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Autore Messaggio
endafuinor
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Registrato: 04/08/05 14:18
Messaggi: 627
Località: Silvi Marina

MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2007 5:37 pm Rispondi citandoTorna in cima

" Il Silenzio è stato rotto, filgi della Luce. Sette rintocchi, ai Sette Signori del Male. Acclamate gli Angeli Purificatori...La Vendetta Divina"

Se siete nelle Sante Schiere, o voi che cercate la Verità, la Luce e la Giustizia. Se il male ha invaso la vostra vita, ucciso mogli e figli nei vostri incubi più atroci; se le risate, taglienti ed assassine dei Demoni degli Inferi rieccheggiano nelle vostre orecchie ogni notte, devastando il vostro mondo. Se l'ombra vi raggiunge in ogni dove, mentre voi vorreste solo cavalcare in pace, se le morte e nere mani dei Signori Oscuri turbano il vostro quieto vivere. Se siete animati dagli spiriti della Natura, degli alti e gloriosi dei, allora avventurieri, qui è dove dovrete scriver le vostre storie e le vostre esistenze narrare, per poter partecipare!!!

Prima di tutto leggete il regolamento:
http://www.fantasyitalia.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=33

Poi leggete le condizioni di iscrizione:
http://www.fantasyitalia.it/forum/viewtopic.php?t=5275

E leggete l'Ambientazione:
http://www.fantasyitalia.it/forum/viewtopic.php?t=5282

E postate qui i vostri Background!!!

_________________
"lasciate pure che i lottatori ricorrano alla mera abilità fisica...noi incantatori arcani conosciamo le chiavi verbali ed i rituali mistici che liberano il potere dal tessuto stesso della realtà"
Endafuinor

Ultima modifica di endafuinor il Mer Gen 24, 2007 10:56 am, modificato 1 volta in totale
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Arloc
Fante
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Registrato: 26/12/05 22:33
Messaggi: 752

MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2007 6:53 pm Rispondi citandoTorna in cima

Backround:

Razza:
Mezzodemone (Umano delle Valli) (Inconsapevole)

Caratteristichei:

• Corpo: 9
• Forza: 8
• Destrezza: 3 + 1 = 4
• Prontezza: 2 + 1 = 3
• Carisma: 8
• Intelligenza: 7 – 1 = 6
• Spirito: 2 – 1 = 1

Punti Ferita: (9x3) = 27
Punti Mente: 6
Punti Mana: 16
Punti provvidenza: 4


Arti:
Arma (Taglio) [Ascia da Guerra] 2
Scuola Bardica [Scuola difensiva] (Arte Magica) 1
Linguaggio bianco 0
Linguaggio nero 0

Equipaggiamento:
Odia il superfluo in ogni sua forma, per questi motivi viaggia solamente con le sue vesti. Un'argentea armatura, ammaccata dalle numerose battaglie, è coperta dalla sua bianca tunica. Nella bisaccia una lanterna e alcune fiale in vetro, vuote. Retta da possenti legacci sulla sua schiena si erge l'Ascia

Aspetto fisico:
Alto un braccio e ¾ la caratteristica che ogni essere gli riconosce sono i suoi muscoli, non dà nobile nullafacente, non procurati con la morte di innocenti, ma muscoli solcati da cicatrici, segni che la lotta con il male ha lasciato in lui. Presenta capelli corvini, lunghi, raccolti in una pettinatura elfica.
Veste di una tunica bianca, dotata di cappuccio, che all’occorrenza può diventare nera, senza mgia alcuna, è infatti rivoltabile. Si veste della parte nera con contorni di porpora solamente in battaglia, quando la tunica è sovrapposta all’armatura argentea.

Carattere:
Nonostante sia freddo e conciso è un oratore nato, fa delle sue doti di persuasione la sua arma vincente. Seppur attacchi solo esseri malvagi, in battaglia ritiene sia tutto lecito.


Breve storia
:

Arloc, la mia infanzia segnata da 5 lettere. Questo nome mi perseguita da quando quelli che chiamavo genitori mi raccolsero. Solo in età da lavoro mi raccontarono la verità, ricordo quel giorno come l’inizio della tortura che stringe le mie membra scurite dai combattimenti. Era sera e la carovana si era fermata nel mezzo di una rigogliosa pianura, tutti erano pronti per la notte, il vecchio entrò nella tenda dove ero solito prender sonno, e dopo essersi girato verso la sua destra e aver sussurrato delle domande nel vuoto, decise che era quello il momento di sconvolgere la mia esistenza. Mi rivelò come con la moglie mi avesse trovato in fasce su una spiaggia, 13 anni prima, e di come avesse cercato di allevarmi secondo i canoni Rajel, ammettendo però che non presentavo le caratteristiche della sua popolazione, era infatti mia abitudine fin da fanciullo allenarmi nel combattimento e a suo parere dimostravo una certa abilità, cosa che lo aveva portato a pensare che fossi un giovane Amaniji disperso. Gli chiesi incuriosito l’origine del mio nome e fu allora che capii la causa del distaccamento dei coetanei nei miei confronti.. Il mio non era un nome umano, quando mi trovarono rispondevo già a quel nome tatuato a fuoco sulla mia spalla destra. Quella sera si aprì un bivio nella mia esistenza, continuare a stare con i miei genitori e destinare le mie braccia al furto oppure cercare le mie origini. La scelta fu obbligata.. La notte stessa la carovana fu distrutta e gli uomini uccisi… tutti.. tranne me. Mi chiesi perché quel fuoco oscuro, che aveva attaccato la mia gente mi avesse risparmiato.
Anni sono passati da quegli eventi, non so dire quanti… Smisi di contarli quando realizzai che la ricerca degli assassini dei miei genitori sarebbe stata molto lunga, forse infinita. Oggi sono conosciuto in una modesta parte delle terre di Xantis come Arloc il giusto. La giustizia è la mia dottrina e il vibrar di spada il mio metodo di conversione. Sono Arloc, cerco il mio passato e distruggo il futuro del male.

_________________
__________________________________________
Arloc, Le Orde ti osservano...

Ultima modifica di Arloc il Mer Gen 31, 2007 4:44 pm, modificato 7 volte in totale
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Vanalon
Esploratore
Esploratore


Registrato: 24/09/05 15:19
Messaggi: 278
Località: I Fantastici Mondi Della Mente

MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2007 7:29 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome:Vanalon
Razza:Elfo dei boschi
Aspetto fisica:
Vanalon è alto un braccio e tre quarti,con un fisico abbastanza gracile,nonostante abbia una grande resistenza fisica.I suoi capelli sarebbero biondi e lunghi,ma a causa della sua "occupazione" li tiene corti il più possibile.E' costretto a cambiare spesso abito,in quanto addosso a lui non durano molto,ma cerca di puntare sulla resistenza del capo.In particolare cerca vestiti di cuoio che siano il più possibile ignifughi.
Carattere:
Vanalon è profondamente disilluso verso il mondo,la civiltà e le sue stesse capacità.Sarebbe bella sua natura dare spontaneamente fiducia agli altri,ma spesso si trova a combattere con se stesso,visto che la sua esperienza lo ha portato a trovarsi in situazioni quanto meno spiacevoli.Il suo è un animo buono,ma a causa dell'asprezza del mondo con cui ha a che fare si orienta verso la neutralità.In ogni caso nelle situazioni estreme si comporta secondo la sua buona coscienza che emerge dal mare di cinismo e alcool in cui tenta di farla affogare.Vanalon è ancora giovane e i suoi sogni non sono ancora morti del tutto,ma ormai pensa che non ci sia niente che potrà risollevare la sua vicenda.Tuttavia combatte dalla parte del Bene perchè crede ancora nella giustizia nonostante i torti subiti,e appunto perchè pense che ci sia ancora la possibilità di riscattare il Bene,la lotta diventa un modo per il riscatto se stesso,per dimostrare che non si è lasciato affondare dalla sventura,ma che può ottenere ancora delle cose buone dalla vita.Inoltre il fatto di essere nato a contatto con la natura,nonostate l'allontanamento,lo fa sempre pensare alla serenità dei boschi come una condizione di pace e Bene ideale,in armonia con la natura.Infatti pensa di non poter imporre una strada unica agli altri,ma pretende sempre che lottino senza lasciarsi andare di fronte alla sventura.
Storia:
Vanalon è nato in un piccolo villaggio nel profondo del bosco.Fin dalla nascita però in lui cominciò a presentarsi una particolare caratteristica:era un piromante puro.Vanalon cioè poteva evocare il fuoco,il calore e manipolarlo a suo piacimento.La sua particolarità fu subito accolta male:era spesso isolato e visto con sospetto,in particolare la dedizione alla natura del suo popolo non si coniugava per niente con la potenza distruttiva del suo elemento.Vanalon proprio da bambino rischiò quasi di morire,dopo essere sceso con gli altri bambini in un laghetto si immerse completamente e dopo una decina di minuti svenne e rimase fra la vita e la morte per giorni.Infatti l'acqua,in dose superiore a quella necessaria per la sua vita biologica,e lasciata per troppo tempo a contatto con il suo corpo,è assolutamente tossica.I suoi genitori decisero comunque di aiutare in tutti i modi possibili lo sventurato figlio:riuscirono a trovare infatti una scula di magia adatta agli elementaristi più puri che potesse aiutare il figlio a dominare il potere e allo stesso tempo a farlo uscire da un ambiente in cui non avrebbe mai potuto essere accettato.Vanalon partì così,all'età di sedici anni per la scuola di magia,che si trovava molto vicino alla capitale.Le speranza per il giovane erano grandi,ma furono presto disilluse:quando arrivò alla scuola scoprì che non era tutto roseo come era stato descritto.La scuola,più che dare la possibilità agli elementaristi naturali di controllare al meglio le proprie capacità,era una scuoal per i figli dei più potenti,che,avendo scelto la via della magia,entravano in questa scuola d'eccellenza per acquistare potere sempre maggiore.Vanalon,in un unmiliante colloquio con il maestro supremo della scuola si deriso,umiliato e cacciato dall'accademia.Senza la scuoal in cui rifuguarsi e il suo popolo che lo aveva rifiutato decise di raggiungere la vicina capitale:lì,grazie al suo potere trovò facilmente un posto come aiutante nella bottega di un fabbro,che sfruttava il più possibile le capacità magiche del ragazzo.Da quel periodo,Vanalon cominciò a bere sempre di più per dimenticare la sua triste esistenza.Attualmente Vanalon ha vent'anni e continua a lavorare nella bottega del fabbro.Il suo piccolo stipendio lo spende in birra e vino e spesso frequenta brumose locande,pur non essendo mai riuscito ad instaurare un rapporto di fiducia con alcuno.

Caratteristiche:
Corpo:=4
Forza:= 4
Destrezza:= 6
Prontezza:= 6
Carisma:= 4
Intelligenza:= 8
Spirito:= 8

Arti:
Elementalismo del fuoco (2)
Sopravvivenza (1)
Alchimia (0)
Ricerca (0)

Punti ferita:12
Punti mente:8
Punti mana:20
Punti provvidenza:4

Equipaggiamento:
*Uno stiletto che si è forgiato con le sue mani e che tiene sempre legato alla cintura
*Uno zaino con due bottiglie di vino buono
*Una sovraveste di cuoio da fabbro
*I suoi umili vestiti

_________________
Vanalon
F.G.I. (Fiero Giullare Indipendente)
All we need is A.F.A.
Eccelso Membro e Mistico O.C.T.M.
Membro C.B.E. ad honorem

Ultima modifica di Vanalon il Mer Gen 31, 2007 3:26 pm, modificato 8 volte in totale
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Wolf84
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Registrato: 19/04/05 19:19
Messaggi: 1292
Località: Azkabel

MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2007 7:41 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome: Hedroes

Razza: Elfo Noble

Background: Figlio unico di una delle più antiche casate di Esmeralda, i nobili Aman'raith, sin da fanciullo Hedroes ha portato un grave fardello sulle sue spalle: l'eredità e la consapevolezza della magia millenaria della sua stirpe.
Non è facile vivere quando qualcuno ha già decretato il tuo destino, ha già stabilito i passi del tuo difficile cammino nella vita. Nel timore di deludere i suoi cari, Hedroes ha innanzitutto deluso sé stesso rinunciando all'amore e all'amicizia per perseguire i difficili studi dell'Arte della Magia Runica. Non c'è spazio per la gioia nei suoi splendidi occhi grigi, sui lineamenti decisi del suo viso buono e perennemente malinconico.
Hedroes deve seguire le orme dei suoi avi e proteggere Esmeralda dai malefici venti di un mondo che è cambiato. Così, alla morte del suo venerabile padre, Hedroes ha salutato la natia Esmeralda per seguire un sentiero non suo.
Un antico e saggio detto Noble dice: "Gli uomini di potere sono saggi e tristi". E il potere gli apparterrà, che il suo cuore lo voglia o meno; le vite di molti dipendono da Hedroes, aspirante arcimago.

Carattere: Silenzioso e malinconico, Hedroes non ha mai parlato con nessuno delle sue nobili origini. Solo di rado, quando è sicuro che nessuno lo ascolti, si abbandona in qualche dolce melodia che canta della sublime Esmeralda. Alcuni potrebbero ritenerlo un individuo scostante e antipatico, ma guardando più a fondo si comprende che il giovane elfo vive una lotta con sé stesso... una lotta che sta perdendo.

Aspetto fisico: Hedroes è alto 1 metro e 90, è piuttosto magro e ha una lunga chioma castano chiara. I suoi occhi sono grandi e grigi come il mare in tempesta. La sua figura è decisamente elegante e ben fatta.

Equipaggiamento:
Hedroes indossa una lunga veste da viaggio con cappuccio di colore marrone scuro; possiede uno zaino con equipaggiamento per avventurieri e impugna un bastone da mago in ebano.

Caratteristiche:
Corpo: 6-1 = 5
Forza: 5-1= 4
Destrezza: 6+1 = 7
Prontezza: 5+1 = 6
Carisma: 5+2 = 7
Intelligenza: 5+2 = 7
Spirito: 8-2 = 6

Arti:

Magia Runica (Arte Magica): 2
Linguaggi Bianchi: 1
Linguaggi Neri: 0
Acrobazia: 0

Rune conosciute:

Bet = Piccolo, 4 punti Mana - 0
Ex = Normale, 8 punti Mana - +1
Vas = Grande, 12 punti Mana - +2
Uus = Superiore, 16 punti Mana - +3 - Annulla la divisione di 2 per danni ed effetti.

Flam = Fuoco o Coraggio
Hur = Vento e Aria
In = Trasformazione
Sanct = Protezione o Purificazione

Hedroes, Mago Bianco

Punti ferita: 15 PF
Punti mente: 7 PMT
Punti mana: 18 PM
Punti provvidenza: 4

_________________
"La Notte Eterna", ambientazione gothic-fantasy T20 System: www.lanotteeterna.com , http://aliribelli.blogspot.com

Ultima modifica di Wolf84 il Mer Gen 24, 2007 4:34 pm, modificato 2 volte in totale
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dablas
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MessaggioInviato: Mar Gen 23, 2007 10:35 pm Rispondi citandoTorna in cima

NOME: Coriolano.

RAZZA: Popolo dei Monti Freddi.

CLASSE: TEMPLARE DI NALIS.

CARATTERISTICHE:
CORPO 9
FORZA 8
DESTREZZA 4
PRONTEZZA 3
CARISMA 4
INTELLIGENZA 4
SPIRITO 8


ARTI:
PREGHIERA (Nalis) 2
SOPRAVVIVENZA 1
ARMA DA TAGLIO 0
MANI NUDE(FORZA) 0

PUNTI FERITA: 27
PUNTI MENTE : 4
PUNTI MANA: 20
PUNTI PROVVIDENZA: 4

ASPETTO: è fisicamente possente alto 2 braccia, con un fisico temprato da infinite battaglie. Veste di nero, in maniera ordinata ma con vestiti semplici e per nulla costosi.
Ha i capelli neri e lunghi lasciati liberi sulle spalle, gli occhi sono castani ma la sua caratteristica più evidente e la sua barba di colore rosso curata e mantenuta alla lunghezza di circa un pollice.

CARATTERE: non è particolarmente socievole, è una persona che preferisce osservare il prossimo, come per cercare di capire il più possibile da quello che dicono e fanno.
Se qualcuno lo interpella è sempre cortese, anche se qualche volta può sembrare freddo.
Deciso fino alla fine nelle sue decisioni, a volte lo si può vedere però con lo sguardo perso verso l'infinito, come se fosse alla ricerca di un passato che non c'è più.

STORIA: Coriolano è figlio di povera gente, la sua famiglia fin dai tempi più antichi è sempre stata composta da contadini che vivevano in un piccolissimo villaggio vicino al fiume Celestia nel Granducato dei Monti Freddi.
Sin da piccolo ha imparato a coltivare la terra, ma quando è arrivato all'adolescenza ha capito che voleva qualcosadi diversa da una vita spesa solo per sopravvivere alla fame.
A quattordici anni si aggregò a dei mercenari e con loro imparò a combattere.Seguendoli raggiunse l'arcipelago dell'Acua. All'inizio faceva solo da scudiero poi passò a combattere in prima persona facendosi fama di uomo duro. L'arcipelago era composto da moltissime isole , spesso in guerra tra loro così le battaglie non mancavano.
Ma il ruolo di subordinato gli stava stretto, decise di lasciare la compagnia, per essere totalmente libero di fare le sue scelte.
Si allenò da solo combattendo con i guerrieri più forti di quelle isole lontane.
Tante furono le sue sconfitte, ma con il tempo affinò la sua tecnica e soprattutto la sua forza.
Si unì alle schiere del Conte Werner signore di Gradburg, cominciò una guerra feroce contro un mago malvagio di nome Abaddon soprannominato lo sterminatore.
La guerra fu di una ferocia inaudita e il prezzo di sangue fu elevatissimo.
Divenne presto uno degli ufficiali del Conte e guidò le battaglie per la liberazione della sua capitale Rowen.
Intanto i suoi titoli aumentavano, crebbe fino a livelli mai visti prima, la gente cominciava a vederlo e a parlarne come un Dio , si costruisce un palazzo per celebrare le sue vittorie che battezza con il nome di Ravenloft.
Ma poi qualcosa di terribile successe, l'Armata delle Rocce invade la sua patria, i Monti Freddi. Coriolano lascia il suo palazzo e parte per difendere le sue terre natie.
Per due infiniti anni combatte la tremenda minaccia del culto dell' Occhio Viola fino all'insperata vittoria.
Tornata la pace Coriolano torna al suo palazzo, ma qualcosa in lui è profondamente cambiato!
Sembrava come se la guerra, la gloria e la forza non lo interessassero più.
Dopo tanto battagliare sentiva che la vita doveva avere un senso diverso da quello che gli aveva dato fino ad ora.
Lascia così la moglie al quale era infinitamente devoto, demolisce il suo grande palazzo e con pochi averi parti con il suo stallone e nessuno lo vide più in quelle terre.
Ora Coriolano vive una vita semplice, raramente lo si vede con spada,la maggior parte delle persone ignorano le sue doti di guerriero e tutti ignorano le gesta del suo passato.

_________________
La vita è dura!
Io non sono vecchio.......sono evergreen!
Ti tengo d'occhio Lao!
Videoteca di Dablas

Ultima modifica di dablas il Ven Gen 26, 2007 11:22 am, modificato 7 volte in totale
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CuoreNero
Cavaliere
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Registrato: 01/02/06 11:04
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MessaggioInviato: Mer Gen 24, 2007 12:57 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome

Serpospino Brecciatorre

Razza

Umano Powel

Caratteristiche

* Corpo: [Soglia : 8-2 di razza = 6] 5-2 = 3
* Forza: [Soglia : 8] 3 = 3
* Destrezza: [Soglia : 8+1 di razza = 9] 8+1 = 9
* Prontezza: [Soglia : 8+1 di razza = 9] 8+1 = 9
* Carisma: [Soglia : 8+1 di razza = 9] 8+1 = 9
* Intelligenza: [Soglia : 8] (4) = 4
* Spirito: [Soglia : 8-1 di razza = 7] 4-1 = 3

Arti

Furto a 2 (destrezza)
Comunicazione a 1 (carisma)
Segretezza a 0 (prontezza)
Arma [da punta] a 0 (destrezza)

Punti Ferita: 3(Co) * 3 = 9
Punti Mente: 4(In) = 4
Punti Mana: = 0
Punti Provvidenza: (comune) = 4

Quanto può essere pericolosa qualche missiva? Quante possibilità c'erano che una qualunque sguattera dei bassifondi sapesse leggere e scrivere? Eppure non si sarebbe mai liberato dal peso di quelle parole; pochi segni vergati grossolanamente precipitarono Nervofreddo nel fango. Lui e tutta la sua discendenza. I Fogliavitae, i Duralapide, i Stremopasso e tutte le nobili casate di stirpe Powel pagavano il loro tributo alla guerra dei secoli. E' vero che il conio degli imperiali era parecchio, ma è altrettanto vero che strisciare nell'ombra di un ufficiale Screch non era propiamente uno scherzo; e, perquanto molte di quelle orride gole irsute venissero tagliate, il prezzo in termini d'eredi era salato. Molti non facevano ritorno.
Nervofreddo Brecciatorre si credeva più furbo degli altri. Come molti dei nobili suoi pari, in più di qualche circostanza si concedeva un momento o due d'evasione nei vicoli bui e malfamati dei bassifondi della capitale. Non l'avrebbe mai ammesso, ovvio, così come non lo avrebbe mai fatto nessuno degli altri frequentatori clandestini delle case di piacere e delle bische del quartiere malfamato; o, almeno, non lo avrebbe fatto nessuno di quelli dotati di un vessillo nobiliare. Axantis brulicava di vicoli. Alcuni, molto semplicemente, erano più bui che altri. Qui la notte era più notte, era densa e appiccicosa e livida; avere molto conio ti poteva portare in esotici talami con la stessa facilità con la quale t'avrebbe scaraventato tre braccia sotto terra. Nervofreddo non era più giovane, ma era un veterano dei bassifondi. Uscito incolume da decine d'agguati, quando conobbe Tesbeh non si fece di certo pregare. Pagò il suo prezzo gettando sul pavimento di terra un sacchetto di velluto nero e cremisi; le monete non avevano ancora finito di rotolare che le era già addosso, ansante e pesante di gotta e di troppo vino.
Le meretrici della capitale teneveno sempre i figli bastardi dei nobili; significavano un ragionavole vitalizio. Ufficialmente per il loro mantenimento. In realtà, naturale, è il silenzio della madre che veniva comprato; con il rame o con l'argento, a seconda del titolo del padre. Quasi mai con l'oro. Di norma, chi poteva permettersi di pagare in oro, metteva a tacere la madre ed il marmocchio con mezzi decisamente più spiccioli. Ma non Tesbeh. Per qualche insondabile ragione, quando si scoprì gravida, decise d'avvelenare quel bimbo a buon mercato e, con egli, sè stessa.
"Pagala." Si limitò a dire, lapidaria, indicando con un gesto del capo la vecchia grigia e curva che pestava ignote erbe nel suo mortaio. Nervofreddo, frequentatore ormai abituale di quella casa, non s'era aspettato di trovarvi qualcuno oltre Tesbeh. Accolse la sua decisione e la sua condiscendenza con la gioia di chi riceve una fortuna insperata. La stessa gioia e lo stesso sollievo che lo spinsero ad umiliare la megera dandole il doppio di quanto chiedesse per quella pozione. Questo fu un grosso errore; ma, del resto, Nervofreddo si riteneva furbo e pure parecchio.
Se Tesbeh e la megera architettarono tutto sin dall'inizio, non si seppe mai; quale che fosse la verità, la vecchia non ci mise molto a convincere l'uomo di poter preparare per lui la mistura di cui aveva bisogno.
Del resto la guerra era sotto le mura; quasi tutti i nobili Powel avevano brandito l'acciaio. I più facoltosi avevano inviato, invero, i loro alfieri. Ma questo non era il caso di Nervofreddo. Negare il supporto necessario alle armate imperiali in un momento del genere significava dileggio ed onta per la sua casata; questo nell'immediato. Nel medio e lungo periodo, sospettava, poteva esporlo a pesanti rappresaglie sui suoi beni e le sue attività ad Axantis. Nervofreddo non aveva, come molti suoi pari, un secondogenito da sacrificare; in realtà non aveva affatto figli. Sua moglie non gliene aveva dati. Rosanenia era una donnetta perennemente malata, gracile e smunta; lo stesso non poteva certo dirsi della sua cospicua dote, avidamente annessa alle propietà di Nervofreddo a matrimonio sugellato. Sarebbe dovuto partire lui, non c'era alternativa; o, meglio, non ce n'erano state finquando la vecchia avvelenatrice non gli aveva proposto le sue pozioni. Una grave ed ostinata malattia era esattamente ciò di cui aveva bisogno; come avrebbe potuto strisciare alle spalle di uno Screch se non riusciva neanche a reggersi in piedi? Era perfetto. Nessuno avrebbe potuto discutere questa inconfutabile verità. L'onore sarebbe stato salvo, così come i suoi traffici nella capitale. Presenti e futuri.
"Aspetta il plenilunio per berla." Aveva detto la vecchia dandogli la fiaschetta. "Starai più o meno bene; ma le piaghe saranno orrende a vedersi."
Lui l'aveva ripagata con lo stesso sacchetto di velluto nero e cremisi che dava alle sue donne.
Nessuno ebbe da ridire quando si ritirò ad una vita riservata; il fatto che più di una dama si ritresse con sincero ribrezzo alla vista del suo volto e delle sue mani non lo impensierì più di tanto. Com'era normale curava molto il suo aspetto, ma quelli erano tempi difficili e gli affari sono affari. Scongiurato ogni rischio di doversi recare al fronte, Nervofreddo di tempo per i propri traffici ne aveva parecchio. Anzi, sfruttando l'assenza di parecchi di suoi concorrenti, prosperò. All'inizio una fiaschetta gli bastava per mesi. Ma, mano a mano che il veleno lento ed implacabile intossicava il suo corpo, era sempre più breve il tempo in cui egli si sentiva in forze. Solo dopo averne avuto ancora riusciva a riprendere le sue attività. Verso la fine, doveva berne ogni giorno. I continui salassi cui doveva sottoporsi per non insospettire i cerusici peggioravano ulteriormente la situazione. Non vide mai più la vecchia; finchè ne ebbe la forza, si recava da Tesbeh e le dava il suo sacchetto nero e cremisi. Il conio non era per lei, ne mai più acquistò le sue grazie con l'argento. Tesbeh faceva sparire il sacchetto tra le pieghe delle sue vesti, ed in cambio gli forniva una fiachetta con la pozione della megera. Come facesse ad averne di sempre disponibile, fu un'altra di quelle cose che non si seppe mai.
Di li a poco non si sentì più in grado di affrontare la pericolosità dei bassifondi ed iniziò a spedire missive. Nel frattempo Rosanenia era passata a miglior vita; un affezzione del petto, dissero i medici. Lui ebbe un erede di secondo letto. La cerimonia delle nozze venne celebrata nelle sue stanze, perchè egli non poteva più restare in piedi a lungo. Evidentemente quel figlio lo ebbe in un ultimo guizzo d'orgoglio; ma di questo si prenda nota solo a margine. La nuova moglie era giovane e bella; il fatto che la sua casata fosse caduta in disgrazia per colpa della guerra, l'aiutò alquanto ad affrontare di notte le piaghe di cui Nervofreddo era ricoperto. Scriveva a Tesbeh continuamente; la implorava. Diceva che l'avrebbe coperta d'oro, una sacchetta di velluto nero e cremisi ricolma d'oro per ogni stilla di veleno gli avesse portato. Tesbeh non venne mai.
Il vecchio cerusico imperiale aveva sempre osservato il volto tormentato di Nervofreddo con aria corrucciata; quelle piaghe gli ricordavano qualcosa di indefinito e sfuggente. Un idea sfumata che non si decideva a venire a galla nella testa di quell'uomo scavato e quasi del tutto sordo ormai. Rovomasso vagiva e crescieva in statura, ma era piuttosto gracile; quando furono tutti concordi nell'affermare che il pallore del figlio di Nervofreddo non era naturale per un bimbo, sano peraltro, il vecchio e sordo medico fu come folgorato. Non aveva alcun dubbio, non poteva essere altrimenti. Vennero inviati rapporti. Le gerarchie imperiali concessero il beneficio del dubbio. Se, da un lato, la nobile casata Brecciatorre era forse l'unica a non preder parte attivamente al confilitto in corso, dall'altro nessuno poteva essere così folle da avvelenarsi col Marchio Cinereo di propia iniziativa. Chi avrebbe ucciso se stesso e marcato i sui figli, ed i figli dei suoi figli, fino alla fine dei tempi, pur di non affrontare due battaglie o tre? Nervofreddo Brecciatorre doveva essere stato avvelenato da un sicario, non poteva essere altrimenti; la questione venne archiviata così. Nervofreddo morì due settimane dopo.
Fu nella notte in cui venne data alle fiamme la casa di Tesbeh che si scoprirono le lettere. Quando l'ufficiale imperiale venne ricattato non si perse d'animo; decise, piuttosto, di andare a far visita alla futura madre di suo figlio con alcuni della guarnigione di presidio e le fiaccole accese. Tesbeh venne passata a fil di lama quand'era ancora sull'uscio della porta. Non emise un fiato. Poco prima d'appiccare il fuoco, un soldato particolarmente avido rovistò fino a trovare qualche monile, un pò di rame e più di una decina di missive con il sigillo dei Brecciatorre ancora intatto. Una confessione completa.
Rovomasso era cresciuto esile e pallidissimo; del tutto glabro, tranne che per le sopracciglia ed i capelli; ma questi avrebbe avuto tutto il tempo di perderli invecchiando. Gli vennero confiscati beni e propietà; il titolo nobiliare della casata venne revocato, così come ogni onore. Il vessillo sarebbe stato dimenticato. Un pò perchè i nobili molto difficilmente venivano condannati a morte, un pò perchè parve ingiusto fargli pagare gli errori del padre oltre quanto non stesse già pagando, ebbe salva la vita.
Serpospino della guerra non sapeva nulla; era venuto al mondo davanti alla stufa di una baracca come tante, giù nei vicoli dei bassifondi. Piuttosto esile, ebbe non poche difficoltà a sopravvivere ai suoi coetanei ed alla vita di strada. Non è facile darsi al borseggio quando si è più piccoli di chiunque si intenda aggredire. Suo padre spesso vaneggiava di nobili casate e vessilli, di ori, di dame e di raffinati broccati e mantelli d'ermellino. Il delirio di un folle. Se suo padre fosse stato sobrio qualche volta, Serpospino proprio non riusciva a ricordarlo. In effetti il vecchio baule sul quale Rovomasso era solito sedere era pieno di vesti raffinate. Sfidando la cinghiate del padre, più di una volta Serpospino l'aveva aperto per giocare al nobile; sul fondo c'aveva trovato addirittura un usbergo da battaglia ornato di smalti. Da adolescente s'era chiesto più volte il perchè quell'ubriacone non si decidesse a vendere tutto quel ciarpame. Axantis era in lenta e faticosa ricostruzione; d'oro non ce n'era. Ma si sarebbe potuto tranquillamente scambiare quei farsetti con parecchio grog; oppure, forse, anche con un pugnale. Crescendo fu felice di avere ancora quella roba; gli piaceva indossarla e gli piaceva tenere i guanti e gli stivali lucidi e ingrassati. Tanto, ormai, Rovomasso di cinghiate non poteva più dargliene; il fatto che fosse stato egli stesso a seppellirlo sotto due braccia di terra lo rendeva ragionevolmente sicuro. Se aveva versato una lacrima in quella circostanza, Serpospino proprio non riusciva a ricordarlo. Oltre a piacergli, quelle vesti gli consentivano un vantaggio nei suoi traffici.
Come tutti nei bassifondi doveva vivere alla giornata; s'accorse abbastanza in fretta che non avrebbe mai avuto una carriera da picchiatore. Invece, aveva un talento come imbonitore e truffatore. Abilissimo nella sottile arte del plagio, non furono molti in quei vicoli a resistere alle parole che Serpospino faceva rotolare dolci e calde nelle loro orecchie. Ogni bugia una cucchiaiata di miele; quando giungeva le dita affusolate sotto il mento prima di parlare erano poche le trattative che non riusciva a volgere a suo vantaggio. Alla sua aura nei bassifondi contribuivano anche le sue vesti raffinate; e pure il fatto di essere l'unico ad essere sempre perfettamente rasato.
Ad onor del vero Serpospino non s'era mai rasato in vita sua. Era piuttosto alto ed esile; pallidissimo. Qualche volta, nelle lunghe nottate dell'inverno della capitale, le sue labbra apparivano addirittura bluastre. Aveva lunghi capelli corvini che gli ricadevano lucenti sulle spalle; sopracciglia definite ed allungate. Ma quelli che l'incontravano non sapevano che, a parte questo, era del tutto glabro. Ragionpercui le sue guance non erano lisce per la sua raffinatezza. Egli non esitava a ricorrere a tutti i mezzi di cui disponeva per perseguire i suoi fini. Ma non era propiamente malvagio. Era cinico e pragmatico; ma nei bassifondi approfittare delle miserie altrui era la normalità. In questo non era peggiore di chiunque altro.
Come spesso accade, perse tutto nel suo momento di maggior splendore. Era ormai propietario della bisca più grande di Via dei Tombaroli quando Mobblar il guercio tirò quel sei. Era tutta la sera che perdeva; fermamente deciso a rifarsi si giocò, con l'ultimo lancio, tutto il rame di quel bifolco contro la sua bisca. Osservò il dado rotolare fino a mostrare cinque tacche mordicchiandosi il labbro. Sia chiaro, se non ci fossero stati tutti quei testimoni non avrebbe avuto difficoltà alcuna nel convincere Mobblar che il lancio era da ripetersi per tutta una serie d'irregolarità. Ma il capannello intorno al tavolo da gioco era parecchio nutrito ed il lancio, in realtà, era perfettamente regolare.
Senza più un tetto sopra la testa, passava le notti facendosi ospitare da chi capitava. Non era quasi mai un problema convincerli. Ovunque andasse, si trascinava dietro il vecchio baule che fu di suo padre. Perchè anche se poteva capitare che si risvegliasse in un canale di scolo, era impossibile per lui iniziare la giornata senza essersi spazzolato i capelli e sanza indossare il suo giustacuore cremisi. Dopo averlo messo addosso passava molto tempo a lisciarne le pieghe con le mani; infine si specchiava in una pozza e s'immergeva nei vicoli dei bassifondi con le labbra sottili tese da un ghigno sornione. Talvolta, mentre caminava sovrappensiero, accarezzava distrattamente il raffinato ricamo; una torre spezzata incrociata da due serpi cervoni stava là, di fili d'oro e d'argento, ov'è il cuore.

Equipaggiamento

Le uniche cose che possiede sono le sue vesti, che tiene in un baule cui cambia nascondiglo ogni sera, e la Lacrima di Adelay, il suo pugnale. Gli fu donato dal padre Rovomasso quand'egli s'accorse d'esser divenuto troppo grasso e lento per potersene servire in qualche modo; gli disse d'averlo avuto da suo padre a sua volta, cioè da Nervofreddo, nonno di Serpospino. Quale che sia la verità la Lacrima di Adelay è un pugnale d'ottima fattura. La piccola difesa è in foggia di leoni contrapposti; al centro, fini cesellature raffigurano il volto del bisnonno di Nervofreddo. Così gli disse Rovomasso; ma questo era quasi sicuramente falso.

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"oooooink".

Ultima modifica di CuoreNero il Gio Feb 01, 2007 12:40 pm, modificato 2 volte in totale
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Nether di Middenheim
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MessaggioInviato: Sab Gen 27, 2007 12:37 pm Rispondi citandoTorna in cima

NOME: Nether

RAZZA: umano delle valli

Aspetto fisico: Nether è un ragazzo umano di bell'aspetto, alto circa un braccio e 2/3, dal fisico snello e con i muscoli ben delineati. Ha passato la maggior parte della sua vita al sevizio del corpo di guardia cittadino, in particolare pattugliando le strade boschive di "Golodor" , acquisendo in tal modo una notevole resistenza fisica e spirito di sopravvivenza. Da soldato modello, porta i capelli sempre corti e in ordine, indossando una semplice armatura borchiata di colore nero, come il lungo mantello con lo stemma di famiglia. Sull'armatura porta una giacca realizzata con la pelliccia di un lupo grigio, e serve per nascondere le punte di freccie di ricambio in cui infonde sostanze venefiche, che è solito preparare durante le sue perlustrazioni in foresta, raccogliendo erbe urticanti e nocive. E' abile nell'uso della spada, ma tende sempre a tenere la farestra piena di freccie e a camminare stringendo nella mano il suo arco lungo.

Aspetto mentale: Introverso, silenzioso, pessimista per natura, sembra sempre tirar fuori l'ipotesi peggiore che può accadere, ma combatte fino alla morte se necessario, pur di salvare un compagno in pericolo. Questo suo alto senso del dovere e di proteggere i più deboli, in certe situazioni, può rivelarsi fatale, ma nel caso in cui non abbia nulla da perdere si getta nella mischia come una belva feroce. Quando è messo alle strette tende a cambiare attegiamento, fin anche giungere a provocare l'avversario nella speranza di guadagnare tempo o di abbassare le difese nemiche, per poter concentrarsi e sferrare un attacco decisivo. Odia i demoni e tutto ciò che è contro la legalità. La sua formazione militare lo portano talvolta ad assumere attegiamenti di comando involontari, a dare ordini al gruppo, e ad illustrate strategie e tattiche da leader; ma quando si accorge di ciò ritorna subito sui suoi passi. I suoi occhi nocciola dallo sguardo intrigante, e i suoi modi gentili e cortesi hanno conquistato il cuore di molte ragazze del popolo della valle, ma son state tutte allontanate dalla sua timidezza che come uno scudo lo circonda e lo fa vivere nel suo vortice di pensieri, dando l'impressione il più delel volte che abbia la testa fra le nuvole. Ma potete starne certi, ogni volta che lo guardate, egli vi sta già tenendo d'occhio....

Background: Nato e creciuto nella città Golodor, vicino ai Boschi Sempre Verdi, è stato addestrato fin dalla nascita nell'arte della guerra in cui ha mostrato un profondo interesse. Entrato a far parte della milizia cittadina a quindici anni come esploratore. Il suo "battesimo del fuoco" avvenne meno di un anno dopo quando il suo gruppo di esploratori trovò la tana di alcuni screech che li attaccarono, per poi essere sgominati dalla pattuglia grazie all'aiuto di alcuni elfi. Guadagnatosi il rispetto di molti tra gli uomini della milizia a seguito di altri scontri con le banditi e creature della foresta e non, è poi diventato l'attendente del comandante, nonostante gli siano state offerte spesso cariche di comando. Raggiunti i diciotto anni la sua vita subì una svolta decisiva. Venuti a sapere dei ripetuti attacchi subiti dalle carovane di passaggio per il bosco, il comandante della milizia cittadina Leones, diede inizio ad una caccia aperta, pattugliando di continuo le strade con nutriti contingenti di uomini, ma per pattugliare ogni via e le zone interne del bosco, i soldati furono costretti a dividersi in gruppi minori. A causa di questo, la pattuglia capitanata da ques'ultimo subì un'imboscata da parte di un nutrito gruppo di demoni che massacrò la maggio parte degli uomini, compreso Leones stesso che venne letteralmente dilaniato. Nether, prese, con un certo rammarico, il controllo del resto della pattuglia dando il segnale di raduno affinchè tutte le unità della milizia si riunissero al punto stabilito. La prima a raggiungerli, fu quella del sergente Oktar. Quando il sergente riferì che altre pattuglie erano state vittime di imboscate, Nether fu costretto a prendere una difficile decisione. Se avessero mantenuto la posizione c'era la seria possibilità che venissero massacrati da un numero soverchiante di demoni, ma se si fossero ritirati, la gente delle campagne vicine non avrebbe avuto scampo dall'orda inferocita. Alla fine scelse di rimanere,mandando una staffetta verso la città chiedendo rinforzi e avvisandoli della situazione. Quando i demoni bestia uscirono dalla foresta furono accolti da una pioggia di frecce e da un muro di scudi. Lo scontro che ne seguì fu violento, ma permise ai rinforzi di organizzarsi e di intervenire, respigendo i demoni per poi mandarli in rotta. I sopravvissuti del contingente partito dalla città si contavano sulla punta delle dita. Nether abbadonò la città e la milizia sentendosi in colpa per la aver deciso il destino di tanti uomini, e da quel giorno indossa vesti nere in segno di lutto. Da due anni ormai vive sulla riva del fiume Ylem in una piccola capanna di legno costruita da lui stesso e, con il consenso degli elfi, pattuglia la foresta o semplicemente va a caccia. Anche se in città sono in pochi a sapere ciò che è accaduto, i comandanti della milizia e i pochi sopravvissuti, si ricordano ancora di lui e a volte hanno anche mandato degli emissari per chiedergli di rientrare a fare parte della milizia. Nether non si è più avvicinato alla città, anche per evitare di incrociare i suoi genitori o altri membri della sua casata, anche se spera di poter accettare un giorno il suo errore per poi tornare a casa...

CARATTERISTICHE:
- Corpo 6
Forza 4
Destrezza 10
Prontezza 4
Carisma 5
Intelligenza 6
Spirito 5
- Arma (taglio) 2
Arma (tiro) 1
Atletica 0
Alchimia 0
- PF: 18
PM: 6

EQUIPAGGIAMENTO: arco da guerra, spada lunga (appartenente alla casata di Nether), 3 boccette di vetro con veleno (non mortale, 2 boccette vuote), faretra, armatura in cuoio borchiato,punte di riserva per le freccie, 40 freccie, pietra focaia, rasoio.

_________________
Unico vero lupo bianco di Athkatla.
Grande Zio di tutti i bravi bambini
Honoo creò il mondo in 6 giorni. Il settimo si fermò perchè doveva masterizzare a Cthulu.
Find something to live for...And protect it...
Grande Arconte Della Setta Mistica klyu

Ultima modifica di Nether di Middenheim il Mar Gen 30, 2007 9:12 pm, modificato 3 volte in totale
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MessaggioInviato: Dom Gen 28, 2007 5:23 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome: Jebeddo
Razza: Gnomo Sempre Verdi

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Storia di Jebeddo: Jebeddo, che è solo il primo di una serie di numerosi nomi e soprannomi con cui è stato chiamato dai suoi amici del bosco e della città, è nato da una tipica ed operosa famiglia di gnomi che vive ai margini dei boschi dei Sempre Verdi.
I suoi fratelli Klig, Clifble, Krit e Glindagobe erano sempre molto impegnati nella difesa dei confini dei boschi, spesso si assentavano da casa per giorni per addentrarsi nelle profondità della foresta insieme ad elfi e folletti.
La vita per l'infanzia di Jebeddo era molto tranquilla, il padre Tyngo era un'inventore che riempiva la casa di invenzioni astruse e complesse che risolvevano piccoli problemi della vita quotidiana e ne creava altrettanti altri, sebbene questi altri erano risolti da marchingegni sempre più complessi: la casa di Jebeddo, quando un membro della famiglia si faceva la doccia (in maniera molto particolare possedevano l'acqua corrente) la casa iniziava a emettere un fumiciattolo verde e puzzava di rapa, per una serie di reazioni a catena tra i vari marchingegni che il padre Jebeddo creava, aiutato fin che ha potuto dal vecchio nonno Linge.
Le donne di casa (la sorella Inga, la madre Cuuka, le due zie Hiki e Muonika e la vecchia nonna Ellywik) erano sempre indaffarate nel cucinare, nel pulire la casa dai vari "scarti di reazione" delle macchinazioni di Tyngo e Linge e ogni tanto si occupavano anche di Alchimia, "Giusto per dare ad un moribondo il sollievo necessario prima che arrivi un medico..." diceva Muonika "...o una morte dolce nell'attesa del becchino" aggiungeva l'altra zia Hiki.
La famiglia girava perfettamente e Jebeddo non ebbe problemi a crescere curiosando tra le varie mansioni della casa, ora guardava come si preparava un decotto per profumare l'ambiente o un fango per alleviare i reumatismi, ora osservava Linge e Tyngo mentre montavano qualcosa.
I parenti han sempre apprezzato con tenerezza incoraggiando i suoi interessamenti, che nei fratelli non ci son mai stati, essi preferivano i racconti di cacce e inseguimenti degli elfi del bosco.
Poi un giorno conobbe alcuni folletti che gli accennarono i grandi poteri che ci sono dietro la magia runica e Jebeddo si interessò di questo, anche perchè a differenza di tutti i suoi fratelli la continua osservazione dei parenti ha fatto sì che allenasse poco la sua forza, mentre capisse meglio l'ingegno del padre e del nonno.
Arrivata l'età di scegliere cosa fare nella vita, giunto il momento di lasciare la sua famiglia Jebeddo decise di andare a istruirsi sulla magia runica, garantendo alla famiglia di continuare a coltivare le passioni che Tyngo, Linge, Hiki, Muonika, Cooka, Inga ed Ellywik gli han sempre insegnato.
Si sposta nelle profondità della foresta dove i folletti meglio gli insegnarono lo studio della magia.
Poi Jebeddo si ritrovò a fare un bilancio della propria vita.
L'unica caratteristica che sempre l'aveva contraddistinto era la curiosità (oltre ad una rapida parlantina che aveva ottenuto frequentando parecchio la comunità gnomica) e ora che aveva appreso moltissimo della Magia Runica e si era fatto uno gnomo di una certa maturità, vivendo per tantissimi anni nel profondo della foresta, decise che era il caso di risollevare il suo spirito osservatore ed andare a cercare in giro nuove cose da apprendere.
Perciò si spostò in un piccolo villaggetto sulle rive del fiume Ylem.
La realtà della città fluviale, piena di incontri era una bella sorpresa per uno gnomo abituato a vivere nei boschi, dove le intrusioni erano ridotte al minimo, pertanto sentì il bisogno di un minimo di stabilità.
Mise su un negozietto di Magia, dove ogni tanto si dedicava a quei decotti che aveva appreso nel bosco e come hobby aiutava il paese con piccoli lavori di ingengeria o artigianato, aggiustava magari un carro o una carrucola, creava sostegni regolabili per mensole e cose di questo tipo.
La sua scarsa altezza ha creato qualche piccolo problema nell'inserimento nella comunità, ma le sue ridotte dimensioni gli han sempre consentito di fare lavori di una precisione maggiore che qualunuque altro artigiano del posto.
La sua curiosità ed esigenza dopo un po' di non fermarsi mai fa sì che si cacci sempre in particolari situazioni, e in cuor suo sa che non passerà molto prima di riprendere sulle spalle il capiente zaino che ha nel retrobottega e rimettersi in marcia.

Aspetto fisico consueto nel negozio: Se si passa dal suo negozio lo si può trovare con una camicia leggera verde con sopra un gilet a righe e strisce (non a scacchiera, a quadri... non so se mi spiego ci son solo i contorni, come alcune tovaglie Wink ), dei pantaloni blu con molte tasche, una cintura con molte borse appese sopra.
I capelli sono rosso scuro sopra le spalle e arruffati. Ha il pizzetto tipico gnomesco che si unisce con i baffi e occhi azzurri.
E' alto quattro pollici e poco più e ha anche delle comode scarpe con cui camminare sul suo pavimento in legno.

Aspetto mentale: Il primo aspetto che salta subito agli occhi è la loquacità, la sua arma: è un bravo venditore anche per via delle sue capacità che con gli anni ha sviluppato per vendere i suoi prodotti alchemici al piccolo paese e alle zone limitrofe.
La sua loquacità non si basa solo sul discorrere di prezzi: gli piace molto parlare di storie e racconti, ha una spiccata curiosità, non tipica del sognatore che si accontenta di racconti la cui verosimiglianza è sottile: la sua è una curiosità analitica, è interessato ai dettagli siano essi racconti o spiegazioni di nuove teorie e idee.
In sè c'è l'anima del cercatore.
Ha un temperamento tendenzialmente votato al bene o al giusto, sebbene non sia una persona di moltissimi scrupoli, desideroso sui suoi obiettivi, obiettivo sui suoi desideri: non si pone mai nulla che sia impossibili, così facendo facilmente lo raggiunge. Ma questo non fa sì che non gli piaccia rischiare.
Non è inoltre per questo egoista: trova che aiutare il prossimo sia un modo per dare un'utilità alla sua arte, inoltre i sorrisi della comunità in cui vive sono fondamentali per lui, per questo cerca di essere sempre allegro con tutti.
Altra peculiarità è il suo ottimismo incrollabile: cerca di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno poichè ha imparato che i problemi han sempre una soluzione, sia essa molto complessa, sia essa abbisognante di una macchina assurda.

Caratteristiche
Corpo: 4/6
Forza: 2/5
Destrezza: 6/8
Prontezza: 5/8
Carisma: 9/10
Intelligena: 10/10
Spirito: 4/9

Punti Ferita: 12
Punti Mente: 10
Punti Mana: 24
Punti Provvidenza: 4

Arti:
Magia runica 2 (dipendente da Intelligenza)
Comunicazione 1 (dipendente da Carisma)
Alchimia 0 (dipendente da Intelligenza)
Artigianato 0 (dipendente da Intelligenza)*


_Note______________
*: ho parlato con Enda e mi ha autorizzato ad aggiungere questa arte anche se non c'è nella lista delle arti Wink
L'arte consiste nel creare oggetti, ripararne altri, produrre marchingegni, lavorare legno, metalli morbidi, cera o qualsiasi cosa si preferisca, maneggiare utensili come martelli, trapani, scalpelli e cose del genere.
L'abilità fondamentale per il fai da te o per stimare quanto sia robusto un materiale che si usa per lavorare (quando si è veramente bravi).

_________________
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Uosh
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Registrato: 22/11/07 15:07
Messaggi: 431

MessaggioInviato: Mer Gen 31, 2007 12:55 pm Rispondi citandoTorna in cima

Nome:
Uosh (come il rumore del vento tra le fronde degli alberi)

Razza:
Folletto Alato

Aspetto Fisico:
Uosh possiede una carnagione olivastra (tra il verde e il grigio) e una folta chioma color rosso porpora
che fanno risaltare i suoi lineamenti sottili e delicati e danno un forte contrasto ai suoi occhi nerissimi,
con una grande pupilla sempre dilatata (l'iride azzurra quasi non si vede).
Alto quanto un piede umano, ha una costituzione normale per la sua gente, ma incredibilmente fragile
se paragonata ad una creatura di qualsivoglia altra razza.
Indossa semplicemente un lembo di tessuto intorno al basso ventre e nient'altro.
Tutto ciò che possiede è un ocarina di legno -regalatagli dal padre- con la quale fischietta di tanto in tanto.

Carattere:
Uosh è un tipo assolutamente riservato e timido e le uniche creature che avvicina sono quelle non
dotate della parola, ma con le quali lui riesce a comunicare ugualmente bene.. in particolare i suoi
migliori amici sono i piccoli volatili, con i quali condivide, oltre alle dimensioni, lo stesso timbro di
voce squillante e la stessa rapidità nei movimenti.
Impossibile (o comunque molto difficile) da avvicinare a meno che non sia sua intenzione quella di
mostrarsi agli occhi di chi gli sta davanti, Uosh ama arrampicarsi sui rami più alti degli alberi e lasciare
che il vento gli accarezzi la pelle e gli smuova i semplicissimi vestiti che indossa, giusto sul basso ventre.
É il vento - che scorre inarrestabile - che per Uosh rappresenta lo scorrere del tempo stesso, ed
egli è convinto che sia appunto il tempo che governi tutto il mescolarsi dei fatti e degli avvenimenti
mondani, ed è per questo che il suo Dio protettore (anche se lui non gli si è mai rivolto espressamente)
è appunto Nalis, che gli rivolge sempre un occhio di riguardo...
Uosh ama comunque tutto ciò che è naturale e che fa parte del ciclo normale dell'esistenza, e per questo
ripudia in modo assoluto le armi, le guerre e tutto ciò che intervenga nel normale corso del tempo.
Al momento Uosh non è in cerca di qualcosa di specifico, dato che la sua vita immersa nella natura e
dominata dalla contemplazione della natura stessa lo ripaga di tutto.. questo gli hanno insegnato i suoi
genitori (Poc-padre e Tik-madre) coi quali ha ancora uno splendido rapporto, nonostante li veda molto
poco a causa della sua totale devozione alla natura e alla semplicità.
Comunque, nonostante la sua riservatezza nei confronti degli essere più grandi di lui, nel caso in cui
incontrasse una fanciulla (o un fanciullo) in difficoltà non esiterebbe ad aiutarlo coi suoi poteri e con le sue
conoscenze...

BackGround:
Uosh è ancora giovane come folletto (per capirci, è come un ragazzino umano di 16/17 anni) e per questo
non ha avuto molte esperienza, anche grazie al fatto che non si è mai allontanato dal bellissimo bosco in cui
ha vissuto fino a questo momento, in solitudine assoluta. Di tanto in tanto torna a trovare i proprio genitori
ma niente di più.. nel bosco in cui abita da ormai diverso tempo (da quando ha lasciato la famiglia) conosce
tutto: piante, animali, ruscelli, sassi, alberi, fiori, frutti, insetti.. ogni creature vivente e non è sua amica.

Caratteristiche:
Corpo: [Soglia : 8-3 di razza = ] (4) -3 [Dato dal Malus Razza] = 1
Forza: [Soglia : 8-4 di razza = ] (5) -4 [Dato dal Malus Razza] = 1
Destrezza: [Soglia : 8 ] (7) = 7
Prontezza: [Soglia : 8 ] (7) = 7
Carisma: [Soglia : 8+1 ] (1) +1 [Dato dal Bonus Razza] = 2
Intelligenza: [Soglia : 8+3 di razza = ] ( 8 ) +3 [Dato dal Bonus Razza] = 11
Spirito: [Soglia 8+3 ] ( 8 ) +3 [Dato dal Bonus Razza] = 11

Arti:
Elementarismo (Arte Magica) = 2
Alchimia (Arte) = 1
Medicina (Arte) = 0
Comprensione (Arte) = 0

Punti Ferita: 3
Punti Mente: 11
Punti Mana: [11(spirito) + 2(arte magica)]x2 = 26
Punti Provvidenza: 4
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