Gianni Rodari

Inviato: Mar Dic 04, 2012 12:39 am

Avevo già detto che ho cominciato una lenta, ma costante, rivalutazione del Gianni Rodari al di là delle favole per bambini, ma come poeta? Sono rimasto esterrefatto dal leggere alcune delle sue poesie, il tutto dopo che mi sono ascoltato un album-spettacolo teatrale di Mercanti di Liquore e Marco Paolini in cui le opere di Rodari spuntano da tutte le parti.
Mi sono improvvisamente reso conto che lo avevo relegato alla sfera dell'infanzia perchè così mi era sempre stato insegnato, o così me lo avevano sempre associato davanti agli occhi, e pertanto mi stavo perdendo uno degli ennesimi gioielli della letteratura italiana del '900.

Per usare le parole di un mio caro amico, che queszte cose le ha scoperte prima di me perchè ha la sorella laureata in sci... scien... scnze de... scccccccc... cose della formazione, Gianni Rodari è uno spesso.

I nomi delle stesse sono belli:
Sirio, Andromeda, l'orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
E in fondo al cielo, non so dove e come,
c'è un milione di stelle senza nome:
Stelle comuni, nessuno le cura,
ma per loro la notte è meno scura.

L'avrò ascoltata mille volte da bambino, letto e riletta, eppure solo adesso riesco ad apprezzare un significato più profondo della semplice filatrocca. C'è tutta una poetica solo dietro questi 8 versi, eppure nessuno mi ha mai detto niente...