dalle varie Tanith Lee, Marion Zimmer Bradley e chissà quante altre.

Oltretutto, il periodo che va fra gli anni '60 e '70 è quello dove imperversa la Sciene-Fantasy, vale a dire narrazioni con mondi ove convivono macchinari futuribili (o retro-futuribili) con la magia, spade e armature, creature magiche and so on.

Ooooh, puff e pant... ci siamo arrivati, al nostro Gianluigi Zuddas, lui è evidentemente figlio delle letture non o anti-tolkeniane della Fantasy di Moorcock, Fritz-Leiber, Jack Vance e della fantasy femminista.

Driiiiiiiiiiin, suona la campanella della ricreazione, tutti fuori a tirare la coda al drago in cortile, su! L'ora del Suo spuntino è! Hahaha!



Uatu ha scritto:

Ma come mai secondo te in Italia solo la Troisi ha fatto il "botto" come autore fantasy(a parte forse questo Giuseppe Pederiali?)? A quanto ho sentito dire e a quanto mi pare di aver capito anche dalla tua recensione, Zuddas mi sembra un autore particolare e talentuoso e mi viene da chiedermi come mai oggi sia pressochè sconosciuto.

Tu che dici?


Beh, dunque, qui ci addentriamo in un altro Campo di Complessità.
Pederiali+Zuddas in relazione al successo della Troisi, beh, vediamo se riesco a spiegare quanto è accaduto senza svalvolare (e poi questo Benedetto saggio sulla storia del fantasy, mondiale e locale, ancora non lo scrivo, mi domando perché sono tanto autolesionista!)

Il compianto Giuseppe Pederiali, e il talentuoso Gianluigi Zuddas sono gli antesignani della Fantasy italiana, con "Le città del diluvio" e "Amazon" usciti entrambi nel 1978, seguiti poi dalle opere fantastoriche sugli etruschi scritte dalla nostra bravissima Mariangela Cerrino (Ciclo dei Rasna, iniziata molto dopo, nel 1992). Ma che non hanno mai fatto "il botto", almeno non complessivamente, né hanno fatto gruppo insieme. Col tempo, nonostante il fatto che fra anni '70 e '80 pure nella nostra magra Italia si pubblicasse molto e vario Fantasy e Science-Fantasy (con la meritoria, MITTICA, editrice Nord di quei tempi) essi vennero in gran parte dimenticati.

Negli anni '80 e '90 seguì una seconda generazione di autori nostrani, pre-Film del Signore degli Anelli & Harry Potter, parlo di gente come Fabiana Redivo (ciclo di Derbeer) e Andrea D'Angelo (Trilogia delle Sette Gemme e La rocca dei silenzi). Anche questi, vissero una primavera di relativo successo ristretto all'allora ancora ristretto ambito degli appassionati di Fantasy e non sfondarono mai. Questa seconda generazione, però, pare si rifacesse tutta allo stilema Tolkeniano-Brooksiano (da Terry Brooks, l'autore della Saga di Shannara), ben poco attingendo dalla prima generazione di Fantasy italiano.

Per quale motivo? Beh, pensiamo allo spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo, ove c'è quella oramai famosa tiritera (Sono Pdor, figlio di Khmer... http://youtu.be/vjH0jIkvRTA) diciamo che è questo quanto è rimasto delle prime sperimentazioni italiane del genere, triste ma comprensibile. Dopotutto, guardiamo ad Amazon, l'ho recensito come una serie di situazioni, con molto grottesco e poca trama, non è un romanzo propriamente detto. Si potrà obiettare "e che due noci di cocco questa pretesa di scrivere romanzi propriamente detti e leggibili, ma se io voglio fare le cose artistiche?"
Beh, si da il caso che il Fantasy è un genere popolare, il suo pubblico lo apprezza di più se è leggibile.

Poi vennero, verso il 2003, gli Harry Potter, C. Paolini, i film di P. Jackson sul Signore degli Anelli. E succedevano di conseguenza alcune cose.
Così, per sommi capi e le prime che mi vengono in mente.
L'editoria italiana sperimentò romanzi ove non contava lo stile, la lingua, ma vorrei dire, neanche tanto i personaggi e la trama... Tutto era demandato alla leggibilità. Nello stesso torno di tempo che vide nascere il successo commerciale di Io uccido, di Giorgio Faletti e Tre metri sopra il cielo del Moccia, il principale gruppo editoriale italiano da alle stampe la trilogia della Troisi. Se si guarda questa cosa insieme ai libri "semplificati" che hanno intristito i cultori storici del genere thriller e del romanzo d'ammore giovanile, si comprende meglio che c'è stato un abbassamento delle pretese editoriali su come un libro deve essere scritto per accettare di mandarlo alle stampe.
Si tratta anche del periodo in cui tutta l'editoria nazionale subiva dei cambiamenti epocali nel modo di fare il proprio mestiere (stampa digitale, l'affermazione delle catene librarie a scapito dei piccoli librai indipendenti, la politica della "coda lunga" che - per risparmiare sulla stampa dei libri, ne produce una gran quantità e di titoli e di copie, inondando le librerie di un mare magno di libri che premia i best seller pompati dal grosso editore, e priva di spazio proprio l'esordiente, magari pubblicato da piccolo o medio editore).
Va detto che era anche il momento giusto per proporre un fantasy, italiano, leggibile, semplice sotto ogni rispetto e, in definitiva, un romanzo scritto da una giovane per i ggiovani adolescenti. Prendeva piede in quegli anni, il settore editoriale dello Young-Adult, sull'onda di Harry Potter e dei libri di Paolini.
Era il libro giusto, al momento giusto, con l'editore giusto. E fu il primo (e sino a oggi unico) fantasy scritto da italiano che, in patria, ha avuto un suo successo generale.

Era anche il periodo in cui si usavano a fini di marketing commercilissimo, termini tratti dalla vecchia (e boccheggiante) critica letteraria. Questi libri "semplici" erano corredati di quarte che inneggiavano a "Il nuovo Tolkien" "La regina del Fantasy italiano".
Insomma, confezioni sgargianti per prodotti industriali di ben poca sostanza.

Questo detto ora, a distanza di anni, dopo che "il maggior editore italiano" ha deciso di devastare altri generi e lasciarli attossicati da polemiche dei patiti di sempre, nuove generazioni che pensano di fare i Soldoni chiudendo gli occhi e spremendosi foruncoli interiori e... plop! Ecco il nuovo successo alla Twilight (toilet per altri)... e ora anche ora che la nuova "onda" dettata dall'ufficio marketing del "maggior editore italiano" passa per le 50 sfumature di soft porno, roba ridicola per chiunque bazzichi su certi siti che abbondano sulla rete ma che - parola di Luciana Litizzetto - piacciono tanto alle "fighe secche" (si può dire "secche" qui nel forum? Very Happy)

Quanta acqua è passata sotto i ponti dal fantasy femminista, dalle amazzoni, battagliere, guerriere, indipendenti ed eroiche ma comunque intente a obiettivi propri o della loro regina, invece che la caccia al prossimo orgasmo?

E questo è pensato da molti molti anni, ma scritto molto di getto. Ti dirò, però, che una pattuglia di nostri autori capaci di scrivere leggibile, ma non per questo in modo sciatto, con trame e personaggi avvincenti c'è. Il loro è un successo fra i patiti storici del Fantasy e (ultimamente) anche di critica da giornali a tiratura nazionale. Francesco Barbi, Franceso Dimitri, Luca Tarenzi e pochi altri, sono capaci, oramai, di racontarci storie magiche con sapienza, con sostanza, leggibili, avvincenti, godibili.

Non è neanche lontanamente abbastanza, ma in questo paese in cui il male ha vinto e dettato le regole in molti settori, fra cui quello della letteratura fantastica, è comunque una bandiera d'onore.

Ma per una scuola italiana di Fantasy? Beh, attendiamo ancora il geniale autore capace di scrivere quella storia, ben scritta, di contenuto, d'invenzione, nostrana e popolare... e Fantasy, naturalmente!

Alla strafaccia dall'attuale proprietà e direzione di politica editoriale de "il maggior editore italiano".

Francamente, fra i più o meno addetti del settore, o comunque vecchi fan del Fantasy che hanno a cuore la salute del genere scritto da italiani; si attende che che le major editoriali e anche la cultura, la mentalità generale, anzi, seguendo al successo di George RR Martin e soprattutto della serie tv tratta dai suoi romanzi, riesca a concepire il semplice concetto che per operatori del settore precedenti era impensabile: Esiste un mercato di potenziali lettori per un Fantasy adulto.
(Con questo si spera che "adulto" non venga declinato dal "maggior editore italiano" solo dal punto di vista di quante fanciulle si fa il campione - con dovizia di particolari - o, per converso, la signora protagonista con uomini, donne, animali, funghi e minerali vari...)

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MessaggioInviato: Mer Set 25, 2013 4:57 pm Rispondi citandoTorna in cima

Innanzitutto grazie mille per la voglia e l'impegno profuso nel rispondermi! Sei stato davvero esaustivo!

Muspeling ha scritto:

Uatu ha scritto:

mi spiegheresti in cosa consiste questa corrente fantasy alternativa a Tolkien da cui Zuddas si è "nutrito"?

Beh, qui siamo nella storia del genere. Mettiti comodo! Wink


Fatto! Smile

Muspeling ha scritto:


JRR Tolkien non è il primo autore Fantasy e ha forse cominciato un certo modo di scriverlo (quest di viaggio, mondi minacciati da un male estremo, una forte contrapposizione Bene contro Male e altro probabilmente), ma prima di lui c'è stato tutto un movimento di autori e di scritti fantastici, a partire dalle opere di George McDonald, e via via su per William Morris, Lord Dunsany, E.R. Eddison. Che sono tutti autori britannici o irlandesi.
Prima di Tolkien scrisse anche il mitico terzetto della rivista pulp statunitense Weird Tales, vale a dire Robert E. Howard, Clark Ashton Smith e Howard P. Lovecraft.
Presi tutti questi antesignani di Tolkien di spunti e modelli, modi diversi di scrivere Fantasy ce ne sono, e a mazzi. Tolkien, con la sua maestria, ha portato in auge un certo modo, da bravo vetero-cattolico quale era, molto moraleggiante.



Muspeling ha scritto:


Assai meno moraleggiante, era invece il filone anti-eroico che prende le mosse dal Conan di Cimmeria di cui scrisse all'inizio Robert E. Howard. Un personaggio di cui molti altri autori hanno scritto, dopo la precoce morte del suo inventore. E il tema del barbaro fortissimo che vaga per lande primordiali, a caccia di nemici stregoneschi, accompagnato magari da belle fanciulle, molto procaci e assai poco vestite, beh, è il cosidetto Sword&Sorcery, che ha fatto scuola e da cui è nata tutta una corrente che a Tolkien non deve niente.



Esatto, io mi fermavo ad Howard, come altro "grosso" sotto-filone, ma non avevo pensato al fatto che fosse persino precedente a Tolkien (almeno dal punto di vista delle pubblicazioni).

Muspeling ha scritto:


Ma poi ci sarebbe da parlare della Fantasy al femminile (o femminista) che prende campo con Il mago di Earthsea di Ursula K. LeGuin (uscito nel 1968), seguita poi dalle varie Tanith Lee, Marion Zimmer Bradley e chissà quante altre.



Evvai la Bradley finalmente la conosco! Very Happy

Muspeling ha scritto:


Ooooh, puff e pant... ci siamo arrivati, al nostro Gianluigi Zuddas, lui è evidentemente figlio delle letture non o anti-tolkeniane della Fantasy di Moorcock, Fritz-Leiber, Jack Vance e della fantasy femminista.



Okay, ora tutto mi è più chiaro...


Muspeling ha scritto:

Uatu ha scritto:

Ma come mai secondo te in Italia solo la Troisi ha fatto il "botto" come autore fantasy(a parte forse questo Giuseppe Pederiali?)? A quanto ho sentito dire e a quanto mi pare di aver capito anche dalla tua recensione, Zuddas mi sembra un autore particolare e talentuoso e mi viene da chiedermi come mai oggi sia pressochè sconosciuto.

Tu che dici?


Beh, dunque, qui ci addentriamo in un altro Campo di Complessità.
Pederiali+Zuddas in relazione al successo della Troisi, beh, vediamo se riesco a spiegare quanto è accaduto senza svalvolare (e poi questo Benedetto saggio sulla storia del fantasy, mondiale e locale, ancora non lo scrivo, mi domando perché sono tanto autolesionista!)



Giuro che se lo scrivo questo saggio...io te lo compro! Smile

Muspeling ha scritto:


Il compianto Giuseppe Pederiali, e il talentuoso Gianluigi Zuddas sono gli antesignani della Fantasy italiana, con "Le città del diluvio" e "Amazon" usciti entrambi nel 1978, seguiti poi dalle opere fantastoriche sugli etruschi scritte dalla nostra bravissima Mariangela Cerrino (Ciclo dei Rasna, iniziata molto dopo, nel 1992). Ma che non hanno mai fatto "il botto", almeno non complessivamente, né hanno fatto gruppo insieme. Col tempo, nonostante il fatto che fra anni '70 e '80 pure nella nostra magra Italia si pubblicasse molto e vario Fantasy e Science-Fantasy (con la meritoria, MITTICA, editrice Nord di quei tempi) essi vennero in gran parte dimenticati.



Esiste un fantasy etrusco-italico! Fighissimo! Ma è ancora in commercio?

Muspeling ha scritto:


Negli anni '80 e '90 seguì una seconda generazione di autori nostrani, pre-Film del Signore degli Anelli & Harry Potter, parlo di gente come Fabiana Redivo (ciclo di Derbeer) e Andrea D'Angelo (Trilogia delle Sette Gemme e La rocca dei silenzi). Anche questi, vissero una primavera di relativo successo ristretto all'allora ancora ristretto ambito degli appassionati di Fantasy e non sfondarono mai. Questa seconda generazione, però, pare si rifacesse tutta allo stilema Tolkeniano-Brooksiano (da Terry Brooks, l'autore della Saga di Shannara), ben poco attingendo dalla prima generazione di Fantasy italiano.

Per quale motivo? Beh, pensiamo allo spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo, ove c'è quella oramai famosa tiritera (Sono Pdor, figlio di Khmer... http://youtu.be/vjH0jIkvRTA) diciamo che è questo quanto è rimasto delle prime sperimentazioni italiane del genere, triste ma comprensibile. Dopotutto, guardiamo ad Amazon, l'ho recensito come una serie di situazioni, con molto grottesco e poca trama, non è un romanzo propriamente detto. Si potrà obiettare "e che due noci di cocco questa pretesa di scrivere romanzi propriamente detti e leggibili, ma se io voglio fare le cose artistiche?"
Beh, si da il caso che il Fantasy è un genere popolare, il suo pubblico lo apprezza di più se è leggibile.



chiarissimo.

Muspeling ha scritto:


L'editoria italiana sperimentò romanzi ove non contava lo stile, la lingua, ma vorrei dire, neanche tanto i personaggi e la trama... Tutto era demandato alla leggibilità. Nello stesso torno di tempo che vide nascere il successo commerciale di Io uccido, di Giorgio Faletti e Tre metri sopra il cielo del Moccia, il principale gruppo editoriale italiano da alle stampe la trilogia della Troisi. Se si guarda questa cosa insieme ai libri "semplificati" che hanno intristito i cultori storici del genere thriller e del romanzo d'ammore giovanile, si comprende meglio che c'è stato un abbassamento delle pretese editoriali su come un libro deve essere scritto per accettare di mandarlo alle stampe.
[...]
Va detto che era anche il momento giusto per proporre un fantasy, italiano, leggibile, semplice sotto ogni rispetto e, in definitiva, un romanzo scritto da una giovane per i ggiovani adolescenti. Prendeva piede in quegli anni, il settore editoriale dello Young-Adult, sull'onda di Harry Potter e dei libri di Paolini.
Era il libro giusto, al momento giusto, con l'editore giusto. E fu il primo (e sino a oggi unico) fantasy scritto da italiano che, in patria, ha avuto un suo successo generale.



E così l'esplosione del fenomeno Troisi...

Muspeling ha scritto:


Quanta acqua è passata sotto i ponti dal fantasy femminista, dalle amazzoni, battagliere, guerriere, indipendenti ed eroiche ma comunque intente a obiettivi propri o della loro regina, invece che la caccia al prossimo orgasmo?



Questa è una citazione da mettersi nella firma!!! Very Happy

Muspeling ha scritto:


E questo è pensato da molti molti anni, ma scritto molto di getto. Ti dirò, però, che una pattuglia di nostri autori capaci di scrivere leggibile, ma non per questo in modo sciatto, con trame e personaggi avvincenti c'è. Il loro è un successo fra i patiti storici del Fantasy e (ultimamente) anche di critica da giornali a tiratura nazionale. Francesco Barbi, Franceso Dimitri, Luca Tarenzi e pochi altri, sono capaci, oramai, di racontarci storie magiche con sapienza, con sostanza, leggibili, avvincenti, godibili.
Non è neanche lontanamente abbastanza, ma in questo paese in cui il male ha vinto e dettato le regole in molti settori, fra cui quello della letteratura fantastica, è comunque una bandiera d'onore.



Francesco Barbi, Franceso Dimitri, Luca Tarenzi, sono quindi autori contemporanei di cui mi stai dicendo che sono ciò che "resta" di una potenziale fantasy italiana nonostante la totale debacle, moral-politico-intellettuale?


Muspeling ha scritto:


Ma per una scuola italiana di Fantasy? Beh, attendiamo ancora il geniale autore capace di scrivere quella storia, ben scritta, di contenuto, d'invenzione, nostrana e popolare... e Fantasy, naturalmente!



Quindi in sostanza i motivi per cui Zuddas e gli altri rari pionieri non hanno sfondato sono stati principalemente:

1) momento sbagliato

2) grande creatività e talento, ma eccessivo sperimentalismo artistico.

Ho capito bene?

Muspeling ha scritto:


Francamente, fra i più o meno addetti del settore, o comunque vecchi fan del Fantasy che hanno a cuore la salute del genere scritto da italiani; si attende che che le major editoriali e anche la cultura, la mentalità generale, anzi, seguendo al successo di George RR Martin e soprattutto della serie tv tratta dai suoi romanzi, riesca a concepire il semplice concetto che per operatori del settore precedenti era impensabile: Esiste un mercato di potenziali lettori per un Fantasy adulto.



e sarebbe anche ora in effetti...
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MessaggioInviato: Gio Set 26, 2013 1:48 pm Rispondi citandoTorna in cima

Ciao!

Allora,
Robert E. Howard (1906 - 1936) ha scritto di Conan a partire da "The Phoenix and the Sword", pubblicato su Weird Tales nel 1932 e il primo romanzo di JRR Tolkien - cioè "Lo Hobbit" - è del 1937, mentre Il signore degli Anelli vedrà la luce in tre fasi (non per concezione o scelta del suo autore) a partire dal 1954.

Poi,
Marion Zimmer Bradley, non ho compreso se la conoscevi già o meno. In ogni caso (non si sa mai) è famosa per il ciclo fanta-storico che comincia con "Le nebbie di Avalon" (1983) e per il ciclo di romanzi Fantasy ambientati nel mondo di Darkover, a partire da un concept del 1958 pubblicato da noi col titolo de Le foreste di Darkover e poi più propriamente con "La spada degli Aldones" che è del medesimo anno.

Sul possibile saggio sulla Storia del Fantasy,
beh, si tratterebbe di un'opera faraonica, con alcuni moduli (sì, per sopravvivenza e possibilità maggiori di realizzazione è meglio pensare così i vari capitoli maggiori) che da soli richiederebbero anni di lavoro. Comunque, grazie per l'interesse dimostrato, magari se "cresco", trovo lavoro e riesco a pervenire ad autodisciplina (a 39 anni), forse riesco a farcela...

Il ciclo etrusco (dei Rasna) della Cerrino, no, purtroppo è fuori produzione, ma so dall'autrice che ha a cuore questa sua opera e prova sempre a trovare qualche editore che la ristampi (secondo le sue sacrosante direttive).

Su Barbi, Dimitri, Tarenzi (e potrei aggiungere qualche altro nome, eh!), sì, secondo me sono quanto di meglio l'Italia abbia visto nascere negli ultimi tempi come autori di Fantasy. Barbi è pubblicato dalla Dalai; Dimitri e Tarenzi (ultimamente) dalla Salani. E sulle case, beh, diciamo che un riassunto giornalistico (indi estremo) e come tale mi sta bene.

Sullo Zuddas dimenticato,
direi che fondamentalmente pesa il momento sbagliato, momento che è anche causa del fatto che lui - per lo meno in Amazon - realizzò in quel modo il suo primo romanzo, con la voglia di sperimentare situazioni, senza magari portarle a termine e unendole insieme con l'esile filo del suono del gong di cui si può apprendere leggendo quella sua storia. Poi, beh, ne ha scritti diversi altri di romanzi, come quel Balthis di cui vedo state provando a rinverdire i fasti, che non ho letto e magari dovrei aggiungere alla torre di babele delle mie letture in attesa del mio tempo.

Sì,
sulla Fantasy di qualità, o letteraria, o adulta o magari, anche, nostrana (med-fantasy ^_^) è tempo dall'altro ieri che abbia spazio! Ma comunque, non demordo!
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MessaggioInviato: Gio Set 26, 2013 5:21 pm Rispondi citandoTorna in cima

Muspeling ha scritto:

Poi,
Marion Zimmer Bradley, non ho compreso se la conoscevi già o meno. In ogni caso (non si sa mai) è famosa per il ciclo fanta-storico che comincia con "Le nebbie di Avalon" (1983) e per il ciclo di romanzi Fantasy ambientati nel mondo di Darkover, a partire da un concept del 1958 pubblicato da noi col titolo de Le foreste di Darkover e poi più propriamente con "La spada degli Aldones" che è del medesimo anno.



Ciao, si la conosco, ma non ho mai letto dei suoi libri. Me ne hanno sempre parlato bene, diciamo come una delle colonne portanti della fantasy internazionale, la cui particolarità sta nella visione "ginocentrista" (che a molti piace e ad altri no).

Muspeling ha scritto:

Comunque, grazie per l'interesse dimostrato, magari se "cresco", trovo lavoro e riesco a pervenire ad autodisciplina (a 39 anni), forse riesco a farcela...


Su questo ti faccio il mio migliore in bocca al lupo!


Muspeling ha scritto:

Il ciclo etrusco (dei Rasna) della Cerrino, no, purtroppo è fuori produzione, ma so dall'autrice che ha a cuore questa sua opera e prova sempre a trovare qualche editore che la ristampi (secondo le sue sacrosante direttive).


Bè allora almeno sono contento di sapere che esiste Smile

Muspeling ha scritto:

Sullo Zuddas dimenticato,
direi che fondamentalmente pesa il momento sbagliato, momento che è anche causa del fatto che lui - per lo meno in Amazon - realizzò in quel modo il suo primo romanzo, con la voglia di sperimentare situazioni, senza magari portarle a termine e unendole insieme con l'esile filo del suono del gong di cui si può apprendere leggendo quella sua storia. Poi, beh, ne ha scritti diversi altri di romanzi, come quel Balthis di cui vedo state provando a rinverdire i fasti, che non ho letto e magari dovrei aggiungere alla torre di babele delle mie letture in attesa del mio tempo.


Bè Balthis è sicuramente carino, scorre veloce, è un tipo di scrittura che ama essere di "genere" e di intrattenimento. L'unica critica che mi sento di muovere è che è appunto difficilmente "commercializzabile", per il suo carattere troppo surreale.

Muspeling ha scritto:

Sì,
sulla Fantasy di qualità, o letteraria, o adulta o magari, anche, nostrana (med-fantasy ^_^) è tempo dall'altro ieri che abbia spazio! Ma comunque, non demordo!
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Bè il tempo è maturo dopo Game of Thrones, il problema è far emergere in tal senso uno scrittore italiano, ma con la sua identità e che non firmi opere di stampo puramente maniersita (troppo facile oggi scrivere un imitazione del Trono di Spade)!
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MessaggioInviato: Ven Set 27, 2013 11:49 am Rispondi citandoTorna in cima

Uatu ha scritto:

Bè il tempo è maturo dopo Game of Thrones, il problema è far emergere in tal senso uno scrittore italiano, ma con la sua identità e che non firmi opere di stampo puramente maniersita (troppo facile oggi scrivere un imitazione del Trono di Spade)!


Non solo sarebbe troppo facile,
ma l'ennesima ripetizione di una fan fiction che lascia il tempo che trova!

Lo dico dal 2005 del resto, il salto di qualità la nostra produzione nazionale di Fantasy la farà quando saprà esprimere la nostra mediterraneità (se non proprio italianità).
Fire Devil

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