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Nihal_Elf
Guardiano
Guardiano


Registrato: 02/05/05 17:38
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Località: Terra del Vento

MessaggioInviato: Gio Mar 02, 2006 8:17 pm Rispondi citandoTorna in cima

( vi avviso: è kilometrico ma esauriente Wink )

Dei Vampiri
Gabriel Doom

De li Mostri et altre
Mirabilie

Vita sub Tenebras

Il Vampiro: Demone, amante, mostro, vittima.

Il vampiro è un essere né vivo né morto. Per rimanere in questo stato è costretto a

nutrirsi con il sangue di un vivente, non importa se umano o animale.
In genere, comunque, il vampiro preferisce il sangue
umano e il suo bersaglio preferito sono le persone di sesso
opposto al suo.
Nella tradizione popolare il vampiro, generato da una
maledizione demoniaca o uomo contagiato dal ripetuto
morso di uno di essi, deve dormire il "sonno dei morti" di
giorno per scatenare i suoi temibili poteri durante la notte.
Può trasformarsi in Fumo, Lupo, Pipistrello, Ragno e
Ratto; forme che usa per spostarsi rapidamente o per
sfuggire ai propri inseguitori.
Alle volte il vampiro attacca le sue vittime sul piano
psicologico, attraverso lo sguardo magnetico e seducente.
Solo persone dotate di grande forza di volontà riescono a
vincere la battaglia mentale che il vampiro si diverte a
combattere prima di attaccare fisicamente. Le sue vittime

per trasformarsi in "vampiri minori" (servi) devono essere morse per tre volte. I segni
degli attacchi ( i fori dei denti sul collo o sui polsi) scompariranno alla morte terrena
della vittima.
Il cadavere non presenterà il classico aspetto del morto (colore livido e macchie di
coagulazione sulla schiena), ma avrà un aspetto del tutto normale tranne per le labbra
che saranno eccessivamente rosse.
Le vittime, una volta rianimate (6/7 ore dal decesso), devono nutrirsi di sangue per
sopravvivere, ma non sono vampiri a tutti gli effetti.
Per essere Vampiri veri e propri ed assumere tutti i poteri a lui concessi (metamorfosi,
telepatia, forza fisica, ubiquità, etc.) occorre essere morsi da un vampiro morente (che vi
passerà i suoi poteri) o berne il sangue.
Il vampiro è un essere solitario ed è sempre alla ricerca di un'anima gemella con cui
passare gli interminabili secoli che l'immortalità gli concede. A volte si innamora di un
essere umano che gli ricorda qualcuno amato nella sua antica vita terrena e farà di tutto
per conquistarlo senza violenza per convincerlo a bere il suo sangue fatato che
trasformerà l'amata/o in un vampiro Leader.

COME DIFENDERSI ? COME COMBATTERLI ?
Il vampiro può essere identificato dal fatto che la sua immagine non si riflette nello
specchio.
è invulnerabile alle armi convenzionali (armi da fuoco, armi bianche), tuttavia ci sono
un infinità di modi per sopprimerlo :
1) IMMAGINI SACRE :
essendo il vampiro un'esalazione demoniaca, teme e rifugge ogni immagine sacra
esibitagli. Le più usate sono la Santa Croce e la medaglia raffigurante San Cristoforo. Il
vampiro alla loro vista viene colto da spasmi di dolore e fugge via. Il contato con uno di
questi oggetti produce sul suo corpo ustioni , ulcerazioni e l'immobilità per qualche


minuto. Tuttavia, per far sì che questo mezzo
difensivo abbia una sua riuscita bisogna avere fede
nella propria religione. Innumerevoli sono i casi di
persone (anche stimati prelati) che di fronte ad un
vampiro hanno sfoggiato una croce senza avere la
fede sufficiente ad attivarne il potere e sono stati
divorati.
La croce e la medaglia di S.Cristoforo mostrate
senza fede in Dio hanno effetto sui servi del
vampiro ( le sue vittime trasformate in burattini
senza vita, zombi succhiasangue), ma non sortiscono alcun effetto sul vampiro vero e
proprio.
2) AGLIO, ACONITO, ROSE SELVAGGE :
il vampiro ha una spiccata allergia a questi vegetali. Non si avvicinerà mai ad un
individuo che ha indosso dell'aglio o dell..aconito, né entrerà in luoghi protetti da questi
vegetali.
3) L'INVITO :
Il vampiro per entrare nella casa della vittima ha bisogno di avere il consenso della
stessa. Se questo consenso dovesse essergli negato il vampiro non potrà entrare per
nessuna ragione nella casa ( o nella stanza ) della vittima designata, rimanendo così a
becco asciutto. Per avere questo consenso il vampiro scatenerà tutto il suo potere
ipnotico contro la vittima.
Se la vittima pur avendo dato il suo consenso al vampiro si avvede in tempo della
minaccia può revocare il suo consenso dopo però essere riuscito a scacciare il mostro.
4) ACQUA :
Il vampiro può essere ucciso dall' "acqua che scorre". Per cui i vampiri girano a largo da
fiumi, torrenti e rigagnoli. L'acqua benedetta provoca in loro bruciature profonde e, in
alcuni casi, la morte.
Una secchiata d'acqua gelata può avere sul vampiro lo stesso effetto di una raffica di
M60 su un criceto.
5) PALETTO DI FRASSINO :
è il metodo classico usato per sterminarli.
Durante il giorno, quando il mostro è in catalessi, si deve entrare nel suo rifugio e
piantargli un paletto di frassino appuntito nel petto, due centimetri sotto il cuore (unico
punto vitale del vampiro).
La polverizzazione è immediata.
Il vampiro non è un imbecille (secoli e secoli di esperienza gli saranno serviti a
qualcosa!) : al suo servizio ha dei "vivi" che lo proteggono in cambio di denaro o di un
certo potere che può rendere affascinante anche l'essere più deforme della terra.
In genere il Protettore è un tizio ben piantato che però può essere eliminato con i metodi
tradizionali ( sforacchiato da proiettili o infilzato da armi bianche ).
Raramente, e solo per i vampiri più antichi, il Protettore è un demone in forma umana.
In questo caso le cose si complicano non poco, in quanto ci si trova ad affrontare un
avversario totalmente immune ai colpi d'arma da fuoco. Per eliminare questo tipo di
Protettore bisogna necessariamente farlo a pezzi.
6) LA LUCE :
Essendo creatura della notte, tutte le violente fonti di luce possono creargli dei
problemi.Una luce potente (come una fotoelettrica) può accecarlo e costringerlo a
battere in ritirata, ma non può ucciderlo.

L'unica vera luce che può trasformare un vampiro in un
mucchietto di cenere inoffensiva è la luce del SOLE, sia
esso diretto o riflesso.
7 ) IL FUOCO :
Il vampiro teme il fuoco. La fiamma lo distrugge in
pochi minuti.
8 ) LO SMEMBRAMENTO :
Di solito viene affiancato al paletto di frassino (per
sicurezza!). Il vampiro cessa di esistere se le sue
membra vengono staccate dal tronco in quest'ordine :
TESTA, BRACCIO DESTRO, BRACCIO SINISTRO,
GAMBA DESTRA, GAMBA SINISTRA, PIEDE
DESTRO, PIEDE SINISTRO. La tecnica deve essere
applicata tramite l'uso di un'accetta o di un lungo
coltello (machete). L'esito tramite esplosivo o sega a
motore è incerto.


LE NUOVE GENERAZIONI :
Nel corso dei secoli i vampiri hanno sviluppato una certa tolleranza nei confronti della
luce del sole e verso le immagini sacre. Ma per questo hanno dovuto perdere una buona
dose di invulnerabilità alle pallottole. Per cui su alcuni vampiri (specialmente quelli che
sono in circolo da un centinaio d'anni) una scarica di pallettoni nel petto può avere più
effetto della vista di una croce: non muoiono, ma certamente rimangono molto storditi!
Se i loro antenati (come Dracula) preferivano starsene imboscati in dimore pressoché
inaccessibili uscendo di notte a caccia di prede come fanno i cacciatori con le quaglie, i
nuovi vampiri, adorano mescolarsi fra la gente umana.
Amano la vita di città (specialmente quella notturna) e, cosa alquanto strana, spesso
coltivano amicizie sincere con molti umani che mai sapranno della loro condizione.
Alcuni di loro (quelli meno aggressivi) intraprendono anche lavori che li portano a
diretto contatto con la gente : medico (negli ospedali trovano abbondanza di plasma),
poliziotto ( di solito mettono al servizio della gente comune i propri poteri e
perseguitano senza pietà l'ambiente del crimine dove trovano il loro "supermercato"
personale).


LA SESSUALITÀ :
Il vampiro pur avendo tutte le pulsioni di un essere umano normale, è sterile.
Questo handicap sviluppa in lui una sorta di complesso di inferiorità verso la razza
umana.
Pur potendo avere tranquillamente tutti i rapporti sessuali che vuole con le femmine o i
maschi della razza umana, il vampiro preferisce alla luce del suo complesso, non avere
rapporti sessuali completi con i propri amanti, ma piuttosto delle forme di heavy petting
che culminano con la vampirizzazione profonda (se l'amante è anche la vittima
designata) o superficiale (i denti graffiano solo superficialmente la pelle dell'amata/o,
quel tanto che basta a far fuoriuscire qualche goccia di sangue) del partner. In tutti e due
i casi, il partner del vampiro ha un orgasmo profondo ed estremamente coinvolgente,
grazie alla sostanza anestetizzante che il vampiro secerne durante la vampirizzazione.
Alcuni vampiri riescono ad avere anche delle relazioni durature.



IL MITO :
Il mito del non-morto, del Nosferatu o del Vurdalak è sempre esistito nelle credenze
popolari di tutto il pianeta.
Tuttavia, il mito del vampiro "moderno" nasce la stessa notte di tempesta in cui venne
dato alla luce il Frankenstein. Nella gara letteraria lanciata da Byron ai suoi ospiti (
Shelley, Mary Godwin e il dottor Polidori segretairo di Byron) in una notte di tempesta
nel giugno del 1816 ognuno avrebbe dovuto scrivere un racconto di fantasmi, ma
mentre Mary Godwin (che sposò di lì a poco Shelley) cominciò a comporre il romanzo
FRANKENSTEIN, Lord Byron riuscì solo ad abbozzare un raccontino che abbandonò
la mattina dopo. La trama di questo racconto venne sottratta da Polidori e trasformata ne
IL VAMPIRO (1819). Il racconto ebbe un enorme successo, tanto da originare un
incredibile serie di imitazioni come VARNEY THE VAMPIRE, che relegò il vampiro
nel personaggio di un nobile e solitario aristocratico.
Nel 1870 Le Fanu creò il primo vampiro di sesso femminile con il romanzo
CARMILLA, ed introdusse tutti quegli elementi folkloristici che caratterizzano tutte le
storie di vampiri : l'aglio, la croce, il paletto, il morso.
Nel 1897 Bram Stoker, basandosi su un personaggio realmente vissuto in Transilvania,
VLAD DRACULA, rimodellò la figura del principe dei vampiri. Da allora il vampiro
letterario è identificato con quello romeno (nosferatu).
Nel corso di questo secolo molti scrittori hanno affrontato il tema del vampirismo in
tutte le sue forme, dal classico LE NOTTI DI SALEM (Salem's Lot) di Stephen King
del 1975 al "vampirismo non soprannaturale" di VAMPIR di Ewers (1922) a quello
fantascientifico di Richard matheson di IO SONO LEGGENDA (1956).


Anne Rice nel 1976 tenta una
rivisitazione insolita del mito del
vampiro con INTERVISTA COL
VAMPIRO, esplorando per la prima
volta la mente di una di queste
creature.
Ma il vero catalizzatore per il mito
dei vampiri è stato sicuramente il
Cinema che a partire
dall'angoscioso NOSFERATU di
Murnau (1922) ha terrorizzato
milioni di persone scivolando, con

ali di pipistrello, sulle varie produzioni Hammer, a volte interessanti, a volte ridicole,
sull'ironica produzione di Roman Polanski PER FAVORE NON MORDERMI SUL
COLLO (1969), sul malinconico e angoscioso NOSFERATU di Herzog (1978), sul
patinato MIRIAM SI SVEGLIA A MEZZANOTTE di T.Scott (1983), sull' "on the
road" IL BUIO SI AVVICINA di K.Bigelow (1988) sui comici AMMAZZAVAMPIRI
1 e 2 , sul lirico BRAM STOKER'S DRACULA di F.F.Coppola (1993), sulla
recentissima e splendida trasposizione del romanzo di Anne Rice, INTERVISTA COL
VAMPIRO.
Una curiosità : nessuno dei film dedicati ai vampiri hanno trattenuto la caratteristica
riportata nel libro di Stoker che vedeva il vampiro munito di due lunghi baffi bianchi
che diventavano grigi ad ogni bevuta di sangue.
In ogni caso, sia che venga distrutto dal sole, sia che venga trafitto da un paletto nel
cuore, sia che venga smembrato, sia che venga arso, il vampiro tornerà a stagliare la sua
ombra minacciosa fuori del balcone della vittima designata in eterno; come in eterno


tornerà a combatterlo il suo acerrimo nemico Van Helsin sia esso sotto forma di
scienziato o di adolescente impaurito perché, e questa regola la conoscono anche i
mostri, LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE!
Il Vampiro nel Mito e nel Folclore
Come tutte le figure tipiche (sarebbe più esatto dire archetipiche) proprie del folclore,
della favolistica e della letteratura dell..immaginario tout court - dalla strega al
licantropo, dalla fata al negromante - anche quella del Vampiro affonda le sue radici nel
seno profondo del Mito.
Le origini della ambigua e complessa creatura della notte resa celebre dalla narrativa
moderna, infatti, sono rintracciabili sia nel contesto della mitologia classica
dell..Occidente (quella greco-romana, per intenderci), sia nell..ambito di quella di forte
impronta sciamanica che caratterizzò i popoli euroasiatici.
I principali studiosi della figura vampirica in Europa e non solo - da Montague
Summers a Carla Corradi Musi a Mc Nally e Florescu - ritengono che per quanto
riguarda la tradizione occidentale, l..essere fantastico più remoto assimilabile al vampiro
sia l..Empusa greca.
Attendenti di Scilla (figlia della dea Ecate), secondo la mitologia le Empuse erano
creature spettrali che potevano presentarsi sotto multiformi aspetti (anche zoomorfi) e
che terrorizzavano di norma i viandanti e i bambini. Secondo la biografia di Apollonio
di Tiana (un celebre pitagorico dell..Asia Minore, vissuto nel I secolo d. C. e che fu
sospettato anche di essere un mago), scritta intorno al 220 D.C. dal famoso sofista
Filostrato, proprio Apollonio era stato testimone a Corinto del caso di una Empusa che,
assunte le sembianze di una donna bellissima, era riuscita ad affascinare un certo
Menippo di Licia, splendido atleta, con il fine in realtà di sfiancarlo di piacere per poi
divorarne il corpo.
....unione di voluttà e antropofagia che caratterizza il mostro e il suo dichiarato interesse
per il sangue di Menippo, che "è più puro" perché appartiene a un giovane, hanno
indotto gli studiosi a vedere nell..Empusa un vero e proprio protovampiro.
Quasi certamente le Empuse sono derivate, in ambito greco, dalle Lilin della Palestina
(le "figlie di Lilith"), simbolo di crudele lussuria, a loro volta modellate su un prototipo
assiro-babilonese (il demone femminile Lilitu, che la dea Ishtar inviava a sedurre
uomini e donne). Di area mesopotamica sono anche altre creature con forti tratti
vampirici, come gli spiriti dei defunti che, secondo la mitologia sumero-accadica, si
alzavano dalle proprie tombe per aggredire gli esseri viventi.
Come ha acutamente osservato Carla Corradi Musi, comunque, "nella visione magicoreligiosa
della civiltà classica e delle culture che la influenzarono, predominò la deavampiro
e comunque l..essere femminile-vampiro, con connotazioni erotiche talmente
forti che si associarono quasi immediatamente all..idea del dolore, del sangue e della
morte". Flegone Tralliano, un liberto dell..imperatore Adriano, narrò la vicenda di una
certa Philinnio che, dopo la morte, tornò per amare il giovane Machate non come
fantasma, ma risorgendo anche fisicamente. Si tratta di un aspetto importante, perché la
corporeità o meno del "vampiro" è l..elemento di maggiore disomogeneità fra i suoi
prototipi di origine classico-occidentale (quasi sempre "fantasmi") e quelli di origine
orientale-sciamanica, come vedremo. In un certo senso, dunque, si può affermare che -
pur essendo assetata d..amore e non di sangue - Philinnio sia il solo autentico vampiro
della antica tradizione ellenica. La pensava così anche Padre Riccardo da Santorini, che

nel suo libro ..Relation de ce qui s..est passé de plus remarquable de Sant-Erini.., citato
da Montague Summers, individua nella ragazza rediviva una vera e propria vrykolakas
(vampira).
Comunque nella tradizione greca antica la convinzione che i defunti potessero rimettersi
in rapporto con il mondo dei vivi solo attraverso la forza vitale del sangue fu assai
radicata. Basti ricordare la discesa agli inferi di Ulisse che per dare energia alle ombre e
in particolare allo spettro dell..indovino Tiresia fa riempire dai suoi compagni una buca
di sangue animale, o il grande Sofocle che nella sua tragedia Edipo a Colono fa dire a
Edipo che il suo corpo freddo uscirà dalla tomba per succhiare il sangue caldo dei
Tebani sconfitti.
Il sangue è lo stimolo principale anche della versione latina dell..Empusa greca, la
Lamia, cui i Romani attribuirono caratteristiche ancora più spiccatamente vampiriche
pur continuando a considerarla una creatura mitologica e non una morta-vivente.
Secondo la tradizione romana, riferita anche da Apuleio, la Lamia compariva solo dopo
la mezzanotte e succhiava il sangue dei dormienti. Come l..Empusa poteva assumere
aspetti diversi, anche animali, e associava alla sete di sangue una spiccata lascivia.
Già presso i Romani anche la figura della strega presentava spesso connotati vampirici,
proprio in relazione alla suzione del sangue (una caratteristica che si sarebbe mantenuta
nel tempo, attraverso il Medioevo e il Rinascimento, entrando a fare parte del folclore e
delle fiabe in quasi tutta Europa). Lo attestano sia il personaggio di Canidia nel quinto
degli Epodi di Orazio, sia le streghe cantate nei versi di Properzio, sia le streghe
bevitrici di sangue di Hypata di cui narra Lucio Apuleio nel suo Asino d..Oro.
....altronde la parola strix, in latino indica anche un uccello notturno che succhia il
sangue dei neonati, come raccontato da Ovidio nei Fasti. L..idea che il sangue fosse il
mezzo per rinnovare la vita era diffusa in modo generalizzato nel mondo greco-romano
e non a caso ha trovato una sua sublimazione e non una contraddizione nella religiosità
cristiana.
Anche la caratteristica, poi diventata tipica del Vampiro, di potere assumere la forma di
un animale e in particolare di un lupo, affonda le sue radici nelle antiche credenze del
Mito. Per restare in ambito greco-romano, la figura del versipellis (il licantropo) era ben
nota: ne parlarono esplicitamente Plauto, Virgilio, Diodoro Siculo, Apuleio, Petronio e
molti altri.
Per quanto riguarda più specificatamente l..antica Roma, assai diffusa era la convinzione
che fossero soprattutto le persone che già in vita si erano dimostrate malvagie ad avere
la possibilità di trasformarsi in vampiri. Si trattava però sempre di esseri spettrali,
"fantasmi, cioè di creature incorporee. Ciò valeva sia per gli spiriti degli uomini cattivi,
che si aggiravano dopo la morte intorno alla propria tomba mossi dall..odio, sia per i
lemures - fantasmi malvagi che assediavano le abitazioni cercando di risucchiare la
forza vitale di chi vi abitava - sia per le larvae, spettri di criminali o di gente morta di
morte violenta, particolarmente aggressivi e che provocavano malattie di tipo psichico.
Assai diversa dalla visione immateriale e spirituale dei greci e dei romani, è quella
propria del mondo euroasiatico, specie ugrofinnico, che ha poi generato tutta la
mitologia vampirica tipica del mondo slavo e mitteleuropeo. Come ha sottolineato Carla
Corradi Musi "per comprendere la concezione del vampiro presso le popolazioni a
credenza sciamanica è necessario sottolineare gli elementi carratterizzanti la loro
visione magico-religiosa dell..esistenza umana, costituita da tappe di vita terrena e tappe
di vita ultraterrena susseguentisi ininterrottamente senza soluzione di continuità.
Quando il corpo moriva, l..anima immortale prima di reincarnarsi doveva soggiornare
nell..oltretomba... L..aldilà era un mondo simile e parallelo a quello degli umani o un

..mondo alla rovescia..... L..anima doveva compiere una vera e propria iniziazione per
guadagnarsi il distacco dal mondo degli umani... La paura del ..ritorno dei morti..
assumeva un carattere specifico nel senso che indicava anche il timore che i trapassati
non fossero riusciti a inserirsi in un nuovo equilibrio e si vendicassero sui loro parenti
vivi o perché non erano stati in grado di raggiungere l..aldilà o, peggio, perché non si
erano ancora completamente staccati dall..esistenza terrena... Era necessario che la
..seconda anima.. si allontanasse dal corpo e dall..ambiente in cui era vissuta per recarsi
purificata nell..oltretomba e quindi che il corpo morisse del tutto... Evidentemente
temevano che l..anima restasse in qualche modo legata ai piaceri terreni e quindi al
corpo e volesse ricongiungersi con esso".
Insomma "tra le popolazioni a credenza sciamanica si pensava che i morti potessero
infastidire i viventi soprattutto subito dopo il decesso, quando la salma non era ancora
putrefatta".
Fra i molti casi di superstizioni legate a questa convinzione di fondo e diffuse fra i
popoli dell..area euroasiatica, si può ricordare quello dei Mordvini che credevano che i
morti, specie di notte, provassero il desiderio di manifestarsi ai vivi e soprattutto quello
dei Votjachi, secondo i quali i morti apprendevano dagli altri abitanti dell..Oltretomba
....uso di divorare i vivi e poi tornavano sulla terra a questo scopo. Il risultato pratico,
comunque, era che tutti i popoli ugrofinnici, a differenza di quelli di origine
indoeuropea, si davano gran cura di fare decomporre le salme, convinti com..erano che
se fossero rimaste incorrotte ciò sarebbe stato segno inequivoco dell..azione dei vampiri,
che avrebbero potuto trasformarle a loro volta in creature malefiche e pericolose.
Molte popolazioni euroasiatiche facevano grande ricorso, come protezione dai morti,
alla "barriera dell..acqua", seppellendoli al di là di un fiume o di un torrente (l..acqua,
come il fuoco, aveva anche funzioni purificatrici e forse per questo è rimasta un
elemento primario pure del folclore legato ai vampiri i quali, com..è noto, non solo sono
terrorizzati dall..acqua benedetta, ma possono essere uccisi anche dall..acqua corrente).
Presso alcuni popoli il terrore che i morti potessero uscire fisicamente dalla propria
tomba per tormentare i vivi era così accentuato da spingerli a veri e propri atti di
violenza sui cadaveri: i Ceremissi e i Ciuvassi, per esempio, conficcavano chiodi sotto
le piante dei piedi e nel cuore delle salme, per immobilizzarle.
Un elemento fondamentale della tradizione funebre degli Ugrofinni e degli Slavi (ignoto
ai popoli indoeuropei), che ha avuto grande peso nella successiva evoluzione delle
credenze intorno al Vampiro, è la cosiddetta "seconda sepoltura".
Si tratta di un rito che aveva per l..appunto il preciso scopo di controllare, dopo una
prima provvisoria inumazione e prima di quella definitiva che il cadavere si fosse
effettivamente decomposto. La putrefazione infatti era indispensabile al pieno rispetto
delle leggi naturali della reincarnazione, attraverso il totale distacco dal corpo della
"seconda anima", quella destinata a tornare sulla terra in un..altra incarnazione
nell..ambito del ciclo cosmico-vitale. Se la salma fosse rimasta integra, tale distacco
sarebbe stato difficile o addirittura impossibile e il defunto sarebbe rimasto
innaturalmente sospeso fra la vita e la morte: sarebbe diventato un "vampiro", cosa per
impedire la quale era necessario distruggere il suo corpo.
Nella loro diversità dal punto di vista formale, ma nella loro sostanziale identità di fini, i
riti di "seconda sepoltura" sono stati documentati in un..ampia area che va dalle steppe
all..Estonia, dalla Slovenia alla moderna Repubblica Ceca, dalla Romania alla
Macedonia. In tutta l..area stesa fra il Danubio e i Carpazi (quella che ha dato origine in
tempi moderni al maggior numero di leggende e di pseudo-cronache in materia di
vampiri), la condizione del decomposto era assimilata a quella del beato e quella del

non decomposto equivaleva a quella del dannato, ragione per cui la decomposizione
delle salme veniva favorita con accorgimenti pratici e invocata con preghiere. La forte
influenza della religiosità sciamanica emerge palese anche dall..analisi di alcuni dei
principali metodi in uso presso i popoli ugrofinnici per individuare il sepolcro di un
vampiro e per eliminarlo. I Romeni, per esempio, ritenevano che una serie di animali
(tipo il gallo, il toro, e il cavallo, se neri, oppure ancora il cavallo e il papero se bianchi)
si rifiutassero di passare sulla tomba occupata da un vampiro: chiaro retaggio della loro
venerazione come animali totemici associati agli sciamani, cioè agli operatori del sacro,
ai conoscitori della magia. Sempre i Romeni erano convinti che per distruggere
efficacemente un vampiro bisognasse decapitarlo e poi strappargli il cuore per bruciarlo,
il che rimanda in modo evidente al fatto che la testa e il cuore erano ritenuti sede della
"seconda anima".
È chiaro comunque a questo punto che, a differenza di quanto avveniva nel mondo
classico, per slavi e ugrofinnici "il Vampiro non era un fantasma, ma un vero e proprio
corpo non decomposto, che si conservava mediante il sangue dei viventi" e che
"provava sentimenti che erano esattamente l..opposto di quelli terreni" per cui " si
scagliava innanzitutto contro i parenti più prossimi".
Nella cosmologia romena egli era "il principe dell..antiuniverso nel sottosuolo della
terra, opposto all..universo ordinato della superficie". Di conseguenza, esso possedeva i
caratteri tipici dello sciamano, ma orientati a fini opposti: in un certo senso ne era il
contraltare. Per sopravvivere nel suo mondo crepuscolare aveva bisogno di sangue non
solo come nutrimento fisico, ma anche metafisico (il sangue è "veicolo di vita" e, al
tempo stesso, "veicolo dell..anima").
I popoli euroasiatici distinguevano poi i "vampiri morti" (i veri revenant) dai "vampiri
vivi" (i cosiddetti "vampiri passivi" della tradizione magiara), cioè quelle persone che,
pur essendo state già morse da un vampiro non erano ancora morte, ma la cui sorte era
segnata nel senso che, immancabilmente, sarebbero entrate anch..esse a fare parte della
legione dei "non-morti".
Alla luce di tutto ciò possiamo affermare che nell..Europa orientale il Vampiro fu
....esponente principe delle forze del Male, perché impedendo a se stesso e al prossimo la
"vera morte" secondo natura (e quindi la successiva rinascita) impediva che un male si
trasformasse in un bene.
Il folclore romeno conosceva più di un tipo di Vampiro, ma usava per tutti il medesimo
termine, vale a dire strigois, dalla radice semantica del verbo che significa "gridare"(gli
strigois, secondo la leggenda, lanciavano urla assordanti durante i loro scontri
sovrannaturali nella notte di S. Andrea, considerata magica). In realtà strigoi era una
parola che la gente cercava di non pronunciare, ricorrendo a soprannomi e nomignoli
per riferirsi ai vampiri. Fra questi ultimi quello che ha
avuto maggiore diffusione è necurat (che significa "il
sudicio") e che nella versione deformata nosferat ha
finito per diventare uno dei termini più noti con cui
riferirsi ai non-morti. I Romeni consideravano il
vampiro di sesso femminile (strigoaica) una grande
succhiatrice di sangue dei neonati, nonché una nemica
della fertilità dei campi e della salute dei viventi, e la
temevano più del suo contraltare maschile.
Il folclore romeno contemplava poi una specie di
sottopantheon delle creature vampiriche, che includeva
il muron ("non morto"), che però non era

necessariamente assetato di sangue e il trycolitch, che poteva trasformarsi in lupo o in
cane e che era assimilabile più al licantropo che al vampiro, come altresì il farkaskoldus
del folclore magiaro, che assaliva i passanti in forma di lupo e che era avido di sangue.
Va tenuto conto del fatto che nel mondo slavo Vampiro e Lupo Mannaro furono spesso
associati, forse perché trasgredivano a due tabù fondamentali e antichissimi come quelli
di non bere sangue umano e di non cibarsi di carne umana. Un tipo assai particolare e
singolare di Vampiro, che pare appartenere esclusivamente al folclore serbo, è il
dhampir.
Figlio a sua volta di un non-morto, il dhampir era la sola creatura con la facoltà di
riconoscere (e potere quindi uccidere) gli altri vampiri. Talora, proprio per questo suo
potere che la tradizione voleva ereditario, secondo le leggende veniva reclutato come
"cacciatore di vampiri" e lautamente pagato. Carla Corradi Musi ha affermato che il
dhampir è il solo caso di vampiro non sterile, ma ciò mi pare in contraddizione con
quanto da lei stessa scritto a proposito degli strigois rumeni i quali, dopo una fase in cui
si cibavano di sangue (prima umano e poi animale), secondo la tradizione
"cominciavano ad alimentarsi come i comuni uomini e, in un villaggio diverso da quello
originario, svolgevano un..esistenza normale... Si sposavano e avevano dei figli,
ovviamente strigois, che assicuravano la proliferazione della specie".
Il sangue è il nutrimento fondamentale di qualunque vampiro, anche se esso può,
secondo la tradizione slava, essere "bevuto" (mordendo la vittima accanto al cuore
proprio per succhiare il sangue più vicino a questo organo chiave che era considerato
sede dell.."anima") o assunto attraverso l..antropofagia, divorando direttamente il cuore
delle vittime o anche il fegato (l..organo più ricco di sangue).
Sebbene il folclore più ricco di leggende e credenze in merito ai vampiri sia quello dei
popoli slavi, figure vampiriche fanno la loro apparizione anche in molte altre culture e
tradizioni popolari. Montague Summers, il primo grande studioso moderno di vampiri,
elenca fra di esse il dearg-dul irlandese, il baobhan sith scozzese, il blutsauger
germanico, il vukodlak sloveno-croato, il murony valacco, la gula turca.
Carla Corradi Musi ha ricordato a sua volta la lianhaun shee ("amante fatata") delle
leggende irlandesi, che succhiava il sangue dagli organi vitali degli uomini, la glaistig
britannica, metà capra e metà donna, sempre assetata di sangue, e il folletto Red Cap,
del folclore scozzese, che tingeva di rosso il suo berretto con il sangue delle proprie
vittime.
Sempre a suo giudizio, una certa affinità deve essere
riconosciuta anche fra i Vampiri e gli Elfi Neri della
mitologia germanica, trasfigurazione simbolica di anime
di defunti che non erano riusciti a reincarnarsi.
Reminiscenze di antiche credenze legate a creature
proto- vampiriche possono essere rintracciate anche
nell..opera fondamentale dell..epica anglosassone, il
Beowulf, redatta nell..VIII secolo d.C., che contiene un
esplicito richiamo a mostri che si nutrivano di sangue
umano, oltre che nella mitologia scandinava (la Grettis
saga norvegese parla di esseri di natura vampirica), nelle
cronache inglesi medioevali successive all..invasione
normanna del 1066 (dalle Gesta regum Anglorum di
William di Malmesbury, del XII secolo, all..Historia
rerum anglicarum di William di Newburgh redatta fra il
1160 e il 1190, al De Nugis Curialium di Walter Map

della fine del 1100) e nell.. Historia danorum di Saxo Grammaticus, anch..essa del XII
secolo.
Burcardo di Worms nel suo Liber decretorum scritto intorno all..anno 1000, menziona
un ordinamento di giustizia che imponeva di trafiggere con un palo nel loro stesso
sepolcro insieme al neonato le donne morte di parto se al figlio era toccata la stessa
sorte. Era infatti diffusa credenza che la "fame di vita" fosse massimamente sviluppata
nel bambino mai nato (e perciò, fra l..altro, non battezzato), che si temeva potesse perciò
trasformarsi in vampiro.
Ciò d..altro canto si riconnetteva alla definitiva evoluzione della concezione del
Vampiro che si era realizzata con l..affermarsi del Cristianesimo. Nella prospettiva
cristiana, qualunque margine di ambiguità dell..archetipo vampirico viene meno facendo
della inquietante creatura notturna un essere esclusivamente maligno. La sopravvivenza
del corpo, tipica del Vampiro, contrasta in modo stridente con l..idea cristiana che solo
....anima sia immortale e ciò ne fa un vero e proprio "nemico", il che spiega anche il
grande potere che il folclore attribuisce alla croce come strumento di protezione dai
non-morti.
Si spiega anche così la ragione per cui, per esempio in Germania, fosse diffusa la
credenza che i morti scomunicati potessero diventare facilmente vampiri, come attestato
dalla Vita di S.Gottardo, vescovo di Hildesheim alla fine del X secolo, secondo quanto
rilevato da Agostino Calmet nella sua famosa opera del 1746.
Identica concezione si diffuse, con il cristianesimo, nella Grecia moderna dove si
riteneva che i cadaveri degli scomunicati si gonfiassero, fino a tendere la pelle come
quella di un tamburo (in greco tumpanon) ma senza potersi tuttavia mai decomporre. A
questo punto i corpi non-morti, veri e propri vampiri, uscivano dalle tombe dopo avervi
praticato essi stessi un foro e si accanivano sui viventi, specialmente di notte,
assumendo forme zoomorfe o, più raramente di oggetti. Queste creauture vampiriche
(originariamente chiamate "timpaniti") sono entrate a fare parte del folclore ellenico con
il nome di vricolaci.
Al folclore tedesco appartiene invece un altro tipo di Vampiro particolarmente
agghiacciante: il nachzehrer ("masticatore"). Si tratta di un cadavere che cibandosi del
proprio sudario riesce a sopravvivvere nel sepolcro con il corpo incorrotto e che, quando
non ha più nulla da mangiare, si trasforma in vero e proprio vampiro succhiatore di
sangue; Philiph Rohr, uno studioso di Lipsia, dedicò nel 1679 addirittura un trattato a
questo fenomeno, la Dissertatio historico-philosophica de masticatione mortuorum.
Il paese europeo dove sono rintracciabili meno indizi di una diffusa credenza nei
vampiri è, probabilmente, proprio l..Italia. Anche il nostro paese, tuttavia, ha la sua parte
di esseri assimilabili: in primis le streghe succhiatrici di sangue. Carla Corradi Musi ha
ricordato le credenze abruzzesi secondo cui le streghe bevevano il sangue dei bambini o
lo usavano per ricavarne filtri e le leggende lucchesi a proposito di streghe che li
dissanguavano, sempre per fini magici. Non mancano neppure casi di pseudo-storia,
come quello della maga-vampira Armelina, che avrebbe infestato la cittadina di
Mirandola ai primi del ..500 come riportato addirittura da un diretto discendente del
grande Pico della Mirandola.

Il Vampiro fra storia e pseudo- cronaca
Il più grande e famoso "vampiro" storico, quello che tutti
conoscono è senza dubbio Vlad Tepes Draculea (pron. Vlad
Zepesc Dracùlia), figlio di Vlad II, principe di Valacchia; il
soprannome Dracul apparteneva, infatti, proprio al padre. In
romeno, drac significa sia "diavolo", che "drago" (ed essendo le
due figure assimilabili, la cosa non dovrebbe stupire), mentre ul
è articolo determinativo; essendo il padre di Vlad, insignito
dell..ordine del Drago (che campeggiava anche nel suo stemma),
il significato di Dracul era probabilmente "Il drago", almeno in
origine. Considerata, però, la fama sanguinaria di Vlad III (e
poiché lo ia finale indica "discendendenza da"), si potrebbe
pensare ad un significato doppio di "figlio del Drago" o "figlio del diavolo".
Fu lui a ispirare a Bram Stoker 400 anni dopo la propria morte la figura del Conte
transilvano protagonista dell..immortale romanzo "Dracula il Vampiro".
Mc Nally e Florescu ritengono che, almeno per quanto riguarda il padre, l..origine del
soprannome vada ricercata nella nomina di quest..ultimo nel 1431 - da parte del Sacro
Romano Imperatore Sigismondo - a membro dell..Ordine del Drago: un..organizzazione
guerriera e semimonastica che aveva il fine di combattere i turchi.
Vlad nacque proprio nell..anno in cui suo padre, che era principe di Valacchia, entrò a
fare parte dell..Ordine: il 1431. Vide la luce nel cuore della Transilvania, nell..antica
città-fortezza di Schassburg, importante nodo di transito mercantile fra la Germania
occidentale e Costantinopoli, nonché verso la Polonia, il Mar Baltico e le città
anseatiche. Ancora oggi che la città si trova in territorio romeno ed è stata ribattezzata
Sighisoara, una piccola targa sul muro identifica l..edificio in pietra a tre piani in cui il
leggendario Impalatore nacque e visse per quattro anni.
Quando Vlad aveva solo sette anni, l..allora
sultano dei turchi - Murad II - dubitando della
fedeltà di suo padre che pure aveva fatto nei
suoi confronti atto di vassallaggio, attirò
Dracul e i due figli più giovani, fra cui Vlad,
alla propria corte e poi trattenne i bambini in
ostaggio. Il futuro impalatore restò
prigioniero nel palazzo del sultano a Gallipoli
fino al 1448, insieme al fratello Radu il Bello
e proprio in quegli anni maturò il suo feroce e
implacabile odio verso i turchi.
Alla fine del 1447 il vecchio Dracul fu
assassinato e all..inizio dell..anno successivo il
giovane Vlad sfuggì agli ottomani. Dopo
essere succeduto al padre per un brevissimo
periodo, trovandosi al centro di pericolose trame che ne minacciavano continuamente la
vita, trovò asilo in Moldavia presso un suo lontano zio - Bogdan - che regnava su quel
principato. Vi rimase tre anni, fino a che anche quest..ultimo non rimase vittima di un
assassinio ordito da un pretendente al trono, e nel 1451 non gli restò altre da fare che
affidarsi alla protezione di un altro potente signore della guerra dei Balcani, John
Hunyadi, che lo tenne presso di sé in Transilvania fino al 1456.

Nel 1457, Vlad, ormai ventiseienne, ascese per la seconda volta (saranno in tutto tre
durante la sua vita) al trono di principe di Valacchia, trovandosi quasi subito in grave
contrasto con i notabili (boyar) di origine sassone del principato. La sua reazione fu
talmente violenta da cominciare sino da allora ad alimentare la sua leggenda di crudele
sanguinario. Nei tre anni successivi infatti attaccò città, bruciò campi e villaggi e
sterminò - torturandole, impalandole, uccidendole - decine di migliaia di persone.
Svariate città, da Sibiu a Brasov, conobbero la sua furia; le cronache ricordano
specialmente una tragica "notte di S. Bartolomeo" (anche se assai meno nota di quella
scatenata a Parigi da Caterina de..Medici) nella città di Amlas, il 24 agosto 1460,
durante la quale sarebbero state massacrate almeno ventimila persone.
Intanto su tutti i Balcani si allungava l..ombra della minaccia turca, tanto che nel 1459,
al concilio di Mantova, papa Pio II aveva bandito una vera e propria crociata contro
....impero ottomano. Divisi dalle loro rivalità intestine quasi tutti i principi cristiani della
regione si limitarono a cincischiare e ad accampare scuse: non così Dracula, che peraltro
era a malapena sfuggito a un tentativo di assassinio, ordinato e progettato dal nuovo
sultano turco, Mehmed II, il conquistatore di Costantinopoli.
Nell..inverno del 1461 Vlad lanciò una formidabile offensiva, dal Danubio al Mar Nero,
sulla quale si fondano sia la sua fama di "orco assettato di sangue" assai diffusa in
occidente, sia quella di eroe crociato che ancora lo accompagna in Romania e nei
Balcani. I numeri riferiti dalle cronache e dalle stesse lettere di pugno di Dracula
parlano chiaro: oltre cinquantamila persone uccise, senza distinzione di sesso e di età,
nel giro di qualche mese.
La risposta del sultano non si fece attendere e nella primavera del 1462 i turchi invasero
la Valacchia con l..esercito più numeroso che fosse mai stato radunato dalla presa di
Costantinopoli, nove anni prima.
Dracula rispose prima con la guerriglia e poi con la terra bruciata, infliggendo al nemico
sofferenze e perdite inaudite e riuscendo a resistere mesi con soli trentamila uomini. La
leggenda vuole addirittura che dopo la caduta di Tirgoviste - la capitale di Dracula - il
sultano Mehmed II, trovandosi pochi chilometri più a nord davanti allo spettacolo
raccapricciante di più di ventimila cadaveri impalati di prigionieri di guerra turchi e altri
nemici di Vlad, abbia deciso di ritirarsi e
abbandonare la Valacchia.
La realtà è che il furbo sultano capì che
poteva ottenere con la politica ciò che
con le armi non riusciva ad afferrare.
Mise quindi sul trono di Valacchia il
fratello di Vlad, Radu il Bello, che era
sempre rimasto alla corte ottomana
diventando filo-turco, e lasciò Dracula e
il suo principato alle prese con una guerra
civile. Dracula si rifugia così nel suo
castello di Arges insieme alla moglie, che
per la paura di cadere nelle mani dei
turchi, una notte si ucciderà gettandosi
nelle acque del fiume Arges, che
prenderà poi il nome di "fiume della
principessa". Scappato dal castello e
tornato in Transilvania, Dracula viene arrestato dai soldati di re Matyas e richiuso nella
Torre di Salomone del castello ungherese di Visegrad, dove resterà per 12 anni, fino al

1476, a causa di una falsa accusa di alto tradimento che gli viene rivolta. Per Dracula,
tuttavia, non era ancora la fine. Dopo essersi riguadagnato l..amicizia del re ungherese
convertendosi al cattolicesimo (Vlad era ortodosso) e sposandone una cugina, riuscì
infatti ad ascendere per la terza volta al trono valacco, anche se per poco tempo.
Rigettatosi con inesausto entusiasmo nella lotta contro i turchi, Dracula morì infatti in
combattimento appena un anno dopo, nel 1457 e venne seppellito nel monastero di
Snagov (vicino Bucarest). Nel 1931 la sua tomba, situata nella cappella solitaria del
monastero, venne riaperta, ma il cadavere decapitato di Vlad era sparito, e al suo posto
fu ritrovato lo scheletro di un cavallo.
Sebbene la vita di Dracula, più di quella di altri
personaggi storici eccellenti, sia circondata da
un aura sinistra e costellata di prodigi e
apparenti misteri (la scomparsa da Snagov della
sua salma è un interrogativo tutt..oggi irrisolto e
molti studiosi amano sottolineare che l..anno
della prima vera ascesa al trono di Vlad - il
1456 - fu anche quello dell..avvistamento della
cometa che oggi conosciamo com
e "cometa di Halley"), non è difficile fare notare
come, in realtà, nella sua esistenza non via sia
alcun tratto autenticamente "vampirico",
eccezion fatta per la crudeltà, al massimo. È
chiaro dunque che la sua associazione al tema del Vampiro, va ricercata solo nel fatto
che Bram Stoker scelse lui, il suo castello, il suo background, come fonte d..ispirazione
per il proprio romanzo. Il che comunque non è poco.
Caratteristiche certamente più concretamente
vampiriche ebbe semmai la vita scellerata della
contessa ungherese Elisabetta Bathory (la storia
dei cui antenati, guarda caso, si era intrecciata
con quella dei Dracula).
Nata nel 1560 nel castello di Csejthe, già a
quattordici anni diede alla luce un figlio
illegittimo e a sedici, poco dopo il matrimonio
impostole dalla famiglia con il conte Ferencz
Nadasdy, intrecciò una relazione lesbica con la
zia materna Karla Bathory. Insieme alla
passione per le orge fra donne, Elisabetta
cominciò a coltivare anche quella per la magia
nera, scoprendo nel contempo la propria
irrefrenabile inclinazione per il sadismo, che sfogava su servette e contadine. La
relazione adulterina con uno straniero dalle vesti nere, l..incarnato pallido e le grandi
occhiaie diffuse nella popolazione la convinzione che si fosse legata a un vampiro.
Circondatasi di una vera e propria corte dei miracoli, che includeva tre streghe
conclamate, un maggiordomo nano, la sua ex-nutrice e un servitore sadico (Thorko, lo
stesso che l..aveva iniziata alla magia nera), cominciò a fare sistematicamente rapire
fanciulle dei dintorni per torturarle atrocemente e poi ucciderle. Secondo la leggenda,
Elisabetta Bathory era addirittura solita mordere ferocemente le proprie vittime,
strappando loro veri e propri brandelli di carne, il che rafforzò a posteriori la
convinzione che fosse in realtà una vampira.

Con il trascorrere degli anni, davanti all..appassire della sua grande bellezza, fu
ossessionata dalla convinzione di potere arrestare il declino fisico facendo il bagno nel
sangue di giovani vergini. Per più di dieci anni perseguì con maniacale tenacia questa
sua crudele follia, facendo torturare e assassinare almeno 650 ragazze, anche di sangue
nobile. Il pastore luterano del villaggio di Csejthe, padre Andras Berthoni, fu il primo a
mettere per iscritto, poco prima di morire, ciò che ormai tutta la gente diceva e cioè che
la contessa era una vampira sanguinaria, responsabile di innumerevoli assassinii. Il suo
successore, il reverendo Janos Ponikenusz, trovò la nota e ne informò il cugino di
Elisabetta, il conte Thurzo.
La notte dell..ultimo dell..anno del 1610 il nobile e il sacerdote penetrarono nel castello e
sorpresero Elisabetta nella stanza delle torture, coperta di sangue e circondata da corpi
mutilati.
Il processo che seguì portò alla decapitazione di quasi tutti i suoi complici (le streghe
furono arse vive). Elisabetta venne murata in una stanza del castello e ricevette il cibo
attraverso una fessura per i successivi quattro anni fino a quando morì, il 14 agosto
1614.
I documenti relativi al suo processo, nascosti dal conte Thurzo nel proprio castello
rimasero ignoti per oltre un secolo, ma dopo il loro ritrovamento la contessa "vampira"
ha ispirato parecchia letteratura e qualche film e la sua vicenda è stata spesso intrecciata
a quella di Dracula.
Con l..avvento dell..epoca illuministica, alla fine del ..600 e poi senza soluzione di
continuità fino alla fine del XIX secolo (ma in parte fino ai giorni nostri), in tutta
Europa dilagò una vera e propria "moda culturale" del Vampiro, che ben presto contagiò
anche gli Stati Uniti. Ciò diede la stura a un autentico profluvio di cronache
giornalistiche e pseudo- scientifiche, che riferivano casi più o meno clamorosi di
vampirismo, di cui è possibile rintracciare esempi in Inghilterra, Grecia, Germania,
Francia, America, oltre che, soprattutto, nei paesi slavi.
Per riferire anche solo quelli più noti, occorrerebbe un volume a parte.
Il Vampiro nei Media
..Li senti? Sono i Figli della Notte, che dolce melodia è la loro...
Con questa battuta, ripresa in innumerevoli film e fumetti, il conte Dracula rivelava,
sibillino, la sua vera natura ad un ignaro, ma sempre più terrorizzato, Johnathan Harker.
Creature della notte, assieme al termine Non- Morti, è,
infatti, l..appellativo che più comunemente viene associato
ai vampiri, creature notturne, parassiti che vivono del
sangue altrui, relegati a una non- vita che li obbliga a
sfuggire la luce del sole pena l..immediata disgregazione
in polvere. La storia e la tradizione religiosa di tutte le
culture del mondo sembrano concordare nell'assegnare
allo vittima la posizione del succube, una particolare
categoria di creature dell'aldilà, caratterizzata, appunto,
dalla possibilità di avere rapporti sessuali con g1i esseri
umani. La tradizione rabbinica cita Lilith come primo
vampiro apparso sulla terra. Lilith, che per inciso è anche
il nome della figlia di Dracula, era la prima sposa di
Adamo, ripudiata per la sua naturale tendenza a
soddisfare più i piaceri della carne, che ad adempiere ai

doveri familiari. Lilith era, in realtà, un demone venuto sulla terra sotto forma di donna
per tentare Adamo. Scacciata dal Paradiso Terrestre alla comparsa di Eva
(prudentemente venuta alla luce da una costola di Adamo, per evitare altre interferenze
demoniache), Lilith concentrò tutta la sua energia nella tentazione del primo uomo.
Rubato il seme di Adamo con uno stratagemma, e con l'aiuto dell'Angelo caduto
(Satana), Lilith fecondò i suoi ovuli, dando origine a una razza nuova, malvagia, quella
dei vampiri appunto. Tracce dell'esistenza dei vampiri si trovano in tulle le culture del
mondo, sebbene con differenti caratteristiche. In Asia è particolarmente nutrita la
schiero di demoni dalle caratteristiche assimilabili a quelle dei vampiri europei. In
Giappone essi assumono forma quasi esclusivamente femminile (come citato nel film
Kuroneko, di Kaneto Shindo), mentre in Cina i vampiri diventano spiriti chiamati
Ch'iang Shin capaci di ridare la vita ai morti. Nelle giungle indonesiane e malesi, si
muovevano il Langsuir e i Pennagolan. I più terribili di tutti, comunque, sembrano
essere i Polong, succubi evocati dagli sciamani per perseguitare uomini o donne e
condurli lentamente alla pazzia. L'immortalità è lo stato perenne dei vampiri, e alla sua
ricerca si ricollegano diverse leggende, in seguito sviluppate nei fumetti e al cinema. Di
origini egiziane, per esempio, è Myriam Blaylock, un'affascinante sacerdotessa,
costretto a vivere in solitudine. Interpretata da una splendida Catherine Deneuve nel
film di Tony Scoli, Myriam si sveglia a mezzanotte, 1985, la sacerdotessa vampiro
chiarisce le sue origini in una serie di flashback nei quali la vediamo a ritroso in tutte le
epoche sino all'antico Egitto. Le sue vittime- amanti, infatti, dopo lo scambio di sangue,
godono di una esistenza pari alla sua, sempre bellissime e giovani, sino a una
metamorfosi che le porta a invecchiare in pochi attimi di centinaia di anni. E.. la sorte
che tocca al suo ultimo compagno, interpretato da David Bowie. Ma il poveretto è
ignaro di non poter godere del riposo eterno neppure al termine di questo supplizio. Gli
amanti di Myriam (uomini e donne, visto che la "signora" sembra alquanto attirata
anche dall'amore saffico) sono custoditi infatti nel soffitto della sua abitazione
newyorkese, condannati a una vita eterna, imprigionati in un corpo sempre più
decadente. Ancora più in là, si spinge l'ipotesi suggerita nell'universo fumettistico
Marvel, che vede l'origine dei vampiri proprio nel continente perduto di Atlantide. I
negromanti atlantidei avevano, infatti, studiato una formula per prolungare la vita. Il
prezzo dell'immortalità era, naturalmente, la non- vita dei vampiri. Tra gli stregoni di
Atlantide sfuggiti alla catastrofe che sotterrò il continente, si distingue Varnae,
mostruoso negromante, signore dei vampiri, che trasmetterà lo scettro del comando
proprio a Dracula. Questi è l'emblema del più famoso vampiro dell'immaginario
europeo: alto, distinto e dotato di un innegabile fascino, Dracula si distingue dai vampiri
delle tradizioni extraeuropee, raffigurati generalmente come esseri ferini. La sua natura
umana affonda le radici nella nobiltà del Dracula reale, quello della storia conosciuto
come Vlad Tepes, e grande nemico dei turchi. Le circostanze della trasformazione di
Vlad in vampiro non sono chiare. Molti parlano di una Strega (una vampira,
chiaramente), che gli trasmette la maledizione. Nell'universo Marvel la strega si chioma
Lianda e agisce per ordine di Turoc, vampiro musulmano, acerrimo nemico di Vlad
condottiero. Risvegliatosi prigioniero, sconfitto Turoc, Dracula è ormai un vampiro
deciso a replicare, nella sua nuova natura, i sogni di grandezza nutriti in quella vecchia.
Accetta lo scettro di Varnae ma non prima di aver sconfitto Nimrod, un altro
negromante vampiro di Atlantide che gli contende lo scettro del comando. Il duello si
svolge, naturalmente, con spade di legno, unico materiale in grado di uccidere un
vampiro, se conficcato con forza nel cuore.

Come abbiamo più volte sottolineato, la componente sessuale del vampirismo ha
stimolato la fantasia di scrittori e disegnatori, che hanno creato una nutrita progenie di
vampire assetate di sangue (ma non solo di quello...). In realtà, come per Dracula, anche
per queste "Vamp" esistono personaggi storici la cui crudeltà fu tale da suggerire una
seconda natura demoniaca: la perversione e la crudeltà di Ezerbeth Barthoy
(soprannominata anche ..La Contessa di Sangue.., o ..La Belva di Chesfjite.., dal nome
della landa governata dal marito, intrepido combattente contro i turchi) hanno ispirato,
in misura notevole, tutta una serie di eroine succhia- sangue, la cui capostipite è
Carmilla, di Sheridan le Fanu. I fumetti, soprattutto nei primi anni Settanta, hanno
approfittato notevolmente del clima di liberazione sessuale, per proporre una schiera di
affascinanti eroine sexy che, come passatempo, si dedicano a privare del fluido vitale i
loro amanti. La più genuina (almeno nella tradizione vampiresca), è sicuramente
Vampirella, creata da Forrest Acherkmann e Jim Sutton, come personaggio testimonial,
al pari di Uncle Creepy, ma presto assurto o title character dell'omonima rivista. Nata
sul pianeta Draculon, Vampirella è costretta a venire sulla Terra a caccia di sangue in
seguito o una siccità che ha prosciugato tutti i fiumi del suo pianeta, dove il plasma
scorre dalle fonti e costituisce il principale nutrimento dello sua specie. Ironica e sexy,
con quel suo costumino rosso, disegnato opposta per evidenziare il più possibile le sue
forme procaci, Vampirella è passata, negli anni, nelle mani di innumerevoli disegnatori
e sceneggiatori, che ne hanno via via interpretato una versione differente, secondo la
loro personalità. Con il fiorire dei fumetti erotici italiani, nascono anche Yra, Jacula (il
cui nome non lascia molto spazio ai doppi sensi), Sukia (anche qui ci sembra che il
richiamo sessuale sia più che esplicito), e Zora Pabst, tutte procaci e goderecce, dedite
soprattutto ad amplessi con qualsiasi essere vivente capiti loro a disposizione. Vampire
serie, e soprattutto pericolose, sono invece quelle del romanzo ..Ragazze vive.. di Roy
Gorton, che le trasporta a Times Square, il quartiere del vizio di New York, dove esse si
procurano sangue umano a spese di guardoni e uomini soli in cerco di emozioni erotiche
a pagamento.
Il Vampiro nella letteratura
Credo si possa tranquillamente affermare che, tra i vari archetipi dell'orrore letterario, il
mito del vampiro (o del non-morto, che dir si voglia) sia tra quelli che maggiormente ha
ispirato autori d'ogni epoca.
E' altrettanto vero, tuttavia, che - in maniera analoga a quanto accaduto nel cinema - le
opere letterarie che sono riuscite ad elevarsi al di sopra della mediocrità o di triti luoghi
comuni, si possono obiettivamente contare sulle dita di una mano.
C'è da dire che, nel cinema, si è verificato più di una volta che anche autori di un certo
rilievo e non strettamente classificabili come registi horror, abbiano fornito la loro
personale e valida interpretazione del mito, mentre nella letteratura questo non è
propriamente avvenuto.
Probabilmente, questo può essere dovuto al fatto che l'horror letterario è ancora visto, da
molti, come una sottocultura, un genere a parte (se non proprio di serie B), e che quindi
soltanto a coloro che hanno regolarmente masticato "pane e paura" si devono gli
esperimenti con questa figura, con alterne fortune.
In questo rapido excursus, quindi, mi limiterò a ricordare quelle opere che, secondo il
mio punto di vista, possono essere considerate come testi imperdibili (per varie ragioni)
per una biblioteca "vampiresca" qualitativamente completa.

Anche se non verificato storicamente, la figura del vampiro "classico" nella letteratura
si fa risalire alla penna del dottor Polidori, anno 1816.
Ormai è nota la vicenda secondo la quale, bloccata dal maltempo in una villa presso
Ginevra, una "allegra" compagnia - formata da Mary e Percy Shelley, da Lord Byron e
da segretario di quest'ultimo, il dottor Polidori, appunto - decise di impiegare quel
periodo di forzata reclusione cimentandosi nella stesura di racconti dell'orrore.
Percy Shelley produsse un breve racconto, "L'assassino", mentre Lord Byron scrisse un
macabro "La sepoltura". Mary Shelley fu l'unica dei quattro a meritarsi imperitura
memoria con il suo "Frankenstein", e il dottor Polidori - fra tutti probabilmente il meno
dotato dal punto di vista letterario - tirò fuori la storia di un nobile immortale
dall'appetito particolare: giovani fanciulle da circuire con uno sguardo "color grigio
opaco", e a cui lasciare un particolare marchio sul collo con i suoi aguzzi canini: Il
vampiro.
Il racconto di Polidori era direttamente ispirato alla figura e al carattere di Lord Byron
stesso, e ne plagiava sicuramente stile e idee. Stephen King, nel suo "Danse Macabre",
giudica il racconto di Polidori "non un gran che", ed è un giudizio su cui si può essere
sostanzialmente d'accordo.
Lord Ruthven - questo il nome del vampiro di Polidori - crudele aristocratico dallo
sguardo tenebroso possiede un indubbio carisma, ma tutto il racconto è talmente lento,
manierato e monocorde da avere come unico merito quello di aver fissato, viste le opere
che sono seguite, il tipo del vampiro nobile, elegante, aristocratico e misterioso.
Il racconto di Polidori, per chi fosse interessato, è attualmente reperibile, pubblicato in
Italia nei tipi "Tascabili Economici Newton" a 1000 lire.
Tralasciando alcuni epigoni minori (come il Carmilla di Joseph Sheridan le Fanu, primo
esemplare di vampiro al femminile), è con Dracula di Bram Stoker che la figura del
vampiro fa la sua esplosiva comparsa nell'ambito del romanzo gotico e dell'orrore, e da
questo momento in poi si scava la sua bella nicchia - non solo metaforica, s'intende - nel
complesso dell'intera produzione letteraria seguente.
Il profilo che Stoker traccia del suo Principe delle Tenebre e dei non-morti, è ancora
oggi quello universalmente associato al vampiro e l'utilizzo che l'autore fa della
"dottrina" vampiresca (il morso, la croce, i paletti, etc.) è proprio quella con la quale
tutti i successivi hanno dovuto fare i conti.
L'idea geniale di Stoker, inoltre, fu quella di modellare il suo Dracula su una figura
realmente esistita nella storia rumena: il terribile Vlad l'Impalatore, e questa idea ha
identificato il vampiro letterario con la leggenda rumena dei "nosferatu", indicando, per
sempre, la Transilvania come patria di questo mito.
Inutile dilungarmi eccessivamente sul romanzo di Stoker, ma non credo di dar adito a
smentite, affermando che Dracula rimane a pieno titolo non solo un classico
assolutamente imperdibile per i cultori dell'orrore su carta, ma possiede, visto il "morso"
lasciato sulla cultura, sull'arte, sul cinema e sulla letteratura, tutte le carte in regola per
poter essere considerato un classico, senza distinzioni di genere.
E adesso un bel saltino in avanti nel tempo: infatti, anche se non posso giurare che
autori del calibro di E.A.Poe, Lovecraft, Bierce, Hawthorne prima e Bloch, Belknap
Long, Bradbury e Leiber dopo, non si siano cimentati in racconti con vampiri come
protagonisti, occorre arrivare agli anni '50 per veder pubblicato un lungo racconto
scritto da uno dei più prolifici e straordinari autori che la narrativa del fantastico abbia
mai annoverato tra le sue file: Richard Matheson.
E' nel 1954, infatti, che appare I am Legend, romanzo pubblicato in Italia dopo parecchi
anni, prima con il titolo "I vampiri" e solo recentemente, sempre da Mondadori Urania

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"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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eccellente sunto.. ma non manca l'ultima parte?


spero che prima o poi pubblichino anche il mio, di libro vampirico.. anche se sicuramente sarò additata come blasfema (lol) e sopratutto profana (il che è purtroppo vero..) ma sono dell'idea che ognuno possa avere la sua visione personale di tutte le varie mitologiche figure che si celano nelle tradizioni più plumbee dell varie culture, no? Wink

baSCini ^^

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....Perchè i Cattivi Ragazzi Non Stanno alle Regole "perchè sono regole" !!!
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MessaggioInviato: Gio Mar 02, 2006 11:11 pm Rispondi citandoTorna in cima

ecco un ottimo sito ke raccoglie interessanti info sui vampiri fantasy e non:
www.lanottenera.com
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Nihal_Elf
Guardiano
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Registrato: 02/05/05 17:38
Messaggi: 7276
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MessaggioInviato: Ven Lug 13, 2007 11:40 am Rispondi citandoTorna in cima

Sei un pallista, quello è il link per il tuo bitefight.
NON un sito sui vampiri. Se non fossi spammer ti avrei già insultato via pm.

_________________
"Sono Nihal semielfa e fo quel che mi pare!" - cit.
- Coniglietto Mannaro Supremo di FI
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